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Autore: Tynuccia    29/01/2024    1 recensioni
[Gundam SEED Freedom] Rimasta sola in mezzo al salotto, con le mani ancora strette attorno ai lembi della vestaglia, Shiho dovette chiudere gli occhi e tentare di capire se non stesse ancora dormendo della grossa.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Incursione




Per Shiho Hahnenfuss, il sabato era sacro.


Costretta a sgobbare in ufficio per tutti gli altri giorni della settimana, almeno durante il weekend esigeva riposare e gozzovigliare sotto le coperte senza doversi imporre orari prestabiliti o appuntamenti. I recenti tafferugli nello spazio, poi, erano stati una pesante aggiunta alla sua forma fisica non proprio rosea. Se non fosse stata una Coordinator, aveva ragionato, probabilmente si sarebbe già ammalata da tempo.


Fu quindi con enorme fastidio che, quella mattina, il trillo del campanello risuonò tra le mura del suo bilocale, destandola dal meritato sonno che avrebbe voluto prolungare almeno fino a mezzogiorno. Inizialmente valutò che fosse un venditore porta-a-porta, e decise che l'avrebbe ignorato bellamente, ma quel fastidioso suono sembrava non volersi fermare. 


Scostò il piumone, sottraendosi a quel piacevole tepore, ed imprecò. "Arrivo!", urlò, barcollando fino ad agguantare la vestaglia, che indossò per pura decenza. Farsi trovare in shorts e canottiera da un uomo che avrebbe tentato di venderle un aspirapolvere non le sembrava decoroso, ma, quando si accostò allo spioncino per vedere chi l'avesse svegliata, non riuscì a trattenere un sussulto. 


Di tutte le persone sui PLANT, Ezalia Joule era l'ultima da cui si sarebbe aspettata un'incursione.


Aprì l'uscio, e non fece in tempo a proferire parola che la donna la attirò a sé in un abbraccio, e le piantò due baci sulle guance, con tanto di onomatopea pronunciata. "Mia cara", la salutò, allegra. "Vivi proprio in una zona scomoda, lasciatelo dire. Il mio autista ci ha impiegato quasi un quarto d'ora per trovare parcheggio", continuò, entrando nell'appartamento e guardandosi intorno. "Dovrei suggerire a Yzak di darti un aumento? Oh, beh, non che sia una sistemazione definitiva. I muri sono tuoi?".


Shiho, che già di suo non era particolarmente loquace, non poté fare altro che osservare la donna come se fosse stata reduce da un coca party. "Sì, non sono in affitto", confermò, decidendo di buttarsi sulla domanda più semplice. 


Ezalia strinse le labbra scarlatte. "E non sei scomoda per andare al lavoro? Gli uffici sono lontanissimi".


La ragazza scosse il capo. "Ho un'automobile", le fece sapere, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. "Posso chiederle il motivo di questa visita, signora?".


Lei sorrise, appoggiando il volto al palmo della mano. "Suvvia, chiamami pure Ezalia, tesoro. Per quanto io apprezzi che tu parli in maniera tanto educata, non c'è bisogno di formalità". La vide annuire, poco convinta, e si accomodò sul divano. "Sono passata perché vorrei portarti a fare colazione".


"Perché?", non riuscì a non chiedere Shiho, che trovava quantomeno bizzarri i modi eccentrici ed allegri della donna che aveva dato alla luce ed educato il suo superiore, dal carattere completamente diverso.  


"Hanno aperto un piccolo bistrot in centro che dicono essere assolutamente delizioso, e dovremmo provarlo", rispose Ezalia, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo. "Hai bisogno di molto tempo per prepararti?".


Come se non fosse abbastanza avere già un membro della famiglia Joule a cui obbedire, Shiho si ritrovò ad esalare un sospiro. "Farò in fretta".


"Splendido", cinguettò l'altra, battendo le mani. "Ti aspetto in macchina, allora. Non faticherai ad individuarla, è l'unica limousine nel raggio di almeno cinque chilometri".


Rimasta sola in mezzo al salotto, con le mani ancora strette attorno ai lembi della vestaglia, Shiho dovette chiudere gli occhi e tentare di capire se non stesse ancora dormendo della grossa. Valutò se informare il Comandante di quell'incursione, ma temeva che avrebbe fatto solo peggio. Inoltre, non aveva davvero voglia di scoprire se, dietro i modi apparentemente squisiti, la donna avesse un'effettiva somiglianza al figlio, quindi si affrettò a buttarsi sotto la doccia, rimpiangendo amaramente il suo adorato piumone.


*


Una rapida occhiata agli avventori che la circondavano confermò a Shiho che, tutto sommato, aveva fatto bene a indossare il completo più elegante che possedeva, o sarebbe sembrata una sguattera a confronto della facoltosa clientela del locale. Rimpiangendo la comodità dei jeans e delle scarpe da ginnastica, la giovane tornò a concentrarsi sul menù, seppure con lo stomaco attanagliato dall'ansia, e non dalla fame.


Nel frattempo, Ezalia non si era zittita per un secondo, ed ora le stava sciorinando una sequela di nomi di personaggi illustri dell'alta società, mentre lei avrebbe semplicemente voluto una spiegazione per quell'improvvisata. Aveva avuto modo di conoscere la donna a bordo dell'Eternal, poche settimane prima, ed era stato il Comandante Joule a informarla sul perché del sorrisetto malizioso che le aveva rivolto: erano anni che l'ex Consigliere di Martius si prodigava per trovare una degna sposa per il figlio, sorda alle sue proteste, ed evidentemente aver visto lei al suo fianco le aveva acceso un barlume di speranza, dando per scontato la presenza di sentimenti di natura romantica tra i due. 


Non che fosse troppo distante dalla realtà, valutò la giovane, che davvero era sinceramente innamorata del suo algido superiore, ma da parte di lui non aveva mai ricevuto una risposta concreta sul suo giudizio personale, al di là di grande stima per le sue prestazioni lavorative. 
Se da un lato non poteva che dirsi lusingata per essere rimasta tanto impressa alla donna, dall'altro temeva che tutto quell'interesse potesse dimostrarsi un'arma a doppio taglio. 


"Ordina pure quello che desideri", disse all'improvviso Ezalia, rivolgendole un caldo sorriso e chiamando con un cenno della mano la cameriera, che si avvicinò al loro tavolo. "Oggi sei mia ospite".


"Un cappuccino e un croissant al pistacchio, grazie". Shiho sorrise a sua volta, soprattutto all'inserviente che, con la sua impeccabile uniforme, era più elegante di lei. 


"Anche per me", decise la donna, restituendo il menù e inclinando appena il capo. "Ti piacciono le cose dolci, Shiho?". 


"Molto", replicò lei. "Il Comandante è sempre disgustato dalla quantità di zucchero che metto nel caffè".


Ezalia scoppiò a ridere, per la prima volta con un'intonazione genuina. "Oh, fidati, ti capisco. Anche da bambino non ha mai voluto mangiare dessert e simili. A dodici anni già pretendeva che gli venisse servito un espresso amaro".


Suo malgrado, Shiho allargò il sorriso, intenerita dall'idea di un piccolo Yzak già così pretenzioso. "Immagino che anche a lei piacciano".


Lei annuì, giocherellando con la propria lunga collana, ma non disse altro, rimanendo a studiarla con aria meditabonda, seppure divertita. I suoi occhi, che tanto somigliavano a quelli del Comandante, la scrutavano come se dovesse carpire ogni suo minuscolo segreto, e fu soltanto l'arrivo del loro ordine a interrompere quella silenziosa gara di sguardi. "Sei decisamente graziosa", sentenziò infine, avvicinando la tazza alle labbra. "Che tipo di Coordinator sei?".


"Seconda generazione", replicò Shiho. "Mia madre era una Natural".


"Era?", ripeté la donna, sollevando un sopracciglio. 


"È venuta a mancare quando ero piccola. Non ho molti ricordi di lei", ammise la giovane, preferendo mescolare il proprio cappuccino. "Mio padre, invece, è un Coordinator, ma non abbiamo più rapporti perché non ha mai accettato che mi sia arruolata nell'esercito, quattro anni fa".


Ezalia si fece pensierosa, ma nel suo sguardo non c'era astio. "Famiglia benestante?", chiese poi. 


"Abbastanza", confermò Shiho, che però si premurò subito di precisare: "Ma me la cavo perfettamente da sola".


"Che spirito bohémien", rise la donna, sinceramente divertita. "Beh, di certo ora capisco perché sei così ben educata". Si prese una pausa per sorseggiare la sua bevanda, lasciando l'impronta scarlatta delle sue labbra sulla porcellana. "Fumi?".


"No".
"Bevi?".


"Poco", mormorò Shiho, conscia della sua bassa intolleranza agli alcolici. Non era poi una bugia, a voler ben guardare.


Ezalia annuì e si sporse verso di lei con un ghigno cospiratore. "Sei vergine?".


Per poco il Maggiore Hahnenfuss si strozzò con un boccone di brioche, e tossì così forte che i due commensali al tavolo vicino le lanciarono un'occhiata preoccupata. "Non penso che la cosa la riguardi", non riuscì ad evitare di dire, sentendo le guance andare a fuoco.


La donna sventolò la mano in aria. "Fa parte del mio ruolo, tesoro. Certo, se non lo fossi perché tu e Yzak vi siete dati da fare non ci sarebbero problemi, sia ben chiaro". Notò come il rossore sul suo viso si intensificò. "Oh?? Ci ho preso in pieno?".


"No!", esclamò Shiho, scandalizzata, rea di essersi scambiata soltanto un bacio piuttosto spinto con Yzak, anni prima, senza che poi ne avessero più parlato. Sotto lo sguardo intransigente dell'ex Consigliere, comunque, fu costretta a scuotere il capo. "Non ho mai...".


"Meraviglioso", la interruppe Ezalia, apparentemente soddisfatta, per lo scorno più totale di Shiho, che non era esattamente entusiasta di essere stata messa sotto torchio come se fosse una damina in età da marito dell'epoca vittoriana. "Cielo, come ho fatto a perdermi questo tassello? Sei semplicemente perfetta".


La ragazza sospirò, prendendo un sorso di cappuccino. "Con tutto il rispetto, capisco le sue intenzioni, ma mi sembra che stiamo facendo i conti senza l'oste", mormorò, ormai completamente a disagio. 


Ezalia non sembrò prendersela, e si strinse nelle spalle. "Yzak? Non penso sia un problema, per lui. Certo, è sempre stato reticente ad ascoltarmi su questo argomento, ma non voglio mica che vi sposiate entro l'estate".


"Magari il Comandante vorrebbe provare dei sentimenti per sua moglie, non crede?". Shiho abbassò lo sguardo, avvertendo un groppo alla gola all'idea del suo amato superiore legato ad un'altra donna, ma fu presa contropiede dalla risata che sfuggì alla sua compagna di colazione.


"Oh, ma per favore", sospirò Ezalia. "Sono sua madre, non pensi che lo conosca meglio di se stesso? O di te, a voler essere pignoli". Scosse i corti capelli argentei, fissando lo sguardo sul soldato. "Anni fa gli ho sottoposto un tiro mancino, per così dire, e gli ho presentato tre cameriere olografiche per capire quale tipo di donna potesse piacergli. Ovviamente la cosa non ha avuto il seguito sperato, ma avevo notato come si fosse incaponito sull'ologramma con i capelli castani e la divisa rossa. Quando ti ho vista, qualche settimana fa, ho unito i pezzi del puzzle e ho capito ogni cosa".


Shiho la guardò in silenzio, lasciando che le sue parole si sedimentassero. "Potrebbe essere un caso", disse comunque, ma vide la donna assumere un'espressione battagliera, assomigliando moltissimo al figlio.


"Magari non se ne è ancora reso conto, o magari si lascia frenare da chissà quale viaggio mentale, ma non credo che terrebbe con sé una Redcoat che è più interessata all'ingegneria che non ai servizi di Intelligence, se non ci fossero sotto altri motivi". Ezalia sorrise e, con la punta delle unghie, strappò un pezzettino di croissant. "Così come è lapalissiano che tu sia cotta di lui". Rise, di nuovo, del salto che la ragazza fece sulla sedia. "È un bel giovanotto, ma ha un caratteraccio. Se ti piace, deve trattarti con i guanti, o questionerei la tua salute mentale".


"La prego, è imbarazzante", pigolò Shiho, coprendosi il viso con una mano. Soltanto Dearka era a conoscenza dei suoi sentimenti, e ritrovarsi a parlarne con la papabile suocera prima ancora che fosse anche solo uscita a cena con il Comandante era quantomeno ridicolo. 


Ezalia ammorbidì lo sguardo, altrimenti tagliente, e andò a prenderle l'altra mano, con indiscussa gentilezza. "Oggi ho voluto sondare il terreno, e capire se ci avessi visto giusto. Ovviamente avevo ragione". Si concesse un'altra sghignazzata. "Non preoccuparti, non ho intenzione di incastrarvi in una cerimonia contro la vostra volontà. Sarebbe controproducente, e abbiamo tutti lo stesso obiettivo, no?". Le fece un occhiolino. "Sappi solo, mia cara, che faccio il tifo per voi. Non arrenderti, con quel ragazzo. Siamo d'accordo?".


Shiho sgranò appena gli occhi, finalmente a suo agio dopo aver sentito che non avrebbe dovuto convolare a nozze forzate con il Comandante. "Sono passati quattro anni", annunciò, sorridendole con sincerità, "se gettassi la spugna ora sarei davvero pessima".


"Molto bene", si compiacque Ezalia, che davvero iniziava a capire perché, per tutto quel tempo, suo figlio si fosse incaponito nel volerla nella sua squadra.  "Oh, e ovviamente sia ben chiaro che Yzak non potrà sapere mai nulla di questo nostro piccolo incontro. Dovrò pur preservare la salvaguardia della prossima signora Joule, no?".


La ragazza sentì, per l'ennesima volta quella mattina, il viso rovente, e annuì appena, estremamente ammaliata da quel titolo che aveva il profumo di una promessa che attendeva da ormai troppo tempo.
  
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