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Autore: Tynuccia    31/01/2024    1 recensioni
[Gundam SEED Freedom] E fu con questo concetto ben saldo in mente che Shinn evitò di dire ad alta voce ciò che stava pensando veramente.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Athrun Zala, Dearka Elthman, Kira Yamato, Shinn Asuka, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attività Ricreative
 
 
 
Shinn nutriva un profondo rispetto nei confronti del suo Comandante.
 
Certo, non avevano iniziato con il piede giusto. Ai tempi della guerra, Kira Yamato era stato la sua nemesi per eccezione, ed aveva riversato sul ragazzo tutta la sua frustrazione, e la sua rabbia, arrivando anche a tentare di ucciderlo per vendicarsi della morte di Stellar;
poi, però, le battaglie erano terminate, ed aveva avuto modo di conoscere davvero il pilota del Freedom che, senza i Mobile Suit di mezzo, era un giovane gentile e dal cuore d'oro. 
 
Inoltre, avendo brevemente sperimentato sulla propria pelle le angherie del Comandante Joule, la costituzione dei Compass ed il suo conseguente trasferimento avevano rappresentato la sua letterale salvezza, ed ora non poteva che tessere le lodi dell'eroe che, in più di un'occasione, aveva contribuito alla pace universale.
 
E fu con questo concetto ben saldo in mente che Shinn evitò di dire ad alta voce ciò che stava pensando veramente.
 
Per sua fortuna, comunque, quello spilungone biondo, che sembrava divertirsi un mondo a provocarlo, non si fece troppe remore ad aprire la bocca per esternare i suoi medesimi sentimenti. Straordinariamente.
 
"Beh? Quando arrivano le spogliarelliste?", indagò Dearka, seduto comodamente su una poltrona con in mano il suo sesto bicchiere di mimosa. Fece un sorriso sornione e prese un sorso. "Ops, dimenticavo che la first lady di Orb ha occhi soltanto per una specifica signorina dai capelli dorati".
 
"Chi lo ha invitato?", borbottò Shinn, che pure non si stava divertendo particolarmente, e guardò subito in direzione di Kira, che si era tanto prodigato per organizzare l'addio al celibato di Athrun Zala. Se ne stava al tavolo con in mano un cacciavite, ed aveva lo stesso sguardo pieno di benevolenza, anche di fronte ad un non troppo velato riferimento alla sua gemella. 
 
"Credici o no, ma è un mio amico d'infanzia", rispose Athrun, senza neppure sollevare lo sguardo dal suo progetto. "E Kira pensava di fare cosa gradita coinvolgendolo".
 
"Ho sbagliato, forse?" fece il diretto interessato, ignorando la blanda risata del biondo.
 
"Certo che no", assicurò l'agente di Terminal, sorridendogli. "Speriamo solo che eviti di dire altre sciocchezze". Diede un giro di vite e lanciò un'occhiata di ammonimento a Dearka, che fece spallucce e finì il suo mimosa, che un'ora prima aveva definito un 'drink da mammolette'.
 
"L'importante è che ti stai divertendo", continuò Kira, posando due occhi carichi di aspettative sul suo migliore amico. "Mi sa che non sono troppo bravo, quando si tratta di eventi sociali", aggiunse, grattandosi nervosamente la nuca. Nessuno si era sorpreso che Athrun lo avesse scelto come testimone, ma con l'onore erano arrivati anche gli oneri, ed ora temeva di aver fatto un buco nell'acqua.
 
"Moltissimo, non preoccuparti", lo rassicurò Athrun, facendolo sospirare sollevato, e si rigirò tra le mani l'Haro che aveva appena finito di ultimare. Una giornata all'insegna della robotica era sicuramente una scelta azzeccata, e si guardò bene dall'aggiungere che era un bel passo in avanti rispetto all'addio al celibato del quinto membro del loro gruppo. Ancora ricordava come gli altrimenti serafici occhi di Shiho Hahnenfuss avessero fulminato lui e Dearka quando le avevano restituito il Comandante Joule talmente ubriaco da dichiararle amore eterno sull'uscio di casa.
 
"In realtà è stata un'idea di Lacus", confessò Kira, con un certo imbarazzo. "Ha detto che quando eravate fidanzati, gli unici momenti in cui ti ha visto davvero sereno erano quelli in cui mettevi mano ai suoi Haro".
 
Dearka, che temeva che l'ennesima parola di troppo sarebbe stata riportata a Miriallia, strinse appena le labbra e buttò indietro la testa. "La nostra principessa ha sempre delle trovate interessanti", valutò semplicemente. "Vi ricordate quando ci ha costretti a travestirci, sull'Archangel?".
 
Kira e Athrun non poterono fare a meno di sorridere, nostalgici, a quella rievocazione di tempi peggiori, mentre Shinn alzava un sopracciglio, con aria smarrita. Fu, però, Yzak a prendere parola, stringendo febbrilmente il cacciavite. "Travestirvi?", ripeté, inorridito. "Tu e il Bastardo avete disertato proprio per nobili motivi. Mi fa piacere che mentre l'onorevole sottoscritto portava avanti la causa, voi giocavate alle sfilate di moda".
 
"Suvvia", fece Dearka, conciliatorio mentre si riempiva nuovamente il bicchiere. "Sono certo che anche tu ti sarai sollazzato con Shiho sulla Vesalius, no?". Allargò il ghigno, notando l'espressione scandalizzata del suo migliore amico. "Verginello", commentò quindi.
 
Yzak sbuffò ed agitò la mano sinistra. "Ti ricordo che sono l'unico, qua dentro, a essere sposato".
 
"Certo, o tua madre ti avrebbe diseredato", continuò il biondo, come sempre divertito da quanto fosse semplice far scaldare l'albino. "A proposito, complimenti per aver finalmente battuto Zala in qualcosa".
 
Come se volesse farlo apposta, Athrun si schiarì la gola ed attivò il proprio Haro, che rimbalzò allegro sul tavolo. "Finito", dichiarò, mentre la pallina gialla ripeteva alcune parole. "Ti ci vuole ancora molto, Yzak?".
 
Tre paia di occhi si posarono sul Comandante Joule, che a quella provocazione aveva reagito con un sonoro stridere dei denti. “Bastardo”, ringhiò all’indirizzo dell’ex camerata e, sebbene con il passare degli anni si fosse decisamente calmato, dentro di sé ribollì l’ardore della rivalità dei giorni in Accademia. Si rimise a digitare le funzioni sulla tastiera, esibendo il ghigno furbo di chi è sicuro delle proprie trovate. “Fatto”, annunciò trionfante. Il suo Haro, similmente a quello del futuro sposo, prese a rotolare a destra e a sinistra. Poi, come se non bastasse, le piccole orecchie robotiche iniziarono a muoversi, mentre il robottino diceva le sue prime parole. Ben diverse da quelle di Pink-chan, perché sul terrazzo dell’orfanotrofio una voce gracchiante scandì: “Athrun Zala è un bastardo”. 
 
Dearka esplose in una risata, e perfino Shinn dovette dissimulare con un colpo di tosse il suo divertimento, non essendo sicuramente il fan numero uno del giovane dai capelli blu. 
 
“Molto maturo”, valutò il diretto interessato, il tono secco ma l’espressione forzatamente annoiata. “Tutto qui?”.
 
“Sei un maledetto”, replicò Yzak, e nuovamente le sue dita pigiarono con furia i tasti. “Coglione! Coglione!”.
 
Athrun sospirò e scosse piano il capo. “Altro?”.
 
Nuovamente, l’albino non si fece pregare e, pochi istanti più tardi, gli occhi scarlatti dell’Haro si illuminarono. “Vaffanculo, stronzo!”.
 
“Decisamente un addio al celibato con i fiocchi”, commentò allora Athrun, e per un attimo il suo rivale pensò di non averlo scalfito affatto, ma il sorriso sardonico che gli piegò le labbra, e le sue successive parole, gli fecero capire che, davvero, contro quel maledetto non avrebbe mai potuto scamparla. “Non crede anche lei, reverendo Malchio?”.
 
Fulmineo, Yzak si voltò, trovando effettivamente il prete sulla porta, mentre il suo Haro continuava a cacciare improperi come neanche lui avrebbe potuto fare nelle giornate peggiori. 
 
“Giovanotto, quando avrai voglia, il mio confessionale è sempre aperto”, disse, serafico, l’uomo.
 
A spezzare il clima teso fu Dearka, che continuando a ridere dovette fare marcia indietro. “Perdonatemi, devo rimangiare le mie parole. Miglior. Addio. Al. Celibato. Di. Sempre”.
  
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