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Autore: Orso Scrive    06/02/2024    0 recensioni
Riuscirà Luke Skywalker a fermare l’Imperatore Palpatine? Questo è quello che tutti sperano. Ma, se l’ultimo jedi dovesse fallire, l’Alleanza Galattica ha pronto un piano B per fermare il malvagio Impero…
Ho scritto questa parodia di “Il ritorno dello jedi” nel 2018, e l’avevo già pubblicata qui su Efp. La ripropongo in una versione rivista e corretta.
Genere: Demenziale, Parodia, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jango e Boba Fett, Luke Skywalker, Mon Mothma, Nuovo personaggio, Obi-Wan Kenobi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I.

EROISMO NEL DESERTO

 

Luke Skywalker, con la sua spada laser verde, stava compiendo un vero e proprio macello a bordo della scialuppa volante da dove, in teoria, lui, Han Solo e quell’ammasso di pelo di un wookie sarebbero dovuti essere gettati all’interno della fossa del Sarlacc, quella ripugnante schifezza che Jabba aveva tirato fuori da chissà dove.

Solo in teoria, però, dato che nei fatti stava accadendo esattamente l’opposto.

Gli sgherri dello Hutt non valevano un accidente e non facevano altro che rimanersene fermi ad aspettare di essere colpiti dai fendenti di quello spadaccino da quattro soldi, per poi cadere di sotto, incapaci persino di colpire gli altri due prigionieri, ancora ammanettati e che, grandi e grossi com’erano, avrebbero dovuto offrire un bersaglio piuttosto facile. Solo, per di più, non vedeva niente, quindi non faceva altro che andare a sbattere qua e là come un sacco di patate.

Boba Fett si aggrappò alla ringhiera per osservare la scena, domandandosi come facesse ad essere tanto temuto Jabba, se ai propri ordini aveva solo gente incapace persino di maneggiare un blaster e di colpire una palla di pelo alta più di due metri ed un cieco che aveva trascorso gli ultimi sei mesi imprigionato in una lastra di grafite; poi, però, si rammentò che un intero Impero Galattico era tenuto in vita da idioti con un pentolone bianco in testa, che non avrebbero indovinato mai nemmeno la tazza del gabinetto. Figurarsi prendere la mira e sparare a qualcuno.

Scuotendo il capo con aria sconsolata, fece un cenno ai suoi due figli perché si avvicinassero. Indossavano entrambi l’armatura mandaloriana di colore giallo scuro che gli aveva regalato lui stesso per il loro compleanno e sarebbero stati del tutto indistinguibili se la ragazza non avesse avuto sul davanti della corazza due protuberanze a sottolineare la sua femminilità.

«Bubo e Buba», disse il genitore con la sua voce metallica, chinandosi e ponendo le mani sulle spalle di entrambi. Bubo era la femmina, Buba il maschio. «Vedete quello scalmanato che si crede un cavaliere jedi là in fondo? Jabba pagherà una bella ricompensa a chi lo ucciderà. In breve, pagherà una bella ricompensa a me, così potrò riprendere a divertirmi come piace a me. Perché sì, vostro padre ora vi dimostrerà tutte le sue doti, anche quelle più nascoste. Voi rimanete qui, guardate con attenzione tutto quello che faccio e non dimenticate di prendere appunti.»

«Come desideri» risposero in coro Bubo e Buba, con le voci metalliche identiche a quelle di Boba. Poi, uno dei due - Boba non comprese bene chi - aggiunse: «Lo disintegrerai?»

Il padre fissò il figlio - o la figlia - che aveva posto quella domanda

«Anche io, un tempo, la pensavo allo stesso modo», rispose. «Una bella disintegrata e via. Cosa c’è di meglio, per iniziare la giornata? Il fatto, però, è che quando riduci l’avversario che devi catturare alle dimensioni di un midichlorian, corri il rischio che il viscidume galattico che ti ha ingaggiato non voglia pagare, dicendo che non ci sono prove dell’avvenuta uccisione. Quindi, regola numero uno, figli miei: niente disintegrazione. Non scordatelo mai e poi mai. Ora statevene qui buoni e guardate vostro padre che vi insegna il mestiere.»

Un attimo dopo, Boba attivò lo zaino a reazione ed atterrò sulla scialuppa volante con la stessa grazia di un vaso di fiori precipitato dall’ultimo piano di uno dei chilometrici grattacieli di Coruscant. I minuti che seguirono furono un avvicendarsi continuo di violenza, eroismo ed arditezza allo stato puro: peccato solo, però, che nessuna di queste qualità fosse emanata dal celebre cacciatore di taglie. Colpito per sbaglio - sì, per sbaglio - da Han Solo, che per inciso era pure cieco, lo zaino a reazione di Fett si attivò da solo e mandò il suo proprietario, che per un momento parve nuotare a mezz’aria nel tentativo di afferrarsi a qualcosa, a sbattere contro il vascello del deserto di Jabba; subito dopo, il poveraccio cadde sulla sabbia e rotolò fino alla fossa del Sarlaac, dal quale fu assaporato, ingerito e apprezzato con un rutto soddisfatto.

Sotto le loro maschere, Bubo e Buba rimasero a bocca aperta.

«Credi che questo dovremmo toglierlo dai nostri appunti?» domandò la sorella.

«Lui ci ha detto di tenere a mente tutto», le ricordò il fratello.

«Come desideri», rispose lei.

Restarono fermi ad osservare Han Solo che, in un modo o nell’altro, recuperava il suo amico Lando prima che finisse a sua volta trangugiato dal mostro delle sabbie.

«Ma quello non è la feccia traditrice che ha venduto Solo all’impero permettendo a papà di farsi tutti quei bei soldoni con cui se l’è spassata per mesi tra orge e bagordi con tutte quelle twi'lek, prima che rischiasse di avere l’infarto?» chiese Bubo.

«C’hai ragione, è lui!» esclamò Buba. «Ma perché Solo lo salva? Non sarebbe più logico sparargli?! Che cosa combina Lucas, con la sceneggiatura?»

«Quei ribelli sono gente strana», affermò la sorella, scuotendo la testa con aria rassegnata. «Sperano di salvare la galassia, ma cosa vogliono fare? Dico io, guarda quella come se ne va in giro vestita. Ti pare il caso che una si vesta in quella maniera? Ed è pure un pezzo grosso della Ribellione! Figurati quando comanderanno loro, che cosa succederà. Ci sarà un deperimento della morale e dei costumi!»

Indicò al fratello la principessa Leia, rivestita del suo scomodissimo bikini di metallo dorato - che, continuando a ballare ed a spostarsi qua e là lasciando fin troppa pelle scoperta, rendeva del tutto superflua la propria presenza - la quale, dopo aver strangolato quel povero morbidone innocente di Jabba, si apprestava ad abbassare il cannone laser verso il vascello.

«A me non dispiace!» ammise Buba studiando le principesche grazie, prima di prendersi un ceffone sulla maschera da parte della sorella.

Un attimo dopo, Leia saltò in braccio a Luke che, dopo averla palpeggiata un po’ troppo con la scusa di tenerla bene e non rischiare di farla cadere, diede un calcio al cannone e saltò via aggrappandosi ad una fune come Tarzan ad un liana, facendo esplodere tutto il veliero. I due fratelli Fett, investiti in pieno dall’esplosione, furono scagliati fuori dal vascello ormai distrutto e volarono tra le grinfie del Sarlaac che, però, dopo il lauto pasto della giornata, si era fortunatamente messo a dormire pacifico e beato, e non si sarebbe più svegliato fino al termine della sua digestione, vale a dire per un migliaio di anni.

«Dobbiamo arrampicarci sulla sabbia per provare ad uscire da qui», disse Bubo.

«Ma non credi che dovremmo farci mangiare anche noi?» domandò Buba.

«E perché, sei impazzito?!» gridò la sorella, dandogli un altro ceffone.

«Be’, papà ha detto di prendere appunti e di fare sempre come lui, per diventare i migliori…»

«Non fare l’idiota ed esci da qui!»

Arrampicarsi sulla sabbia scivolosa ed asciutta non fu per nulla semplice, perché per ogni metro guadagnato i due fratelli scivolavano all’indietro e ne perdevano quattro o cinque; tra l’altro, la fetida puzza del Sarlaac ed il caldo torrido non rendevano affatto migliore la faccenda. Alla fine, in un impeto di lucidità decisero di utilizzare i loro razzi per poter venire fuori da quella buca; dopo il breve volo, però, crollarono entrambi al suolo, perché le batterie si erano già scaricate.

Finalmente, però, erano liberi, anche se appiedati e con indosso chili e chili di armatura metallica nel mezzo di quell’immensa distesa arida e sabbiosa rischiarata da ben due soli.

Perché, come diceva quello, two gust is megli che one.

Maxibon is bon.

 

 
   
 
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