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Autore: Shainareth    07/02/2024    1 recensioni
[Gundam SEED] «Che hai combinato?» volle sapere Athrun, che lo conosceva meglio di lei.
«Perché parti dal presupposto che sia stata colpa mia?»
«Quindi una colpa c'è», concluse Kira, senza malizia alcuna.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Athrun Zala, Cagalli Yula Athha, Dearka Elthman, Kira Yamato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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STRATAGEMMA


Tenendosi una guancia, Dearka si presentò in mensa con un evidente rossore sul volto. Finse indifferenza e, dopo aver recuperato il vassoio per il pranzo, andò a sedere insieme agli altri ragazzi, che invece lo guardarono straniti.
   «Ti sei fatto male?» chiese Cagalli, preoccupata.
   Lui sminuì la cosa agitando una mano a mezz’aria. «Niente di che, davvero.»
   «Che hai combinato?» volle sapere Athrun, che lo conosceva meglio di lei.
   «Perché parti dal presupposto che sia stata colpa mia?»
   «Quindi una colpa c’è», concluse Kira, senza malizia alcuna.
   Il biondo assottigliò le labbra, indeciso se dire o meno la verità. Poi si rivolse a Cagalli. «Voi naturals siete tutte così manesche?»
   Lei parve cadere dalle nuvole. «Io non sono manesca», ci tenne comunque a precisare, indispettita.
   «Mi hai dato un pugno», la corresse Kira.
   «Mi hai sparato addosso», gli diede man forte Athrun.
   La ragazza si volse a fissarli entrambi inalberando un broncio infantile che li indusse a sorridere inteneriti, nonostante tutto. Il punto è che Cagalli non poteva davvero ribattere scaricando la colpa su di loro, dal momento che non ne avevano avuta mezza.
   «Ok, ne terrò conto», annotò mentalmente Dearka, massaggiandosi la guancia. «Per essere così minuta, Miriallia picchia davvero forte.»
   «Che le hai fatto?» tornò a indagare Athrun, che riteneva che il compagno gironzolasse un po’ troppo insistentemente attorno alla ragazza.
   «Perché parti dal presupposto che sia colpa mia?» ripeté il biondo.
   «Dearka...»
   «Va bene, lo ammetto», si decise finalmente a parlare, alzando le mani in segno di resa. «Forse un pochino è colpa mia.»
   «Non basta chiederle scusa?» domandò Kira, sempre fiducioso nell’animo umano.
   Vide il biondo fare una smorfia. «Non credo. O meglio, ci ho provato, ma non ha voluto sentire ragioni.»
   «Si può sapere che hai combinato?» chiese Cagalli, curiosa e dispiaciuta per la situazione. «Magari posso andare a parlare con lei...»
   «No, se te lo dicessi finiresti senza dubbio per schierarti dalla sua parte.»
   «Perché?»
   Dearka ci pensò un attimo su, poi la mise alla prova: «Se un ragazzo ti dicesse che hai un ragno nel reggiseno, come reagiresti?»
   Non aspettandosi una simile confessione, a Kira andò il boccone di traverso. Avendo la coscienza sporca, Athrun invece sudò freddo e si portò una mano davanti al volto, sperando che quella storia non finisse per ritorcersi contro di lui.
   Pur in leggero imbarazzo per quelle parole, Cagalli non risparmiò un’occhiataccia al pilota del Buster. «Sei inqualificabile.»
   «Quindi l’hai capito anche tu?» si sorprese Dearka, ammirato dall’acume delle due ragazze.
   «Quale idiota non capirebbe che c’è un secondo fine?!» Athrun si morse il labbro inferiore per non ridere, ma la principessa continuò: «Il ceffone, se ceffone è stato, te lo sei meritato tutto.»
   «Altro che ceffone...» borbottò l’altro. «Una sventola con i fiocchi.»
   «Così impari a fare il pervertito.»
   «Ma quale pervertito?» si risentì, puntandole contro la forchetta. «Se noi uomini non ci comportassimo in determinati modi, voi donne ci fareste fare la muffa», spiegò, tutto convinto della propria distorta teoria. «Dico bene, ragazzi?»
   «Ehm...» balbettò Kira, che in realtà non avrebbe mai messo in atto uno stratagemma del genere per indurre una ragazza a spogliarsi davanti a lui. Forse anche e soprattutto perché aveva già avuto tutt’altro tipo di esperienza diretta, finendo per essere la vittima della situazione.
   Al contrario, con una coda di paglia fin troppo lunga, Athrun preferì tacere. «Stai chiedendo alle persone sbagliate», li difese subito Cagalli, braccia conserte, certa di potersi fidare dell’onestà dei due giovani. «Kira e Athrun non sono assolutamente tipi da fare cose del genere.»
   «Sono maschi», ribatté Dearka, molto più prosaico. «Tutti i maschi ci pensano.»
   «Che idiozia», sbuffò la bionda, rivolgendo la propria attenzione prima a un imbarazzato Kira e poi a un colpevolissimo Athrun. Fu proprio l’espressione di quest’ultimo che, cercando di evitare il suo sguardo, la mise inspiegabilmente in allarme. Cagalli rimase a fissarlo con fare assorto per alcuni istanti, la sensazione che le sfuggisse qualcosa che iniziava ad arrampicarsi dentro di lei. Infine ci arrivò, e realizzò che Dearka aveva ragione. Avvampò furiosamente e si strinse ancora di più le braccia al petto, come se volesse nascondersi alla vista degli altri.
   «Tu!» esclamò contro il pilota del Justice. «Lurido bastardo!»
   Colti alla sprovvista, Kira e Dearka sgranarono gli occhi. Pur vergognandosi come un ladro, Athrun subito scattò sulla difensiva. «Lo avevi davvero, un granchio sotto ai vestiti...»
   «Pura fortuna! Come diavolo facevi a saperlo, altrimenti?!» lo incalzò la ragazza, balzando in piedi per mettere maggior distanza fra loro.
   Compresa finalmente la situazione, Dearka scoppiò a ridere. «Il solito fortunato!»
   Athrun lo guardò malissimo, ma notando che Cagalli aveva ormai imboccato la strada per uscire dalla stanza, subito la inseguì nella speranza di recuperare. «Volevo solo prenderti in giro», ammise infine. «Non credevo che ci saresti cascata, lo giuro!»
   «Siete tali e quali!»
   «Cagalli!»
   Kira li seguì con lo sguardo fino a che non furono spariti oltre la porta, non sapendo esattamente cosa pensare di tutta quella storia. «Di’», lo interpellò Dearka, che ancora faticava a trattenere il divertimento. «Ti sta davvero bene che quella vecchia volpe corra dietro a tua sorella?»
   L’altro parve pensarci su, ma poi sospirò rassegnato, perché li conosceva entrambi meglio di lui. «In realtà, c’è da chiedersi chi dei due sia più in pericolo...»
   Non finì di dirlo che si sentì un frastuono provenire dal corridoio della nave. «L’ha ucciso», annaspò Dearka, d’istinto. I due si scambiarono uno sguardo allarmato e, senza pensarci oltre, scattarono fuori dalla mensa, pronti a raccogliere i resti dell’altro pilota.











Ormai non sei più credibile, Athrun. Il film parla chiaro e i conti tornano fin dalla prima stagione.
Ma ti adoro ancora di più, adesso, mannaggiallamiseria.
Perdonate l'idiozia, ma questa shot nasce da una vignetta trovata online, dove una fanciulla prega il proprio uomo di spogliarla con il solo ausilio delle parole e lui risponde, appunto: «Hai un ragno nel reggiseno.» La mente è volata immediatamente a quel fatidico incontro nell'Oceano Indiano fra la Principessa di Orb e il suo stalker personale.
Spero di farmi viva più spesso, ché per colpa del lavoro e della stanchezza purtroppo non riesco più a scrivere granché.
Alla prossima!
Shainareth



 
  
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