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Autore: Tynuccia    08/02/2024    1 recensioni
[Gundam SEED Freedom] Il biondo esalò un sospiro e si buttò giù un altro shot. “Mi sembra ovvio. Sono il testimone, dopotutto”.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sbronza
 
 
 
Quando Yzak gli aveva comunicato che aveva fatto la proposta di matrimonio a Shiho, Dearka non si era illuso neppure per un secondo che il prestigioso ruolo di testimone dello sposo sarebbe spettato a lui.
Aveva fatto le sue congratulazioni al Comandante Joule, corredate da una sonora pacca sulla spalla, ed aveva immediatamente iniziato a programmare un addio al celibato che, se tutto fosse andato come sperava, sarebbe rimasto negli annali di Aprilius One.
 
Inizialmente aveva dato sfogo alla fantasia in maniera quasi selvaggia. Se era rimasto amico di Yzak per tutti quegli anni, nonostante il suo caratteraccio, credeva di avere diritto ad almeno una piccola ricompensa, sotto forma di procaci spogliarelliste ed eccessi; il riavvicinamento per niente preventivato con Miriallia Haww, però, era stato fondamentale per fargli ridimensionare i preparativi. Non tanto per il bene del Comandante Joule, quanto per non ferire la Natural, che già di suo sapeva essere particolarmente permalosa e sensibile ai suoi colpi di genio.
 
Comunque, guardandosi attorno, valutò che comunque poteva ritenersi soddisfatto del risultato finale. Già il fatto che ci fossero Yzak, Shinn, Kira e Athrun nella medesima stanza, e non fosse ancora scattato il genocidio, era già un bel successo. "Non dirò che non mi sarei mai aspettato l'arrivo di questo giorno", cominciò quindi, sollevando il proprio gin tonic, "ma come minimo pensavo che Ezalia ti avrebbe intrappolato in un matrimonio di convenienza con qualche racchia inchiavabile, ma ricca, quindi, Yzak, fammi esprimere il mio sincero e piacevole stupore per aver trovato una pazza che ti sopporta e di cui sei innamorato. Che è pure un gran bel pezzo di figa, tra l'altro".
 
I denti del Comandante Joule cominciarono a stridere pesantemente, e Shinn aggrottò la fronte, sporgendosi verso di lui. "Sei sicuro che sia una buona idea fargli fare il discorso alla cerimonia?", domandò, trovando Dearka, come sempre, eccessivamente sopra le righe.
 
Yzak schioccò la lingua sul palato e si prese un lungo sorso di champagne. "Ci siamo già accordati", assicurò, lanciando un'occhiata torbida al suo testimone. "Carta bianca per stasera, ma rigore assoluto per il matrimonio".
 
"Ehi", si difese il biondo, fingendosi offeso e accomodante, "non rovinerei mai il grande giorno di Shiho! E poi, a voler ben guardare, tua madre mi fa troppa paura per sfidarla apertamente".
 
"Incredibile, c'è almeno un membro della famiglia Joule che ti fa rigare dritto", commentò appena Athrun, coprendosi la parte inferiore del volto con il bicchiere, e l'unico che ebbe la sventurata idea di ridacchiare fu Kira, che, bersaglio istantaneo dello scorno dei due interpellati, si affrettò a mandar giù in pochi sorsi il suo cocktail.
 
Dearka fischiò comunque ammirato. "Caspita, Kira, non pensavo che fossi così assetato. Lo reggi bene, almeno?".
 
Prima che potesse replicare, fu Shinn a prendere la parola. "Ehi, scimmione, cosa ti aspettavi dal Comandante Yamato? Dopotutto è il Coordinator definitivo!".
 
"Ti ho già detto, Shinn, che puoi anche chiamarmi per nome", ricordò con pazienza il giovane, tormentandosi i capelli castani con fare imbarazzato. 
 
"Impossibile", dichiarò risoluto l'altro, incrociando le braccia sul petto. "Sono un dipendente direttamente sotto di lei, e devo comportarmi di conseguenza".
 
"Curioso, Shiho diceva sempre la stessa cosa a Joule, e poi è finita sotto di lui anche in altri modi", rise Dearka, al solo risultato di ricevere un cubetto di ghiaccio in fronte. "Permaloso", sospirò all'indirizzo di Yzak, finendo il suo gin tonic. Mosse il bicchiere e sorrise, affascinante, ad una delle cameriere presenti nella saletta privata che aveva prenotato in uno dei bar più in voga della capitale. "Posso avere un refill, dolcezza?".
 
"Di gran classe, le conigliette", borbottò, caustico, Shinn. Gli altri tre annuirono semplicemente. 
 
"Cosa posso dirti", fece Dearka, accettando di buon grado il nuovo cocktail dalle mani curate della ragazza. "Avevo la mezza idea di assumere una sola spogliarellista con dei bei lunghi capelli castani, ma ci ho ripensato. Così è molto meglio, non trovate?".
 
"No", replicarono all'unisono i quattro.
 
Senza scoraggiarsi troppo, il biondo prese la cannuccia tra le labbra. Pubblico difficile, ma solo perché erano ancora tutti sobri. "Ho soltanto richiesto che fossero tettone. Visto che il nostro maritino qui gradisce particolarmente". Lo vide starnazzare qualcosa, profondamente imbarazzato, e si sporse a battergli un paio di colpetti sul ginocchio. "Nessuno ti biasima, Joule, anzi penso proprio che ti invidiamo tutti".
 
"Io no", dichiarò Shinn con una certa arroganza. "Io sono messo benissimo. Forse anche meglio".
 
Perdendo completamente ogni pudore, Yzak si voltò alla velocità della luce verso il giovane. "Ma non farmi ridere, Asuka!", protestò, riducendo gli occhi a due fessure. 
 
"Potreste risolverla a suon di shot", valutò Dearka con finto disinteresse, e vide i contendenti improvvisati fulminarlo con lo sguardo. Fu lì che decise di giocare l'asso nella manica, pronto fin dal momento in cui aveva selezionato il ragazzo dai capelli scuri come invitato. "Certo, per quanto vi possiate impegnare, Athrun avrà comunque la meglio".
 
L'agente di Terminal esalò un sospiro, frattanto che i due sembravano infiammati da quel sacrilegio verbale. "Ti prego, non mettermi in mezzo a certe bambinate", si lamentò, proprio nel momento in cui Yzak, schioccando le dita, chiamò una delle conigliette per farsi portare cinque bicchierini e una bottiglia di vodka.
 
*
 
"Mi dispiace averti fatto quella brutta cicatrice".
"Mi dispiace aver cercato di ucciderti".
"Ah, anche a me, Comandante Yamato!".
 
Dearka incrociò le braccia sul petto, senza capire se trovasse la scena divertente, o patetica. Erano finiti a bere shot, tutti e cinque, e ora solo lui e Athrun sembravano mantenere comunque una parvenza di sobrietà, mentre gli altri tre si erano lanciati in un percorso di perdono reciproco dai toni fin troppo smielati.
 
"Oi, ti ricordi quella volta, quando Miguel ci ha portati a bere di nascosto?", disse all'improvviso, voltandosi verso Athrun, che fece un cenno affermativo. "In quell'occasione abbiamo scoperto questo grado di ubriachezza, in Yzak".
 
"Almeno lì si era solo detto dispiaciuto perché mi sfidava in continuazione", notò asciutto l'altro, mentre Kira biascicava qualcosa su una certa bambina con i codini. "Dove vuoi arrivare?".
 
Il biondo fece spallucce. "Magari c'è un punto ancora più basso da fargli raggiungere", ragionò, notando l'espressione combattuta sul volto del suo interlocutore. Per quanto si atteggiasse a bussola morale del gruppo, sapeva perfettamente che Zala era infimo nel profondo. "Non sarebbe esilarante?".
 
Prima che Athrun avesse modo di rispondere, tra di loro si sporse una delle cameriere, frapponendosi con il torace prosperoso, ma lui non batté ciglio e la scostò come se si fosse trattato di un moscerino. “Non voglio reggergli la testa mentre vomita”.
 
Dearka, però, sembrava aver già dimenticato l’argomento principale in favore della naturalezza con cui aveva evitato le grazie della signorina. “Allora è proprio vero che hai occhi solo per Cagalli”.
 
A quel punto Shinn, staccandosi dal viaggio nei ricordi, emise uno sbuffo misto a singhiozzo. “Avresti dovuto vederlo ai tempi della guerra. Schivava tutte le ragazze che gli si sono buttate addosso”, disse, a voce alta. “Cosa ci abbiano visto in te, Lunamaria e Meyrin, proprio non l’ho mai capito”. 
 
“Shinn!”, protestò animatamente Athrun, che assolutamente non voleva informare Dearka dei suoi trascorsi burrascosi. Se c’era una cosa buona dell’aver servito sulla Minerva, quella era che tra i suoi compagni di squadra non ci fosse più quel biondo fanfarone. 
 
“Per non parlare di quella finta Lacus!”, continuò allora Shinn, scuotendo con enfasi il capo, e facendo rizzare le orecchie anche a Kira. “Luna mi ha raccontato, sai? Di quella volta che è venuta a bussare in camera tua, e le ha aperto quella tizia con addosso un baby-doll completamente trasparente e, sotto, nulla di nulla…”.
 
Athrun si schiaffò una mano in faccia, mentre Dearka sembrò prendere la questione particolarmente a cuore perché lo afferrò per il bavero della giacca e lo strattonò violentemente. “Sei veramente un cane!”, gli urlò, ma non per nobili ragioni, mentre il festeggiato, rimasto in silenzio fino a quel momento, latrò una risata così sincera che gli altri quattro non poterono fare a meno di guardarlo stralunati. 
 
I superstiti del raid di Heliopolis si scambiarono un’occhiata, valutando che Yzak preda della ridarella fosse davvero lo step successivo ai vari gradi di ubriachezza. “Ribadisco che se vomita ci pensi tu”, fece Athrun, lieto che l’ex compagno di squadra lo avesse lasciato andare. 
 
Il biondo esalò un sospiro e si buttò giù un altro shot. “Mi sembra ovvio. Sono il testimone, dopotutto”.
 
*
 
Contrariamente a quanto pattuito, Athrun si ritrovò a dover trascinare Yzak fino alla porta di casa, aiutato da Dearka. Kira e Shinn, a loro volta sbronzi, si erano divisi un taxi, adducendo qualche riunione dei Compass del giorno seguente. 
Sembrava che ormai le inibizioni dell'albino, altrimenti tenute a bada con maestria, fossero saltate giù dalla proverbiale finestra. Completamente.
 
“Sapete chi avremmo dovuto invitare per divertirci un botto?”, stava dicendo intanto il futuro sposo, mentre uscivano dall’ascensore. “Miguel, Rusty e pure Nicol”. Fece una pausa e sbuffò. “Ah, già”.
 
“Avere un bambino sarebbe molto più semplice”, valutò Dearka, che pure si stava divertendo un mondo a vedere il Comandante Joule così fuori dalle grazie divine. Solitamente beveva, certo, ma riusciva sempre a frenarsi in tempo per evitare disagi a se stesso e gli altri. Tutto sommato si reputò soddisfatto della serata, e la parte più malefica di lui era decisamente curiosa di scoprire come avrebbe reagito il Maggiore Hahnenfuss alla vista del suo fidanzato in quelle condizioni. 
 
Suonarono il campanello, e quando Shiho ebbe aperto la porta e posato lo sguardo sul trio, i suoi occhi prima si sgranarono, quindi si assottigliarono pericolosamente. “Si può sapere cosa avete combinato?”. 
 
"Amore, sono a casa", annunciò Yzak con tono allegro e alticcio, facendola trasalire. 
 
"Quanto ha bevuto?", non riuscì a non chiedere lei, decisamente sconvolta per quell'appellativo, che usava soltanto quando erano soli. 
 
"A sufficienza, direi", borbottò Athrun, mentre Dearka faticava a contenere le risate. "Forse troppo?".
 
"Ma no", intervenne l'albino, strascicando la voce. "E poi con tutte le volte che si è ubriacata lei è solo un favore restituito".
 
"Trovo questa tua nuova versione decisamente inquietante", commentò Shiho, che pure era consapevole della sua bassa tolleranza agli alcolici. 
 
"A me fa molto ridere, invece", intervenne a quel punto Cagalli, raggiungendoli sulla soglia in compagnia di Miriallia. "Ci avete calcato la mano, ma a buon rendere".
 
"Non guardare me", si difese Athrun, sorridendole comunque. "È tutta farina del sacco di Elthman, che ha proposto di bere degli shot".
 
"Perché non fatico a crederci?", fece Miriallia, piantandosi le mani sui fianchi e lanciando un'occhiata al suo fidanzato, che si strinse nelle spalle. 
 
"Ipocrita, ti stai godendo la scena tanto quanto me", cinguettò il biondo, facendole l’occhiolino. "Piuttosto, cosa ci fate qua? Pensavo doveste uscire a cena e basta".
 
"Volevamo approfittare della vostra assenza per trascorrere del tempo di qualità", annunciò Cagalli, agganciando le braccia delle altre due e sollevando il mento con fare orgoglioso. "Dopotutto non abbiamo quasi mai occasione di vederci. Sole, soprattutto".
 
"Avete fatto bene", decretò Yzak, e questa volta gli partì un piccolo singhiozzo. "Abbiamo dell’alcol in casa, vero?", chiese poi, posando lo sguardo su Shiho. 
 
"Sì, ma forse è meglio se chiudiamo qua la serata", rispose lei con tono conciliante. "Ti ricordo che domani andiamo a pranzo con tua madre, e non posso certo presentarmi con te in preda ai postumi della sbronza". 
 
Dearka batté una mano sulla spalla del suo migliore amico. “Ezalia fa davvero una paura fottuta, anche quando è di buonumore”, valutò con un sospiro. 
 
Normalmente Yzak avrebbe obiettato, ma nelle sue attuali condizioni si limitò ad annuire. “C’è da dire, però, che da quando io e Shiho ci siamo messi assieme si è data una calmata”.
 
“E non solo lei, caro mio”, commentò il biondo, ma l’altro non sembrò afferrare il sotto testo. 
 
“Ci mancherebbe altro”, si offese Yzak, scansando Miriallia e Cagalli per cingere il torace di Shiho con le braccia e attirarla a sé. “Voglio dire, ho trovato l’amore della mia vita”.
 
A quella dichiarazione così sincera, lei diventò di tutti i colori e alzò sul fidanzato due occhi imploranti. “Per favore, non davanti a tutti”, si lamentò, sentendo distintamente quanto gli altri si stessero trattenendo per non ridere. 
 
“Fregatene, tanto adesso se ne vanno e rimaniamo solo io e te”, replicò l’albino, piegandosi su di lei per sussurrarle qualcosa all’orecchio, che servì a farla arrossire ancora di più. 
 
“Hai scommesso cosa con Shinn?!”, sbottò Shiho, e questa volta Dearka e Athrun non riuscirono a non ridere. 
 
L’agente di Terminal decise che ormai la loro missione di riportare a casa il Comandante Joule sano e salvo era andata a buon fine. Passò un braccio attorno le spalle di Cagalli e le rivolse uno sguardo gentile. “Vogliamo andare?”. 
 
La bionda avrebbe volentieri continuato a godersi lo spettacolo di Yzak ubriaco, ma non protestò. “Fammi prendere la borsa”, disse soltanto, ma voltandosi vide che l’albino si era già prodigato e gliela stava lanciando, facendo lo stesso con quella di Miriallia.
 
“Buonanotte”, si affrettò a dire, spingendo, con una certa foga, Shiho dentro l’appartamento, per poi richiudersi la porta alle spalle. 
 
A prendere parola fu Dearka, orgoglioso di quella serata gloriosa. “Domani vi faccio sapere se Shiho sarà ancora in grado di camminare”, annunciò. “Certo è che non mi aspettavo che dopo Yzak allegrotto venisse Yzak depravato”.
 
Athrun grugnì e gli lanciò un’occhiata. “Basta che mi prometti che non lo porteremo oltre, perché non ci tengo particolarmente ad assistere al prosieguo”.
 
Cagalli scoppiò a ridere e gli tirò un buffetto sul torace. “Che detto da te è veramente ipocrita”, lo rimproverò affettuosamente, e non le sfuggì proprio come l’espressione di Dearka si fece curiosa, ma lei si limitò a sorridere. “Ma questa è una storia per un’altra volta. Buonanotte!”. 
 
Trascinato via dalla sua fidanzata, Athrun non poté fare altro che guardarla. “Pensi che andrai avanti a rinfacciarmelo per sempre?”.
 
Lei fece finta di pensarci e poi annuì. “Perdonami, ma superato lo shock iniziale, è davvero un aneddoto divertente”. Fece una pausa e intrecciò le dita con le sue, regalandogli l’ennesimo sorriso cospiratore. “Ma mai quanto far subodorare a Dearka qualcosa che non gli diremo mai”.
  
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