Libri > La Storia Infinita
Ricorda la storia  |      
Autore: Marlena_Libby    14/02/2024    1 recensioni
Ecco com'è nata Amarganta, la città più bella di Fantàsia
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
In grigi tempi preistorici viveva ad Amarganta una Vegliarda d'Argento di nome Quana, che regnava sulla città. In quei giorni lontanissimi né c'era il Lago delle Lacrime, Muru, né Amarganta era fatta come oggi, di una lega d'argento che resiste al potere corrosivo delle acque. Si trattava di una comunissima città con case fatte di legno e di pietra, posta in una valle fra boscose colline.
Quana aveva un figlio, di nome Quin, che era un gran cacciatore. Un giorno Quin vide in un bosco un unicorno che portava in cima al corno una pietra luminosa. Uccise l'animale e portò a casa la pietra. Ma così facendo aveva attirato una grande disgrazia su Amarganta. Gli abitanti cominciarono ad avere sempre meno bambini. Se non avessero trovato una via di salvezza, sarebbero stati condannati a estinguersi. Ma l'unicorno non lo si poteva riportare in vita e nessuno sapeva che cosa si potesse fare.
Allora la Vegliarda d'Argento, Quana, mandò un messaggero all'Oracolo Meridionale perché si facesse dire da Uyulala che cosa si doveva fare. Ma l'Oracolo Meridionale era molto lontano. Il messaggero era partito giovane e quando ritornò era vecchissimo. La Vegliarda Quana era già morta da un pezzo e al suo posto regnava ora il figlio Quin. Anche lui era diventato vecchissimo, così come tutti gli abitanti di Amarganta. In tutta la città c'era ormai solo una coppia di fanciulli. Lui si chiamava Aquil e lei Muqua.
Il messaggero annunciò ciò che la voce di Uyulala gli aveva rivelato:  Amarganta avrebbe potuto continuare a vivere soltanto se fosse diventata la più bella città di Fantàsia. Solo in quel modo si sarebbe potuto cancellare il grande sacrilegio di Quin. Ma questo gli Amarganti lo potevano fare soltanto con l'aiuto degli Acharai, che sono il popolo più brutto di Fantàsia. Vengono anche chiamati i Perpetui Piangenti, perché, dal dolore di essere così brutti, piangono ininterrottamente fiumi di lacrime. Proprio con quel fiume di lacrime lavano nelle profonde viscere della terra una speciale qualità d'argento e sanno come farne poi delle meravigliose filigrane.
Così tutti gli Amarganti andarono alla ricerca degli Acharai, ma nessuno di loro riuscì a scoprirli, perché essi vivono nelle profondità della terra. Alla fine erano rimasti solo Aquil e Muqua. Tutti gli altri erano morti e i due nel frattempo erano diventati adulti. E questi due insieme riuscirono a trovare gli Acharai e a convincerli a fare di Amarganta la città più bella di Fantàsia.
Gli Acharai allora costruirono dapprima una chiatta d'argento e, sopra, un piccolo palazzo di filigrana che misero sulla piazza della città morta. Poi convogliarono il loro fiume di lacrime sotterraneo, in modo che la risorgiva venisse a trovarsi nel cuore della valle, fra le colline boscose. La valle si colmò di quelle acque amare e salate e diventò Muru, il Lago delle Lacrime, sul quale prese a galleggiare il primo palazzo d'argento. E in esso andarono ad abitare Aquil e Muqua.
Gli Acharai però avevano posto alla giovane coppia una condizione, e cioè che i due e tutti i loro discendenti dovessero dedicarsi a cantare canzoni e raccontare storie. E fintanto che lo avessero fatto, gli Acharai avrebbero continuato ad aiutarli, perché in tal modo si sarebbero sentiti partecipi e confortati dal pensiero che la loro bruttezza avesse contribuito a creare qualcosa di bello.
Allora Aquil e Muqua fondarono la celeberrima Biblioteca di Amarganta, in cui raccolsero tantissime storie. Cominciarono con questa, che avete appena letto, ma a poco a poco ne aggiunsero altre e alla fine furono tante, che né i due, né i loro numerosi discendenti che oggi popolano la città d'argento potranno mai leggerle tutte.
Se Amarganta, la città più bella di Fantàsia, è viva ancora oggi, si deve al fatto che gli Acharai e gli Amarganti hanno tenuto reciprocamente fede alle loro promesse, sebbene ormai entrambi i popoli non sappiano più nulla gli uni degli altri. Solo il nome del Lago delle Lacrime, Muru, ricorda questi eventi di tempi preistorici.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > La Storia Infinita / Vai alla pagina dell'autore: Marlena_Libby