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Autore: Justice Gundam    14/02/2024    1 recensioni
[Craig of the Creek]
Anche al ruscello di Herkleton si festeggia San Valentino, e il trio del tronco ha una nuova missione: consegnare un biglietto di San Valentino alla persona che piace loro.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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San Valentino al Ruscello

Una fanfiction di Craig of the Creek scritta da: Justice Gundam

 

Buongiorno!

 

Immagino che non molto si aspettassero che scrivessi una fanfiction, sia pure essa una one-shot, su questo simpatico e sottovalutato cartone animato, in onda su Boing.

 

In effetti, sulle prime, ero del tutto indifferente a "Craig of the Creek". E' stato quando ne ho visto un paio di episodi per puro caso che mi sono convinto a seguirlo. E l'ho trovata una serie scritta bene, divertente ma anche intelligente, educativo ma senza essere noioso nè stucchevole.

 

E quindi, visto che non mi sembra che ci siano episodi di questa serie dedicati alla festa di S. Valentino, ho pensato di scrivere io una breve one-shot senza eccessive pretese! Spero che piacerà!

"Craig of the Creek" e i personaggi della serie appartengono a Matt Burnett e Ben Levin. Questa fanfiction è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, e l'autore non ha alcun diritto sui personaggi che vi appaiono. E' semplicemente una storia scritta per diletto.

 

Buon San Valentino!

 

 

oooooooooo

 

 

San Valentino al Ruscello

 

Il 14 Febbraio di quell'anno era un giorno che i bambini del ruscello di Herkleton avevano da tempo segnato sui loro calendari. E per il quartetto di amici del tronco, era il giorno giusto per portare a termine un'importante missione...

 

"Ci siete tutti, ragazzi? La missione che abbiamo a lungo atteso sta per cominciare! Siete tutti pronti?" esclamò il piccolo Craig Williams, tenendo in mano una Valentina con tanto di cuore. La tenne davanti a sè, come se fosse stata una spada, e due dei suoi tre inseparabili compagni fecero la stessa cosa con le loro carte di S. Valentino.

"Hah! Puoi scommetterci! Una guerriera è sempre pronta per una missione!" esclamò la piccola Kelsey, decisa e diretta come al solito. Il suo pappagallino Mortimor, come sempre appollaiato sulla testa della bambina, aprì le ali e fece un verso di conferma.

"Ci sono! Anche se non so se ci passo..." rispose J.P., il suo biglietto di S. Valentino ben nascosto nelle enormi maniche della sua maglietta.

 

"Perfetto. Allora voi partite pure, e portate a termine la missione... consegnare biglietti di San Valentino." affermò stoicamente Omar alias Poncho Verde, il quarto e più recente membro dei ragazzi del tronco (e l'unico dei quattro a non avere ancora una cotta per qualcuno), mentre incoccava una freccia con ventosa di gomma nel suo arco giocattolo. "Non preoccupatevi, resterò io a fare la guardia, e farò in modo che non passi nessuno senza autorizzazione!"

"Grazie, Omar! Avanti, ragazzi del tronchetto! La missione comincia!" esclamò Craig, il suo inseparabile bastone ben stretto nella mano destra, mentre con la sinistra indicava in lontananza. Di gran carriera, lui, Kelsey e J.P. corsero in direzioni diverse, lasciando Omar a fare la guardia alla loro "base segreta".

 

"San Valentino. Io non ci ho mai pensato, in realtà." disse tra sè Omar. "Beh, immagino che anche per me verrà l'occasione."

 

 

oooooooooo

 

 

L'obiettivo di Craig non era facile da trovare, e il giovanissimo disegnatore di mappe lo sapeva bene. Si spostava da una parte all'altra del ruscello a gran velocità, a seconda di dove fosse necessario il suo aiuto, e non restava mai tanto a lungo nello stesso posto.

 

Detto questo, Craig sapeva che c'erano dei posti in cui era più facile trovarla...

 

E infatti, eccola lì: Vanessa, alias Selvaggia, si trovava vicino alla riva del ruscello, ad aiutare due scoiattoli che stavano avendo difficoltà ad uscire da una pozzanghera.

 

E ovviamente, al suo fianco c'era il suo fedele compagno Polpetta, un mastino tibetano talmente grande che la piccola protettrice della natura riusciva a starci in groppa come se fosse stato un pony.

 

L'enorme cane usò il suo muso per spingere uno dei due scoiattoli fuori dalla pozzanghera e lo sollevò delicatamente dal fango. L'animaletto cominciò a scrollarsi di dosso la fanghiglia e corse via, arrampicandosi sull'albero più vicino.

Era il momento giusto per dare una mano, si disse Craig, uscendo dai cespugli e facendosi avanti.

 

"Hey, Selvaggia!" esclamò, una mano alzata in segno di saluto. "Serve un po' di aiuto?"

"Craig!" esclamò sorpresa Selvaggia. "Come mai da queste parti? E i tuoi amichetti non ci sono?"

Craig fece una breve risata imbarazzata. "Oh, beh, passavo di qui per caso... e ho visto che tu e Polpetta siete impegnati come sempre! Posso darvi una mano!" rispose. Si chinò verso lo scoiattolo ancora infangato e fece per prenderlo delicatamente tra le mani...

 

"Hey, fermo! Non si prendono così gli scoiattoli!" lo fermò Selvaggia. Con estrema attenzione,  la bambina prese un ramo caduto e lo porse allo scoiattolo, in modo che lo usasse come appiglio. "Non sai proprio un tubo di animali! Gli scoiattoli odiano essere toccati! Dovresti sapere che i loro morsi possono provocare infezioni. E soprattutto, mai prenderli per la coda!"

 

Craig storse il naso. Accidenti, ancora una volta si era fatto cogliere in castagna da Selvaggia. A volte era così fastidiosa quando si metteva a fare la maestrina...

Vedendo che lo scoiattolo aveva difficoltà ad uscire, Craig decise di fare in un altro modo e mise una mano nella pozzanghera, scavando attorno allo scoiattolo in modo da permettergli di districarsi più facilmente. Con suo grande sollievo, l'idea funzionò e lo scoiattolo riuscì ad uscire e ad arrampicarsi sul rametto che Selvaggia gli stava porgendo.

 

"Ah, questa sì che è una buona idea, Craig!" rispose la ragazzina. "Okay, ammetto che forse qualche cosa la sai! Okay, piccolo, vai pure dal tuo amico! E attento a non impantanarti ancora!"

Lo scoiattolo squittì e corse via, per poi sparire un istante dopo tra la folta vegetazione.

 

"Anche se hai avuto qualche incertezza... grazie dell'aiuto, Craig!" disse Selvaggia, rivolgendosi al leader dei ragazzi del tronco.

"Oh, ma di nulla!" rispose Craig. Il ragazzino esitò e guardò in giro, cercando le parole giuste per quello che doveva dire... e finalmente, si schiarì la voce e tirò fuori il suo biglietto di San Valentino, dandolo letteralmente in mano alla ragazzina! "Ah, a proposito... visto che oggi è San Valentino... ho pensato che questo ti avrebbe fatto piacere!"

 

Colta di sorpresa, Selvaggia ricevette il biglietto e lo guardò confusa, con le guance che si coloravano di un visibile rosa acceso!

"Ah... ehm... beh... grazie... Craig..." rispose con aria incerta. "E'... carino, questo biglietto, ma... esattamente, quale sarebbe la sua utilità?"

 

Un sorrisetto arguto apparve sul volto del ragazzino di colore. "Aaah, Selvaggia, Selvaggia..." rispose, contento di essere lui, una volta tanto, a fare il maestro. "Tu... non sai proprio niente di San Valentino, vero?"

"Woof!" abbaiò Polpetta, perfettamente d'accordo con Craig.

 

Selvaggia storse il naso. Okay, questa gliel'aveva servita su un piatto d'argento...

 

 

oooooooooo

 

 

Biblioteca di Herkleton, nello stesso momento...

 

"Il momento era solenne." disse tra sè Kelsey, passando in modalità narrazione epica mentre stava ferma in piedi vicino alla porta d'ingresso. "Kelsey sapeva che questa poteva essere la sua grande occasione... e sapeva che da qualche parte, in quel momento, c'era qualcuno seduto davanti ad una tastiera che si prodigava per narrare le sue gesta! Doveva soltanto prendere il coraggio a due mani, entrare e..."

 

"Ciao, Kelsey! Che piacere rivederti!" La voce di Stacks colse di sorpresa Kelsey, facendole fare un salto alto quanto lei!

 

"GAH!" esclamò Kelsey, per poi voltarsi di scatto e trovarsi di fronte la sua amica del cuore... e anche qualcosa di più. Cercando di non farsi vedere nervosa, Kelsey fece una breve risata e rispose. "Ah! Ehm... C-ciao, S-Stacks! Che... che coincidenza! Stavo... stavo giusto cercando te..."

 

"Ah... è per il nuovo libro dei Cavalcatori di Grifoni che è uscito di recente?" chiese Stacks sfregandosi una ciocca di capelli, come era abituata a fare quando era nervosa. "Beh... n-non credo che sia ancora uscito..."

"Aaah, cavolo, e io che lo sto aspettando da un sacco di tempo..." cominciò a rispondere kelsey, ma si interruppe di colpo e si riportò alla realtà. "Ehm... no, no, in realtà si trattava di... ehm... ecco... come posso dire..."

 

"Hmm? C-certo, Kelsey... dimmi pure..." rispose speranzosa la bambina dalla pelle più scura.

 

"Ecco..." Kelsey cercò di prendere tempo... poi decise di gettare al vento la cautela e tirò fuori il suo biglietto di S. Valentino, tenendo con entrambe le mani mentre lo porgeva a Stacks! "Questo è quello che volevo dire! Buon San Valentino, Stacks!"

 

Stacks guardò stupefatta il biglietto decorato che Kelsey le stava porgendo e lo accettò... poi sorrise trasognata e prese a sua volta il suo biglietto di San Valentino dalla borsetta, porgendolo a Kelsey. "Ecco... era esattamente la stessa cosa per cui io ti cercavo, Kelsey! Buon San Valentino anche a te!" esclamò.

 

"Stacks, anche tu..." replicò stupefatta Kelsey mentre riceveva il biglietto... e un attimo dopo, le due fidanzatine si sorrisero a vicenda e si guardarono dritte negli occhi.

 

"Allora, Stacks... ti... ti andrebbe di iniziare a scrivere assieme il seguito di 'Robin e la Spada di Neve'?" chiese la rossa.

Stacks arrossì e disse di sì con la testa. "Non chiedo di meglio, Kelsey! Andiamo!"

 

 

oooooooooo

 

 

Pista delle ragazze-cavallo, nello stesso momento.

 

"Coraggio, ragazze! un po' più di grinta! Al galoppo!" MacKenzie, la leader del gruppo, esortava le sue compagne a darsi più da fare lungo il percorso ad ostacoli. "Più eleganza, per favore, e tenete alti quegli zoccoli!"

"Stai calma, MacKenzie! Mica ci corre dietro qualcuno..." rispose Marie, ormai abituata alle bizzarrie del suo gruppo di amiche.

 

Ma MacKenzie non era tipo da farsi blandire tanto facilmente e prese ad arringare le sue compagne non appena il gruppo si fermò a prendere fiato. "Non cercate scuse, ragazze! Come cavalli di razza, noi dobbiamo allenarci tutti i giorni per mantenere la nostra classe." esclamò... per poi notare che mancava una di loro. "E per l'amor del cielo, dov'è finita Maney?"

 

"Di là..." rispose Marie senza perdere un colpo. Con un cenno della testa, indicò un albero non troppo distante, dove Maney si era appartata... assieme ad un certo stravagante ragazzone!

 

"Sono così contenta che tu sia venuto a trovarci, mio caro J.P..." disse trasognata Maney, le mani tenute semichiuse davanti a sè come se fossero state gli zoccoli di un cavallo. "Non riesco a pensare ad un modo migliore per passare San Valentino..."

"Oh, nemmeno io, Maney... e dire che sono rimasto un bel po' di tempo a pensare! Ma questo paesaggio e quest'atmosfera sono molto... come posso dire..." rispose J.P. con aria sognante. "Hmm... forse potrei definirli... valentinici? Valentianiani?"

 

Maney ridacchiò   gentilmente."Credo tu voglia dire semplicemente romantici, J.P.!"

"No, no, volevo proprio inventare una parola nuova!" rispose tranquillo il ragazzone. "Romantico mi sembrava un po' troppo... solito! Ah, e a proposito... Buon San Valentino, Maney!"

J.P. porse a Maney un biglietto di San Valentino, che la ragazzina accettò afferrandolo con la bocca - visto che doveva ancora fare finta di essere un cavallo, e i cavalli, si sa, hanno gli zoccoli al posto delle mani. Con estrema cura, la ragazza-cavallo appoggiò il biglietto lì vicino... e ne raccolse un altro con la bocca, che porse a J.P.

 

E quando il ragazzo accettò gentilmente il dono, Maney arrossì visibilmente e ricambiò gli auguri. "Buon San Valentino anche a te, J.P."

 

"Ma guardateli! Non sono adorabili?" chiese Melissa, rimasta in disparte assieme alle altre due ragazze-cavallo.

Marie sorrise e guardò da un'altra parte. "Terribilmente." commentò.

MacKenzie sbuffò come un cavallo irritato. "Pfffft! Spero solo che ai cavalli non venga il diabete!" ribattè.

 

 

oooooooooo

 

 

La rampa dei Dieci Manubri. Sempre nello stesso momento.

 

"Che cosa pensi che vogliano fare, Palla Di Cannone?" chiese il piccolo Todd, il più giovane del gruppo di ciclisti. Pedaluna, la leader del quartetto, era in sella alla sua mountain bike in cima alla rampa di sinistra... e sulla rampa opposta si trovava il suo compagno, Guerra-Lampo. Entrambi davano l'impressione di essere impazienti di iniziare...

 

"Non ne ho idea, Todd." rispose pacato Palla Di Cannone. "Ma sono sicuro che hanno in mente qualcosa di divertente."

Finalmente, Pedaluna fece un cenno, e sia lei che Guerra-Lampo scesero giù dalla rampa e passarono l'uno accanto all'altra, a pochi centimetri di distanza, pedalando a tutta velocità. Poi, risalirono sulle rampe, effettivamente scambiandosi di posto.

 

"Bella prova, Guerra-Lampo!" esclamò Pedaluna voltandosi verso il compagno. "Allora, adesso si fa sul serio?"

"Quando vuoi!" rispose il ragazzo. I due ciclisti tirarono fuori ciascuno un biglietto di San Valentino da sotto la sella delle rispettive biciclette e lo tennero bene in vista... poi presero di nuovo velocità e scesero di nuovo lungo le rampe. Ancora una volta, passarono l'uno accanto all'altra in velocità e risalirono le rampe... e quando si fermarono, tutti e due tornati alla loro posizione di partenza, si poteva vedere che ognuno aveva il biglietto di San Valentino che l'altro teneva in mano poco prima.

 

Un caloroso applauso da parte di Todd e di Palla Di Cannone, e uno sguardo di intesa tra Pedaluna e Guerra-Lampo furono tutto quello che serviba per capire che il numero era stato un successo!

 

 

oooooooooo

 

 

Zoe, la guardiana della Città di Cartone, ne aveva viste di cose strane... e quella specie di grande computer fatto di cartone, con la tastiera disegnata a pastello su un pannello anch'esso di cartone, non era la più strana di tutte. Non dopo che Carton City era stata attaccata due volte di seguito da un mecha di cartone, e che il suo migliore amico aveva cercato di diventare un cyborg di cartone...

 

E non era neanche una novità che sullo "schermo" fosse apparsa in quel momento la faccia del suddetto migliore amico Carter.

"Schermo" tra virgolette, si intende. Si trattava semplicemente di un ritaglio nel cartone di forma perfettamente rettangolare.

 

"Comunicazione di servizio per la signorina Zo-Zo... ehm, volevo dire, Zoe." disse Carter, vestito nei suoi abiti da costruttore e con tanto di baffi finti di cartone. "Si prega di premete il pulsante in basso a sinistra. E' in arrivo un pensiero di un ammiratore."

 

Dopo lo stupore iniziale, Zoe ridacchiò tra sè. Non c'era bisogno di un genio per capire chi fosse questo ammiratore, ma la ragazzina decise di stare al gioco.

"Beep!" esclamò Zoe mentre appoggiava il dito sul tasto che Carter le aveva indicato.

 

Immediatamente, un pannello si aprì nella parte inferiore del computer... e quando Zoe cercò al suo interno, ne tirò fuori un biglietto di San Valentino fatto di cartone, con tanto di cuore rosso... anch'esso di cartone.

 

La ragazzina, stupita e lusingata, guardò il "pensiero"... e poi guardò la faccia dell' "ammiratore" ancora sullo schermo. Se Carter non fosse stato di colore, sicuramente in quel momento sarebbe arrossito. Certamente era quello che era successo a Zoe...

 

"E come faccio? Accidenti, non ho nemmeno un biglietto di San Valentino con cui ricambiare..." pensò tra sè Zoe... un attimo prima che la balenasse in mente una soluzione.

Con un sorrisetto arguto, Zoe si diede un bacio sulla punta di due dita... e poi, con quelle stesse dita, andò a toccare la punta del naso di Carter.

 

La reazione fu immediata: Carter spalancò gli occhi e assunse un'espressione stravolta, per poi cominciare a fare dei suoni che imitassero un macchinario in crisi!

 

"Beep! Beep! Errore! Errore! Questo terminale di cartone ha appena eseguito un'operazione non valida! Programma terminato! Uiii-uuu-uiii-uuu..." La frase terminò in un mormorio quando Carter alzò una mano e restò lì imbambolato!

 

Zoe non potè fare a meno di fare una breve risata e scuotere la testa. "Oh, Carter... non cambierai mai, vero?"

 

 

oooooooooo

 

 

FINE     

 

 

 

 

  
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