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Autore: Tynuccia    15/02/2024    1 recensioni
[Gundam SEED Freedom] Aveva capito che quegli attimi ritagliati appartenevano ormai al passato nell'esatto momento in cui aveva varcato la soglia della villa dei Joule dopo il suo matrimonio.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Indipendenza
 
 
 
 
La cosa a cui si era maggiormente affezionata, quando era andata a vivere per conto suo, era la libertà che seguiva il rientro a casa dopo una lunga giornata di lavoro.
 
Inizialmente, a causa del ceto abbiente cui apparteneva, si era sentita al pari di una criminale nel lanciare le proprie scarpe alla rinfusa nel salotto e abbandonarle lì, ma piano piano aveva cominciato a prenderci parecchio gusto e, quasi, non vedeva l'ora di tornare nel suo bilocale per smettere i panni del rigoroso Maggiore Hahnenfuss e comportarsi come una selvaggia (sebbene durasse sempre troppo poco e, dopo alcuni istanti di relax, non riusciva a resistere e si prodigava per mettere tutto in perfetto ordine).
 
Aveva capito che quegli attimi ritagliati appartenevano ormai al passato nell'esatto momento in cui aveva varcato la soglia della villa dei Joule dopo il suo matrimonio.
 
La servitù era composta da così tanti cameriere e valletti, che Shiho si era stupita del silenzio che regnava la notte per casa. Anche lei, da piccola, era cresciuta circondata dal personale di servizio, ma non era minimamente paragonabile a quello del marito, che a differenza sua non sembrava neppure accorgersi di loro. Le era parso che avesse un legame particolare soltanto con il maggiordomo e la governante, e da quello che aveva capito, la coppia sposata era alle dipendenze di Ezalia da prima che lui nascesse, e che si erano presi cura del ragazzo al pari di due nonni amorevoli. 
 
Di ritorno dall'ufficio, non dovette neppure aprire la porta perché, dopo aver parcheggiato la macchina, una cameriera lo fece per lei, inchinandosi profondamente. "Bentornata a casa, signora", disse con voce neutrale prima di prenderle la borsa. 
 
Dalla prima volta che era successo, Shiho aveva imparato a tenere il cellulare in tasca, ma si concesse comunque un sospiro. Essere accudita come un'invalida non era certamente l'aspetto che più apprezzava di quel matrimonio tanto agognato. 
 
"Ha telefonato il signore", continuò la giovane, aiutandola con il soprabito. "Ha detto che non farà troppo tardi, e potrete cenare insieme".
 
"Grazie", replicò Shiho, sopprimendo un'espressione insofferente. Due mesi nei panni della signora Joule, e già cominciava a capire tante cose del suo ex Comandante, e dei suoi modi di fare. Vide la cameriera inchinarsi nuovamente e lasciarla sola nell'ingresso. Decise di non dare troppo peso alla cosa, e si diresse in cucina. Ultimamente, sebbene fossero sposati, lei e Yzak avevano occasione di incontrarsi solo di notte, quindi per una volta tanto sarebbe stato bello sedersi con calma e godersi una cena in santa pace. Non ricordava neppure l'ultima volta che aveva cucinato per lui, e ritrovò istantaneamente il buonumore nell'aprire il frigorifero per vederne i contenuti. Si stava domandando se preparargli carne o pesce, quando un colpetto sulla spalla la fece sobbalzare vistosamente, strappandole un urletto. 
Si voltò, e vide la governante che la guardava con aria pensierosa, e non poté fare a meno di cogliere un impercettibile movimento del suo labbro inferiore.
 
"Signora Joule, stava cercando qualcosa?", chiese la donna, guardandola con un sopracciglio alzato.
 
Shiho si mise una mano sul petto, tentando di calmarsi. Alla faccia dei suoi riflessi da soldato. "No, non si preoccupi", la rassicurò, sorridendole. "Stavo semplicemente controllando cosa c'è in frigo".
 
"Ho l'inventario di là, vuole che glielo faccia recapitare quotidianamente?", continuò la governante. 
 
Nuovamente, la ragazza scosse il capo, sentendosi in dovere di non fare la figura della padrona di casa troppo intransigente. "Non è per quello, è solo che vorrei cucinare qualcosa per Yzak, signora Bertrand", spiegò, certa che l'altra avrebbe apprezzato un pensiero del genere nei confronti del proprio figlioccio, ma la stupì il verso scandalizzato che le uscì dalla gola.
 
"Santo cielo!", esclamò la donna. "Sono terribilmente dispiaciuta, signora. La prego di farmi sapere quale pietanza non le è andata bene, e farò in modo di inculcare la lezione in testa al cuoco".
 
Shiho cominciò ad andare nel panico. Non era mai stata di troppe parole, ma era evidente che in quella villa avrebbe dovuto cambiare registro, prima che venisse fraintesa totalmente. "Quello che cucina lo chef va benissimo, ma, visto che è un po' di tempo che io e Yzak non mangiamo insieme, vorrei pensarci io, questa sera".
 
La signora Bertrand sbatté un paio di volte le ciglia, assumendo un'espressione confusa. "Perché?".
 
"Perché prima di sposarci, solitamente preparavo io da mangiare per Yzak, e non si è mai lamentato. Anzi". Shiho dovette contare fino a cinque per calmarsi. D'animo placido e tranquillo, non le era mai capitato di incappare in una discussione del genere per un argomento tanto triviale.
 
"Ma lei è la madame", protestò la governante. "Non deve darsi pensiero per queste sciocchezze". Fece il giro e le posò le mani sulla schiena, spingendola lievemente verso la porta. "Suvvia, signora Joule, non si preoccupi di questi lavori ingrati. Salga in camera e si faccia un bel bagno caldo. Avviseremo lei e il padrone quando sarà pronto in tavola".
 
Shiho tentò di controbattere, ma nonostante fosse di bassa statura, quella donna sembrava dotata comunque di una forza encomiabile, e prima che potesse aprire bocca si ritrovò in corridoio, con ancora le labbra schiuse per una risposta che non le sarebbe mai uscita.
 
*
 
"Sono a casa", annunciò stancamente Yzak, una volta entrato in camera da letto. Vide sua moglie seduta davanti allo specchio, intenta a spazzolarsi la lunga chioma castana con più foga del solito. "Giornataccia?".
 
Shiho, che era talmente assorta nei suoi pensieri da non essersi accorta del suo ingresso, questionò i suoi riflessi per la seconda volta nel giro di poche ore. "Non particolarmente", assicurò, sorridendogli. "Anzi, il lavoro al laboratorio di ricerca è paradisiaco, in confronto a quello dell'intelligence".
 
Yzak sbuffò e si tolse la parte superiore dell'uniforme. "Per favore, non ricordarmelo", grugnì contrariato, poi arrossì appena e le voltò le spalle, mentre continuava a spogliarsi. "E da quando te ne sei andata, non c'è nessuno alla tua altezza".
 
Shiho interruppe il movimento della spazzola, e soppresse una risatina. Era adorabile, il suo ex Comandante: erano sposati e innamorati, condividevano il letto, e ancora si imbarazzava se le diceva qualcosa di vagamente carino. Decise di salvarlo condividendo con lui la piccola disavventura di poco prima, anche solo perché supponeva che fosse fra i suoi compiti in qualità di padrona di casa. "Sono stata brutalmente cacciata dalla cucina". 
 
Con i pantaloni alle caviglie, Yzak si girò ed aggrottò la fronte. "Spiegati meglio".
 
Lei sospirò e riprese a sistemarsi i capelli. "Avrei voluto prepararti la cena, ma la governante si è scandalizzata per questa mia idea".
 
"Povera signora Bertrand. Dovrò sincerarmi che non abbia avuto un infarto", valutò Yzak, estremamente divertito, e non gli fu troppo difficile intercettare il barattolo di crema che quell'angelo di sua moglie gli lanciò contro. 
 
"Guarda che è una cosa seria!", esclamò Shiho, risentita, e quello fu abbastanza per farlo finalmente scoppiare a ridere di gusto.
 
"Avrei voluto esserci", disse lui. "La madame ai fornelli, che barzelletta! Credo che mia madre non si versasse nemmeno l'acqua, da sola".
 
La ragazza non faticò a crederci, ma non fu sufficiente per cancellare il suo scorno. "A volte mi manca il nostro appartamento, sai?".
 
Percependo il suo stato d'animo, Yzak ammorbidì lo sguardo e le andò vicino, stringendola contro il suo petto e baciandole il capo amorevolmente. "Devi darti un po' di tempo", mormorò con fare stranamente conciliante. "E darlo anche alla servitù. Cerca di capirli, erano abituati a mia madre e ai suoi modi da lager".
 
Ricordando perfettamente l'effetto che la lunga occhiata inquisitoria di Ezalia aveva avuto su di lei sull'Eternal, Shiho si sentì improvvisamente solidale a quello sciame di api operaie con la crestina alle loro dipendenze. "Avevi ragione", sospirò poi, rilassandosi tra le sue braccia. "Essere la sposa della famiglia Joule non è per niente semplice".
 
"Stai facendo un ottimo lavoro, come tuo solito", assicurò Yzak, abbassandosi per guardarla negli occhi. La vide sorridere, non troppo convinta, e decise di iniziare subito a sfruttare il tempo insieme, baciandola sulle labbra con trasporto. Lei non si fece troppo pregare, e rispose con altrettanta passione, aggrappandosi alle sue spalle. Avrebbe approfondito volentieri, ma un paio di colpi alla porta li fecero fermare.
 
"Signori, la cena è servita", annunciò la voce di un maggiordomo in corridoio.
 
L'albino imprecò, staccandosi controvoglia dalla moglie che, a differenza sua, era già vestita e pronta per scendere. "Mi cambio al volo e ci sono, ma non dovremmo tardare".
 
Lei non poté che essere d'accordo. "Staranno già parlando del fatto che la padrona di casa ha idee di indipendenza, ci manca solo la parentesi erotica".
 
Yzak si guardò bene dal farle presente che, nella gerarchia della servitù di un casato come quello dei Joule, era molto più succoso il primo pettegolezzo, che non il secondo. 
  
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