Film > Descendants
Ricorda la storia  |      
Autore: Abrus_Aureus    15/02/2024    0 recensioni
"Uma ripensò all’occasione che avevano avuto Mal e gli altri ad Auradon, l’occasione che lei non avrebbe mai avuto. Pensò alle vite perfette di tutti quei principi perfetti, perché tutte le famiglie felici sono uguali, ma ogni famiglia infelice è infelice a modo suo."
Uma x Harry
Genere: Angst, Erotico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Hook, Uma
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
<< Come mi chiamo? >>

Il ragazzo socchiuse gli occhi, sornione. Reclinò appena la testa indietro, esponendo il collo. Poi con un sussurro, scivolato via da quel sorriso spavaldo, rispose. << Uma. >>

Lei gemette appena, tronfia. Lasciò andare il colletto della sua camicia logora e lo spinse, decisa, indietro, ricordandosi improvvisamente di essere al lavoro. Con noncuranza riprese a riempire due calici di birra per quella banda di balordi che ogni giorno infestava il locale di sua madre. Cercò di regolare di nuovo il respiro e gettò una rapida occhiata ad Harry. Se ne stava sfacciatamente sdraiato sul bancone e, con gli occhi languidi, la fissava.

Uma roteò gli occhi e prese al volo uno straccio. << Levati, devo pulire. >>

Lui, felino, balzò in piedi e saltò giù, inginocchiandosi davanti a lei e cingendole le gambe con le braccia. << Lascia che ti aiuti, mia regina. >> Poi con le mani le strinse le cosce e gettò gli occhi all’indietro. << Sei così hot che potrei scottarmi. >> Plateale, come al solito, infilò appena il naso sotto alla sua gonna.

<< Harry! >> Uma balzò indietro e, dopo avergli appoggiato uno stivale sul petto, lo spinse fino a farlo finire per terra. Il pirata rise e tirò fuori la lingua, passandosela poi sulle labbra umide. La ragazza sentì le gambe tremare e una dolce e scivolosa sensazione tra le cosce. Istintivamente strinse le gambe. Scosse le spalle e poi con due ampie falciate lo raggiunse, afferrandolo per il colletto e tirandolo su. Lui assecondò il suo movimento, docile come un agnellino.

Uma avvicinò le labbra all’orecchio di Harry. << Qual è il mio nome? >> Gli passò furtiva la lingua sul lobo. << Dillo. >>

Il fiato di Harry era spezzato, il respiro affannato e la sua pelle eccitata emanavano calore. << Uma. >>

Lei strinse ancora la sua camicia tra le dita e gli mugugnò nell’orecchio. << Hook me. >> Poi decisa lo spinse verso il retro e lui non oppose resistenza, senza mai perdere quel bel sorriso dal volto.

Non appena oltrepassarono la porta lei lo spinse contro il muro e lui gemette, appoggiando le mani sui suoi fianchi. Senza troppi complimenti la sollevò in braccio e invertì la posizione, facendola sbattere contro il muro e infilandole una mano tra le gambe.

Lei strinse le gambe attorno alla sua vita e con le mani iniziò a slacciargli i pantaloni. Non appena fu libero, Harry la schiacciò contro al muro e si infilò deciso dentro di lei.

Uma inarcò la schiena e gli morse il labbro, facendolo ringhiare. I colpi di Harry si fecero sempre più rapidi, alimentati dai gemiti della figlia di Ursula. Continuò, stringendola forte, finché non venne dentro di lei, per poi scivolare fuori, col respiro affannato.

La mise giù e fece per baciarla, ma lei si scostò immediatamente. << Vai. >>

Il sorriso di Harry vacillò appena. Rimase immobile a guardarla come se aspettasse un segno, un ripensamento.

Uma si sistemò il vestito e poi come nulla fosse sparì nel minuscolo e angusto bagno adiacente. Prima di chiudere la porta guardò Harry ancora una volta. << Puoi andare, ho detto. >> E la porta si chiuse con un tonfo sordo.

Il ragazzo guardò per qualche secondo quella porta chiusa e poi senza muovere un passò scivolò a terra lì, esattamente dov’era. Appoggiò la schiena alle assi scrostate del magazzino e abbassò lo sguardo. Avrebbe dato il suo uncino per poter essere amato da lei e non essere visto solo come una valvola di sfogo. Avrebbe dato tutto per poter essere qualcuno per lei e non soltanto un membro della sua ciurma.

Non appena aveva chiuso la porta, Uma si era accasciata a terra con le ginocchia al petto. Aveva abbandonato la testa tra le braccia ed era scoppiata a piangere, in silenzio. Perché faceva così? Perché lo allontanava continuamente? Harry era l’unico che c’era sempre stato per lei, era l’unico che non l’aveva mai abbandonata, neanche quando nessuno la voleva né le dava lo spazio che meritava. Era l’unico che si era sempre ricordato il suo nome, anche prima di essere il suo first mate. Ripensò all’occasione che avevano avuto Mal e gli altri ad Auradon, l’occasione che lei non avrebbe mai avuto. Pensò alle vite perfette di tutti quei principi perfetti, perché tutte le famiglie felici sono uguali, ma ogni famiglia infelice è infelice a modo suo. Quel gelo che abitava il suo cuore da sempre sembrò espandersi a dismisura, congelandole definitivamente i sogni e le speranze.

D’improvviso sentì il rumore di assi che scricchiolavano e, allora, balzò in piedi. Si asciugò velocemente gli occhi e si iniziò a lisciare nervosamente il vestito con le mani.

<< Uma? >> La voce di Harry arrivava da dietro la porta.

<< Che fai ancora qui? >> Indietreggiò istintivamente fino ad appoggiarsi con la schiena al traballante lavandino dietro di lei. << Ti avevo detto di andartene. >>

Harry sembrò ignorare la domanda. << Sei lì dentro da tanto tempo. Stai bene? >> Il ragazzo appoggiò la mano sulla porta e la spinse, piano, aprendola. << Uma. >>

<< Era un ordine, Harry. >> Era sulla difensiva, avrebbe indietreggiato ancora, avesse potuto. Sentì il cuore accelerare il battito, colpi ritmici nelle orecchie.

Lui non si avvicinò, non forzò un contatto che lei, in quel momento, non voleva. Rimase lì, con lo sguardo basso ad aspettarla. << Lo so come ti senti. >>

Lei non rispose, si voltò verso la finestra, dandogli le spalle.

Harry mosse, allora, un passo verso di lei. << Sono qui. >> Si fermò, per avere la certezza di non star invadendo il suo spazio. Poi continuò a camminare, lento, fino a raggiungerla. Le appoggiò le mani sulle spalle in modo saldo e rassicurante. << Chiamami. >>

Lei si voltò appena, un’espressione confusa che poche volte le si era stampata in faccia e che ancora meno volte era stata vista da altri. << Cosa? >>

<< Se hai paura di perderti. >> La avvolse le braccia intorno, appoggiando il proprio corpo a quello di lei. << Ti porto a ritrovarti. >> Le lasciò un bacio tra i capelli.

Uma si spinse impercettibilmente verso di lui con un sospiro, abbandonandosi completamente a quell’abbraccio. E forse, per la prima volta, le sembrò di sentirsi davvero amata.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Descendants / Vai alla pagina dell'autore: Abrus_Aureus