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Autore: Hikari_1997    16/02/2024    0 recensioni
Di ritorno da un caso stancante, Atsushi incontra una persona che mai si sarebbe aspettato di vedere vicino ad un chiosco di crêpes.
Chuuya x Dazai e accenno alla Kyouka x Atsushi.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Atsushi Nakajima, Chuuya Nakahara, Kyouka Izumi, Osamu Dazai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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14 febbraio.
Atsushi era sfinito.
Estremamente provato.
Aveva appena completato una missione con Ranpo, il brillante detective era riuscito a rintracciare uno scippatore che colpiva nei templi shintoisti, e l’arduo compito di rincorrere il criminale per mezza Yokohama era toccato al povero Atsushi.
Consegnato il ladro all’agente Minoura, tuttavia, Atsushi aveva perso di vista Ranpo; da quell’improvvisa scomparsa, il detective aveva nuovamente ripercorso le strade della metropoli per cercare di rintracciare il suo collega, fino a quando non gli era arrivato un messaggio sul cellulare da Ranpo stesso, dicendogli di aver- per coincidenza- incrociato Poe e che poteva tornare in agenzia senza preoccupazioni.
Detto ciò, Atsushi stava ora trascinando i suoi stanchi piedi verso lo stabile di mattoni rossi, al quale ultimo piano vi era la sede principale dell’Agenzia dei Detective Armati.

Sospirò osservando il vecchio orologio da polso regalatogli da Kunikida per il suo diciannovesimo compleanno.
Le 16.15; era a digiuno da quella mattina, avrebbe dato qualsiasi cosa per mettere sotto i denti del cibo.
Si ricordò che nelle vicinanze vi era uno dei chioschi di dolci preferiti di Kyouka, la ragazza e Atsushi avevano difatti frequentato quel posto molte volte nei loro appuntamenti pomeridiani.
Il giovane detective sorrise ripensando alla sua coinquilina.

Affrettando il passo, Atsushi percorse alcuni vicoli, ricordandosi di una scorciatoia per giungere alla sua meta.
Svoltato un angolo, tuttavia, Atsushi fermò la sua corsa, occhi sgranati nel vedere una persona che conosceva benissimo appoggiato alla fiancata di un palazzo.
Costosi abiti fasciavano l’allenato fisico del giovane uomo, boccoli fiammeggianti ricadevano dolcemente sullo scuro cappotto appoggiato alle spalle; si sistemò il cappello calato sul capo facendo tintinnare la catenina dorata affissa sulla fascia borgogna, mentre l’altra mano guantata reggeva una sigaretta.
Dai mozziconi ai suoi piedi, Atsushi dedusse ne avesse almeno fumate altre due.
Sentì un sospiro, seguito dall’ennesima esalazione di fumo; occhi cerulei si spostarono sulla sua figura, chiedendo -Hai finito di fissarmi, tigre mannara? –
Quella grave voce fece annaspare il giovane, tremando sotto quel perforante sguardo.

Nakahara Chuuya.

Uno dei dirigenti della Port Mafia e persona più pericolosa della città.
La sua prestanza e mera presenza faceva tremare Atsushi come una foglia, la sua reputazione lo precedeva.
Lo sentì ghignare -Non preoccuparti, le nostre organizzazioni sono alleate, non mi sognerei mai di torcerti un capello.
Odio la violenza ingiustificata-
Atsushi deglutì, annuendo piano, avanzando di qualche passo -Ecco, cosa ci fa qui Nakahara-san? -
L’uomo alzò un rosso sopracciglio -Potrei farti la stessa domanda ragazzo-
Atsushi sussultò -Ah ecco, io … c’è un chiosco di crêpes e-
-Ohi, ohi; calmo, calmo.
Mi stai mettendo a disagio, diavoli, era solo un modo di dire ragazzo tigre- si affrettò a dire Chuuya schiacciando l’ennesimo mozzicone sotto la suola delle scarpe -Dunque anche tu sei qui per i dolci-
-Anche io? –
Chuuya sorrise, invitando il giovane ad avvicinarsi con un segno del capo, gli occhi azzurri scrutavano fissi un punto nella piazzetta.

Atsushi camminò con prudenza vicino all’uomo, storcendo il naso all’odore di fumo che aleggiava intorno alla sua figura, indirizzando lo sguardo dorato verso lo stesso punto indicato da Chuuya.
Si sorprese.
Di fronte al chiosco di dolci, vide Kyouka e Dazai chiacchierare mentre accettavano due crêpes dal venditore.
Kyouka reggeva un dolce cono ricoperto di fragole e panna montata, la sua preferita, mentre Dazai addentava la sua crepe, leccando agli angoli della bocca una sostanza marrone -probabilmente cioccolato-
Lo vide sorridere quando Kyouka indicò la punta del suo naso, facendogli notare che il detective era riuscito -non si sa come- a far finire la dolce sostanza perfino lì.

Una risatina attirò l’attenzione di Atsushi, sgranando incredulo gli occhi nel constatare che Chuuya stava sorridendo.
Uno sguardo dolce, quasi tenero -in netto contrasto con la sanguinosa reputazione del mafioso- indirizzato verso i suoi colleghi, o meglio, verso Dazai.
-Posso contare sulle dita di una mano tutte le volte che ho visto Dazai sorridere in modo genuino-
Atsushi strabuzzò gli occhi.
Da quando aveva incontrato Dazai, salvandolo dall’ennesimo quasi suicidio, lo aveva visto ghignare, ridere a crepapelle, fare pernacchie ad un esasperato Kunikida.
Ovviamente vi erano anche i momenti dove quegli occhi nocciola si perdevano, fissi nel vuoto, persi a pensare a chissà cosa.
Corrucciò le sopracciglia, confuso.
Chuuya lo notò, e non poté biasimare il subordinato di Dazai.
Osamu era un maestro nel nascondere le proprie emozioni.
Quando era ancora un dirigente della Port Mafia, sorrideva solamente in poche occasioni.
Sarcastico, di sfida, sadico, o quelli finti che utilizzava con Mori o con altri membri della Mafia; ma quel bellissimo e genuino sorriso era raro.
Chuuya non metteva in dubbio che in agenzia Osamu sorrideva più spesso, e -sotto, sotto- era geloso.
Ancora ricordava il primo vero sorriso che Osamu si era lasciato scappare con lui; quando aveva involontariamente rovesciato addosso a Chuuya un bidone di vernice mentre lo stava aiutando a tinteggiare le pareti del suo nuovo appartamento.
Aveva le lacrime agli occhi, rideva come un ossesso indicando le ciocche sporche di vernice rossa, aizzando la furia di Chuuya.
Erano finiti entrambi a terra, rotolando sul parquet sporco di vernice, facendo assomigliare l’appartamento ad una scena del crimine per le macchie rosse sparse ovunque.
Quell’incidente, portò al loro primo bacio.
-Terribile- aveva sussurrato Chuuya, sdraiato sopra il sedicenne, mentre Dazai passava le mani bendate nelle ciocche appiccicose, ridacchiando appagato.

Atsushi non sapeva cos’era appena passato nella mente del mafioso, come un’ombra improvvisa.
Lo sentì schiarirsi la gola, si scostò dal palazzo addentrandosi nelle stradine della città, commentando -Tenete sott’occhio quel pesce, mi raccomando-
Atsushi era confuso.
Si avvicinò al chiosco con la testa piena di dubbi, ritornando in sé solo quando sentì le braccia di Kyouka avvolgere il suo bacino in un tenero abbraccio.
-Ehilà Atsushi-kun! – cinguettò Dazai -Qual buon vento ti porta da queste parti? -
Il gorgoglio improvviso dallo stomaco del giovane rispose il quesito di Dazai.
Il ventiduenne ridacchiò osservando i due ragazzi; Kyouka trascinava Atsushi verso il chiosco, domandando un bis da aggiungere alla crêpe banana e nocciole che il detective intendeva acquistare.
L’ex mafioso li lasciò da soli, aumentando il passo, trotterellando tra le strade della metropoli, mani nelle tasche del cappotto ocra.

Cambiò due treni, fece un veloce salto ad un minimarket e spense il cellulare per evitare di rispondere alle chiamate di Kunikida che lo pregava di tornare in ufficio.
Aveva visto Chuuya tenerlo sott’occhio da quando lui e Kyouka avevano arrestato un ricettatore.
L’ometto era stranamente caduto a terra, sostenendo che il suo corpo sembrava pesantissimo, le sue gambe incapaci di sostenere quella morsa, facendolo capitombolare al suolo.
Un sorrisetto divertito spuntò sulle labbra di Dazai.

Aprì silenziosamente la porta sul retro di un lussuoso stabile, indovinando senza problemi il codice d’accesso per entrare in un caldo salotto dalle mura rossastre.
Avanzò piano sul parquet, il rumore dell’asciugacapelli lo portò verso il bagno carico di vapore profumato di mela e cannella.
Vide il suo Chibi spegnere l’elettrodomestico, indossava un paio di boxer neri e una t-shirt fin troppo grande per la sua minuta taglia, una visione così tenera che spinse Dazai ad abbracciarlo dal dietro.
Sussultò all’improvviso contatto, voltando il capo quel poco necessario per permettere a Dazai di depositare un casto bacio sulla guancia destra, affondando il volto in morbide ciocche rosse.
Inalò il dolce profumo, sussurrando -Meglio della vernice-
Ridacchiò al brontolio sommesso uscito dalle labbra di Chuuya.
-Non fare quella faccia, Atsushi non mi ha detto nulla.
Io e Kyouka ci eravamo accorti della vostra presenza da tempo ormai- spiegò -Incrementare la gravità del corpo del ricettatore per facilitare l’arresto?
Quanto sei clemente-
Chuuya non rispose, limitandosi a gonfiare le guance e voltare il viso dalla parte opposta, strabuzzando gli occhi nel vedere la confezione per l’impasto di alcune crepes.
-Ho preso anche del gelato alla vaniglia a qualche fragola … che ne dici partner, tregua? –
Dazai aveva lasciato l’organizzazione.
Non era più un membro della Mafia, tuttavia …
Sentì il rosso mafioso sospirare, concedendo -Tregua-
E il sorriso apparso sul viso di Osamu era genuino e pieno di devoto affetto.
   
 
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