Dedicata a tutte le persone che hanno scelto sé stesse. 

Scrivo qui, seduta sul letto affianco a te, dopo una notte di passione.

L’ennesima.
Dormi con i capelli biondi che ti ricadono sulle palpebre chiuse.
Dormi mentre i tuoi respiri interrompono questo silenzio tra noi. Ormai troppo frequente.
Scrivo, trattenendo le lacrime per non farmi sentire. Il dolore è così grande, ma devo farlo.
Devo scegliere me, per quanto io ami te.
Con questo gioco, di cui tu sei abile maestro, mi stai torturando ed io voglio smettere di giocare.
Sorrido amaramente ripensando alle tue parole di quel giorno.
 
“Sei sicura?” mi chiedi, guardandomi con i tuoi occhi argentei “Se giochi con il fuoco, rischi di scottarti”.
Una leggera brezza ci colpisce inaspettatamente, scompigliando i nostri capelli. L’alta marea sta avvicinando le onde, che ora giungono a bagnarmi i piedi scalzi sulla sabbia.
“Lo so” rispondo con finta sicurezza, mentre con la mano sposto un ricciolo bruno che si era insinuato tra le mie labbra rimanendovi incastrato.
 
Quel giorno ero certa dei sentimenti di entrambi. Il suo sguardo era bramoso, ma le sue gesta non trasmettevano possessione, bensì tenerezza e amore.
Io avevo voluto credere a quelle carezze e alle promesse di un futuro insieme, ricordando ogni notte, dopo quel girono, i baci rubati lungo la spiaggia e lontani da occhi indiscreti.
Non sempre, però, l’amore è abbastanza.
 
“Perdonami, lui aveva bisogno di me” gli sussurro, mentre con lo sguardo lo vedo voltarmi le spalle pronto per andarsene. Le lacrime mi riempiono gli occhi. Alzo una mano e afferro il suo braccio.
“Ti prego, non lasciarmi qui da sola”.
 Con un movimento brusco lascia la mia presa e voltandosi mi dice con voce fredda “Puoi fare quello che vuoi. Sei libera di fare quello che vuoi”. Dopo di che, con passo lento, lo vedo allontanarsi da me. Non vedo più l’amore che un tempo accendeva i suoi occhi di passione. D’improvviso il freddo mi avvolge e le lacrime iniziano copiose a irrigare le mie guance.
 
Fu un quel momento che decisi di giocare con il fuoco. Accettando qualsiasi illusione di amore per credere anche solo all’ombra di quelle carezze e per cercare la profondità nella vacuità di quegli sguardi. Ora, però, il mio cuore, ormai arido, aveva smesso di proteggermi e sentivo come mi stesse distruggendo dall’interno. Morivo nel nascondere questa strana relazione e il mio futuro era più sfumato che mai.
Quell’uomo freddo dai capelli biondo e dagli occhi di ghiaccio mi aveva bruciata. Ero arsa di passione per lui, ma ora tutto quel fuoco faceva sentire tutto il suo dolore.
Sapevo che la cicatrice sarebbe rimasta. Un dolore così profondo, il segno lo lascia di certo.
Forse avrei imparato a conviverci, ma ormai l’impronta c’era.
 
Lo guardo per un’ultima volta, richiudendo la lettera e poggiandola sul comodino al suo fianco. Devo ammetterlo che non ho mai visto nulla di così bello, nulla di più bello della tranquillità del suo sonno e nelle sue labbra. Mi viene voglia di baciarle. Un’ultima volta. So, però, di essere stata declassata a una delle tante. Mi trattengo. Avrei voluto che si fosse svegliato, che si fosse girato verso di me e mi avesse abbracciata come quando ci era permesso dormire insieme. Un altro sorriso amaro. So bene che il passato non può tornare.
Per questo ho dovuto scegliere me, smettendo di sperare nel ritorno di giorni lontani e di amori oramai divenuti cenere.
Mi concedo un ultimo bacio sulla tempia. Gli accarezzo i soffici capelli. Poi gli sussurro che me ne sto andando. Mi risponde con un accenno, mentre Morfeo me lo porta via di nuovo.
Uscendo dalla stanza lo guardo per un’ultima volta.
No, non sarei tornata indietro. Lo devo a me.
Mi chiudo la porta alle spalle e non mi volto più.
Sono orgogliosa di me, anche se il mio cuore piange.
Hermione Granger ha definitivamente detto addio a Draco Lucius Malfoy.
Nessuno, però, lo avrebbe mai saputo.





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