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Autore: Marzolina    18/09/2009    8 recensioni
A causa di un mortificante ed improvviso “blocco dello scrittore”, risalente a millenni e millenni orsono (al quale era stata indifferentemente soggetta tutta la popolazione sudamericana) i Maya avevano smesso di sfornare profezie e si erano fermati pigramente al 21 dicembre 2012, data che tutti avevano interpretato come capolinea dell’esistenza terrena. L’apocalisse.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Apocalipse Later

20 dicembre 2012
Ore 23.59
Da qualche parte in Perù

Beatrice aggrottò la fronte e rivolse uno sguardo interrogativo in direzione di Alichino che, per un motivo noto apparentemente solo a lui, aveva appena divelto un enorme ramo bitorzoluto da un albero lì accanto.
-Ma cosa…?- fece appena in tempo a formulare, che già le intenzioni dell’altro si erano palesate in tutta la loro malvagità.
-No! No! No! Non ci pensare neanche!-
Alichino la fissò, deluso, il grosso ramo ancora alzato a mezz’aria sopra la testa spaurita di un innocente vecchietto.
-Ma io mi annoio!- si lamentò allora lasciandosi cadere pesantemente a terra e trasudando frustrazione da ogni demoniaco poro.
-Non siamo mica venuti qui per torturarlo, Santo Cielo!- esclamò invece Beatrice scandalizzata, anche se, in effetti, stava iniziando ad averne abbastanza persino lei di quell’avvilente situazione e si sentiva già da qualche ora le ali tutte indolenzite e atrofizzate. L’anziano ometto, magro sino all’inverosimile e con una barba lunga ed incolta, le rivolse invece uno sguardo di pura riconoscenza prima di rimettersi a scrivere meticolosamente su una pergamena che aveva tutta l’aria di potersi allungare all’infinito.
-Sempre così, voi angeli: non picchiare a sangue i bambini, non stuprare le vergini all’uscita da scuola, non sodomizzare i tuoi sottoposti quando non arrivano in orario a lavoro e bla bla bla, bontà bontà bontà. Credo di avere una crisi diabetica-
Il diavolo quindi si portò le mani allo stomaco in una realistica imitazione di una colite fulminante ed iniziò eloquentemente a gemere per i finti spasmi. Beatrice ora mai aveva imparato a non fare più molto caso a lui, dandolo giustamente per causa persa, e si limitava invece a sovrintendere al lavoro del vecchio signore, ancora indaffarato con i suoi scritti.
Trovare l’ultimo antico maya vivente sulla faccia della terra, convincerlo della bontà (o del bieco vantaggio personale) delle loro intenzioni e persuaderlo a scrivere un’altra profezia così, su due piedi, non era stato affatto facile nemmeno per loro due, che erano entità immortali ed atemporali, e quindi in quel momento poco importava dover essere coadiuvata da un più che acerrimo nemico: era in ballo la sanità mentale del genere umano, acciderbolina!
Infatti, a causa di un mortificante ed improvviso “blocco dello scrittore”, risalente a millenni e millenni prima, al quale era stata indifferentemente soggetta tutta la popolazione sudamericana, i Maya avevano smesso di sfornare profezie e si erano fermati pigramente al 21 dicembre 2012, data che tutti avevano interpretato come capolinea dell’esistenza terrena. L’apocalisse.
Era così iniziata una numerosa e quanto mai inquietante serie di suicidi ed omicidi, dettati dalla certezza di non avere più vita lunga e dalla paura di assistere ad un’imminente fine del mondo.
Inferno e Paradiso, situati rispettivamente sei milioni di metri sopra e sotto Gerusalemme, erano quindi stati presi prevedibilmente d’assalto, tanto da creare un’interminabile fila di anime, in attesa di essere smistate, evolutasi poi in un gigantesco Ingorgo Metafisico (fenomeno che non si manifestava più dalle crociate in Palestina. Periodo di cui il Capo di Beatrice non amava particolarmente parlare).
Eccoli dunque, l’angelo e il diavolo, inviati con la massima urgenza dai due Pezzi Grossi, che cercavano di porre rimedio alla questione.
-Cazzo! Ma quanto ci mette sto imbecille a scrivere due minchiate in croce?-
La povera Beatrice, evidentemente provata, iniziò a massaggiarsi con convinzione le tempie. -Per favore, potresti evitare di esprimerti in questa maniera, almeno per oggi?-
L’altro alzò un sopracciglio: ma si aspettava davvero che le desse retta? Lui era un diavolo, porca puttana! E, in quanto tale, aveva tutto il diritto d’imprecare, bestemmiare, blasfemare, schifezzare, oscenizzare e via dicendo di malvagità in malvagità. Altrimenti che gusto ci sarebbe stato, a stare dalla parte dei cattivi? Stava giusto per vomitarle addosso tutto il suo perfido risentimento, quand’ecco un’idea malsana si fece velocemente spazio nella sua piccola testolina contorta.
Con un gesto fluido si tirò allora in piedi e con due rapide falcate raggiunse l’angelo, ostentando i canini appuntiti nella smorfia più mefistofelica che il suo viso riusciva ad ottenere.
-Allora, che ne dici di non esprimerci affatto?- le domandò arrotolando con finta distrazione un suo ricciolo biondo attorno ad un dito artigliato.
Beatrice lo guardò senza capire. Oh anima ingenua!
-Prego?-
-Voglio dire…- continuò imperterrito Alichino spostando, con una rapidità che solo un diavolaccio come lui poteva vantare, una mano sulla schiena di lei fino a tirarsela completamente addosso -…che cosa ce ne importa della mummia qui, eh? Che ci sia allora, questa dannata apocalisse, tanto io e te siamo eterni: vivremo ancora indisturbati dopo che questa feccia umana sarà crepata…-
Le alitava ormai ogni parola nell’orecchio, tanto vicino che qualunque altro esemplare di genere femminile non avrebbe di certo resistito a quell’invitante profumo di vodka e liquirizia.
Ma, ahi voi cari lettori che speravate in questa blasfema relazione, Beatrice non era un comune esemplare femminile: era un angelo, casto, puro ed ingenuo in una maniera a dir poco snervante e quindi assolutamente immune a qualsivoglia tentazione. (Lo so, verrebbe davvero da dire “Ma che stelle!”).
-Mi dispiace ma non capisco davvero cosa tu intenda. In ogni caso, anche se lo trovo un gesto gentile parlarmi così vicino, ti avrei sentito lo stesso anche un po’ più in là…-
Alichino comunque, a cui piacevano particolarmente le sfide impossibili, ancora non si arrendeva e continuava stoico, passandole con lentezza studiata le mani ora sui divini fianchi ora sul consacrato culo.
-E dai, su, cosa c’è di male a lasciarsi un po’ andare per una volta? Tanto qui il mondo sta per finire, nella confusione non se ne accorgerà nessuno…-
-Di cosa?-
-Di noi due che… giochiamo…- L’unica strategia, il demone lo aveva realizzato solo in quel momento, era prenderla con l’inganno.
-Giochiamo? Oh! Sembra divertente! D’altronde è giusto che per una volta ci sia un po’ di pace tra angeli e demoni, che socializzino!-
Beatrice era entusiasta. Che piano geniale.
-Ma certo, socializzeremo parecchio, noi due. Che ne dici di chiudere gli occhi? Ti insegno un trucco carino…-
Beatrice obbedì senza esitazione, persuasa ormai del tutto delle presunte (ed assolutamente false) buone intenzioni dell’altro.
Alichino allora si avvicinò pianissimo al suo viso, pallido e perfetto come ci si aspettava fosse quello di un angelo, le contò una ad una le ciglia dei begl’occhi serrati ed assaporò col pensiero la gustosità di quelle splendide labbra in fiore. “Non male, per una santarellina.”
Era dunque a pochi centimetri da un bacio tanto storico quanto maledetto, quand’ecco una voce lo fece sobbalzare di tre metri.
-Finito!-
Era lui, l’orribile vecchietto. Ma non poteva terminare quella dannatissima profezia per esempio… vediamo… in qualsiasi altro momento, tanto per dirne una?
Era tutto tristemente sfumato. Niente bacio. Niente fighissimo peccato. Niente fine del mondo. Ma che rottura!

Qualche secolo dopo
Inferno
In uno dei gironi

-Ehi Alichino! Mi hanno detto che ritorni al Piano Di Sopra, come mai? Devi possedere qualcuno?-
Il demone alzò lo sguardo sull’amico Malacoda e sorrise, sempre più malvagio.
-No no, niente del genere. E’ solo che ho trovato particolarmente interessante lavorare con la concorrenza e vorrei rifare un tentativo-
Spiegò le ali da pipistrello pronto a spiccare il volo, poi però si voltò ancora.
-Ehi, ma secondo te, gli Assiri quando l’avevano programmata l’Apocalisse?-

* * * * * * * * *

N.B. Tutti i nomi, come è facilmente intuibile, sono stati presi dall'universo dantesco ed in particolare:
Beatrice è una delle guide di Dante nel Paradiso.
Alichino: è un diavolaccio della 5° bolgia (i barattieri) collegato alla figura di imbroglione di Arlecchino, nonché con un riferimento al peccato della lussuria.
Malacoda: E' il diavolo capo del girone sovracitato.

   
 
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