Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |      
Autore: DDaniele    20/02/2024    0 recensioni
Luke ha rapito Percy e lo costringe a partecipare ai raid con cui uccide e terrorizza i semidei del Campo Mezzosangue. Percy, che prima di essere tradito era innamorato di Luke, tenta di fermarlo. Ci riuscirà oppure Luke non può più essere salvato?
Nota: la storia riprende i personaggi e il canone della serie tv, inoltre contiene spoiler sul finale della Stagione 1.
Storia scritta per l'Easter Advent Calendar 2024 del gruppo Facebook "Hurt/Comfort Italia - Fanart and Fanfiction" usando la parola chiave 110: Treno.
Genere: Angst, Azione, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Annabeth Chase, Luke Castellan, Nuovo personaggio, Percy Jackson
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Aperto il portellone in fondo al passaggio, mi ritrovai sull’orlo dello spazio vuoto che si stagliava tra le due carrozze del treno. Esse erano unite da due ganci di ferro i quali, fuoriuscendo ciascuno dai lati opposti dei vagoni, si incontravano a metà strada e si incastravano l’uno nell’altro come abbracciandosi per tenere le carrozze collegate. Sotto di esse, il terreno sfrecciava veloce, solcato dai binari e dalle ruote del mezzo. Sollevato lo sguardo sul portello del vagone di fronte, vidi attraverso l’oblò in cima alla porta i due ragazzi che io e Luke stavamo cercando: essi indossavano le maglie arancioni recanti il pegaso in volo, simbolo del Campo Mezzosangue, e mi davano le spalle, la loro attenzione rivolta esclusivamente al mucchio di casse, alcune grandi e alcune più piccole, a cui facevano la guardia.
Dietro di me sentii Luke sporgersi oltre la mia spalla e notare anche lui i semidei. Poggiatomi il palmo di una mano sulla schiena, egli mi spinse con decisione sulla sinistra dello spazio vuoto per poi mettersi sulla destra, le scarpe sporgenti per metà sopra il terreno che sfrecciava ad alta velocità. Dopodiché mi afferrò il polso destro, stringendo la presa attorno al bracciale di bronzo celestiale che lui stesso mi aveva messo al braccio quando mi aveva rapito. La sua presa fece sbattere il metallo contro l’osso del mio polso, sul quale il bronzo risultò gelido. Fui scosso da un brivido. Luke fece ruotare il bracciale con fare nervoso, poi si voltò verso di me. I lineamenti del viso contratti, mi fece cenno con la testa che avremmo saltato lo spazio vuoto. Prendemmo dunque un passo di rincorsa e, datoci il giusto slancio, balzammo oltre l’intervallo tra le carrozze.
Mentre Luke atterrò con precisione al centro della piattaforma, io andai a sbattere volontariamente contro la parete in legno del vagone, sollevando un gran frastuono in modo da allertare i due semidei della presenza mia e di Luke. Inoltre, mentre Luke riprendeva l’equilibrio, liberai il braccio dalla sua presa e mi slanciai verso il portellone. Spalancatolo, corsi dentro verso i ragazzi che a loro volta stavano venendo nella mia direzione, probabilmente perché il rumore che avevo prodotto aveva attirato la loro attenzione.
“Scappate, è qui -”
“Sta’ zitto” gridò Luke entrando a sua volta nel vagone dietro di me. Parlò digrignando i denti e sollevando la mano destra verso il mio bracciale, in modo da attivarlo.
Fui attraversato da un lampo d’elettricità simile a quello di un taser. Il bracciale ronzò mentre rilasciava energia per il mio corpo. La bocca mi si richiuse con uno schiocco, facendomi espellere l’aria che avevo nei polmoni. Mi portai la mano sinistra sul bracciale in un tentativo istintivo ma disperato di bloccare l’elettricità, ma senza successo. Le mie ginocchia cedettero e caddi bocconi sul pavimento. Serrai forte i denti per contrastare il dolore, al punto che sentii il sapore ferroso di una punta di sangue.
I semidei sguainarono le spade che portavano ai fianchi e le sollevarono in direzione di Luke. Questi mi girò intorno piantandosi ritto dinanzi a me.
“Abbandonate il carico e vi risparmierò.”
“Mai” risposero all’unisono e si lanciarono contro Luke l’uno da destra e l’altro da sinistra. Luke non si scompose e sguainò in un istante Backbiter, la sua spada a doppia lama in bronzo celestiale e in acciaio temperato, e parò l’affondo simultaneo degli avversari usando il piatto dell’arma. I semidei indietreggiarono con un guizzo delle gambe, per tenersi a distanza nel caso Luke si fosse avventato contro di loro. Essi si separarono cercando di porsi l’uno di fronte e l’altro alle spalle di Luke chiudendolo in una morsa a tenaglia, ma Luke mantenne breve la distanza tra loro sfruttando a suo vantaggio le dimensioni ridotte della carrozza. Fallito questo tentativo, i ragazzi ritornarono fianco a fianco. Luke li lasciò fare con un sorriso beffardo a increspargli le labbra.
“Avete finito?” li incalzò.
Il semidio a sinistra strinse la presa attorno all’elsa e si slanciò verso Luke, l’arma sollevata al di sopra della spalla. Luke sbuffò soddisfatto di essere riuscito a provocarlo e balzò a sua volta contro il nemico. Le spade si incontrarono a mezz’aria, producendo un cozzare metallico che riverberò smuovendo l’aria altrimenti immobile all’interno del vagone.
Ora che Luke era impegnato nella lotta, il bracciale smise di farmi male. Sollevato lo sguardo verso i combattenti, fui colto da un senso di vertigine. Mi sentii sul punto di rimettere. Mi portai la mano alla bocca per fermare il conato che mi risaliva dallo stomaco. Al centro del vagone, Luke e il ragazzo del Campo Mezzosangue si davano battaglia, muovendosi in tondo come impegnati in una danza. Di tanto in tanto, Luke riuscì a far inciampare il nemico contro le casse che ingombravano gli angoli della carrozza.
Nel frattempo, l’altro ragazzo si era avvicinato a uno scaffale posto sul muro destro del vagone. Su di esso si trovava una scatola in legno di forma rettangolare e dall’aspetto leggero. Probabilmente conteneva le spade in bronzo celestiale di cui Luke intendeva impossessarsi. Il semidio prese la scatola sotto braccio e tentò di avvicinarsi non visto al portello della carrozza, dietro cui il treno terminava. Purtroppo, però, non riuscì nel suo intento.
“Non credere di poter fuggire” gli urlò Luke.
Il ragazzo che lo teneva impegnato nella lotta rinnovò l’attacco per distrarlo, ma Luke non glielo permise: mentre il semidio diede un affondo con la spada, Luke si mosse a sinistra schivandolo e mettendosi sul suo lato scoperto, dopodiché gli assestò una ginocchiata sulla bocca dello stomaco. Il nemico mugolò e crollò a terra. Luke sollevò Backbiter e fece per abbatterla contro di lui.
Facendo appello a tutte le mie forze, mi alzai in piedi e mi frapposi tra il semidio e Luke. Quest’ultimo sgranò gli occhi sorpreso e al contempo spaventato. Ormai aveva impresso troppa forza al suo colpo e non poteva fermare la spada, ciò nonostante riuscì a ruotare l’elsa muovendo verso di me non più il taglio bensì il piatto della lama: l’arma mi colpì a un fianco e venni scagliato contro le casse.
Luke ululò di rabbia. I semidei approfittarono della confusione per gettarsi giù dal treno in corsa con le spade.
Luke lanciò Backbiter sul pavimento e, inginocchiatosi, batté i pugni a terra.
“Mi ucciderà. Kronos mi ucciderà per aver fallito” gridò. Scosso da brividi di paura, si accasciò.
“Perché mi hai ostacolato?” gridò dopo aver ripreso le forze. Dal canto mio, mi sentivo ancora frastornato dalla caduta. Sul torace, schiantatosi contro le casse, avvertii il dolore come di aghi che mi penetravano nella carne, ma resistei al dolore e sghignazzai soddisfatto. Luke, adesso ancora più in collera, si trasse in piedi e mi si avvicinò.
“Ti farò collaborare, in un modo o nell’altro” mi minacciò. Nel frattempo mi afferrò per la schiena e mi strattonò all’indietro per rimettermi in piedi. Provai un dolore acuto, ma non glielo diedi a vedere.
“Intanto non ci sei ancora riuscito. E dire che hai fatto del tuo peggio” gli risposi indicandogli il bracciale che portavo al polso.
Senza ribattere, Luke mi afferrò per il braccio e mi strattonò verso una mensola dove si trovava una cassetta del pronto soccorso, probabilmente portata dai ragazzi del Campo Mezzosangue, e ne trasse una bomboletta di ghiaccio spray, simile a quella che i mortali usano per trattare le contusioni degli atleti che caracollano a terra. Dopodiché mi tolse con un gesto brusco la maglia a motivo militare che indossavo, scoprendo il mio petto sul quale già iniziavano a comparire i segni nerastri dei lividi.
“Servo Kronos per il bene di tutti noi. Schiacciati gli dei, saremo liberi. Potremo condurre la vita che vorremo. So che hai capito la mia posizione, sei solo troppo testardo per ammettere che hai torto.”
Feci per rispondergli, ma Luke mi passò la mano sulle contusioni e rabbrividii. Mi ricordò le tante volte in cui mi aveva toccato con affetto quando eravamo stati insieme, e al contatto con la sua pelle la mia memoria muscolare come si riattivò, cercando istintivamente il tocco delle sue dita. Con rammarico, mi sforzai di non assecondare quell’impulso, anzi opposi una forte resistenza contraendo i muscoli contro le dita di Luke che si mossero su e giù per il mio torace.
Luke si fece improvvisamente silenzioso. Certo di aver avuto la meglio su di lui, sollevai lo sguardo sul suo viso. I suoi occhi, velati di lacrime, mi sembrarono sofferenti come quando mi aveva rapito dal Campo Mezzosangue.
 
Ero appena tornato dal Monte Olimpo, dove avevo riconsegnato la folgore a Zeus.
“Sei stato tu a rubare la folgore” gli avevo detto mentre ci trovavamo, soli, in un boschetto all’interno del Campo. In cielo scoppiavano i fuochi d’artificio per celebrare il successo della mia missione.
“Volevi scatenare una guerra tra Poseidone, Ade e Zeus. Hai incolpato me del furto, ho rischiato la vita più volte per causa tua. Perché hai fatto tutto questo?”
Luke aveva gli occhi umidi di lacrime. Attraverso di esse, comprendevo che Luke aveva sofferto moltissimo nel mettere a repentaglio la mia vita. Eppure, per quanto avesse sofferto, rimaneva il fatto che mi aveva messo in pericolo.
“Perché lo hai fatto?” lo avevo incalzato impaziente.
Luke mi si era avvicinato con passi incerti e vacillanti. Avevo sguainato Riptide, che era apparsa nella mia mano producendo un sibilo metallico e un bagliore giallastro. Avrei dovuto usarla per difendermi da Luke, ora che sapevo che non potevo fidarmi di lui. Ciò nonostante, quando Luke mi si piazzò davanti, avevo fatto cadere Riptide a terra. La lama aveva colpito il soffice terreno. Amavo Luke. Non avrei mai potuto fargli del male.
Luke mi aveva accarezzato la guancia destra. Era un gesto con cui mi dimostrava la tenerezza che provava per me. Avevo strusciato la guancia morbida contro la pelle più dura delle sue mani. Lui mi aveva baciato sulle labbra.
“Sono venuto a reclutarti per conto di Kronos, il mio signore” aveva bisbigliato mentre allontanava le labbra dalle mie.
“Cosa?” avevo risposto incredulo.
“Fidati di me, andrà tutto bene.”
Con uno scatto repentino, avevo allungato la mano per riprendere Riptide dalla tasca dove mi era riapparsa. Luke mi aveva afferrato il braccio e me lo aveva torso dietro la schiena. Avevo ululato di dolore.
Una daga sottile era volata verso il viso di Luke. Questi l’aveva schivata con un movimento fluido della testa.
“Fermo” gli aveva intimato Annabeth comparendo di fronte a noi dopo aver annullato il suo incantesimo dell’invisibilità.
Luke aveva grugnito infastidito.
“Come volete, passiamo alle maniere forti.”
Luke mi si era parato di nuovo davanti tenendomi sempre per il braccio. Aveva schioccato le dita della mano libera e nell’aria sopra il suo palmo era apparso un bracciale. Realizzato in bronzo celestiale, l’oggetto avevo pulsato di una forza sconosciuta ma palesemente maligna. Luke lo aveva afferrato e aperto.
Per quanto mi fossi divincolato, Luke non aveva mollato la presa, rimanendo impassibile come se nemmeno avesse notato il mio tentativo di resistenza. Annabeth era tornata invisibile. Si era avvicinata a Luke correndo in varie direzioni in modo da confonderlo, ma prima che lei potesse colpirlo Luke aveva mosso la mano con cui teneva il bracciale verso il punto esatto in cui si era trovata in quel momento Annabeth. Questa era stata colpita da un muro d’aria che l’aveva fatta volare all’indietro di diversi metri. Era caduta accasciata contro il tronco di un albero.
“Annabeth!” avevo gridato.
“Non farlo” avevo scongiurato Luke.
Le sue labbra si erano increspate a disegnare un ghigno divertito.
Aveva calato la mano.
Il bracciale mi si era chiuso intorno al polso.
Avevo urlato forse per minuti. Un lampo di energia mi aveva trapassato, facendomi espellere l’aria dai polmoni e risucchiandomi ogni forza che avevo in corpo. Le ginocchia mi erano crollate ed ero caduto bocconi a terra come una marionetta alla quale avessero reciso i fili che la guidavano.
“È solo una misura temporanea” mi aveva detto Luke dopo essersi abbassato su di me, il viso vicinissimo al mio. “Allora capirai tutto quello che ho fatto e capirai come mai prima d’ora quanto sia grande l’amore che provo per me.”
Luke mi aveva baciato serrando di nuovo le sue labbra sulle mie. Avrei voluto ritrarmi e attaccarlo, ma non ne avevo avuto la forza: avevo soltanto rantolato, un suono sordo che mi era morto in gola.
Luke mi aveva caricato su di una spalla come aveva fatto spesso prima d’ora, in genere quando voleva portarmi in infermiera dopo una sessione di allenamento oppure se voleva condurmi nella sua tenda.
Aveva evocato dal nulla Backbiter e con la lama aveva tracciato nell’aria due segni verticali uniti al centro da un taglio orizzontale: dinanzi a noi si era ricavata un’apertura, simile a uno squarcio nello spazio. Da essa era filtrata una corrente d’aria, proveniente da chissà dove.
“Annabeth…” avevo mugugnato con le uniche energie rimastemi. Luke non aveva fatto caso a me, ma aveva cominciato a correre verso il portale.
“Annabeth…” avevo ripetuto. L’ironia della situazione mi aveva colpito: avevo voluto che la mia migliore amica mi salvasse dal mio fidanzato, il ragazzo di cui anche lei era innamorata, eppure mi aveva supportato con una sincerità commovente quando le avevo svelato che anch’io mi ero invaghito di Luke. Che sciocco ero stato. Annabeth non si era mossa, ancora stordita contro l’albero. Luke aveva attraversato il varco e tutto si era fatto buio.
 
Tornai alla realtà quando sentii sulla pelle il freddo intenso dello spray. Sorpreso, sussultai sul posto mentre Luke si era abbassato sulle ginocchia e studiava con attenzione le mie ferite prima di passarvi sopra il ghiaccio. Per un istante, ricordai con nostalgia le cure che Luke mi prodigava quando eravamo al Campo, la premura che aveva fatto sì che mi innamorassi di lui.
“Fuggiamo insieme” gli dissi rompendo il silenzio che era sceso tra noi.
Luke rimase immobile per qualche secondo, dopodiché sollevò il viso verso di me. I suoi occhi erano di nuovo umidi di lacrime come lo erano stati poco prima. Nonostante le cattiverie che mi aveva fatto dopo che mi aveva mostrato la sua vera natura, sapevo che Luke era, molto semplicemente, spaventato. Il piano di rovesciare gli dei dell’Olimpo, il quale aveva abbracciato all’inizio con entusiasmo e convinzione, lo aveva disgustato, e se ancora obbediva a Kronos era solo per paura.
“Ci muoveremo costantemente. Non ci troverà mai, saremo al sicuro” gli dissi prendendogli il viso tra le mani. Sapevo che potevo convincerlo, che dovevo salvarlo: il vecchio Luke, il consigliere del Campo Mezzosangue di cui mi era innamorato, esisteva ancora da qualche parte: spettava a me risvegliarlo. Lo potevo scorgere nei suoi occhi, che mi imploravano, mi scongiuravano di aiutarlo.
Il Luke che avevo davanti, tuttavia, schioccò le dita infastidito. All’istante il bracciale mi diede una breve scossa.
“Impara a stare al tuo posto” mi disse e mi gettò la maglia. La presi al volo e me la infilai.
Luke riprese Backbiter e riaprì il portale, dopodiché mi diede un colpo in testa con l’elsa. Persi l’equilibrio e lui mi prese al volo con un braccio.
“Preoccupati di cosa il nostro padrone Kronos ti farà non appena saprà della tua ennesima insubordinazione. Sei fortunato che ha bisogno di te.”
Stordito dal colpo, non riuscii a ribattere. Luke si incamminò verso il portale e lo attraversammo.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: DDaniele