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Autore: Ortensia_    22/02/2024    0 recensioni
Appena si affacciò sul corridoio, si stupì di vedere che una luce calda rischiarava una piccola porzione dello stesso.
Esitò per qualche istante, poi mosse i primi passi verso quel chiarore, avanzando lentamente: forse anche Thoma era stato svegliato dal temporale e si era messo a trafficare in attesa che quel ringhio infernale si acquietasse.
Quando arrivò davanti alla cucina, da dove proveniva quella luce infuocata tanto simile a un tramonto, Chiori rimase stupita di trovarvi Ayato.
Genere: Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chiori, Kamisato Ayato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ciò che resta nella notte
「───────   ˗ˋˏ    ˎˊ˗   ───────」







    Chiori non era più abituata agli scoppi improvvisi dei tuoni durante la notte.
    La pioggia di Fontaine, anche nel caso di un forte temporale, sapeva essere discreta, scivolava fra le tegole e ricopriva i tetti con la stessa, delicata aderenza di un velo di seta, e il suo picchiettio ovattato, senza tuoni e senza fulmini, conciliava il sonno piuttosto che intralciarlo.
    Si mise a sedere, sospirando indispettita quando un lampo illuminò la stanza a giorno: uno dei tanti motivi per cui aveva lasciato Inazuma senza mai voltarsi indietro.
    Per un po’ restò così, seduta nel buio, pietrificata da quel rombo lontano e continuo che, a sentirlo bene, dava l’impressione di appartenere a una bestia infernale. Se si fosse trattenuta troppo ad ascoltarlo, quel suono le si sarebbe infilato sotto pelle e non sarebbe più riuscita a toglierselo di dosso per un po’, forse l’avrebbe addirittura seguita fino a Fontaine, come un’ombra funesta.
    Si alzò, ringraziando di essere stata tanto previdente da portare con sé un paio di corpetti da imbastire. Ayaka aveva lodato il suo zelo, ma le aveva anche ricordato che quella era una vacanza e che meritava una pausa, ma come si poteva riposare con un nubifragio simile sulla propria testa?
    Probabilmente, fra una bancarella e un’escursione, non avrebbe avuto il tempo di lavorare durante il giorno, ma in quel momento in cui la residenza dei Kamisato era immersa nel buio e lei era l’unica sveglia avere un pezzo di stoffa su cui mettere le mani si sarebbe rivelato provvidenziale. Cucire l’avrebbe senz’altro aiutata a scuotersi di dosso quella spiacevole sensazione di rigidità inflittale dal temporale.
    Recuperò ago e filo e uno dei corpetti e uscì dalla camera degli ospiti.
        Appena si affacciò sul corridoio, si stupì di vedere che una luce calda rischiarava una piccola porzione dello stesso.
    Esitò per qualche istante, poi mosse i primi passi verso quel chiarore, avanzando lentamente: forse anche Thoma era stato svegliato dal temporale e si era messo a trafficare in attesa che quel ringhio infernale si acquietasse.
    Quando arrivò davanti alla cucina, da dove proveniva quella luce infuocata tanto simile a un tramonto, Chiori rimase stupita di trovarvi Ayato. Doveva essere rientrato da poco, perché anche se era seduto vicino al kotatsu era fradicio.
    Il suo primo istinto fu quello di ritirarsi nel buio e fare marcia indietro fino in camera, ma lui sollevò il viso, inchiodandola con lo sguardo. Uno sguardo di una trasparenza disarmante, stanco e malinconico.
    «Non riesci a dormire?» indovinò lui.
    «Non si saluta?» Chiori attraversò il fascio di luce, varcando la soglia della cucina con silenziosa discrezione.
    Ayato distese le labbra in un sorriso sottile. «Hai ragione, che maleducato.»
    Dopotutto non doveva neppure trovarsi lì. Quando Chiori era arrivata a Inazuma, infatti, lui era già partito e, secondo Ayaka, sarebbe ritornato soltanto la settimana dopo, tempo in cui Chiori sarebbe stata nuovamente inghiottita dalle nappe e dalle stoffe pregiate del suo negozio.
    «Non avevi un incontro diplomatico a cui presenziare?» gli domandò mentre si inginocchiava su uno zabuton in paglia di riso, poggiando il corpetto e gli strumenti del mestiere sul kotatsu.
    «Sì» rispose lui mentre tentava di sganciare il coprispalla, le labbra distese in una smorfia, «pare che dovrà aspettare…»
    Qualcosa non andava. Chiori aveva percepito chiaramente una nota stonata nella sua voce, troppo flebile anche per qualcuno che parlava piano per non rischiare di svegliare gli altri ospiti della casa.
    Osservandolo meglio, ebbe il presentimento che quelle sulla sua fronte non fossero soltanto gocce d’acqua, ma anche di sudore.
    «Sei dolorante» constatò poco dopo.
    Ayato le sorrise, ma, di nuovo, il suo volto contratto le ricordò più una maschera di dolore.
    «Non è così grave.»
    Quando lo vide affaticarsi per sfilare il soprabito, Chiori capì. Si era già alzata quando notò il sangue sul kimono, in corrispondenza della spalla sinistra.
    Si chinò accanto a lui per aiutarlo a sbarazzarsi definitivamente del soprabito e vide che sul tatami c’erano un panno pulito, delle garze e una bottiglia di sakè.
    «Ce la faccio…» disse Ayato, la voce ridotta a un filo.
    «Non essere stupido» gli intimò lei, cominciando a sciogliere l’intreccio del suo kimono, «lascia che ti aiuti.»
    Debole e dolorante com’era, Ayato non si oppose più e si arrese all’insolita apprensione dell’altra.
    Quando, spogliato del kimono, l’aria fredda gli lambì la ferita, dovette stringere i denti per sopperire al dolore e non perdere il controllo del proprio respiro.
    Chiori, che nel frattempo aveva bagnato il panno con il sakè, cominciò a ripulire il sangue sul braccio, avvicinandosi sempre di più ai margini dello squarcio.
    Faceva male e l’alcol bruciava a contatto con la carne aperta, ma le minuscole dita di Chiori erano delicate come una carezza benché lei avesse un’espressione contrariata in volto.
    «Non è così grave?» lo rimproverò quando ebbe ripulito abbastanza sangue per rendersi conto della profondità della ferita. «Servono dei punti, qui.»
    «Allora ricucimi…» le disse Ayato, un sorriso da disperato a increspargli le labbra sottili.
    Chiori inarcò le sopracciglia, stupita, e per un momento si chiese se quella bottiglia di sakè non fosse mezza vuota perché l’aveva bevuto lui, ma Ayato non puzzava affatto di alcol. O meglio, ora che lo aveva spogliato e disinfettato sentiva chiaramente l’odore pungente del sangue e del riso fermentato nelle narici, ma mischiato a quello avvertiva anche un sentore dolce, di fiori e di pioggia, lo stesso che l’aveva accolta quando era entrata nella stanza.
    «Farà male» lo avvertì lei.
    «Il sakè ha aiutato, va già meglio.»
    Se non fosse stato per il fatto che aveva riacquistato un po’ di voce, Chiori non gli avrebbe creduto.







        L’aveva guardata con attenzione per tutto il tempo, approfittando del fatto che fosse completamente concentrata a ricucirgli la ferita, il viso adorabilmente corrucciato e quelle dita sottili aggrappate al suo braccio con fragile delicatezza.
    Ayato aveva stretto i denti alle prime punture dell’ago, ma poi si era abituato e il dolore era diventato semplice intorpidimento. A un certo punto aveva finito per concentrarsi soltanto sul tocco attento di Chiori, che aveva mitigato perfino l’insensibilità, permettendogli di avvertire chiaramente il solletico del filo attraverso la pelle senza provare alcun dolore.
    «Resterà la cicatrice?» le chiese quando la vide tagliare il filo.
    «Di che ti preoccupi?» ribatté Chiori con aria indifferente mentre riponeva le forbici sul kotatsu. «Tanto hai già un sacco di rughe.»
    Ayato si lasciò sfuggire una risata cristallina, così genuina che Chiori non poté fare a meno di guardarlo e rallegrarsi all’idea che stesse meglio, seppur mantenendo un’espressione neutra in volto.
    «Comunque ho fatto un ottimo lavoro» esordì al terzo giro di benda attorno al suo braccio. «Non rimarrà alcuna cicatrice» concluse tagliando l’eccesso della garza.
    Ayato le rivolse un sorriso affabile, gli occhi viola adombrati dalle ciglia scure. «Peccato, speravo di avere un tuo ricordo sulla pelle.»
    Chiori lo guardò senza dire una parola. Ayato ebbe l’impressione che volesse scrutargli nell’anima, ma non si scompose, almeno finché lei non allungò una mano e gli sfiorò il neo sotto il labbro con un dito.
    Restarono così per un po’, poi Chiori mosse un passo verso di lui, che chinò il viso.
    Le loro labbra si accarezzarono, si strinsero, la mano di Ayato posata delicatamente dietro la testa di Chiori e quella di lei ancora sul suo viso.
    Il calore che si sprigionò da quel contatto fugace inebriò entrambi, ma nessuno dei due ebbe il coraggio di spingersi più in là.
    Chiori arretrò di un passo, lo stesso che fino a poco prima li aveva uniti.
    «Non uscirà di qui» gli sussurrò risoluta, guardandolo dritto negli occhi. «Meglio ancora: non ricapiterà più.»
    Ayato le sorrise dolcemente, annuendo in segno di assenso.







    Da quel bacio in poi, Ayato si assicurò di essere a casa ogni volta che Chiori veniva a trovarli.
    Quando scendeva la notte, che ci fosse o meno il temporale, Chiori restava sveglia ad aspettarlo, così che potessero commettere di nuovo quell’errore.
    Goccia per goccia, tuono per tuono, con quel profumo di fiori e di pioggia che riempiva il buio.
    Ancora, ancora e ancora.






  ɴᴏᴛᴇ ᴀᴜᴛʀɪᴄᴇ 
Questi due mi solleticano l’anima dalla loro prima interazione nell’evento Roses and Muskets, ma a essere onesta non credevo sarei riuscita a scrivere qualcosa su di loro così presto!
Normalmente avrei aspettato di avere un po’ più di materiale su cui lavorare, ma, giuro, due misere linee di dialogo sono state più che sufficienti per tirarmi dentro e farmi annusare le potenzialità di un tipo di dinamica che personalmente adoro. Per esperienza pregressa su Twitter, ammetto di avere un po’ di ansietta perché ho notato che è una ship decisamente poco apprezzata, ma confido nell’intelligenza dei miei lettori

In realtà l’idea per questa shot mi era già venuta qualche settimana fa, ma poi avevo lasciato perdere… alla fine però ieri sera per qualche motivo si è ripresentata, così oggi mi sono messa a lavoro (e non potevo scegliere giornata più adatta visto che sta piovendo a dirotto da questa mattina!)
E, a proposito, ringrazio tutte le colleghe e amiche che si sono prodigate per far approvare Chiori come personaggio nel giro di una mattinata così che io potessi già pubblicare oggi, vi si ama ehe

Ultimamente mi sto concentrando su altri fandom Tokyo Revengers mia nuova droga, ma qualcosina di Genshin in cantiera ancora c’è, quindi… alla prossima! ♥‬

   
 
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