Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Stria93    24/02/2024    1 recensioni
Raccolta di cinque brevi storie ambientate tra la prima e la seconda parte della terza stagione.
Eren si è preso un'influenza coi fiocchi ed è costretto a un periodo di riposo forzato. E quando si sta male non c'è niente di meglio che essere circondati dagli amici. Così dicono...
Capitolo 1 – Mikasa
Capitolo 2 - Armin
Genere: Commedia, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Eren Jaeger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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mikasa

Mikasa




- Eren! Come ti senti? -
Rapida come un fulmine, Mikasa attraversò la stanza e sedette sul bordo del letto, studiando il ragazzo con occhio attento e vagamente spiritato a causa dell'ansia.
- Hai mal di testa? Mal di stomaco? Ma di gola? Nausea? Vertigini? -
Eren alzò le mani nel tentativo di rassicurare la giovane e arginare quell'ondata soverchiante di domande. - Mikasa, non devi preoccuparti, davvero. Io sto... -
Lei non lo lasciò neanche finire e gli posò un palmo sulla fronte.
- Sei molto caldo, hai ancora la febbre. - sentenziò in tono grave. - Dobbiamo abbassarti la temperatura. -
Iniziò a rovistare in una capiente borsa a tracolla che Eren non aveva notato fino a quel momento. Ne estrasse un involto di tessuto riempito di ghiaccio e glielo depose sul capo.
- Ehi, Mikasa! Non serve che tu... -
Ma il tentativo di ribellione venne puntualmente stroncato da un violento accesso di tosse.
La ragazza scosse la testa. - Non è un buon segno. Il Dottor Jaeger diceva che in questi casi potrebbero essere a rischio i polmoni. -
Eren cercò di riprendere fiato tra uno spasmo e l'altro. - Mikasa, ho solo un maledetto raffreddore. Non ha senso allarmarsi così. -
La giovane lo guardò severamente. - Ha senso eccome, invece. - ribatté decisa. - Non devi trascurare la tua salute, Eren. So che vuoi ricominciare al più presto ad allenarti e migliorare l'indurimento per chiudere la breccia nel Wall Maria, ma se non riposi come si deve, rischi di peggiorare la situazione e prolungare ancora di più il periodo che dovrai passare a letto, oltre a danneggiare il tuo fisico. -
Suo malgrado, Eren dovette riconoscere la logica insita nella predica dell'amica. Inoltre, la prospettiva che quella prigionia si protraesse costituiva un ottimo deterrente e una leva efficacissima per indurlo a più miti consigli.
- Mi dispiace. - sospirò, lasciandosi ricadere indietro sui cuscini.
- Non fa niente. - rispose la ragazza, rimettendosi a trafficare con gli oggetti all'interno della borsa. - L'importante è curarti a dovere e fortunatamente qui ho tutto ciò che serve. -
Estrasse un vasetto di vetro contenente una sostanza vischiosa e verdastra.
- Togliti la maglia. - ordinò.
Eren strabuzzò gli occhi e si sentì avvampare. - Come, scusa? -
- Devo massaggiarti questo sul petto. -
- Posso farlo da solo. - protestò il ragazzo. - Non sono un bambino. -
- Allora smettila di fare tutte queste storie. - replicò Mikasa. - Stai molto male e sei indebolito dalla febbre. Per una volta metti da parte l'orgoglio e lascia che mi prenda cura di te. -
Con una certa riluttanza unita a una buona dose di imbarazzo di cui tuttavia non seppe individuare la fonte, Eren si sfilò la casacca, rimanendo a torso nudo.
Mikasa avvertì un lieve fremito percorrerle il corpo e concentrò tutta la sua attenzione sul vasetto di unguento. Svitò il coperchio e un intenso profumo di erbe balsamiche si sprigionò nell'aria. Eren lo identificò all'istante. Era un aroma inconfondibile che apparteneva alla sua infanzia e aveva attraversato lo spazio e il tempo per giungere intatto fin lì, esattamente uguale a come lo ricordava. Profumo di casa e di cure amorevoli.
- Ma questo... non sarà... -
Mikasa annuì, accennando un sorriso mesto. Era sicura che l'avrebbe riconosciuto. - Sì, è il vecchio rimedio di tuo padre. -
Eren le rivolse un'occhiata sorpresa. - L'hai preparato tu? -
L'amica si strinse nelle spalle. - Un giorno gli chiesi la ricetta e lui mi insegnò l'intero procedimento. Memorizzai tutto, così se in futuro ne avessimo avuto bisogno, avrei saputo come prepararlo. Non è poi così difficile,sai. Le erbe medicinali che occorrono sono piuttosto comuni. -
Eren non rispose, ancora una volta meravigliato dalle doti e dalla lungimiranza di Mikasa. A lui non era mai venuto in mente. Pur sapendo quanto abile fosse suo padre nell'esercitare la propria professione, non aveva mai pensato di chiedergli qualcosa riguardo alla preparazione dei medicamenti. A quel tempo, i suoi pensieri erano molto più attratti dall'ignoto oltre le Mura piuttosto che dalle piccole cose che costituivano la sua pacifica, banale quotidianità.
Una quotidianità che aveva erroneamente dato per scontata, finanche a detestarne la monotonia. Prima che questa venisse brutalmente calpestata dai Giganti. Ora, doveva ammetterlo, se ne vergognava. Se solo avesse potuto riavere indietro ciò che da bambino aveva tanto rifuggito...
Mikasa immerse le dita nel barattolino e iniziò a spalmare l'unguento sul torace del giovane che sussultò a quel contatto.
- Va tutto bene? -
- Uhm, sì, è solo che... be', è freddo. - tartagliò il ragazzo.
- Capisco. -
Gli massaggiò il petto con movimenti ampi e circolari, come il Dottor Jaeger le aveva insegnato, sforzandosi di ignorare le sensazioni che sentiva germogliare e fiorire prepotentemente dentro di sé mentre i suoi palmi scorrevano sopra la pelle di Eren, bollente di febbre. Gli anni di addestramento avevano scolpito i suoi muscoli, trasformando il ragazzino dal fisico nervoso in un adolescente prestante e robusto che presto sarebbe diventato un giovane uomo indiscutibilmente attraente. Lo amava fin dall'infanzia, ma ora quel sentimento aveva assunto una forma nuova, più dirompente e viscerale. Una forma selvaggia e dotata di denti, che talvolta le mordeva l'anima.
Prese un inspiro profondo nel tentativo di schiarire la mente e tenere a bada la parte più intima e femminile di sé che ruggiva a gran voce desideri inconfessabili.
- In realtà l'hai sempre fatto. - mormorò Eren, all'improvviso, distogliendola dal conflitto interiore con la propria libido.
Mikasa smise di frizionargli il petto e alzò lo sguardo. - A cosa ti riferisci? -
Il giovane distolse il proprio, prendendo a fissare un punto imprecisato della camera. - Ti sei sempre presa cura di me, fin da quando ci siamo incontrati da bambini. Inutile negarlo: sei sempre stata tu a proteggermi. Ogni volta. -
- Eren, questo non è vero. - La ragazza arrossì, schermendosi. - Tu mi hai salvata. Non sarei qui se non fosse per te. -
Lui serrò la mascella e con una mossa improvvisa avvolse le dita intorno al polso di Mikasa, facendo pressione per sollevare il busto fino a ritrovarsi ad un soffio dal suo viso.
- Eren?! -
- Non capisci? Volevo diventare forte. - continuò lui, ignorando l'effetto che quell'improvvisa vicinanza aveva prodotto sull'amica. - Forte abbastanza perché tu potessi guardarmi con ammirazione e considerarmi al tuo livello, senza che ti sentissi più in dovere di correre in mio aiuto e tirarmi fuori dai guai. E invece ancora una volta mi ritrovo a non poter fare altro che contare su di te. -
Spiazzata e incerta su come replicare, Mikasa optò per un silenzio evasivo. La presa sul polso bruciava come se la stesse ustionando e poteva intravedere il proprio riflesso sconcertato negli occhi di Eren. A un tratto, lei stessa si sentiva divorata dalla febbre e la gola le si era prosciugata al punto che non sarebbe riuscita ad emettere un suono neanche se l'avesse voluto. Non era abituata a sentirlo parlare così apertamente. Forse l'ipertermia lo aveva indotto al delirio. Aveva sentito di casi in cui la temperatura corporea troppo alta comprometteva le facoltà di raziocinio del malato.
Tuttavia, la necessità di trovare una risposta adeguata si volatilizzò nel momento in cui la porta si socchiuse e una voce gentile fece capolino nella stanza.
- Eren, sei sveglio? Il Capitano Levi mi ha detto di portarti la cen... Uh? -
Armin sostava sull'uscio, con un vassoio tra le mani.
I suoi occhi saettarono dal rossore che imporporava le gote di entrambi alle mani di Mikasa ancora poggiate sul petto nudo di Eren, lucido di unguento. Ovviamente non gli sfuggì il dettaglio del polso della giovane stretto fra le dita di lui e la vicinanza decisamente eccessiva tra i due.
I volti paonazzi nella stanza aumentarono di un'unità.
- Ah, scusatemi tanto! Non volevo interrompervi! Me ne vado subito. -
Mikasa tolse di scatto le mani dal torace di Eren. Nonostante l'innocenza delle sue intenzioni, poteva capire quanto quella scena risultasse equivocabile. Lei stessa si era abbandonata a fantasticherie innegabilmente audaci giusto un attimo prima e il suo battito cardiaco ancora non accennava a rallentare. Seppure in buona fede, non poté evitare di sentirsi colta in flagrante e provò a spiegarsi. - Armin, aspetta. Non è come pensi! -
- N-non penso proprio niente! Cosa dovrei pensare? Comunque, lascio qui la cena. Assicurati che Eren mangi qualcosa. -
Il ragazzo biondo depose il vassoio sul tavolo accanto alla finestra, stando ben attento a non lasciar cadere lo sguardo sulla coppia seduta sul letto dopodiché schizzò via sbattendosi la porta alle spalle, rosso come un peperone maturo.
- Ma che diavolo gli è preso? - fece Eren, confuso.
Mikasa gli restituì uno sguardo incredulo. - Davvero non l'hai capito? -
L'altro scrollò le spalle. - Forse doveva andare in bagno? -
La ragazza sospirò, rassegnata. Inutile aspettarsi che quel testone afferrasse il senso del comportamento di Armin o cogliesse l'ambiguità della situazione in cui egli li aveva sorpresi. Più tardi avrebbe chiarito il malinteso con il biondo ma la totale insensibilità (o meglio, ottusità) di Eren quando si trattava di quel genere di cose, finiva inevitabilmente per ferirla.
Eppure i sentimenti che nutriva per lui non sarebbero mai mutati. Di questo era certa. Una certezza che ardeva come una fiamma inestinguibile nel suo cuore fin da quel fatidico giorno in cui, ancora bambino, Eren l'aveva spronata a combattere per la propria vita. Chissà, forse in un futuro più o meno lontano lui avrebbe finalmente capito. Oppure, più verosimilmente, le sarebbe toccato raccogliere il coraggio a due mani e dichiararsi senza troppi giri di parole. Prima o poi...
- Sì, - rispose seccamente, riprendendo a strofinare l'unguento e mettendoci forse un po' più forza del necessario. La poesia di poco prima ormai evaporata. - Probabilmente hai ragione. Doveva andare in bagno. -



N.d.A.


Ciao a tutti! Rieccomi con un nuovo progetto!
Stavolta siamo decisamente su altri toni ma ammetto di essermi divertita molto nell'immaginare questi brevi scenari slice-of-life che vedono coinvolti Eren e gli altri, anche se non mancheranno momenti dal gusto un po' più amaro. D'altra parte, stiamo pur sempre parlando di SNK...
Purtroppo la domanda: “Ma i portatori dei Nove Giganti possono ammalarsi?” mi è venuta in mente praticamente a storie già concluse e quindi no, non ho intenzione di ritrattare. Vi prego di concedermi una piccola licenza, che poi sarebbe anche la conditio sine qua non che regge l'intera raccolta.
Mi auguro che vi possiate divertire tanto quanto mi sono divertita io nella stesura di ogni capitolo e se riuscirò a strapparvi almeno un sorriso, mi potrò ritenere più che soddisfatta.
Questa prima storia è stata la più difficile e anche la meno appagante in termini di risultato dato che non sento una grande affinità con il personaggio di Mikasa. Spero comunque di averle reso giustizia.
Come sempre, grazie di cuore a chiunque sarà passato da qui.
Al prossimo capitolo!



  
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