Una piccola dalia si affasciava dal balcone della camera di Hermione, la strega sembrava smarrita abbronzando la sua pelle canuta all’ombra di un pomeriggio pallido. Le sue cose erano sicuramente state incantate e nascoste nel doppiofondo dell’armadio in modo che i suoi genitori sicuramente nen l’avrebbero notate.

Pensava a Harry e Ron e le sue intime amicizie di Hogwarts eppure il suo pensiero non poteva non disturbare il modo con cui quel tipaccio di Draco Malfoy l’aveva insultata il penultimo giorno di scuola. Herm non si sapeva più spiegare cosa le stesse succedendo, il cortile della scuola, i suoi amici la foresta il lago, perfino il platano picchiatore non sembravano più essere gli stessi luoghi. Sognava Hogwarts in Novembre afflitto da pioggia torrenziali, e non più le allegre gite con i suoi amici ad Hogsmeade.

Quando una goccia di pioggia le sfiorò il volto e la innervosì la strega si ritirò in camera sua per leggere furtivamente una pagina del libro di incantesimi. Il ricordo della lezione del professor Vitious la fece sorridere accanto a lei c’era Ron e alla sua sinistra Harry.

Provò in maniera sensibile un leggero solletico ai Capelli e il suo pensiero viaggiò indietro nel tempo a quando Draco Malfoy, le stesse disturbando la capigliatura con una ‘piuma d’oca.

Un ticchettio andò a  scuoterla dal suo sonno estatico e quando la mezzosangue si avvicinò al vetro per indagare cosa stesse succedendo, non notò come sospettava una goccia di pioggia insolente, ma un piccolo biglietto che cercasse assolutamente di entrare.

Hermione aprì con forza il vetro della finestra e notò un pezzetto di carta vibrare a mezz’aria, lo afferrò con la mano sinistra e lo portò allo sguardo.

“Sporca mezzosangue, dove vai?”

Hermione rilesse il messaggio più volte, quasi a voler cancellare con lo sguardo il contenuto di quel prezioso messaggio. Lo lesse e lo rilesse, fino quasi a lacrimare. Il pensiero della strega volò repentino alla scuola e alla Sala comune della sua casata, eppure pensò che il carattere di Draco Malfoy sebbene irritante e pungente, in un certo qual modo la attirasse.

Hermione quel pomeriggio avrebbe cominciato a preparare l’anno scolastico, prestando attenzione al suo rapporto con i professori, la scuola e i compagni. Non aveva minimamente pensato che il suo rapporto con Draco e i Serpeverde potesse prendere una forma simile. Hermione posò il biglietto nella tasca posteriore dello zaino, e decise che di lì a poco avrebbe mangiato e avrebbe finito di preparare le valigie, oltretutto non aveva ancora incantato i suoi genitori, e la strega si era detta che se non si fosse mossa, avrebbe rischiato di perdere l’Hogwarts Express.

In quei giorni Hermione aveva pensato a come avrebbe dovuto salutare Draco tra le calde mura della scuola, e non si era data pace del perché quel ragazzo che sebbene non sentisse amico o perlomeno vicino avesse deciso di scriverle.

Il tempo passava con i pomeriggi assolati e con le piogge estive tra un libro di incantesimi e i pensieri strani della ragazza.

Il primo lunedì di Settembre era accaduto che i suoi genitori si fossero allontanati da casa e avessero lasciato Hermione sola, la strega pensò che fosse il caso di scrivere a Ginny o a Ron per incontrarsi alla tana.

Eppure non sapendo come le sue dita cominciarono quasi spinte dall’intenzione a scrivere per Draco, quasi guidate dall’umore di Hermione, che stranamente in quel pomeriggio stesse pensando ad altro.

Hermione quindi quanto più sorpresa che imbarazzata prese la bacchetta, incantò la piccola dimora babbana e si allontanò da quei posti diretta alla tana dei Weasley, quanto più motivata a fare silenzio su quello che quell’Estate fosse successo e del rapporto strano e anomalo addirittura con un Serpeverde.