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Autore: JeanGenie    26/02/2024    0 recensioni
“Sei una distrazione, Qi’ra. Una distrazione pericolosa.”
“Sono un’arma, quando è necessario.” Lei lo fissò negli occhi. Non era mai riuscito a incuterle timore.
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Scritta per il gruppo "Fondi di Caffè".
Prompt: Sorriso maligno
Genere: Erotico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Darth Maul
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lei gli suscitava una sorta di rabbia sorda, totalmente diversa da quella che aveva provato quando aveva definito se stesso un Sith. La gente di cui si circondava e che le ronzava intorno in adorazione estatica. Il fatto che si muovesse senza di lui, con profonda sicurezza, in un mondo pericoloso e scaltro.

Era ciò che lui aveva voluto non appena lei gli aveva annunciato la morte di Dryden Vos, perché il momento era arrivato e lui doveva consegnarle il suo scettro criminale. Aveva trovato la sua erede, più feroce e magnifica di quanto avesse mai sperato.

Eppure lei riusciva a tirare fuori il peggio di lui, e Maul poteva considerarla una vera impresa, in quanto riteneva fieramente se stesso una summa di rabbia, desideri di vendetta e crudeltà. Anche quella notte, piccola e ammiccante, in mezzo a quelle belve, che avrebbero voluto trattare con lui, e invece ora parlavano con Qi’ra, decisa e sicura di sé.

Si chiese all’improvviso se lei avesse sangue di strega nelle vene. Se non fossero entrambi legati, in qualche modo, alle Sorelle della Notte. Quella malignità non poteva appartenere a un comune essere umano. Ma sapeva che non era così. Qi’ra era ancorata agli aspetti più terreni dell’esistenza. La Forza non danzava con lei. Faceva parte di lei, come faceva parte di ogni cosa, ma la sua oscurità era una faccenda personale che scaturiva dalle ferite della sua anima.  

E poi si trovarono di nuovo soli a tirare le somme di quella giornata. Mentalmente stanchi. Soddisfatti per gli accordi stipulati. Lei si sfilò le scarpe scomode e costose e si gettò sul divano di velluto al centro del grande salone mentre un droide si affrettava a servirle da bere.

“E anche oggi sono riuscita a non farti uccidere nessuno. E non è stato facile.” Uno sguardo corrucciato si posò  distrattamente su di lui. “Cos’è quel sorriso maligno? Cosa ti diverte?”

Lui non si era neppure accorto di stare sorridendo. Non gli piaceva quella mancanza di controllo. Che strano. La scrutò come se la vedesse per la prima volta provando una bestiale voglia di morderla. Letteralmente. Dilaniarla e farla scomparire. Se fosse stato ancora completamente un uomo e non un essere di carne e gangli metallici, l’avrebbe già presa da tempo. Il sesso non lo aveva mai interessato, men che meno con persone con cui intratteneva rapporti interpersonali di qualche genere.  Ma lei si sarebbe ribellata e lui avrebbe potuto ribadire il suo potere e…

“Tu, Qi’ra. Sei una ragazza sveglia” le disse, scacciando quei pensieri impossibili. Non poteva, non avrebbe mai più potuto. La metà inferiore artificiale del suo corpo non smetteva di ricordarglielo.

“Dovrebbe essere un complimento?” Lei si alzò dal divano con i movimenti fluidi di un felino. Lo raggiunse e gli poggiò le mani sul petto. “Parlami ancora del Lato Oscuro. Che sensazione ti trasmette?” Una sfida, sfacciata e pericolosa come lei. Lui non voleva accettarla. Non era certo di poterne uscire indenne. “Di come cova la tua rabbia e ti rende forte. Di come posso aiutarti a ottenere ciò che vuoi. Dimmelo, Maul.”

‘Ciò che voglio…’

“Sei una distrazione, Qi’ra. Una distrazione pericolosa.”

“Sono un’arma, quando è necessario.” Lei lo fissò negli occhi. Non era mai riuscito a incuterle timore.

Si sporse su di lui sollevandosi sulle punte dei piedi scalzi. Ridicola. Assolutamente ridicola. Da quando era arrivata stava giocando a quel gioco seduttivo e inutile. Povera, povera Qi’ra.

“È l’unica cosa che voglio da te” le ribadì. Un’arma. Niente altro che un’arma da usare contro i suoi avversari.

Il profumo pastoso e dolce del suo rossetto gli dava le vertigini. Era sua, quindi perché non avrebbe dovuto? Lambì le sue labbra, prese la sua bocca, divorò la sua lingua. Cedendo. Perché lei aveva vinto, senza possibilità di errore.  Qi’ra e le sue mani sulla nuca. Qi’ra e il suo corpo addosso.

‘Se fossi ancora un uomo…’

“Magia o scienza…” gli sussurrò staccandosi da lui. Anche il suo sorriso ora sembrava un ghigno. Ma lui non le chiese spiegazioni. Era giusto che lei potesse godersi la vittoria. “Troverai un modo. E quel giorno ti aspetterò nel mio letto ”

Scivolò via dalle sue braccia con un sospiro che sapeva di maligno. Recuperò le sue scarpe, evitando di guardarlo ancora negli occhi. Era puro desiderio che fuggiva via da lui.

“Prima o poi finirò per ucciderti. Sei esasperante, Qi’ra…” sussurrò mentre lei si dileguava insieme al suo sorriso scaltro.

   
 
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