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Autore: syila    29/02/2024    2 recensioni
Non si può fare la volpe con un'altra volpe e il 'Signor Tuzi', un mite abitante del Mondo degli Spiriti, lo sa bene; per questo si è sempre tenuto alla larga dalle situazioni pericolose, garantendosi un'esistenza lunga e pacifica all'ombra del potente Signore del Palazzo d'Estate.
Almeno fino a quando lo stesso Signore gli chiede, anzi gli impone, di impersonare il mitologico Coniglio di Giada per intrattenere una piccola ospite.
Come spesso accade quando sono coinvolti la magia e gli Immortali la recita prende una piega imprevista e il mite Signor Tuzi dovrà mettere da parte la sua proverbiale prudenza ed essere all'altezza della situazione... In senso letterale!
|Extra di "Una Storia di Yin e Yang"|
|Prima classificata al "Rabbit Lunar Year Contest" indetto da Spoocky sul Forum di EFP|
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Bagliori d'Oriente'
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Fino alla Luna e ritorno

Bivacco notturno al monastero sui monti
Allungo la mano, afferro le costellazioni
Non oso parlare ad alta voce
Ho paura di svegliare chi sta sopra il cielo.” — Li Po

I giorni successivi al Capodanno Lunare erano il momento migliore per usufruire delle terme.
La sorgente Lěngrè era sempre molto affollata per via delle sue proprietà curative e rigeneranti, ma in occasione della festa più importante dell'anno i suoi frequentatori si davano a bagordi e gozzoviglie, restando a smaltire gli eccessi fino all'inizio del mese successivo.
Tuzi xiansheng sospirò e socchiuse le palpebre, lasciando vagare lo sguardo sul magnifico anfiteatro, che dal fianco della collina scendeva digradando in una candida cascata di calcare purissimo.
Il minerale aveva modellato una serie di morbide terrazze in corrispondenza delle asperità naturali, dove l'acqua sorgiva si raccoglieva dentro piscine più o meno profonde; ciascuna unica per colore, temperatura ed effetti benefici.
Un velo di foschia aleggiava sull'intero complesso, smussando i contorni e arrotondando le chiacchiere lontane dei pochi visitatori.
Una sagoma bianca gli transitò davanti; era un cervo maschio dotato di un maestoso palco di corna, tra le quali erano legati cartigli votivi e talismani.
I due si scambiarono un cordiale cenno di saluto, poi la luminescente creatura passò oltre, diretta ad un'altra piscina.
Tuzi tornò ad appoggiarsi al bordo della vasca e prese a lisciarsi le lunghe orecchie, imperlate dai vapori termali.
Come tutti i conigli anche lui riservava a queste delicate appendici una meticolosa pulizia e farlo senza la paura costante di essere aggredito, cacciato o sbranato rappresentava un grosso vantaggio.
Gli ospiti delle terre controllate dal Signore del Palazzo d'Estate godevano della sua protezione e in cambio si impegnavano a rispettare alcune norme di civile convivenza: come ad esempio non divorare il vicino di casa.
I suoi occhietti rossi catturarono l'immagine lontana della Cima Spezzata, che sembrava galleggiare sullo strato di nebbia; quella montagna, su cui all'inizio dei tempi si era abbattuta la furia di un Drago Ancestrale, rappresentava il confine tra l'ordine e il caos.
Tuzi sentì i brividi sollevargli il folto strato di pelliccia al pensiero di ciò che si trovava appena oltre.
Il Mondo degli Spiriti era in gran parte selvaggio, una terra senza leggi dove solo le creature più forti ed astute riuscivano ad imporsi; avvolgeva il piano della realtà come una sottile membrana e, sebbene non vi entrasse direttamente in contatto, possedeva scorciatoie e portali che permettevano anche agli umani di raggiungerlo.
Maghi, occultisti e negromanti compivano delle violente scorrerie per rapire o assoggettare gli spiriti più deboli e razziare i loro tesori.
Non era saggio avventurarsi oltre la Cima Spezzata e d'altronde perché avrebbe dovuto farlo?
Il Palazzo d'Estate e il suo Signore provvedevano a tutte le necessità di uno spirito modesto e rispettoso delle regole come lui.
Tuzi xiansheng non aveva mai nutrito grandi ambizioni e dopo la sua ascesa al Mondo degli Spiriti aveva adottato un comportamento cauto, diversamente da certi scalmanati che pestando il piede al soggetto sbagliato avevano bruciato in un attimo la loro immortalità e svariate reincarnazioni successive.
La contemplazione, la coltivazione delle virtù spirituali e soprattutto l'innata predisposizione a farsi gli affari propri gli avevano garantito un'esistenza tranquilla, che era risoluto a proteggere anche alle soglie del nuovo anno.
Pazienza se proprio nel 2023, secondo l'Oroscopo Cinese, cadeva l'Anno del Coniglio e lui doveva rinunciare ad immischiarsi negli affari umani, traendo vantaggio dalla congiuntura astrale favorevole.

Tuzi si stava beando dei suoi saggi propositi quando l'acqua ondeggiò e tracimò oltre il bordo della vasca, annunciandogli la presenza di qualcuno intenzionato a dividerla con lui.
La creatura si accigliò a fronte di quello che, secondo l'etichetta orientale, era considerato un gesto molto scortese; il nuovo arrivato infatti era tenuto a salutare e ad informarsi se gli altri occupanti gradissero la sua compagnia.
Tuttavia fu costretto a mettere da parte il malumore una volta appurato che gli intrusi erano i padroni di casa.
“Il Signore del Palazzo d'Estate e il suo eccellente allievo, quale nobilissima comitiva, questo umile spirito non è degno di tanta fortuna...”
“Lasciamo da parte le formalità xiao Tuzi, da quanto ci conosciamo? Due secoli?” chiese bonariamente il più anziano, che si era già liberato dei vestiti ed era sceso in acqua con un telo annodato sui fianchi.
“Faranno tre il prossimo inverno, maestro Leng Ye Xue.” precisò l'interpellato, con soave modestia.
“Quindi è stata una buona idea farti visita per festeggiare l'Anno del Coniglio! Wanbei* facciamo subito un brindisi!”
L'allievo annuì e rivolse ad entrambi un pallido sorriso; posò la cassetta di legno intarsiato che aveva appresso e ne estrasse una sottile bottiglia di porcellana verde, poi da un altro ripiano dello stesso contenitore prelevò tre tazzine di giada, modellate finemente fino ad ottenere la trasparenza del vetro.
“È quello che penso?” chiese il festeggiato, reggendo la sua tazza tra le zampe.
Baiju* di riso, detto anche Perla di drago.” confermò il Signore del Palazzo d'Estate “È stato invecchiato in giare rivestite di madreperla, che gli hanno conferito la particolare sfumatura iridescente.”
“Un liquore assai raro... è troppo onore.”
“Vogliamo solo il meglio per il nostro xiao Tuzi, prego: a te il primo sorso!”
Gli occhi color rubino del coniglio si fecero liquidi per l'emozione, sollevò la tazzina e formulò il suo augurio per un anno prospero e sereno, a cui seguì un lunghissimo panegirico sulla magnanimità dell'Ospite e sulla fortuna di risiedere nel suo dominio.

“Se non avessi troppo rispetto per il maestro Leng Ye Xue e il suo allievo Leng Ye Feng penserei che stanno cercando di far ubriacare questa povera creatura...”
All'ennesimo brindisi erano ormai venuti meno gli scrupoli che tenevano a freno la lingua dello spirito, ma insieme al tasso alcolico era cresciuto il sospetto che dietro la generosità dei due Immortali ci fosse uno scopo nascosto.
“Impossibile, conosciamo la tua proverbiale prudenza e le virtù che fanno di te una risorsa preziosa di queste terre.” rispose Ye Feng.
“Io... sono prezioso?”
“Sei un punto di riferimento e un modello per gli altri abitanti!” esclamò Ye Xue, versandogli un'altra tazza di liquore, che Tuzi buttò giù d'un fiato, come voleva la tradizione.
“L'illustre Coniglio Lunare dovrebbe prendere esempio dalla tua condotta, se mai la Dea Chang'e avesse bisogno di un secondo aiutante ti raccomanderei subito!”
“Che gli Otto Dei Immortali mi scampino, non potrei mai.”
Il destinatario di quelle lodi si schernì e ridacchiò lusingato.
“In realtà... tu potresti.”
“Anzi: tu devi.”
“Suvvia! Davvero pensate che potrei prendere il posto del leggendario Coniglio Lunare?”

Tuzi accennò una risata, a cui i due non si unirono; anzi restarono a fissarlo in silenzio, finché fu costretto a considerare l'ipotesi che non stessero scherzando.
“Il liquore impasta la mia lingua e i miei pensieri, perciò siate comprensivi eccellentissimi maestri, credo di aver mal interpretato le vostre parole.”
“Hai capito benissimo xiao Tuzi, vogliamo che tu impersoni il Coniglio Lunare.” dichiarò serio Ye Feng.
“Considerala una dimostrazione di gratitudine, vivi nelle mie terre da secoli, al riparo da ogni pericolo e non ti ho mai chiesto nulla in cambio.” aggiunse il suo mentore.
“Si, si maestro Leng Ye Xue e io lo apprezzo molto, tuttavia...”
Le sue giustificazioni vennero troncate da una smorfia stizzita; il Signore del Palazzo d'Estate si stava innervosendo e gli Artigli di Drago sapevano essere crudeli quando si facevano trasportare dalla collera.
Le Piume d'Airone come il suo allievo erano altrettanto implacabili, però avevano il pregio di mantenere la calma nelle situazioni più complicate e Tuzi guardò nella sua direzione, in cerca di sostegno.
“Non ti chiederemmo niente che tu non possa affrontare.” lo rassicurò Ye Feng “Sarà una specie di spettacolo, reciterai questa parte per una sola persona e alla fine ti divertirai anche tu.”
“Ho una scelta? Delle alternative?”
“Ovviamente no.”

“Avete sentito sorelle? Presto avremo un nuovo ospite a Palazzo d'Estate...”
“Con l'ultimo è andata male, dobbiamo rimediare, ne va della nostra reputazione di predatrici.”
Dall'alto della collina alcune presenze, nascoste nella nebbia, avevano seguito tutta la scena.
Nonostante la distanza non avevano perso una sillaba della conversazione e delle importanti informazioni in essa contenute.
“I maestri Leng tengono molto questa persona, deve essere speciale.”
“E speciale vuol dire gustoso, vero sorella?”
La prima che aveva parlato dispiegò le sue nove code in un sontuoso ventaglio fulvo e socchiuse i languidi occhi ferini in un'espressione astuta.
“Seguiamo il coniglio e lo scopriremo presto.”



Una bambina.
Si stava spaccando la schiena per una marmocchia col moccio al naso e la lacrima appesa alle ciglia.
Magari aveva un sorriso sdentato oppure un orribile difetto di pronuncia, che trasformava ogni suo discorso in una sconclusionata cantilena.
“Più delicato quel pestello xiao Tuzi, non stai frantumando delle pietre, sono erbe aromatiche.”
“Domando scusa maestro Leng Ye Feng: credi che la piccola invitata si accorgerà della differenza?”
“Sophia è molto attenta ai dettagli e conosce la leggenda del Coniglio Lunare in ogni sua variante, scommetto che saprebbe dirti anche quali erbe vanno nel mortaio.”
La marmocchia per giunta era una straniera.
I padroni di casa l'avevano pescata nella dimensione magica in cui avevano trascorso gli ultimi mesi.
Tuzi non ascoltava i pettegolezzi che circolavano alle terme, ma non poteva impedire che s'infilassero nelle sue lunghe orecchie; in questo modo aveva scoperto che i Signori del Palazzo d'Estate avevano trovato laggiù le loro anime gemelle.
Una aveva avuto il dispiacere di conoscerla personalmente: un rozzo francese, sboccato e turbolento.
Il giovanotto, un apprendista mago senza arte né parte, lo aveva preso per la collottola scuotendolo per estorcergli delle informazioni che gli avrebbe fornito comunque, se solo avesse formulato una richiesta gentile.
Lo spirito sbirciò di sottecchi il maestro Leng Ye Feng, che era intento alla lettura ed assiso in una posa elegante.
Si chiese cosa avesse trovato una persona così raffinata nel maleducato delinquente, poi scosse la testa; era proprio vero che gli opposti si attraevano.
“Come procede l'allenamento wanbei?”
Il suo mentore si presentò all'improvviso, usando l'innata capacità degli Immortali di viaggiare sulle Linee del Drago; linee energetiche che innervavano il tessuto spazio-temporale, attraverso le quali potevano muoversi all'istante tra luoghi terrestri e dimensioni oltremondane.
Aveva portato con sé una grossa scatola rivestita di seta rossa, che sembrava contenere qualcosa di assai prezioso.
“Facciamo progressi, quello è il costume di scena?”
“L'ho ritirato adesso; valeva la pena disfare l'hanfu* da cerimonia, una volta indossato sembrerà un principe imperiale!”
“Sophia adora i principi.”
Ye Feng annuì convinto, invece Tuzi xiansheng li osservò incredulo; la marmocchia straniera aveva trasformato due feroci Signori degli Shen* in una coppia di premurose zie.
“Stimatissimi maestri non vi sembra un po' eccessivo?” azzardo la creatura “Nemmeno il mio illustre antenato userebbe abiti tanto sfarzosi per un lavoro manuale.”
Ye Xue scacciò il commento inopportuno agitando la mancina.
“Sarà tutto come xiao Sophia immagina e adesso forza, mettici più impegno col pestello, quando avrai acquisito una buona padronanza passeremo alla preparazione del tè e a seguire la prova dell'abito.”
“C'è altro?” chiese Tuzi, sconfortato.
“Daremo una rinfrescata al tuo francese e alla dizione, stileremo un elenco di argomenti adatti alla conversazione con una bambina, ripasseremo la genealogia celeste e le gerarchie divine, faremo lezioni di portamento e saltello.” aggiunse Ye Feng, accompagnando l'elenco con un sorriso.
“Cos'hanno di sbagliato i miei balzi?”
“Non sono abbastanza lunari.”
“Forse perché non siamo sulla Luna!”
“Che ne è stato della tua pignoleria xiao Tuzi? All'ultimo Festival delle Lanterne sei andato a cambiarti le pantofole, perché una aveva perso la nappa rossa.”
“I-il giovane maestro Leng ha buona memoria, però questo spirito fa umilmente notare che nessuno sa come salta un coniglio sulla Luna, per il semplice motivo che nessun coniglio è mai stato lassù!”
“Possiamo spedirtici noi, con un biglietto di sola andata.” rispose l'interpellato, il cui tono cortese non ammorbidì l'entità della minaccia.
Lo spirito recepì il messaggio e rinunciò alla polemica; tirò una riga ideale sulla fase della trattativa e si preparò ad elaborare l'epilogo della faccenda.
Esaudire l'innocente desiderio di una bambina, pur essendo una buona azione, non gli avrebbe fatto acquistare meriti nella coltivazione spirituale.
Se lo spettacolo andava bene i complimenti li avrebbero ricevuti gli organizzatori, se andava male lui sarebbe stato il parafulmine del loro malcontento ed ogni ipotesi che formulava finiva con un coniglio in padella, servito in qualche elegante ristorante stellato.



Xiao Sophia puoi aprire gli occhi e smettere di trattenere il respiro, altrimenti ti gonfierai come un palloncino e volerai via!”
“Siamo arrivati sulla Luna shishu* Yeye?”
“Proprio così mia piccola tigre.”
“Sulla Luna non c'è aria, non si può respirare!”
“Nel Regno degli Spiriti lunari invece si.”
“La Luna ha un Regno degli Spiriti?”
“Certo, è lì che abitano la Dea Chang'e e il suo fedele aiutante.” precisò Ye Xue.
L'interpellata aprì un occhio e ciò che vide confermò le loro parole; il paesaggio splendeva d'argento ed era punteggiato di lanterne, la cui luce azzurra creava un'atmosfera ovattata e irreale.
I due Immortali avevano fatto le cose in grande con la scenografia, trasformando quel remoto lembo del Palazzo d'Estate in un parco giochi a tema, destinato a ricevere un'unica fortunata visitatrice.
“C'è anche shishu Yubi!”
I suoi accompagnatori lasciarono che corresse incontro ad una figura vestita di bianco, altrettanto delicata e irreale.
Sebbene i valori dei maghi fossero diversi da quelle dei comuni mortali Sophia era pur sempre una bambina di tre anni e non era stato facile ottenere dalla madre il permesso di portarla tanto lontano da casa; il maestro Sheng Yun Bai, mentalista e ambasciatore delle Scuole dell'Est presso la dimensione magica di Serannian, rappresentava una condizione indispensabile.
Era anche l'anima gemella del suo mentore e questo aveva messo tutti d'accordo.
Xiao Hu* sei pronta a conoscere il Coniglio Lunare?” chiese l'incantatore.
“Si! Mi sono preparata e ho un regalo, da brava ospite, come hanno detto la mamma.”
Sophia gli mostrò la borsa di seta che portava a tracolla; emanava una vaga aura magica, affatto indicativa della natura del dono.
I tre orientali si scambiarono un'occhiata perplessa; venendo da una maga il sacchetto ricamato poteva contenere qualunque cosa: dai biscotti ad un portale dimensionale.
“La Prima Signora è sempre molto premurosa, il signor Coniglio ne sarà deliziato.” convenne diplomatico Ye Xue, il quale 'accidentalmente' aveva omesso di rivelare al soggetto in questione che la piccola invitata discendeva da una potente stirpe di maghi.
Quegli stessi maghi che sfruttavano gli spiriti o li asservivano e verso i quali xiao Tuzi non aveva alcuna simpatia.
L'attore protagonista era già abbastanza stressato e loro non volevano correre il rischio che si dileguasse prima dello spettacolo.

La compagnia s'incamminò su un sentiero che s'inoltrava in un boschetto di bambù.
Le canne altissime, sfiorandosi nel vento, producevano un fioco, piacevole, sottofondo musicale e sotto i loro passi sbocciavano fiori di luce a rischiarare il percorso, altrimenti avvolto in una penombra color lavanda.
All'uscita del bosco Sophia, che era andata avanti curiosa di esplorare il luogo, si fermò estasiata ad ammirare il paesaggio.
Davanti a lei si estendeva una radura delimitata da un ruscello oltre il quale si ergeva un padiglione, circondato da ciliegi fioriti.
Le falde ricurve del tetto d'ardesia emergevano tra lo spumeggiare dei petali e montavano sulla sommità una serie di candidi stendardi, sui quali era effigiato l'argenteo crescente lunare.
Difficilmente la vera Dea Chang'e avrebbe abitato in una dimora così modesta, eppure alla piccola sembrò sontuosa e stravagante, quindi perfetta per una divinità.
“È il palazzo della Dea Luna!” dichiarò rivolta ai suoi accompagnatori, che ne frattempo l'avevano raggiunta.
“Hai visto?” gongolò il padrone di casa “Cosa aspetti? Entra, noi ti raggiungiamo subito.”
La bambina non se lo fece ripetere due volte; raccolse i lembi del suo hanfu e trotterellò veloce fino al ponticello di pietra, che oltrepassò di corsa.
“Sembra molto felice.” convenne Ye Feng, mentre i codini da principessa* dell'acconciatura di Sophia uscivano dal suo raggio visivo.
“Sarà meglio seguirla.” suggerì il mentalista, che si sentiva responsabile della sua incolumità.
“Senza fretta baobei, lasciamola giocare un po'.” rispose Ye Xue “Qui non corre alcun pericolo, siamo dentro al complesso del palazzo, gli ingressi sono sorvegliati dai miei servi fantasma e Ye Feng si è occupato di creare una rete supplementare di glifi lungo tutto il perimetro.”
“È in una cassaforte, maestro Sheng.” confermò il suo allievo, con un leggero inchino.

Tuzi li aveva sentiti arrivare da lontano e di malavoglia si era messo all'opera; fino all'ultimo aveva sperato in un annullamento della performance teatrale, ma lo scalpiccio frenetico di un paio di piedini umani aveva smentito il suo auspicio.
“Ahimè questo povero coniglio non riuscirà a consegnare in tempo l'elisir di lunga vita al banchetto degli dei!” declamò con enfasi, alternando alle parole i colpi di pestello “La radiosa Chang'e è in viaggio e non c'è nessuno che mi aiuti!”
Nella successiva pausa di silenzio il tramestio cambiò direzione e aumentò l'andatura, finché i passetti e la loro causa non si manifestarono nella corte interna del padiglione, dove era stata allestita la pantomima.
“Io, io! Io posso aiutarti Signor Coniglio di Giada!”
L'interpellato si girò a fatica, quei due manigoldi l'avevano addobbato con così tanti strati di seta e gioielli che riusciva a malapena a restare in equilibrio, figurarsi se poteva saltare!
“Ah! Gli dei hanno ascoltato le mie preghiere e mi hanno mandato un'aiutante! Qual è il tuo nome e da quale divino palazzo sei scesa? A giudicare dall'abito tu devi essere una principessa! Sei forse una delle figlie dell'Imperatore Drago?”
Sophia gli si avvicinò di slancio e lo spirito temette di vedersela piombare addosso, dato che i bambini erano spesso maldestri.
Invece lei si fermò a qualche passo di distanza ed esclamò “Jiu yang*Signor Coniglio di Giada, Sophia Leukotes ti saluta!” accompagnando la frase ad un compito saluto marziale.

Angolo del ginocchio flesso corretto...
Palmo della mano sinistra che avvolge il pugno destro corretto...
Pronuncia del saluto... accettabile.

Adesso che l'aveva davanti poteva comprendere perché i maestri Leng si erano rincitrulliti e avevano montato tutto il baraccone; la marmocchia era educata, gentile ed era davvero adorabile nell'abito tradizionale della Dinastia Tang.
Inoltre il suo Qi* era incredibilmente puro e, fatto abbastanza insolito, aveva una naturale propensione a rimanere in equilibrio.
“Posso aiutarti allora? Aiuto sempre la mamma e la tata in cucina!”
“Questo coniglio si arrende davanti a tanta generosità, vorresti passarmi le erbe mancanti da mettere nella pozione? Se finiremo in tempo ti offrirò un tè fatto coi rarissimi gelsomini lunari.”
“Oh si e io ho portato i dolcetti!” esclamò Sophia, porgendogli il suo sacchetto ricamato “La mamma dice che sono speciali e anche chi li mangia diventa speciale!”
“Un pensiero molto appropriato, ringrazia la tua signora madre.”
Tuzi accettò il dono con una riluttanza ben dissimulata dall'imbarazzo.
Il brivido che dalla punta della coda era risalito fino alla punta delle sue orecchie lo aveva messo in guardia: nonostante i raffinati ricami il contenuto del sacchetto era sopetto.
Appese la borsa alla cintura e le indicò quali erbe doveva recuperare nel cesto; al momento opportuno avrebbe distolto l'attenzione della mocciosa e si sarebbe sbarazzato dello scomodo regalo.
“Ha il profumo della tisana per dormire che prepara la tata.” disse la bambina, annusando i fiori di camomilla “Hai già messo la prima rugiada del mattino e l'essenza di Sole?”
“Ecco... Non ancora... perché... Perché creare l'elisir di lunga vita è un procedimento molto lungo e difficile, come tu ben sai!”
La sua aiutante era sicuramente più sveglia della media dei coetanei e il coniglio, colto di sorpresa, fu costretto ad improvvisare.



“Questa principessa conosce la lista degli ingredienti meglio di me, pensavo che fosse un segreto ben custodito!”
A parlare non era stato lo spirito, ma una presenza palesatasi alle sue spalle senza che lui ne avesse il sentore.
Sophia emise un gridolino di meraviglia, mentre a Tuzi si ghiacciò il sangue e se il suo pelo non fosse stato naturalmente bianco, lo sarebbe diventato per lo spavento.
Aveva riconosciuto subito quella voce ed esitava a girarsi, terrorizzato all'idea di trovare una conferma alla sua identità.
“Dea Luna sei tornata!” trillò la bambina, esibendosi in un nuovo saluto marziale “Ho aiutato il signor Coniglio di Giada a finire l'infuso magico!”
“Un aiuto molto gradito, ti siamo entrambi debitori piccola principessa delle regioni occidentali, vieni più vicino, fatti vedere bene...”
La presenza si affiancò al coniglio, che era rimasto come paralizzato, incapace di muoversi o di spiccare parola.
I serici veli del suo abito lo lambirono insieme al profumo speziato di cui erano impregnati, mischiandosi al sentore selvaggio della predatrice.
Escluse un colpo di scena organizzato dai maestri Leng, quei due erano troppo scrupolosi per affidare il ruolo di Chang'e alla più anziana delle sorelle Volpi.
Sebbene le huli jing* fossero maestre dell'inganno e del travestimento avevano un'indole caotica, che le rendeva inaffidabili.
Quindi cosa diamine faceva lì e come aveva fatto ad intrufolarsi di nascosto nel padiglione?
La Volpe dal canto suo lo occhieggiò sdegnata e nel chinarsi per accogliere la bambina a braccia protese bisbigliò: “Bada a come ti muovi Tuzi xiansheng.”
“Sei impazzita? Ci sono i signori del Palazzo d'Estate qui fuori!” rispose il soggetto in questione, in un pavido mormorio.
“I maestri Leng si stanno comportando da pessimi ospiti: portano a casa dei golosi bocconcini e non pensano di offrire un assaggio agli altri residenti, così abbiamo deciso di servirci da sole.”
Sophia non aveva inteso nulla del discorso in mandarino e la Volpe tornò a rivolgersi a lei come se nulla fosse.
“Prenderei volentieri un tè, vuoi farmi compagnia piccola principessa?”
“Si!” esclamò la bambina ignara “Viene anche il signor Coniglio di Giada?”
“È ovvio e le mie ancelle lo aiuteranno a preparare la tavola.”
Evocate dalle sue parole quattro radiose fanciulle, abbigliate in abiti fluttuanti e vaporosi, si materializzarono nel cortile e circondarono Tuzi, chiudendogli ogni possibilità di fuga.



Si mette male... constatò lo spirito.
Quelle rubagalline erano determinate a prendersi la bambina; con tutta probabilità li avevano spiati nei giorni precedenti e si erano nascoste nel padiglione ben prima che i maestri Leng attivassero le protezioni magiche.
“Andiamo signor Coniglio di Giada, affrettiamoci ad obbedire ai desideri della Dea Chang'e!” la più vicina gli diede una pacca sulla schiena, per sollecitarlo a muoversi e aggiunse a voce bassa “Se farai il bravo forse ti lasceremo vivere.”
Affrontarle in un combattimento era impensabile; avevano una netta superiorità numerica ed erano esperte di svariate arti marziali e arcane.
Scartò anche l'idea di batterle in astuzia, giacché le volpi erano animali furbi per definizione.
Tuttavia poteva provare a giocare sulle loro debolezze.
“La vostra Dea vi ha spiegato come intende spartire la preda? Ammesso che voglia farlo...”
L'insinuazione andò a segno; la sua guardiana gli afferrò la zampa e lo strattonò in malo modo, costringendolo ad accelerare il passo. “Non sono affari tuoi, stupida palla di pelo.”
“Già, già sorella huli jing! Questa stupida palla di pelo si scusa, fate bene a non dubitare del vostro capo! Sicuramente ha elaborato un piano in cui ciascuna di voi avrà la giusta ricompensa, peccato che abbia tenuto il meglio per sé.”
“Lei non è il nostro capo!” sibilò la Volpe davanti a lui.
“Eppure ha la parte della protagonista e, mentre voi mi scortate lontano dal cortile, rimarrà tutta sola con la bambina...”
“Parla chiaro o ti taglio la lingua!”
“Cedo alla violenza sorella huli jing e bada bene: la mia è solo un'ipotesi.” dichiarò Tuzi mostrandosi intimorito “Lei avrà tutto il tempo di allontanarsi dal padiglione, lasciando voi a subire la furia dei maestri Leng; riuscite ad immaginate la loro reazione al rapimento?”
Nessuna delle quattro rispose, valutarono in silenzio la situazione e dopo un rapido cenno d'intesa il gruppo invertì la marcia e tornò nel cortile.

“Cosa succede mie fidate ancelle?”
Il tono della finta Dea rivelò una stizza a malapena controllata, serrò più forte la presa sulla mano di Sophia e la trattenne presso di sé, impedendole di raggiungere il Coniglio, sempre accerchiato dalle altre Volpi.
“Succede che non ci hai spiegato come faremo ad andarcene da qui.” l'apostrofò colei che a sua volta teneva Tuzi per la zampa.
“I maestri Leng potrebbero entrare in qualsiasi momento, chi resterà a fronteggiarli?” chiesero le altre, sospettose.
L'interpellata individuò subito chi era stato l'autore del malevolo consiglio.
“Avete dato ascolto alle chiacchiere di questo piccolo, spregevole opportunista?” le rimproverò “Direbbe qualsiasi cosa pur di salvare la pelliccia, vuole solo farci perdere tempo nella speranza che i Signori degli Shen vengano in suo soccorso!”
“E la marmocchia invece? Quali piani hai per lei?”
“Vuoi discuterne adesso sorella? Magari se aspettiamo un altro po' potremo chiedere l'opinione dei padroni di casa!”
La finta Dea Luna ormai non si curava più di nascondere la sua irritazione e a farne le spese era proprio Sophia.
“Signora Dea lasciami per favore...” pigolò la bambina, che aveva provato a liberarsi dalla sua presa.
“Stai zitta bamboccia!”
“Le stai facendo male!” esclamò Tuzi, protendendosi in avanti.
“Nemmeno la metà di quello che faremo a te...
” Il coniglio, rallentato dall'ingombrante palandrana, venne raggiunto da un calcio, perse l'equilibrio e caracollò verso l'altra Volpe, che lo rispedì al mittente con la stessa brutale cortesia.
Le huli jing, fino ad un attimo prima divise su tutto, si trovarono d'accordo ad infierire sulla creatura più debole, sotto lo sguardo inorridito della bambina.
“Smettetela di picchiare il Signor Coniglio di Giada! Dea Luna diglielo! Lui è il tuo fedele aiutante, non puoi permettergli di maltrattarlo!”
A quelle parole l'interessata rispose con una risata stridula.
La bambina la osservò meglio e coi sensi sottili colse qualcosa di sbagliato al di là delle vesti di seta e del volto perfetto, simile ad una porcellana dipinta.
“Tu non sei la Dea Luna.” mormorò.
“Oh, abbiamo una mocciosa perspicace! Il pizzico di magia che possiedi ti rende molto più appetibile!”
“Lo dirò a shishu Gege che siete state cattive con lui!”
“Va bene, chiamalo.” rispose affabile l'interlocutrice “Però devi gridare molto forte se vuoi rompere la mia Bolla della Pace Celeste; tu e i tuoi shishu non siete gli unici a saper usare la magia.”
Gli strilli di Sophia, come preannunciato, caddero nel vuoto.
“Hai visto? Non è successo niente, quei tre buoni a nulla non verranno in tuo aiuto.”
“Allora lo farà il Signor Coniglio di Giada! Lui è molto coraggioso!”
L'affermazione scatenò una sguaiata gazzarra, che lasciò la bambina attonita e confusa.
“Chi? Quello?” chiese la volpe più anziana indicando il coniglio a terra, malconcio e sanguinante “Non è il vero Coniglio di Giada più di quanto io non sia Chang'e, i tuoi shishu ti hanno preso in giro tesorino, non siamo sulla Luna e questo non è il palazzo della Dea.”
“Loro non dicono bugie!” strepitò la piccola, che tuttavia era impotente contro le malvagie creature, mentre il Signor Coniglio di Giada non riusciva nemmeno a muoversi.
“Che c'è? La verità fa male?” l'apostrofò ironica la finta Dea, quando vide il suo visetto contrarsi in una smorfia che preludeva al pianto “Qualcuno doveva pur dirtela prima o poi; i maestri Leng hanno avuto la loro occasione e l'hanno sprecata, se fossero stati sinceri fin dall'inizio tu non saresti in questa brutta situazione. Vorrei scusarmi di essere stata io la guastafeste, ma ad essere onesta non mi dispiace affatto!”
Detto ciò impartì alcune direttive alle sue complici e si allontanò insieme a due di loro verso il retro dell'edificio, tirandosi dietro Sophia, che piangeva a dirotto.

Il piano prevedeva di sbarazzarsi dell'unico testimone e guadagnare tempo, costringendo i Signori degli Shen ad esaminare la scena in cerca di indizi; nel frattempo avrebbero nascosto la bambina in un rifugio sicuro, per decidere con calma la sua sorte.
“Sbrighiamoci a finire il lavoro e a raggiungere la sorella anziana, non vorrei che questo roditore avesse avuto ragione a dubitare di lei.”
“Lagomorfo...” obiettò Tuzi in un bisbiglio incerto “I conigli non sono roditori.”
“Sei ancora vivo?”
“Tranquilla sorella, non lo sarà ancora per molto, adesso lo manderemo al cospetto dei suoi antenati coi quali potrà disquisire piacevolmente della loro specie.”
Il coniglio tentò di alzarsi e rimediò un altro calcio, che lo mandò a ruzzolare al centro del cortile.
“Sei un patetico incapace!” esclamò sprezzante la volpe, che lo raggiunse alla base del mortaio di bronzo, dove Tuzi si era nel frattempo trascinato “Resta fermo lì e finiremo in fretta.”
“Ho troppa stima delle vostre abilità di cacciatrici per pensare di scamparla, vorrei solo che in nome dei tanti anni di buon vicinato mi concedeste di esaudire un ultimo desiderio.”
“Attenta sorella, sta cercando di prendersi gioco di noi.”
“Se avesse avuto qualche asso nella manica se lo sarebbe già giocato e in fondo ha ragione: dobbiamo essergli grate, la sua morte agevolerà la nostra fuga.”
“Oh grazie, grazie! La divina Quan Yin* apprezzerà questo gesto di misericordia e ve ne renderà merito!”
“Meno chiacchiere xiao Tuzi, formula il tuo desiderio e sbrigati, anche noi abbiamo fame.”
“Allora col vostro permesso prenderei un bonbon dalla borsa, addolcirà il pensiero della morte e renderà più gustoso il banchetto che farete della mia umile persona.”
“Ti sei davvero calato nella parte, vuoi immolarti e aspirare alla santità come il tuo illustre capostipite?”
Le huli jing sogghignarono ironiche.
“Confucio dice: vivi nell'ora della morte come avresti voluto vivere l'intera esistenza.” rispose lo spirito, contemplando il sacchetto di seta che teneva tra le zampe .
Il suo primo istinto era stato di sbarazzarsene, poi una frase ricamata sulla stoffa aveva attirato la sua attenzione, ed ora si rallegrava di non averlo fatto: Non v'è grandezza dove non vi sono semplicità, bontà e verità.
Chiunque l'avesse ideata sembrava aver previsto le conseguenze dell'innocente inganno ordito dai Signori del palazzo d'Estate per intrattenere la piccola ospite.
Ne dedusse che il sacchetto poteva contenere la soluzione e non si stupì nello scoprire che l'unica speranza di salvare la bambina consisteva in alcuni pasticcini a forma di coniglio.
Se non è un segno divino questo... pensò tra sé e sé.
Mise da parte le paure, le esitazioni e i dubbi coi quali aveva convissuto negli ultimi secoli e ne inghiottì uno.



I Signori degli Shen e il mago erano ancora seduti presso il ponticello di pietra, ignari di tutto e convinti che la bambina si stesse divertendo in compagnia del suo beniamino, perciò il crollo del padiglione e il contemporaneo emergere di una figura gigantesca tra le nubi di polvere li colsero di sorpresa.
“Per gli Otto Dei Immortali... Sophia!”
I maestri Leng furono i primi a reagire: scomparvero e si materializzarono in quello che fino a pochi istanti prima era stato l'ingresso colonnato all'edificio.
La coppia di leoni scolpiti posti a guardia della porta giaceva in frantumi sul pavimento e del muro perimetrale restava solo un cumulo di mattoni franati.
Yun Bai li raggiunse un poco più tardi, portando con sé una lunga coda fulva.
Quando gliene chiesero la ragione il mago disse che lungo il tragitto era incappato in una huli jing ferita; lui aveva provato a catturarla, tuttavia la creatura era terrorizzata ed aveva preferito farsi strappare una coda e fuggire piuttosto che combattere.
“Le protezioni magiche non hanno funzionato! Cosa faremo se è successo qualcosa a Sophia?” esclamò.
“Impossibile baobei, sono glifi d'interdizione molto potenti!”
Mentre Ye Xue tentava di tranquillizzare l'amante, Ye Feng si gettò alla ricerca della bambina, ma fatti pochi passi fu costretto a fermarsi davanti ad un ingombrante ostacolo: un'enorme, soffice, massa bianca gli sbarrava il cammino e occupava l'intera area del cortile principale.
“Sophia? Dove sei principessa?”
Tese l'orecchio in cerca di una risposta e nel cupo silenzio dell'edificio distrutto finalmente gli giunse un flebile: “Sono qui shishu Yeye!”
“Qui dove?”
“Qui sopra!”
Al Signore degli Shen parve che la voce della bambina venisse dalla sommità della massa bianca, ancora nascosta dentro il velo di caligine.
“Non ti muovere, vengo a prenderti!”
“Aspetta maestro Leng Ye Feng, provvederò io.” tuonò una voce stranamente familiare.
Subito dopo il candido colosso si mosse e l'Immortale fu costretto a scansarsi, per evitare di essere travolto da quella che sembrava a tutti gli effetti una gigantesca zampa di coniglio.
Xiao Tuzi... sei proprio tu?” domandò incredulo.
“In carne, ossa e pelliccia maestro Leng Ye Feng, anche se non sono più così piccolo temo...”
Lo spirito si chinò in avanti e abbassò le zampe anteriori fino a terra, poi aprendole con grande cautela fece uscire la piccola Sophia.
Ye Feng trasse un sospiro di sollievo nel vedere che era incolume.
Shishu Yeye! Tuzilla mi ha salvato dalle volpi cattive!” disse, correndogli incontro.
“T-Tuzilla?”
“Si Tuzilla! Perché non mi avete detto che non c'era bisogno di andare sulla Luna per conoscere il più magico di tutti i conigli? Bastava fermarsi a casa vostra!”
Il Signore degli Shen non seppe cosa rispondere, perciò fu Tuzi a toglierlo dall'imbarazzo.
“Perché la Luna è troppo lontana e nemmeno loro possono arrivarci, allora siccome io e il signor Coniglio di Giada siamo lontani parenti hanno chiesto a me di tenerti compagnia.”
“Oh, non volevano deludermi... adesso capisco!”

“La nostra principessa è davvero giudiziosa e comprensiva.” disse Ye Xue, che li aveva raggiunti insieme al mago.
Yun Bai aveva trovato e raccolto altre code di volpe tra i ruderi del palazzo ed inchinandosi li porse al gigante bianco.
“Le spoglie della battaglia spettano al vincitore.”
“In tal caso devi farne dono all'illustre signora madre di xiao Sophia, è per merito suo se sono riuscito ad essere all'altezza della situazione e a salvarla.”
“A proposito di altezza...” iniziò il padrone di casa, guardando in alto “Hai intenzione di tornare normale o dobbiamo costruirti una tana più grande?”
“Non sarà necessario maestro Leng Ye Xue, almeno per il momento.” rispose lo spirito “Non so fino a quando dureranno gli effetti dell'incantesimo, quindi ho intenzione di sfruttarli bene: esplorerò le terre oltre questi confini e comincerò dalla Cima Spezzata, ha bisogno di essere ripulita dalle influenze malvagie, poi potrei scendere sulla Terra; ci sono tante brave persone che hanno bisogno di fortuna nell'Anno del Coniglio.”
“Apprezziamo le tue intenzioni, però adesso saresti utile anche qui!”
Tuzi si accucciò sulle quattro zampe, nella tipica postura di un coniglio pronto a a saltare; visti dall'alto i maestri Leng non gli facevano più così paura ed era arrivato il momento di prendersi qualche soddisfazione.
“Solo adesso? Ricordo male o hai detto che sono sempre stato un punto di riferimento per tutti gli abitanti del Palazzo d'Estate?”
“Adesso... più di prima!” precisò Ye Xue, a cui la stazza dell'interlocutore imponeva di usare un particolare riguardo nella risposta.
Senza preavviso la creatura spiccò un balzo e atterrò oltre il torrente che delimitava la radura; a dispetto della sua mole i presenti udirono a malapena un morbido tonfo.
Xiao Tuzi lisciò il muso con le zampe e socchiuse le palpebre in un'espressione divertita.
“Ve la caverete benissimo anche in mia assenza, tornerò se avrete bisogno del mio aiuto.”
“E come ti troveremo?”
“Tutti gli eroi hanno un segnale di soccorso!” suggerì Sophia.
“Oh, giusto, ora sono un eroe e il mio segnale è... lassù nel cielo!” rispose lo spirito, indicando la Luna, che splendeva placida in un soffuso bagliore.

Occhi troppo razionali oggi vi scorgono le tracce dei crateri da impatto di antiche meteoriti, al contrario i sognatori e gli ultimi romantici cercano il profilo di un volto o del Coniglio di Giada; invece per la piccola Sophia e i suoi shishu, quando il lume d'argento è acceso, significa che xiao Tuzi è in giro da qualche parte a dispensare fortuna o a sistemare prepotenze e ingiustizie.

Fine


⋆ La voce della trascendenza ⋆

Carissimi e carissime (✿◠‿◠)
a Gennaio vi avevo promesso un nuovo extra in salsa di soia, ma come spesso succede la storia è lievitata e la sua scrittura ha preso molto più tempo del previsto, se a questo si aggiunge il caos lavorativo post natalizio ecco servita la ricetta di un enorme ritardo.
Il contest di Spoocky mi ha fornito l'assist perfetto per la trama, che ha come protagonista un tranquillo abitante del Regno degli Spiriti, il mite "Signor Tuzi", a cui viene chiesto d'interpretare nientemeno che il mitologico Coniglio di Giada, suo antenato.
A dispetto delle rassicurazioni dei suoi "impresari teatrali", quella che doveva essere solo una divertente messinscena si trasforma in una lotta di sopravvivenza tra predatrici molto determinate e una preda assai riluttante a farsi divorare.
Ringrazio anticipatamente chi vorrà leggere e lasciare un pensiero sulle eroiche gesta di Xiao Tuzi e vi rimando a tempi mediamente brevi con la continuazione della storia cinesina :3

Chi fosse incuriosito dall'ambientazione in salsa esotica e volesse recuperare l'arco principlae può farlo qui:
Una storia di Yin e Yang
e qui:
Engramma

Traduzioni:
Sorgente Lěngrè – Significa Sorgente calda e fredda
Tuzi xiansheng - In cinese letteralmente: Signor Coniglio
Xiao – In cinese 'Piccolo' o 'giovane'
Wanbei – Termine cinese che significa 'allievo'
Baiju – Liquore di riso molto popolare in Cina
Coniglio Lunare o di Giada: Si riferisce alla popolare leggenda del Coniglio Lunare diffusa in Cina e in Giappone https://it.wikipedia.org/wiki/Coniglio_lunare
Hanfu - abbigliamento tradizionale dei cinesi Han di antichissima origine, che consiste in una sopravveste e in una o più vesti sottostanti, da non confondere col kimono, che pare sia ispirato ad esso.
Signori degli Shen - Shen significa genericamente "esseri sovrannaturali"
Fase della trattativa – Una delle cinque fasi di elaborazione del lutto, nel caso specifico Tuzi deve digerire la brutta notizia.
Shishu - zio marziale, termine riferito ad una persona di famiglia (clan o scuola), con la quale non necessariamente si hanno anche legami di sangue.
Xiao Hu: il soprannome di Sophia, significa ' Piccola Tigre'
Codini da principessa: tipica acconciatura femminile di bambine e ragazzine dell'epoca Tang.
Baobei corrispettivo cinese di 'baby'
Jiu yang: forma di saluto marziale e formale "È un onore incontrarti!"
Qi - nome dato all'energia interna del corpo umano ricorrente in tutte le aree soggette all'influenza culturale cinese.
Huli jing: parenti strette delle kitsune giapponesi e delle gumiho coreane per aspetto e prerogative, questi spiriti-volpe posso essere sia benevole che malvagie, ma sono soprattutto delle intriganti seduttrici.
Quan Yin – Dea della Compassione e della misericordia, venerata tanto nel buddismo quanto nel taoismo con molte varianti ed appellativi.



   
 
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