Un Mondo di grazie a Martina91
e ad Emma, per le loro recensioni!
Spero che anche questo episodio vi piaccia.
Forse potrete capirlo e viverlo ancora meglio dopo
aver letto “ Scoperti! ”, che finalmente è stata terminata!
Ecco qui la seconda one-shot.
Cosa accade tra le mura di Hogwarts
nell’attesa dell’arrivo degli studenti?
Lo vedremo e lo vivremo con gli occhi di due
protagonisti: Rebecca Jordan-Weasley e il nuovo
Preside.
Direttamente dalle loro emozioni…
Da tenere presente: Rebecca ha circa 22 anni, e vedrete quasi subito che
carriera ha scelto dopo i M.A.G.O.
Daniel McCallister ha
compiuto i 18 ( sta per iniziare il suo ultimo anno ad Hogwarts,
dopo esser ripartito dall’inizio una volta ripresosi faticosamente dagli eventi
narrati nella long-fic “ Scoperti! ”, ed ha appena ricevuto la spilla di Caposcuola
dei Serpeverde) Ma di lui accenno solo in questa one-shot…ne sto preparando una tutta sua.
I suoi fratelli, Hilary e Justin, hanno invece 13 anni.
Capitolo 2
Tra Mura amiche
30 Agosto, h 17:40 p.m.
Il mezzo-gigante oscurò quasi totalmente la luce
sull’ingresso della sua capanna, spingendo la sua giovane assistente a
voltarsi.
“ Sei già di ritorno? ” gli chiese.
“ Un altro Thestral è stato
ferito, abbiamo ancora di quel disinfettante? ” L’Insegnante e guardiacaccia si
sedette ai piedi del letto di dimensioni titaniche, mentre lei si avvicinava ad
una mensola e cominciava ad esaminare i vasetti che l’infermeria della scuola
riforniva ogni due settimane.
“ Sì, un po’ ” rispose infine, richiudendolo bene e
lanciandoglielo al volo.
“ Perfetto, grazie! ”
Ora che aveva di nuovo un po’ di luce, la ragazza
tornò a concentrarsi sul testo che stava studiando.
Lo sguardo di Hagrid si
addolcì, anche se lei non poteva vederlo. “ Rebecca…”
“ Uhm…? ” Lei continuò a scorrere le righe alla
ricerca del paragrafo che aveva trovato sulle Arpie. Le Arpie erano solo le
ultime, delle creature che per secoli erano scomparse dal Mondo Magico, e che
il progetto di Yan aveva provveduto a riscoprire.
Erano state loro ad uccidere Colin
Canon, un Auror che era
grande amico di zia Ginny, e che era stato studente
insieme a lei.
Nello stesso scontro, Hermione
aveva perso il bambino che teneva in grembo, quello che sarebbe stato il
secondo figlio suo e di Harry. Erano trascorsi già
quattro anni, ma Rebecca ricordava quel giorno d’orrore come fosse ieri, perché
era rimasta lei in casa con Maddy, ed era presente
quando Harry – appena rientrato dalla battaglia, le
aveva detto che era stata ferita anche Hermione, e
che, dopo aver perso il bambino, lottava tuttora per la vita.
Harry aveva abbracciato Maddy con
una presa forte e disperata, aggrappandosi alla sua piccola per non impazzire.
Molte persone, da lassù, dovevano aver protetto la sua
famiglia, perché lentamente Hermione si era ripresa.
Due anni dopo esser uscita da una lunga convalescenza, aveva dato alla luce Christopher.
Rebecca era la sua madrina, e questo era stato uno dei
motivi per i quali avrebbe ricordato sempre con immensa gioia il sabato in cui Chris era stato battezzato.
L’altro evento che aveva reso speciale quella giornata
era stato la proposta ricevuta da Hagrid di andare ad
Hogwarts come sua assistente. Da quel giorno, Rebecca
aveva dato anima e corpo allo studio delle Creature magiche, approfondendo ciò
che il Mezzo-gigante le aveva insegnato nell’arco dei
suoi sette anni, ma anche le ricerche avviate sulle Creature oscure che ora
dovevano saper affrontare.
Le Arpie, le Arpie avevano cominciato a prendere di
mira anche Manchester e altre piccole città babbane.
Di queste Creatureoscure era
molto difficile reperire informazioni, pressoché impossibile trovare
illustrazioni dettagliate del loro aspetto…questo fino a che Hermione, Harry e qualche altro Auror non erano stati nelle condizioni di fare i loro
rapporti, dopo la battaglia contro due di esse.
Ma c’era ancora molto da studiare, a proposito, e
soprattutto per vie traverse…quindi, lentissime.
Per questo, appena giunta ad Hogwarts
per l’inizio della sua esperienza di assistente, Becky
aveva chiesto il prestito di quel libro in particolare. Durante il viaggio sul
Nottetempo – che aveva preso a Diagon Alley, direttamente davanti al negozio Tiri vispi Weasley – Rebecca si era fatta
una nota di quello e di altri titoli che le sarebbero serviti per approfondire
l’argomento.
Uscita dalla biblioteca, aveva scoperto di voler
andare al più presto a salutare Hagrid…anche perché
gli altri professori erano nei loro studi, probabilmente a terminare le prime
lezioni per l’anno che sarebbe iniziato di lì a poco, dunque non aveva voluto
disturbarli.
I corridoi del castello le mettevano addosso
un’inquietudine quasi insopportabile, quando erano così vuoti. Era sempre stato
così, ma la sensazione si era acuita da quando Fantasmi e professori avevano
dovuto difenderli dai soldati del Generale e dalle creature del Druido Yan, prima di poter accogliere altri studenti.
Fino alla completa certezza che tutte le creature
erano state debellate, le lezioni si erano svolte in due diverse sedi: l’ex Quartier Generale dell’Ordine della Fenice, donata al
Ministero da Harry, e Malfoy
Manor.
Finalmente, però, tutto era tornato ad una parvenza di
normalità, e i futuri maghi e streghe sarebbero tornati ad essere istruiti al
castello…Rebecca era felice come una bambina, per questo. Anche se quelle mura
non custodivano per lei solo ricordi positivi, erano pur sempre mura amiche.
Era felice soprattutto che potessero essere in grado di accogliere Maddy e gli altri studenti che stavano per essere
smistati.
“ Non dovresti essere a prendere Daniel e i gemelli? ”
si sentì chiedere dal vocione di Hagrid.
“ La serata è stata rimandata, perchè Justin non stava bene…indigestione di Cioccorane.
”
“ Oh, che peccato. ”
“ Già, chissà se gli sarà servita come
lezione…Comunque passiamo a trovarli più tardi, io e Jodie.
Siamo a cena da loro insieme a Patrick. ”
“ Allora vai a prepararti con calma! Non hai studiato
un po’ troppo, oggi? ”
Rebecca gli sorrise. “ Insomma, mi stai mandando via!?
”
“ Con molta dolcezza, ma…sì! ”
Lei gettò un’occhiata fuori dalla finestra. “ Me ne
vado solo perché ho visto che stai per ricevere ospiti. ”
Anche Hagrid guardò fuori,
dove sui prati in pendenza e sull’orto delle zucche si stava stendendo un manto
di nuvole piuttosto cupe. L’autunno stava decisamente per arrivare.
“ Lupin? Credo che stia
venendo per te, sai? ”
“ Per tutti e due, a dir la verità ”
precisò l’insegnante, affacciandosi alla finestra di vetro piombato della
capanna. “ Avete qualcosa di caldo da offrire ad un vecchio lupo? ”
A dispetto del fisico di cinquantenne sempre più
provato dalle indesiderate trasformazioni, sul volto di Lupin
si poteva scorgere da alcune settimane una serenità invidiabile. Era un piacere
stargli accanto, per la fiducia e la sicurezza che riusciva a trasmettere.
Pensando questo, Rebecca mise subito il bollitore
sulla stufa, trasportandolo con un colpo di bacchetta.
“ Entri, Preside ”
“ Attento alle leccate di Thor!
” avvertì Hagrid.
“ Smettetela di chiamarmi Preside, ” sbuffò Lupin, pulendosi le scarpe nello zerbino, “ tutti e due. Se
vorrete, fatelo di fronte agli studenti, ma non tra di noi, chiaro? E’ un
ordine! ”
“ Non sarà facile, per me ” obiettò Becky.
“ Non ci hai nemmeno provato, mi risulta.
Piuttosto…come sta procedendo la preparazione delle lezioni? ”
“ E’ una grande assistente, sapete? ” rispose per
tutti il Mezzo-gigante, “ Facevo bene ad insistere
per averla con me! ”
Rebecca arrossì a quel complimento di Hagrid. Evitò di dire che in quei giorni la sua attenzione
non si era rivolta esattamente alle prime lezioni del nuovo anno, quanto
piuttosto a ricerche delle quali non riusciva ancora a venire a capo.
Se anche Lupin scorse la sua
esitazione, non lo diede a vedere. “ Bene, ne sono molto felice ” le disse
invece. “ Sono venuto per invitarvi ad una colazione nella Sala Grande, domani
mattina. E per sapere perché non entrate al castello più spesso. ”
“ Beh…” Hagrid si torturò
nervosamente la barba cespugliosa, e Rebecca fu curiosa di sentire che scusa
avrebbe inventato. Hagrid aveva mostrato un’indole
sempre più solitaria e malinconica, dopo la morte di Madame Maxime…“
Il fatto è che…alcuni Ippogrifi e Thestral
hanno avuto bisogno di cure. E poi c’è stato il messaggio che mi ha fatto avere
Cassandro. ”
“ Ha accettato di venire alla riunione? ”
“ Alla fine sì, Pres…”
“ Remus ” gli ricordò
pazientemente Lupin.
“ …Remus, giusto. Sì, alla
fine ha accettato. Verrà con altri due Centauri. ”
“ Bene. Allora…? Domani mattina verrete? Sarà l’ultimo
giorno di tranquillità, in questo castello, prima dell’arrivo degli studenti.
Vorrei che noi insegnanti lo trascorressimo tutti insieme. ”
“ Tutti insieme? ” intervenne perplessa Rebecca, “
vuole dire che la professoressa Cooman accetterà di
sporcare il suo Occhio Interiore scendendo tra noi esseri mortali? ”
“ Pare di sì ” rise Lupin, “
Incredibile, vero? In serata dovrebbe arrivare anche Hermione.
”
“ Oh, bene! ” Rebecca aveva una voglia matta di
rivedere la strega, anche se non era trascorso che un mese dal loro ultimo
viaggio insieme nella terra di Avalon, dove Maddy e gli altri studenti avevano ricevuto le loro
bacchette.
Più tardi avrebbe proposto a Jodie
e Patrick di restare a dormire al castello, dopo
esser andati a cena dai McCallister…così anche loro
avrebbero potuto incontrarla.
Desiderò che anche Lewis
potesse unirsi a loro, ma il ragazzo era in Francia per una ricerca sui gargoyle, e non sarebbe tornato che ai primi di ottobre. Lew’ le mancava terribilmente, perché era partito subito
dopo il battesimo di Blanca, la figlia di Draco e Maresol. Avevano
trascorso un fine settimana meraviglioso a Siviglia, poi si erano dovuti
separare già durante il viaggio di ritorno.
“ Scusate se mi sono auto invitato, ma avevo voglia di
chiacchierare con buoni amici, e di evitare per un po’ gli inchini di Dobby…se capite cosa intendo. ”
“ A domani, Remus ” gli
strinse la mano Hagrid.
“ Grazie, passate una notte serena. Rebecca, la tua
stanza di insegnante è pronta. Queste sono le chiavi. ”
Becky allungò la mano per riceverle. “ Wow! ” esclamò,
visibilmente emozionata all’idea di esser riuscita a diventare un’assistente.
“ Le hai pienamente meritate. Siamo felici di averti
nel corpo insegnanti di Hogwarts. ”
“ Grazie prof…Remus. ”
* * *
31 Agosto h 02:00 a.m.
“ Tornate presto a trovarmi, mi raccomando! ” disse la
padrona di casa, accompagnando sulla soglia di casa i giovani ospiti.
“ Certo, Signora McCallister
” rispose con un caldo sorriso Jodie. “ Ci saluti
tanto Fedra. ”
“ Sarà fatto. Dormite bene. ”
Dai piani superiori della casa che gli ex-Corvonero conoscevano assai bene, li raggiunse un rumore
decisamente sospetto, considerando che i gemelli avrebbero dovuto essere già a
letto da un bel pezzo.
La donna alzò gli occhi al soffitto: “ E’ meglio che
vada a dare un’occhiata. Spero che quest’anno, al
castello, tu e Daniel riuscirete a tenere a bada questi due diavoli, Rebecca. ”
Becky rise, nel prendere la mantella che Patrick le stava allungando: “ Ci proveremo, ma vista la
loro energia di questa sera non garantisco niente. ”
“ Buona notte, allora. Fatevi sentire via gufo. ”
“ A presto, signora. Buonanotte. ”
La porta di McCallister Manor si chiuse alle loro spalle. Nell’aria frizzante
portata dal temporale cessato da poche ore, i tre amici si avviarono per il
viale alberato, verso il cancello.
“ Chiamiamo il Notte-tempo? ” propose Patrick, mettendo mano alla bacchetta.
Le due ragazze annuirono.
Richiuso il cancello, non dovettero attendere che
pochi minuti. Il familiare bus a tre piani fu presto dinnanzi a loro, con il
suo intenso color viola.
“ Buona sera, ragazzi! ”
“ Ciao Stan, Ernie…”
ricambiò il saluto Patrick.
“ E’ un piacere rivederti così presto, Rebecca. ”
“ Grazie, Stan. Ci potete
portare ad Hogsmeade? ”
“ Consideratelo già fatto. Siete gli unici passeggeri,
questa notte. Volete una cioccolata calda? ”
“ Uhm…” Jodie si leccò le
labbra, mentre pagava saliva alle spalle di Patrick,
“ non sarebbe male! ”
“ Allora cioccolata sia! Sedetevi dove volete. Ernie,
puoi partire. ”
Fu difficile come sempre gustarsi appieno la
cioccolata calda, ignorando i lampioni, le macchine e i mezzi pubblici babbani che si scansavano dalla loro traiettoria all’ultimo
nano-secondo. A dirla tutta, fu difficile trattenere nello stomaco persino
quelle poche sorsate che riuscirono a bere.
Quando il Notte-tempo frenò alla periferia di Hogsmeade, a Rebecca sembrò di rotolare…più che scendere
giù dal mezzo.
“ Grazie, Stan…Ernie…Buonanotte!
”
I due agitarono le mani, ricambiando il saluto. Ernie
ammiccò da dietro i suoi occhiali a fondo di bottiglia: “ Buonanotte, non fate
troppa baldoria! ”
“ Cercheremo, ciao! ” Patrick
attese che il bus fosse lontano, prima di sussurrare. “ La prossima volta che
sto per ordinare qualcosa da bere su quel bus, prendetemi a schiaffi, vi prego!
”
“ Andiamo, su…Camminare un po’ ti farà bene! ”
Impiegarono un’oretta buona ad uscire dal bosco, poi
le torri e le guglie di Hogwarts si stagliarono
contro il cielo, dove un quarto di luna era appena sfuggito al manto di nuvole.
Giunti di fronte al portone di quercia, furono accolti
da un paio di elfi domestici, che si offrirono di preparar loro qualcosa di
caldo, prima di fare i letti per Patrick e Jodie.
“ Ti ringrazio…”
“ Edelbeer, signore. ”
“ …Edelbeer…ma non credo che
mangerò qualcosa prima del prossimo secolo! ”
Considerato il pallore sul viso di Patrick,
Rebecca pensò che era un miracolo se non aveva ancora rimesso. “ Una camomilla,
però, ti farebbe bene…”
“ Dici…? Sempre che il mio stomaco le conceda il tempo
di fare effetto. ”
“ Andiamo, brontolone! ” rise Jodie.
“ Appoggiati a me. ”
Becky non volle
scomodare oltre i due elfi domestici, e fortunatamente per lo stomaco di Patrick si dimostrò capace di trovare senza troppe
difficoltà la stanza che le era stata assegnata nel corridoio dei professori,
dove dormivano quelli che non erano responsabili di nessuna Casa.
La sua camera si rivelò in realtà un
discreto bilocale, con servizi privati cui si poteva accedere dalla porta alla
sinistra del letto a baldacchino. Ai piedi del letto era già stato sistemato il
suo baule, e su uno scrittoio nel salottino attiguo Dobby
aveva fatto “traslocare” dalla casa di Hagrid, i
libri che le erano serviti quel pomeriggio.
“ Sì, “ commentò Jodie,
notando la pila che formavano i tomi ingialliti dal tempo, “ questa è
decisamente la tua stanza. ”
“ Spiritosa! Dai, aiutami a sdraiare questo bestione!
”
* * *
h 8:50 a.m.
Al suo risveglio, Rebecca ebbe un attimo di
smarrimento di fronte al mobilio di quello che era il suo nuovo appartamento,
così diverso da quello della sua camera di casa Weasley,
dove viveva con Fred e George,
i suoi genitori adottivi.
Quando la memoria ripescò per lei i fatti della sera
precedente, l’entusiasmo la portò ad un sorriso spontaneo.
Era ad Hogwarts, ma questa
volta come membro del corpo docente!
Si alzò dal letto e dischiuse leggermente le due
finestre alla destra del letto con un colpo di bacchetta, presa con un gesto
automatico dal comodino di ciliegio.
Jodie le dava le spalle, girata di fianco sul letto che Winky le aveva preparato, perché le due ex Corvonero potessero dormire insieme come ai vecchi tempi.
Lavorando come una matta per conto del Ministero – e
precisamente all’Ufficio Gestione dei rapporti con le Creature Magiche,
fortemente voluto dal Ministro Minerva McGrannitt
- Jodie
viaggiava spesso, e la sua permanenza di quei giorni in Inghilterra era la
prima da qualche mese a questa parte.
Anche dopo aver parlato via camino con Lewis e aver dato la buonanotte a Patrick,
che avrebbe dormito nel divano del piccolo salottino, le due ragazze si erano
raccontate diverse cose, pensando con immensa tristezza a Tamis,
che non era più con loro, prima di cedere finalmente al sonno e spegnere i lumi
verso le tre di notte.
Facendo attenzione a non svegliarla, Becky sussurrò un Accio rivolta al baule, per ottenere il necessaire e
l’accappatoio. Andò nel bagno e si fece una bella doccia per inaugurare la
giornata. Quando si fu vestita e pettinata, passò nuovamente accanto al letto
di Jodie e uscì nel salottino, dove Patrick sbadigliava vistosamente.
“ Buongiorno! ” sussurrò allegramente, chiudendosi
alle spalle la porta.
“ Parliamone tra qualche minuto…o dopo la colazione,
ancor meglio! ”
“ Dai, possibile che tu debba sempre boicottare il tuo
stesso buonumore?! Pensa al vassoio di brioches e ai
mille tipi di marmellata che potrai mangiarti fra poco, e sorridi! ”
“ Come fai a connettere con il mondo così felicemente,
alla mattina? ”
“ Come si fa a non essere felici, con questo sole? ”
chiese di rimando Becky. “ Dai, il bagno è
libero…corri, prima che si svegli Jodie e te lo
occupi! ”
Quando scesero la scalinata di marmo diretti alla Sala
Grande, tutti gli enormi corridoi del castello erano gioiosamente inondati dal
sole dell’ultimo giorno di agosto.
* * *
h 10:00 a.m.
Emozionato come un ragazzino.
Mani sudate, salivazione interrotta, gli ingredienti
c’erano tutti.
La tavolata degli insegnanti sembrava essersi
rimpicciolita, da quando occupava la sedia del Preside.
Preside.
Lui, Remus Lupin.
Un Preside emozionato come un ragazzino al momento del
suo smistamento…un momento che ricordava ancora alla perfezione, del resto. Ed
erano passati ormai trentanove anni, da quella sera.
Incrociò lo sguardo di Moody,
che si stava sedendo proprio ora tenendo già in mano la sua tazza di caffé. Lo
trovò alquanto divertito. Il vecchio se lo stava godendo tutto, lo spettacolo
del suo imbarazzo. Ma non era un divertimento malizioso o maligno, Remus lo sapeva.
Gli sorrise. “ Eri sotto le coperte fino ad un secondo
fa, Alastor? ” gli disse, alludendo alla pettinatura
scarmigliata che il professore ed Auror esibiva.
“ Tu invece hai l’aria di aver camminato avanti e
indietro sotto ai quadri dei vecchi Presidi…Oppure sei rimasto direttamente
qui, teso come ai tuoi G.U.F.O? ”
“ Più o meno…” ammise Lupin.
“ Comunque tu sei il mio Vice…e dovrai occupare questa sedia in certe notti di
luna piena. Fossi in te non farei così il gradasso…potrei volermi vendicare. ”
“ Malandrino fino in fondo. ”
La professoressa Sinistra stava parlando sottovoce con
l’insegnante di Rune Antiche. Sibilla Cooman fissava
teatralmente il soffitto stregato della Sala Grande, come se da esso stesse per
giungerle un messaggio supremo delle Forze Celesti, un messaggio esclusivo per
il suo Occhio Interiore.
Ninfadora Tonks – che avrebbe potuto
accopparlo, se solo lo avesse sentito pronunciare un’altra volta il nome che
cercava con ardore di far dimenticare – addentava un toast, annuendo ad una
battuta di Hagrid.
Dopo una breve panoramica degli altri maghi e streghe
che – appena arrivati - cominciavano a chiacchierare tra loro, non meno tesi di
quanto lo fosse lui, Remus trasse un lungo sospiro e
domandò: “ Ci siamo tutti? ”, cercando di ignorare di avere le viscere
decisamente aggrovigliate.
“ Mancano i
giovanissimi, avranno avuto una notte brava ” commentò Hagrid.
“ Siamo qui ” annunciò la sua assistente con una
risata.
“ Patrick non è molto
presente, dico io…” scherzò il giovane insegnante che aveva ereditato ormai la
cattedra di Incantesimi dal defunto Vitious.
“ La prego, non infierisca…Signor Weasley!
”
“ Tranquillo, Patrick…se
dovrai salire un’altra volta sul Nottetempo, questa volta il tuo stomaco sarà
più che vaccinato. ”
“ Cos’è, lo sa già tutta Hogwarts?
Chi ha spifferato?! ”
“ Qualche dozzina di fantasmi ” rispose Ronald, “ Silente lo ha sempre detto che tra le mura di Hogwarts i segreti durano molto poco…quelli scomodi durano
ancora meno! ”
I tre ragazzi, poco più che ventenni, guardarono con
nostalgia alla lunga tavolata che li aveva accolti in tante colazioni come
quella. Hogwarts era davvero diversa, da quegli
anni…decisamente ringiovanita, e diretta da Preside e insegnanti alle prime
armi, ma senza dubbio entusiasti e volenterosi.
Remus pensò tra sé che sarebbe stato bello se Silente avesse
avuto il tempo di farsi ritrarre in un ritratto magico…perché in questo modo
sarebbe stato ancora con loro. Il Più Grande Mago del Mondo degli ultimi tre
secoli, però, aveva diretto egregiamente
“ Un brindisi alla nuova generazione di Maghi e streghe!
” propose Hagrid, alzando il bicchiere di succo di
arancia – così minuscolo nelle sue manone – in
direzione di Becky e dei suoi amici.
Remus appoggiò con gioia l’iniziativa, bevendo alla loro
salute.
Erano tutti e tre suoi ex studenti di Difesa contro le
Arti Oscure, tra i migliori. Salutò con calore La signorina Hepburn
e Patrick Johnson, che non
vedeva da molto tempo, e ricordò con malinconia Tamis,
che insieme a Gwydion aveva avuto la sfortuna di non
arrivare al meritato diploma.
“ Sedetevi, allora. Tra poco ci raggiungeranno Dobby, Winky, e gli altri elfi,
cuochi e non. Mi sembrava bello iniziare tutti insieme questa giornata, che per
molti di noi…soprattutto per me…è un’importante vigilia. Stasera, insieme alla
futura insegnante di Difesa, dovrebbero essere dei nostri anche la
professoressa McGrannitt e altri due ospiti che
devono ancora dare conferma. Ci spero veramente, e credo anche voi. ”
Dalle espressioni confuse e ancor più curiose di molti
dei presenti, Remus dedusse che non avevano idea di
chi potesse trattarsi. “ Vedo che ho ancora modo di sorprendervi…bene bene. ” Si concesse un ghigno di soddisfazione. “ La
giornata è vostra, amici, a cominciare da ora…Vi chiedo solo di venire nel mio
studio, verso le sei e mezzo di questa sera, per spartirci definitivamente le
responsabilità delle quattro Case, stabilire altri dettagli tecnici e…svegliare
dal torpore il nostro Cappello parlante, sperando che non abbia prodotto un
discorso troppo contorto in quella sua mente macchinosa. ”
Aveva concluso il suo primo discorso al corpo insegnanti, quando ebbe un ripensamento e si
schiarì la voce per dire la cosa che gli premeva più di tutte. “ Grazie di
essere qui, a ognuno di voi…dal più profondo del cuore. ”
Arrossì come mai si sarebbe aspettato all’applauso che
seguì, e si concentrò con particolare interesse sulla frittata che aveva nel
piatto, ancora sfrigolante.
“ Ben detto, Professore ” sussurrò la voce spettrale
del Barone Sanguinario, annunciando l’ingresso dell’orda di fantasmi che
rendevano il castello ancora più speciale, praticamente da sempre.
Ronald Weasley intavolò una
discussione con Nick Quasi-senza-testa
a proposito della precedente Coppa delle Case, vinta dai Tassorosso,
mentre Rebecca e Jodie salutavano
Il Frate grasso si pavoneggiava orgoglioso, sostenendo
che i Tassorosso avrebbero senz’altro trattenuto
* * *
h 18:00 p.m.
Remus aveva trascorso quella giornata restando il più
possibile all’aperto, camminando al limitare della Foresta Proibita e
riepilogando le cose dell’ultimo minuto con il sentore di una certa ansia
crescente.
Quando arrivò l’ora dell’appuntamento dato da lui
stesso agli altri insegnanti, il cielo si era leggermente annuvolato e i raggi
del tramonto lottavano per non cedere al manto grigio che ormai stava per
coprirli.
La prima ad entrare nello studio circolare – insieme a
Dobby – fu Tonks, che aveva
lo sguardo fisso sul Cappello Parlante che lui reggeva in mano…eppure,
stranamente, non fece cadere nessuna delle pile di libri pericolanti sulle
sedie, libri personali che Remus non aveva ancora
trasferito nei pochi spazi liberi della libreria a tutta altezza.
“ Hai mai provato l’istinto di indossare nuovamente il
Cappello? ”
“ Domanda curiosa…” osservò lui. “ Forse qualche volta
sì, ma credo che non porterebbe a nulla. Tu ci hai mai pensato? ”
“ Diverse volte…spesso, quando mi trovavo davanti ad
una decisione difficile. Se non sto attenta, rischio di diventare sempre troppo
fatalista. ”
“ Questa è una di quelle volte? ” le chiese Remus, sedendosi accanto a lei.
“ No, ormai la decisione è già stata presa. ”
“ Sarai un’ottima insegnante di Trasfigurazione, Tonks. Minerva non te lo avrebbe proposto, se non ti avesse
ritenuto all’altezza. ”
“ Sei carino a dirmi questo. ”
“ Non è un complimento, è quello che penso. ”
“ Siamo delle frane a nascondere l’insicurezza dei
novellini…” considerò lei. Da qualche giorno non modificava più il suo aspetto,
e teneva i riccioli biondi legati in una morbida coda bassa, legata da un
nastro turchese.
“ Novellini…già. E’ buffo pensarci, ma è proprio così,
siamo dei novellini in questa esperienza. ”
“ Mi spaventa,è vero, ma…mai come di questi tempi ho
bisogno di novità che mi stimolino, sai? Non lo trovi strano? Siamo
costantemente in allarme per Creature che ancora dobbiamo imparare a
conoscere…che possono attaccarci da un momento all’altro. Perché ho un
desiderio così forte di sbilanciarmi nel nuovo, allora…? Non sono troppo
incosciente? ”
“ No, non credo…” rifletté lui.
“ Buonasera a tutti…” salutò una voce che li spinse a
voltarsi verso il camino dello studio.
“ Harry! ” esclamò Tonks, sorridente.
“ Ciao, Tonks…Remus! ”
“ Ciao, Harry. Come state? ”
“ Io sto benone, anche se Chris’ sta meditando di attaccarmi gli orecchioni. Hermione sta per prendere
“ Poco…molto poco. Do una settimana di vita al
massimo, a quella povera casa! ” rispose Tonks.
“ Infatti. Hermione l’ha già
salutata come se al ritorno dovesse trovarla rasa al suolo. ”
“ Maddy come sta…è
emozionata? ” si informò Remus, appoggiando intanto
il Cappello parlante sul ripiano della scrivania.
“ Le ho dovuto sequestrare la bacchetta. Trai le tue
conclusioni…”
“ Accidenti! ”
“ Trattatemi bene le mie donne, eh? ”
“ Harry, smettila di
raccomandarci come se fossimo una tua proprietà! ” battibeccò
Hermione, appena comparsa di fronte a loro, con tanto
di baule. “ E non dimenticare le medicine di Chris’!
”
“ Ricevuto, comandante! ”
Il pianto che esplose alle spalle del marito le fece alzare
gli occhi al soffitto.
Quando la testa corvina di Harry
fu scomparsa dalle fiamme del camino, Hermione
abbracciò con slancio il nuovo Preside e Tonks. “ E’
tutto pronto, qui? ”
“ E tu sei pronta? ”
“ Non lo so dire. Emozionata tantissimo, questo è certo!
” rispose la strega.
“ Hermione! ” gridò Rebecca,
precipitandosi appena entrata ad abbracciarla.
“ Come stai, Becky, tutto
bene? E voi, ragazzi? ” domandò a Patrick e a Jodie.
Poco a poco lo studio si riempì, e i presenti si divisero
i compiti per l’accoglienza degli studenti, che sarebbero arrivati l’indomani
con l’Espresso dalla stazione di King’s Cross. La
professoressa Cooman si eclissò subito dopo la
riunione, ma gli altri rimasero a verbalizzare ciò che si era deciso e a
rilassarsi davanti una tazza di the offerto dalle cucine.
Remus attese questo momento più raccolto e informale per
fare a Rebecca un’ultima proposta.
Nel sentirsi scrutare a lungo dai suoi profondi occhi
scuri, temette che non avrebbe accettato. Ma poi sul volto della sua ex-allieva
spuntò anche un sorriso disarmante, e lui si trovò a pensare di aver fatto la
scelta più giusta.
Gli ospiti che solo Remus
sapeva di dover accogliere giunsero al castello dopo cena, con una Passaporta.
I due avanzarono quasi con imbarazzo tra le lunghe
tavolate, fino a raggiungere il soppalco dove stavano ancora tutti terminando i
loro dolci. Erano due figure snelle, un uomo e una donna, che non indossavano
la divisa, ma che avrebbero potuto esser riconosciuti come Auror
semplicemente dopo un breve sguardo al loro fisico atletico.
Ronald Weasley e Neville Paciock si alzarono di scatto, facendo arretrare le
rispettive sedie.
“ Ma cosa…? ” iniziò a dire, sorpreso, il rosso.
“ Maresol, Draco! ” gridò Paciock,
interrompendolo. “ Siete tornati! ”
Assistendo a quell’incontro,
Remus percepì nell’aria una nota stonata che non
sarebbe riuscito a spiegarsi se non dopo molte ore e cioè il giorno seguente, una volta concluso il
Banchetto di inizio anno.
* * *
1 Settembre, h 19:30
Daniel, i suoi fratelli e ora anche Maddy erano ormai da diverse ore in viaggio sull’Espresso,
che li avrebbe portati alla stazione di Hogsmeade.
Arrivati lì, questa volta, sarebbero stati accolti da due persone, che
avrebbero accompagnato gli spaventati “primini” nella
traversata del lago.
Le cose cambiano, pensò Lupin
sorridendo tra sé.
Quelle mura millenarie ne avevano visti di
cambiamenti, negli ultimi vent’anni. Erano state
difese dai loro Presidi con un sacrificio personale che era arrivato anche
all’ultima goccia di sangue, alla vita stessa. Erano state espugnate da un
esercito di babbani corrotti da incantesimi insidiosi
e mandati alla ricerca delle soglie per il Mondo Magico.
Adesso ospitavano docenti da qualche settimana
impegnati nel mettere in piedi una nuova Hogwarts,
voluta dal nuovo Ministro della Magia, che vi aveva insegnato per quarantasei
anni e per quattro ne era stata
E lui cosa avrebbe combinato, alla direzione di quella
scuola?
Quanto doveva a quella scuola! Era una serie di
preziosi doni, quella ricevuta fin dagli undici anni tra quelle mura…doni così
importanti che non avrebbe saputo ripagarla mai del tutto, per essi. Lo sapeva,
lo accettava.
Dopo le brevi battute scambiate con la professoressa
Sinistra e con Baxther, cattedra di Babbanologia, Remus si incantò suo
malgrado a guardare Daniel e Barbara, i due Capiscuola Serpeverde
che erano venuti al tavolo degli ospiti per salutare Draco
Malfoy e Maresol. La donna
sembrava serena, ma gli risultò impossibile non ricordare con una stretta allo
stomaco ciò che gli aveva detto quel pomeriggio. Avevano già parlato con Madama
Chips e con i signori Granger,
che ormai erano suoi collaboratori a tutti gli effetti e con pieni meriti.
La piccola Blanca stava
male, e non erano problemi da nulla.
Era stato tristissimo il momento in cui la coppia ne
aveva parlato a lui, ai colleghi Auror e agli
insegnanti che sentiva più vicini. Non aveva voluto dirlo a Daniel e ai suoi
fratellini, ed ora stava facendo di tutto per mostrarsi serena e scherzare con
maghi e streghe che non incontrava da mesi...perciò la sola cosa da fare era
rispettare la loro decisione.
“ Remus, sei fra noi? ” indagò
la voce gracchiante di Moody, seduto accanto a lui.
Lupin si riscosse dai suoi pensieri. “ Scusa…”
“ Ormai le barche dovrebbero essere arrivate di qua
dal lago, eh? ” considerò il responsabile della casa dei Serpeverde.
Al lato opposto aveva proprio Minerva McGrannitt,
l’attuale Ministro della Magia.
“ Sì…la serata è limpida, dovrebbe essere stata una
traversata tranquilla. ”
La massa di giovani studenti dall’aria impaurita si
sbrogliò come un gomitolo alle spalle di Hagrid e
Rebecca, che avanzavano verso il soppalco dove si trovava già lo sgabello del
Cappello parlante.
Remus strizzò l’occhio a Hermione
Granger, che si stava veramente impegnando per
restare imparziale nel sorridere a tutti i futuri studenti del primo anno, tra
i quali c’era Maddy Potter.
“ Benvenuti ad Hogwarts! ”
salutò con calore Remus, alzandosi dalla sedia
insieme alla McGrannitt. “ Ai nuovi arrivati che
stanno per essere smistati auguro di poter vivere senza troppa ansia questo
momento, e di poterlo ricordare in futuro come qualcosa di veramente piacevole,
non solo importante. Quest’anno siete stati accolti
al binario di Hogsmeade da due persone che io stimo
molto: Rubeus Hagrid, che
insegna Cura delle Creature Magiche e Rebecca Jordan-Weasley,
sua ottima assistente.
“ Spero che la signorina non abbia cambiato idea,
visto che è stata emozionata quasi quanto voi, per tutta la giornata. Vuole
essere lei a far incontrare il Cappello Parlante ai nostri nuovi allievi,
signorina? ”
Rebecca deglutì visibilmente e avanzò, prendendo il
Capello Parlante e il rotolo dei nomi dalle mani di due custodi eccellenti, Dobby e Winky. “ Con piacere,
Preside. ”
Posò il Cappello sullo sgabello e tutti attesero il
discorso di inizio anno direttamente dalla voce del Cappello.
Fortunatamente quell’anno
non volle infierire più di tanto. Dopo soli cinque minuti, Rebecca poté avvicinarsi
di nuovo e voltarsi con un sorriso verso le facce impaurite che la fissavano. “
Sedetevi sullo sgabello quando sentirete il vostro nome, poi raggiungete il
tavolo della Casa in cui il Cappello vi avrà smistato. ”
Srotolò la pergamena e lesse il primo nome: “ Christine Allow ”.
Sorrise alla ragazzina ricciuta che saliva timidamente
sul gradino e si sedeva attorcigliandosi le mani.
“ Grifondoro! ”
E tutto ricominciava…pensò il Preside…Erano
davvero a casa.