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Autore: elenabastet    01/03/2024    4 recensioni
Una storia per omaggiare il 42° anniversario dell'arrivo di Oscar anime in Italia, tra fantasia e realtà.
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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E SONO 42...

 

Rating: riflessioni su una passione tra realtà e fantasia.

Fandom: Lady Oscar.

Note: certe passioni sono per sempre…

 

 

“Ma stavolta dove siamo finiti, André? Ogni tanto ci capita questo, ci troviamo in posti che non conosciamo...”, disse Oscar, guardandosi attorno. Erano in una casa, ma molto diversa da quelle che ricordavano, ci erano arrivati aprendo una porta nella loro casa, la bella villa in riva al mare della Normandia dove si erano ritirati ad un certo punto delle loro esistenze.

Erano passati… anni e anni, tanti, troppi, lei ed André erano sempre insieme, con ogni tanto qualche visita di vecchie conoscenze. Ma finalmente avevano tempo per loro, un tempo infinito, senza più dolore, anche se ogni tanto riafforavano ricordi dolorosi di un qualcosa che era loro accaduto. Ma bastava abbracciarsi ed amarsi per scacciare il tutto.

Un gatto si parò loro davanti, nero, con varie macchie bianche: li guardava con aria curiosa e amichevole, come li conoscesse.

“Ehi, che bel micio, sembra quello che aveva mia nonna nel periodo in cui eri capitano della guardia a Versailles… ma non è lui!”, notò André, mentre il gatto li accoglieva con un sonoro miagolio.

Si guardarono meglio attorno, la porta da cui erano arrivati in quella casa era dietro di loro, ma era come nascosta in un armadio… Tutto molto strano davvero.

Il gatto li guardò e poi si spostò verso una stanza illuminata. Oscar e André entrarono, c’era tanta luce, non come le candele, dovettero sbattere gli occhi prima di mettere tutto a fuoco. C’era da inciampare in quella stanza, era piena di cose per terra, scarpe, mobili diversi dai loro ma analoghi. Sulle pareti, libri e armadi, pieni zeppi di cose di vario genere. Si guardarono attorno, perplessi ma incuriositi, e pian piano si accorsero di una cosa un po’ inquietante ma che fece loro piacere, in quell’insieme di figure, colori, forme in cui erano immersi.

“Oscar, ma lì ci sei tu… su quei volumi… e anche sull’armadio, ci sono dei tuoi ritratti...”

“Direi che ci sei anche tu… oh, ma… chi ci ha fatto questo?”, disse Oscar, notando quell’immagine in cui c’erano lei ed André abbracciati, in uno specchio d’acqua, senza le loro uniformi.

“Beh, dai è bella, siamo noi che ci amiamo… Ma certo che qui è tutto molto strano”, disse André guardandosi attorno. C’erano tante cose che non conosceva, o simili alle cose che avevano in casa ma fatte diversamente, poltrone, una sedia, un letto, un tavolino da notte, un comò, un armadio. E c’erano loro, in molti posti, raffigurati come protagonisti di un’epopea...

“André, guarda qui. Ma cos’è questo strano quadro luminoso? Ci siamo di nuovo noi, e ci sono delle parole...”, disse Oscar.

“Ma che mondo strano è questo?”, chiese André, mentre Oscar leggeva ad alta voce. Ora André non aveva più problemi di vista, era successo qualcosa che aveva mandato tutto a posto, così come per Oscar la tisi era un lontano e spiacevole ricordo, ma adorava che la sua amata gli leggesse le cose, magari dopo che si erano amati, mentre stavano abbracciati a parlarsi.

 

1 marzo 2024

Cara Oscar,

E così sono 42… Gli anni passano, ma le passioni restano. Ogni generazione ha i suoi eroi e il suo immaginario, che guidano le proprie vite e le proprie scelte.

Per me, e non solo per me, tu sei stata ed sei una passione assoluta, che mi accompagna da oltre quattro decenni, in tutte le fasi della mia vita e che mi ha influenzata più di tante altre storie, ma anche più di tante esperienze, incontri e fatti che mi sono capitati nella cosiddetta vita reale. Sei più importante tu di tanti altri...

Insieme ad André siete parti di me, la vostra vita mi appassiona, la vostra morte mi strazia, la vostra vicenda mi ispira con articoli, saggi, racconti e tante altre cose.

La tua vita senza di te, senza di voi non sarebbe stata la stessa. E sono sicura che tra tanti anni, se qualcuno mi chiederà se ti amo ancora, io risponderò sempre…

 

“Il 2024? Ma sono...”, disse André rivolto ad Oscar.

“235 anni dalla nostra epoca”, rispose lei e aggiunse con tristezza, “allora è vero, siamo morti da tanto e viviamo insieme in un luogo oltre il tempo e lo spazio...”

“Era quello che volevo, stare per sempre con te. Abbiamo sofferto tanto, ricordo le tue urla e i tuoi pianti mentre mi sentivo sempre più debole, quella sera d’estate in cui mi colpirono, ma ad un certo punto sei tornata da me e tutto è stato perfetto...”

“Oh, ricordo che mi sentivo in colpa e sola per non averti amato prima, per aver perso tutti i momenti in cui avremmo potuto amarci.”, disse Oscar, stringendosi ad André.

“Beh, abbiamo recuperato. Ma come mai siamo qui, in questo futuro strano? Sembra che siamo diventati protagonisti di una storia amata da molti, che non ci abbiano dimenticati, ma è bellissimo!”, disse André, continuando a studiare quello strano quadro luminoso, su una scrivania, con davanti in basso dei ritratti molto reali di un gatto rosso e bianco e di nuovo due quadretti morbidi con Oscar, ritratta come era nei momenti più intimi. Poi notò uno strano mobiletto piatto con dei tasti simili a quelli del clavicembalo, più piccoli, con sopra lettere e numeri.

Oscar lo fissò con attenzione e poi provò a sfiorare un tasto, vedendo che la lettera sopra appariva sullo schermo.

“Guarda, André, mi sa che ci sarebbero tante cose da scoprire qui… anche se preferisco stare con te...”

“L’importante è che continuino a ricordarci… poi se ci sei tu il resto non conta e possiamo ancora vivere mille avventure...”

Si allontanarono, c’era troppo caos, ma era bello aver scoperto quello, non prima di aver salutato il gatto, che rispose con fusa sonore e socchiudendo gli occhi come fossero vecchi amici.

 

“Felix, cosa hai combinato stavolta?”

Ero di là per una breve pausa a base di taralli pucciati nel peperoncino, ho sentito qualcosa o meglio qualcuno che si muoveva in camera. Arrivo e Felix è appollaiato sul case del computer, che mi guarda con aria sorniona. L’importante è che non abbia fatto dei guai al mio testo in onore dei 42 anni di Lady Oscar in Italia che sto scrivendo.

Sembra tutto a posto, anche se noto i mouse pad leggermente spostati, sarà stato Felix, come sempre. Del resto, è una presenza importante, che scorrazza ovunque, ma come non amarlo?

Mi rimetto al computer, riprendo il file e… di colpo mi sento balzare il cuore in petto.

In fondo al mio scritto ci sono delle parole che non ho scritto io, e tanto meno può averle scritte Felix:

Grazie per ricordarci, che bello sapere che siamo ancora nei cuori di qualcuno dopo tutti questi anni. O & A

Mi sento come in un episodio di The X-Files, o come Harry Potter alle prese con il diario di Tom Riddle. Un bel mistero di come siano arrivate quelle parole lì, dubito che sia un virus informatico o uno scherzo remoto di qualche buontempone. E a quel punto aggiungo:

Grazie ancora a voi due e a presto…

E li sento di nuovo vicino a me, come capita da 42 anni a questa parte e qualcosa mi dice che Felix sa più di quello che sembra. Del resto, è un gatto e i gatti sono un po’ magici.

 

 

  
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