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Autore: Bombay    02/03/2024    1 recensioni
Dal testo - “Era la nostra ultima occasione di distinguerci, di scontrarci e battere lo Shiratorizawa, di andare ai Nazionali…” sibilò con la voce che tremava pericolosamente.
“Mi sono ripromesso di prendere delle decisioni…”
“Quali decisioni?” -
Challenge: “Tag reverse” - challenge del week-end - organizzata dal gruppo Facebook “Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom”
Genere: Angst, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Rivelazioni improvvise

Challenge: “Tag reverse” - challenge del week-end - organizzata dal gruppo Facebook “Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom”

Tag: - IwaOi - Oikawa - Iwaizumi - Partita decisiva - Risultato incerto fino alla fine - Scoperte sconvolgenti - Maschere che cadono - No time skip - Aoba Johsai - “Sei tu il Capitano” - “Cosa ci aspetta domani?” proposto da Eleanor Bones

 

 

Genere: sportivo, romantico

Tipo: one shot

Personaggi: Tooru Oikawa, Hajime Iwaizumi

Coppia: shounen-ai

Rating: PG, verde

Avvertimenti: slice of life, angst, fluff

PoV: terza persona

Spoiler: sì

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Rivelazioni improvvise

 

Potevano ancora vincere, non avrebbe permesso a Tobio e i suoi compagni di batterli, loro erano più forti, erano una squadra bilanciata, avevano attimi giocatori, ognuno con caratteristiche diverse e Oikawa le conosceva tutte e le sfruttava, per fare un punto dopo l’altro, ma i corvi erano cresciuti in quei mesi e tanto, a partire da Kageyama e il piccoletto, per non parlare del quattrocchi fastidioso e di Raggio di sole e il capitano.

Oikawa seguì con lo sguardo il pallone, poteva recuperarlo, doveva recuperarlo, lo avrebbe passato ad Hajime e avrebbero fatto punto.

Quella non sarebbe stata l’ultima partita per loro del terzo anno, non sarebbe stato l’ultimo incontro di quella formazione, di quella Aoba Johsai, non sarebbero state le ultime alzate che avrebbe fatto ad Iwaizumi.

Iwaizumi…

Iwa-chan…

Hajime…

 

Invece la schiacciata dell’asso era stata ricevuta e aveva dato una possibilità ai loro avversari, in una frazione di secondo Tobio scelse Hinata, perché quando si è disperati si cerca sempre qualcuno che si fida di te ciecamente e, se per Oikawa era Iwaizumi, per Kageyama era il gamberetto.

Il capitano dell’Aoba era bravo a leggere le persone a comprendere i pregi e i difetti in campo, intuì la mossa del piccoletto, ma non era stato abbastanza, il loro muro deviò la palla quel tanto che basta per far rimbalzare la sfera su polsi di Tooru e mandarla fuori: è il punto della vittoria del Karasuno.

La sconfitta dell’Aoba Johsai.

L’ultima partita dei ragazzi del terzo anno.

La disfatta di Oikawa Tooru.

 

Oikawa strinse i pungi osservando Kageyama dall’altra parte della rete, lo scoramento della sua squadra era tangibile, le spalle di tutti erano curve, le guance rigate di lacrime.

Vide Iwaizumi poco distante da lui, sapeva perfettamente a cosa stesse pensando, si stava colpevolizzando per non avere fatto punto, lo affiancò dandogli una poderosa pacca sulla spalla, non riusciva a parlare nemmeno lui in quel momento.

Nonostante le belle parole dell’allenatore anche in spogliatoio il morale era a terra.

“Dove andiamo a mangiare il ramen?” la voce sicura e solida di Tooru spezzò quel silenzio denso di tensione.

“Ho perso la scommessa, non ho fatto punto con il primo servizio” ricordò ai suoi compagni attoniti che in quel momento non stavano sicuramente pensando a quello.

“Scegli tu, Oikawa, sei tu il capitano” ribatte Hanamaki tirando su con il naso e Iwaizumi vide le spalle dell’alzatore irrigidirsi per un instante, uno solo ma per Hajime fu più che sufficiente.

Tooru sta sorridendo, ma il suo sorrido non gli irradiava gli occhi.

“Al solito posto, allora!” esclamò mettendo in fretta la roba nella propria borsa “Sbrigatevi che ho fame”  

***

La serata era stata pervasa dalla malinconia, nonostante nessuno avesse accennato al fatto che quella formazione non avrebbe più giocato insieme, si alternarono momenti di ilarità a momenti di commozione.

Sulla via del ritorno Oikawa e Iwaizumi camminavano affiancati, l’alzatore era silenzioso e cupo, con le mani in tasca.

Si salutarono al cancello della villetta e il numero quattro rimasse a fissare l’altro ragazzo, mentre armeggiava con le chiavi.

Iwaizumi lo guardò entrare in casa, con le spalle curve, troppo curve per i suoi gusti.

“Ehi Shittikawa aspetta” lo chiamò raggiungendolo sulla soglia di casa ed entrando dentro con lui.

La casa era buia, silenziosa, vuota.

“Resto con te fino a quando non tornano i tuoi”

“Non ce n’è bisogno”

Ma l’occhiataccia che gli scoccò Hajime fece morire qualunque altra protesta gli si paventò sulle labbra.

“Vuoi dirmi che cos’hai? Sei strano” gli chiese una volta raggiunta la stanza di Oikawa.

“Sono stanco, abbiamo perso… ho solo voglia che questa giornata di merda finisca” rispose, togliendogli la felpa bianca, ma Iwaizumi lo fissava torvo con le braccia incrociate sul petto.

“C’è dell’altro…” sentenziò, Tooru fuggiva il suo sguardo cosa che non faceva mai, lo guardava sempre dritto negli occhi e non capiva il comportamento del suo amico.

“Te l’ho detto…”

“Guardami” intimò con un tono che non ammetteva repliche.

Con un enorme sforzo, Tooru spostò i suoi occhi in quelli dell’amico che trattenne il fiato.

I grandi occhi color cioccolato erano duri, arrabbiati, tristi e dopo poco si abbassarono di nuovo.

Lo stomaco di Iwaizumi si contorse, che cosa c’era che non andava? Aveva visto Tooru dare il peggio di sé, ma non lo aveva mai visto così scosso per una sconfitta. No, non era scosso era disperato.

“Tooru…” lo chiamò avvicinandosi di un passo e le vide le mani dell’alzatore stringersi a pugno.

“Lasciami solo, Iwa-chan…” mormorò tristemente e l’altro fece un altro passo.

“Mai” ribatté avvicinandosi ancora e inaspettatamente Tooru si fece indietro.

“Parla” ordinò rendendosi conto di aver urlato, ma Oikawa aveva sollevato nuovamente gli occhi nei suoi, che a stento riusciva a sopportare quello sguardo.

“Era la nostra ultima occasione di distinguerci, di scontrarci e battere lo Shiratorizawa, di andare ai Nazionali…” sibilò con la voce che tremava pericolosamente.

“Mi sono ripromesso di prendere delle decisioni…”

“Quali decisioni?” domandò Hajime preoccupato, non aveva mai visto Oikawa in quello stato, così determinato, ma allo stesso tempo turbato, stava tremando, lo vide mordersi le labbra lo faceva sempre quando era nervoso sembrava sul punto di parlare eppure tentennava ancora.

“Ehi, lo sai che puoi dirmi tutto…” tentò di spronarlo anche se aveva una paura fottuta e non sapeva nemmeno perché. Cosa mai avrebbe potuto dirgli di spaventoso?

Tooru scosse la testa poggiandosi contro il muro, traendo un respiro profondo poi in una volta sola buttò fuori tutto: “Blanco mi ha contattato, parto per l’Argentina dopo il diploma e tu mi piaci…”

Iwaizumi spalancò gli occhi, nella velocità con cui Tooru aveva parlato aveva colto poche parole: Blanco, Argentina e… mi piaci.

L’alzatore lo fissava in silenzio sembrava svuotato di qualunque energia.

“Che hai detto?” chiese avvinandosi, bloccandolo tra il muro ed il proprio corpo.

“Che me ne vado… dall’altra parte del mondo…” ripeté aveva perso il sonno e l’appetito da quando Blanco gli aveva fatto quella proposta, ma visto come era andata la semifinale non aveva altra scelta non c’era futuro in Giappone per lui.

“No, cosa hai detto dopo…” sottolineò anche se a sentigli dire quelle parole il suo respiro si mozzò. Che cosa aveva combinato quell’idiota?

“Che tu mi piaci…”

“Tu sei pazzo” asserì fissandolo negli occhi cercando delle risposte “Sei stato mollato dalla tua ragazza due settimane fa, mi hai raccontato di essertela scopata”

“Ho mentito” ammise “A me non piacciono le ragazze”

“Stronzate…” sbottò afferrandolo dalla maglietta. Il suo capitano era sempre circondato da uno stuolo di ragazzine adoranti e insopportabili, lo aveva beccato un paio di volte a pomiciare di nascosto con una di loro, le aveva viste le sue mani sparire sotto la sottana.

Tooru chiuse gli occhi era certo che Iwaizumi gli avrebbe dato una delle sue testa, dopotutto se la meritava, invece la sua fronte si posò sulla sua lentamente.

“Come dovrei sentirmi io a una notizia del genere?” domandò con la voce contratta, sconvolto nel profondo, la sua mente ancora faticava a processare le informazioni.

Tooru non rispose, aveva gli occhi serrati, sentiva il respiro di Hajime contro il suo volto.

“Cosa significa quello che hai appena detto?” domandò ancora.

“Semplicemente la verità, non posso andarmene senza dirti quello che provo per te”

Iwaizumi si fece indietro, mentre Oikawa si lasciava scivolare lungo la parete fino a sedersi sul pavimento.

“Andartene? Perché vuoi andartene?” ora stava gridando era tutto troppo, tutto insieme, sommato alla stanchezza e alla delusione della sconfitta.

Ad Iwaizumi faceva davvero male vedere Tooru in quelle condizioni senza difese, completamente inerme “Perché me lo dici solo ora, mancano pochi mesi al diploma e tu… cazzo!” sbottò girando intorno nella stanza.

“Sei il solito egoista che pensa solo a sé stesso” sbottò voltandogli le spalle la facendo per andarsene, stava male anche lui, come poteva Tooru dirgli una cosa del genere, una rivelazione tanto devastante.

Girò la maniglia, ma si bloccò nel sentire Oikawa pronunciare il suo nome, lo faceva raramente e il bastardo sapeva il potere che aveva su di lui, lo aveva sempre saputo, fin da bambino.

Si volse lentamente e odiava vedere Tooru piangere, lo aveva sempre detestato per questo suo modo di esternare i sentimenti e le emozioni anche se sapeva che lo faceva solo con lui.

Alla fine della partita tutti loro erano in lacrime, nessuno escluso, per la rabbia e la frustrazione, tutti, tranne Tooru che si concedeva quel lusso solo con lui, come in quel momento.

Sarebbe stato facile avvicinarsi a lui e stringerlo, farlo sfogare come era già accaduto in passato, ma tutto avrebbe pensato tranne una dichiarazione del genere seguita poi da quella faccenda dell’Argentina… cazzo, l’Argentina era lontanissima.

“Hajime” di nuovo il suo nome pronunciato da quella voce, che era cambiata con gli anni ed era diventata ammaliatrice e calda, il canto di una sirena a cui lui non era in grado di resistere.

Gli si avvicinò ed inginocchiò davanti “Dormiamoci su, Tooru, domani ne riparliamo, va bene”

L’alzatore annuì, ma quando Iwaizumi fece per andarsene lo afferrò dalla felpa.

“Per favore… non odiarmi...” supplicò.

“Non potrei mai, Tooru, non potrei mai” mormorò abbracciandolo stretto.

“Cosa ci aspetta domani?” sussurrò Oikawa sul suo petto, sembrava più calmo ora, aveva almeno smesso si tremare.

“Non lo so” ammise, con due frasi Tooru aveva sconvolto la sua vita, i loro progetti, tutto quanto, di una cosa però Iwaizumi era certo, loro due sarebbero stati insieme in un modo o nell’altro.

   
 
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