Heaven
sent you to me/ I'm just hopin’ I don't
repeat history
-Ho temuto di perdere una delle
Virtù più promettenti. L’ho
detto? È un sollievo rivederti.
In
silenzio, inginocchiato ai
piedi di Gabriel, Mihael rimase in attesa. Il suo battesimo del sangue
era
stato un fallimento, era riuscito, faticosamente, a tornare in
Paradiso, con
un’ala rotta, e un peso nel cuore. Due occhi blu come
l’abisso impressi a fuoco
nella sua memoria, gli occhi del demone che gli aveva salvato la vita,
trascinandolo fuori dalle macerie della casa crollata, che lo aveva
medicato,
ignorando il fatto che stava aiutando qualcuno che era disceso
all’Inferno,
nella Gehenna, al solo scopo di sterminare più creature, no,
più… persone possibile.
E quel demone aveva un nome, un nome che l’angelo si era
trovato ad assaporare,
a mormorare tra sé e sé solo per il gusto di
sentire quelle sillabe scivolare
fuori dalle sue labbra. Ryoga.
-Va’
a farti medicare. Ti
rivoglio sul campo il prima possibile… quei parassiti non
possono avere il
tempo di riorganizzarsi.
Edifici
distrutti. Bambini in
lacrime. Demoni in agonia, squassati dallo straziante processo di
angelificazione, che li trasformava in grottesche parodie di angeli.
Mihael era
disgustato da quanto aveva assistito, e cominciava a dubitare che lo
sterminio
di un’intera stirpe potesse, in qualche modo, rimettere le
cose a posto. Ma lui
era giovane, era nato dopo il tremendo disastro che aveva sconvolto
l’ordine
naturale delle cose, e non capiva l’odio verso i diavoli,
verso Salomone e
chiunque ne fosse il discendente; semplicemente, aveva fatto
ciò che gli veniva
ordinato, allenandosi a combattere con la falce, imitando i gesti del
Serafino
Gabriel, seguendo il suo maestro ovunque, preparandosi a sacrificarsi,
prima o
poi, portando con sé quanti più nemici possibile.
Ma la realtà sembrava diversa
da quello che aveva appreso.
-Mio
signore.
Lo
sguardo vacuo di Gabriel si
soffermò su di lui, schiacciandolo con la potenza di un
maglio, ma Mihael aveva
bisogno di risposte:-Se… se avessi frainteso la situazione?
Se… se dovessi
commettere un errore, come potrei rimediare?
Sentì
il gelo della lama della
falce di Gabriel premuta contro la gola.
-L’ho
detto? Non ti permetterei
mai di sbagliare. La nostra missione è sacra, e se tu
dovessi voltarci le
spalle… ti ucciderei con le mie mani.
L’angelo
dai capelli color
dell’aurora deglutì. Doveva decidere, se fidarsi
ciecamente del suo mentore, o
dare una possibilità a quel diavolo che lo aveva salvato.
Doveva decidere, e
doveva farlo in fretta.
‘Cause I’ll be /
switching the position for you
-Posso
offrirti da bere?
Appoggiato
languidamente al
bancone di quel pub che puzzava di zolfo, Ryoga indicò con
un cenno delle dita
i liquori esposti:-Gli alcolici della Gehenna sono i migliori, non
potrai
trovare di meglio in nessun regno.
Imbarazzato,
Mihael si strinse
nelle spalle, le ali che fremevano, sapendo di essere al centro
dell’attenzione. Satana dava asilo a chiunque lo chiedesse,
diavoli ed angeli,
ma tutti quegli sguardi si stavano rivelando un peso difficile da
sopportare:-Non bevo, grazie.
-Mi
ricordo di te.
Freneticamente,
l’angelo afferrò
il primo bicchiere che si trovò sottomano e
ingollò il contenuto in un solo
sorso, senza nemmeno sentire il sapore di ciò che aveva
appena bevuto,
ritrovandosi con la gola in fiamme. Il diavolo sogghignò
divertito, i capelli
scuri simili a tentacoli sparsi sul lurido piano del bancone, le lunghe
corna
azzurrine che si alzavano dalla fronte, formando una specie di corona.
Era
davvero bello.
-Hai
salvato mia sorella. Le hai
fatto da scudo e l’hai protetta dal crollo…
Mihael, è così che ti chiami,
giusto? Mihael, sono in debito con te.
Mihael
scosse piano il capo. Non
aveva mai voluto salvare quella ragazza, l’aveva solo
inseguita nella foga del
combattimento, stufo di essere preso in giro. Era una splendida
guerriera,
aveva falcidiato decine di angeli con le sue pistole, e Mihael non
riusciva a
tollerare l’idea che una creatura inferiore potesse
combattere a quel modo.
L’aveva rincorsa dentro la casa, deciso a farle assaggiare la
lama della sua
falce, ma il crollo lo aveva colto di sorpresa, e l’istinto
aveva avuto la
meglio. Ryoga gli mise una mano sulla spalla, e l’angelo si
ritrovò squassato
tra il desiderio di prolungare quel contatto e sottrarsi alle dita di
quello
che era e doveva restare un nemico.
-Hai
un posto dove stare? Posso
ospitarti io, se vuoi.
Know
my love infinite, nothin’ I wouldn’t do / That
I won't do
Cosa
stava facendo? Si era
trasferito, temporaneamente, nella Gehenna nella speranza di trovare un
motivo
per odiare i diavoli. Vedere da vicino la loro lussuria, il caos e la
violenza
in cui annegavano senza rendersene conto. Voleva soffrire, soffrire e
detestarli, per poi tornare a combattere al fianco di Gabriel con la
mente
sgombra da inutili dubbi. E invece…
-Ti
fidi di me?
Ryoga
annuì, aggrappandosi alle
sue braccia. Mihael spiegò le ali, alzandosi lentamente da
terra. Poteva
riuscirci, poteva sollevare quel diavolo, quel bellissimo diavolo per
cui,
forse, stava cominciando a provare qualcosa, e fargli sperimentare
l’ebrezza
del volo. Era il minimo che potesse fare, alla fine. Grazie a quel
giovane
dagli occhi color dell’abisso, Mihael aveva imparato, per la
prima volta, a
divertirsi. La gioia
di correre dietro a
un pallone attraverso i vicoli polverosi della Gehenna. La tensione
nell’accostare le ultime due carte per innalzare il castello.
La concentrazione
necessaria per colpire il bersaglio con quel fucile, per poter tornare
a casa
con un pupazzo… in Paradiso non aveva mai provato nulla di
simile. Forse non
era tagliato per fare l’angelo, rifletté. Forse il
suo posto era lì, tra i
diavoli. Uno, due battiti d’ali, e Ryoga si lasciò
sfuggire un verso
sorpreso:-Sto… volando.
Mihael
ridacchiò piano, prima di
stringersi al diavolo e slanciarsi verso l’alto, quasi
assordato dall’urlo
euforico di Ryoga. Lo trascinò in alto, sempre
più in alto, giocando con le
correnti d’aria, lasciandosi ricadere, per poi riprendere
quota, contagiato
dall’ilarità del giovane dai capelli viola:-Dove
vuoi andare? Ti porterò
ovunque tu lo desideri.
La
risposta fu un delicato bacio
a fior di labbra.
-Aspetta!
Non muoverti…
In
precario equilibrio sulla
merlatura di una delle torri di guardia, Mihael e Ryoga stavano
cercando di
districarsi da quel pasticcio. Corna e aureola incastrate
già dopo un paio di
baci… la sensibilità di quelle zone non aiutava
affatto. E nemmeno il fatto che
Ryoga si fosse abbarbicato a Mihael peggio dell’edera a una
pianta. Con le
fronti incollate, respirando l’uno l’aria
dell’altro, cercare di liberarsi si
stava rivelando più difficile del previsto. Mihael
abbandonò Ryoga sulle
pietre, svolazzando, sottraendosi delicatamente a quel contatto
così scomodo e
al tempo stesso così intimo.
-Scusami.
Ho rovinato il nostro
primo bacio.
-Ce
ne saranno altri.
No,
Mihael non era fatto per
vivere in Paradiso. O in un qualunque mondo dove Ryoga non esistesse.
Never
need no, no one else, yeah
-Ti fidi di me?
Ryoga
non rispose con la voce ma
con il corpo, annullando totalmente la distanza che li separava, e
Mihael si
ritrovò a stringerlo, con le braccia e con le ali,
desideroso di annegare
dentro di lui, dentro quell’abisso che erano i suoi occhi,
fondendosi a lui
fino a diventare una cosa sola, annullando ogni differenza tra angelo e
demone.
Ormai aveva preso la sua decisione.
-Non
pensavo che le vostre corna
reagissero… così. Posso aiutarti a pulirle?
-Non
provare a leccarmele come
prima, maniaco.
Sorridendo,
spostandosi dalla
fronte i capelli zuppi, Mihael fece per avvicinarsi alla fronte di
Ryoga, poi
cambiò idea e scese a baciargli la punta del naso:-Guarda
come mi hai ridotto,
prima di insultare. Ti avevo detto che è una zone
sensibile…
-Non
pensavo che la tua aureola
facesse tutto quel casino! Mi sono quasi spaventato, lo ammetto.
L’angelo
sorrise, prima di
stringersi al diavolo, usando le ali a mo’ di coperta per
entrambi. Se quello
era l’Inferno, Mihael vi sarebbe rimasto per sempre.
Perfect,
perfect, / you’re too good to be true.
Angolo
autrice: Questa fic è un
crossover (il mio primo crossover) con il videogioco coreano What In
Hell is
Bad, che narra le vicende di un essere umano coinvolto, suo malgrado,
nella
guerra tra angeli e demoni. Per casualità,
l’angelo Mihael appartiene all’ordine
delle Virtù (trasformate in Vultures, Avvoltoi, da quelli
che spero siano
incomprensioni in fatto di tradizione), guerrieri sotto il comando
dell’antagonista
principale del gioco, il fighissimo serafino Gabriel. Altra piccola
chicca, che
spiega l’ultima scena: nei demoni, le corna sono zone
erogene. E con questo la
sezione pubblicità è finita, ci vediamo il mese
prossimo, ma prima di andarmene
lascio il link per la canzone che ho citato nel testo: https://www.youtube.com/watch?v=7bp0PwYXMnY