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Autore: aurtemporis    06/03/2024    2 recensioni
Ferdinando e Cinzia vanno a cena fuori per riappacificarsi dopo una litigata…
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ore 21 in punto e dieci secondi. Il cameriere li accolse dicendogli che erano fortunati, pur non avendo prenotato si era liberato un tavolo. In realtà l'avevano liberato i camerieri portando fuori di peso l'avventore, perché? Il tale aveva chiesto che gli venisse preparato un piatto di spaghetti allo scoglio, però lo voleva senza vongole o altri frutti di mare, disse che era allergico, senza pomodori, gli facevano sbucare degli sfoghi sul viso, senza aglio, perché gli pizzicava la lingua, senza pepe, soffriva di colite, e con poco sale. L'olio andava bene, ma solo qualche goccia. Dopo un quarto d'ora, il cameriere gli mise sotto agli occhi un piatto di spaghetti in bianco, con un rametto di prezzemolo poggiato al centro. "Che è sta roba?! Io ho chiesto gli spaghetti allo scoglio!" a quel punto, arrivò un altro cameriere e sollevando la sedia assieme al collega, lo trasportarono fuori dal ristorante e lo scaricarono sul marciapiede. "Il servizio è gratis!" gli disse il cameriere prima di rientrare appresso al collega che aveva ripreso la sedia.

Ferdinando si sedette e Cinzia lo fissò malamente. Non le aveva scostato la sedia.

Lui capì al volo "Lo fanno i camerieri" si giustificò sollevando le braccia, ma non arrivò nessuno. Cinzia strusciò rumorosamente la sedia sul pavimento e poi si sedette.

"Domani è domenica" iniziò Cinzia, prese poi il menù tra le mani.

"Lo so" Ferdinando la imitò.

"E quindi?"

"Dopodomani è lunedì" sentì la punta della scarpa di lei urtargli uno stinco. "Ahio!" toccò la gamba e la guardò storto "Hai un crampo??"

"Domani i miei vengono a pranzo da noi!" Cinzia sbatté il tovagliolo sulle gambe, il cameriere che si era avvicinato per prendere l'ordine, si fermò. Decise che avrebbe visitato prima un altro tavolo, quei due parevano isterici.

"E allora? Tu hai insistito per farmeli conoscere, hai fatto tutto tu!"

"Hai cambiato idea?" la faccia scura di Cinzia non gli piaceva affatto.

"No, ma se non ti va di cucinare, possiamo portarli fuori" versò dell'acqua nel bicchiere e prese uno stuzzichino salato dalla ciotola a centro tavola. 

"Ti ho detto che non mi va di cucinare forse??"

"E allora che c'è? Perché sei scazzata?"

"Basta che non lo dimentichi come hai fatto con il mio compleanno, l'anniversario del nostro primo incontro, il nostro primo appuntamento e l'anniversario di ogni singolo anno da quando ci siamo messi assieme!"

"Ehhh… Esagerata, lo sai che le ricorrenze non fanno per me, non fosse per gli addobbi non farei caso neanche al Natale"

"Infatti non mi regali mai niente!" 

"Sì, ma, non ti sei messa con me per questo, o no?" le sorrise, lei gli lanciò il menù, e lo colse sulla fronte. Era un cartoncino 24x30 bello resistente, piegato a metà. Ferdinando si reggeva la fronte e una lacrima gli rigava il viso "Pazza! Pazza sei!" si lamentò per parecchi secondi, con la mano sul viso anche per coprire le lacrime.

Due camerieri li guardavano dal centro della sala. "Che facciamo?"

"Vai a prendere l'ordinazione" rispose l'altro.

"Vai tu, io rimetto a posto i tavoli sgomberi" erano appena andati via una coppia e un gruppo di quattro.

"Quelli che siedono a quel tavolo danno di matto. Sarà il condizionatore troppo vicino?" era giugno inoltrato e c'erano più di trenta gradi. "Mica possiamo spegnerlo…"

"Se lo spegniamo fanno peggio, il caldo fa innervosire di più. Ma secondo me sono le luci del lampadario, sta proprio sulle loro teste"

"Oppure deve essere l'esposizione della finestra vetrata, sono in bella mostra ai passanti in strada"

"Se per questo dovrebbero contenersi, ti pare?" e andò a riordinare i tavoli come aveva detto prima.

Il collega rimase a guardare la coppia e non si mosse.

"Domenica, quando vengono i tuoi, gli racconto di quando mi hai tirato il cono gelato sulla faccia perché non avevo notato che ti eri tagliata i capelli!"

"Sì?? E io gli dico che quando passeggiamo assieme ti squadri tutti i culi delle altre donne, senza perderne uno!" mise la mano nella ciotola e gli lanciò un salatino, sempre sulla fronte.

"Non è vero!" guardava solo quelle di suo gusto, raccolse il piccolo salatino caduto sul grembo e glielo restituì, tirandoglielo proprio nella scollatura.

"Bugiardo!" faticò a trovarlo tra le pieghe del vestito azzurro.

Uno da un altro tavolo poco distante si girò e sorrise alla ragazza "Serve una mano?" Cinzia gli lanciò il salatino in un occhio. L'uomo sui trenta si voltò all'istante, con una mano reggeva il bulbo oculare offeso, imprecando. Era in compagnia di un amico che esplose in una fragorosa risata.

"Che dici, li portiamo fuori come quello di prima?" il cameriere che stava sparecchiando fece una proposta al collega.

"Sono in due, come si fa, pesano" erano le ventidue meno un quarto e circa metà della sala si era svuotata. C'era un ragazzino con i genitori che si divertiva a mangiare uno spaghetto per volta, a risucchio. I genitori non gli dicevano niente ma lo chef che si era affacciato in sala, un po' di tempo prima, avrebbe voluto far scattare l'allarme antincendio per levarselo da davanti. 

"E poi, come se non bastasse, hai smesso di venire ai corsi di latinoamericano con me!" Cinzia si tolse il tovagliolo dalle gambe e lo schiaffò sul tavolo.

"Mi ammazzavi i piedi tutte le volte!" Ferdinando sbuffò.

"Stavamo imparando!" tentò di colpirgli ancora la gamba ma lui le ritirò alla svelta sotto la sedia. "Tutto quello che provo a fare con te me lo devi sfasciare per forza!"

Ferdinando scosse il capo "Perché non sei più voluta tornare allo stadio con me?! Eh?!" la imitò e sbatté anche lui il tovagliolo sul tavolo "Non era una cosa che facevamo insieme?"

"Certo, come no!" sbraitò sarcastica "Ti ricordi l'ultimo derby? Io tifavo per l'altra squadra, come sempre, e tu mi hai portato nella curva della tua, non potevo neppure esultare!"

"E tifa per la mia allora! Che ti costa?!"

"Vaffanculo!"

"Quando diventi volgare, guarda… Quando mi diventi così, io…" allungò il braccio e le prese la mano, la strinse "Chiediamo il conto, amore?"

“Sì, Ferdi…" a Cinzia comparve un rossore timido sulle guance. Sorrise e abbassò gli occhi.

Ferdinando alzò un braccio "Cameriere! Il conto!"

 

Il cameriere li aveva guardati da lontano, cioè dal centro della sala per tutto il tempo "Grazie a Dio" corse alla cassa e batté uno scontrino rapidamente.

Un attimo dopo, in fretta più che poté, lo consegnò in un vassoio al tavolo. Ferdinando lo prese e lesse €15. Mah, pensò, che abbiamo ordinato? Come voce c'era scritto: SERVIZIO & SUPPLIZIO. Questi non sanno manco scrivere supplì, vabbè. Comunque, lasciò una banconota da venti e si alzò con la compagna.

Una volta fuori il cameriere chiamò il collega "Aiutami a spostare questo tavolo" piegò i quattro bordi della tovaglia e sollevò a mò di sacco tutto quello che c'era sopra. 

"Dove lo portiamo?" piegò le gambe del tavolo e lo sistemò di profilo.

"Gli cambiamo angolo, lo piazziamo sotto al quadro del maestro Ludillio e qui ci mettiamo il ficus" 

Ludillio era un insegnante di meditazione che teneva corsi gratis a tutto il personale perché gli esponevano la foto in sala con indirizzo e telefono.

"D'accordo, sbrighiamoci"

 

Fuori al ristorante, Ferdinando e Cinzia camminavano sotto braccio verso l'auto parcheggiata. "Amore, ma hai ordinato dei supplì?" domandò pensoso lui. Si erano distratti parecchio a tavola.

"No, per niente" aveva anche fame ora che ci pensava. "Dato che l'hai detto, ci possiamo fermare in quella pizzeria vicino casa? Pare che chiuda a mezzanotte"

"Ok, va benissimo" giunsero all'auto e Ferdinando sbloccò le porte "Mia madre lo dice spesso che nei ristoranti stellati si esce sempre con un po' d'appetito, solo piatti elaborati e niente sostanza" 

"Sì, 'more, parti dai…"

 

 

   
 
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