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Autore: Fujikofran    09/03/2024    3 recensioni
Le tre sorelle Occhi di Gatto passano al Cat'S Eye per portare la fattura di riparazione dei vetri a Miki E Umibozu. E così, tra una chiacchiera e l'altra, pensano che Ryo e Kaori debbano un po' smuovere la propria situazione affettiva. La più giovane delle sorelle, Ai, ha un'idea geniale: una serata divertente al Cat's Eye, fatta di giochi di società e non solo. Sarà un'ottima idea?
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Un sabato pomeriggio al Cat’s Eye, 1989
 
Miki stava mettendo in ordine il locale, mentre Umibozu asciugava i piatti in più che non aveva messo in lavastoviglie. Pur essendo stanchi, entrambi erano al settimo cielo: il brunch speciale che avevano organizzato la mattina era stato un successo. Tanti clienti si erano avvicendati e avevano gradito l’iniziativa. Una bella ricompensa dopo il montaggio delle vetrate blindate, costate una fortuna. Appena un’ora dopo, Miki era esausta e Umibozu le diede un’ulteriore aiuto, lavando il pavimento. Poco dopo, entrarono le sorelle Occhi di Gatto, vere proprietarie del Cat’s Eye.

-Ferme!- urlò Umi, e le tre ragazze si spaventarono – Il…il pavimento non si è ancora asciugato -aggiunse poi l’uomo, con fare imbarazzato.

-Siamo qui per ringraziarvi per aver messo una quota per la sostituzione dei vetri – disse Hitomi- Ecco la fattura-

-Nella speranza che nessuno faccia più danni, qui- disse Miki, mettendo a posto una sedia-

-Gli unici danni ora potrebbe farli Kaori con i suoi martelli- aggiunse Rui.

-Ma quando la pianterà con quelle scenate assurde?- domandò Ai.

-Quelle scenette, volevi dire- obiettò Miki -Quei due ripetono sempre lo stesso copione: lui fa una battuta da cascamorto, lei lo martella, lui si riprende, si scusa e se ne sta come un cane bastonato. Sempre la solita storia, come se lei non potesse far a meno di essere gelosa e lui di provocarla; forse perché la sua gelosia gli fa piacere?-

Il pavimento era ormai asciutto e le sorelle si accomodarono a un tavolo, chiedendo dei cappuccini, che Umibozu si affrettò di preparare. Ai voleva anche un pancake.

Hitomi si passò una mano tra i capelli e disse, con un sospiro: -Sembra che Ryo e Kaori siano sempre bloccati nello stesso punto. Non riescono mai a confessarsi i loro sentimenti né di uscire da un loop in cui sono incastrati da tempo! Credo che sia il momento di fare qualcosa. Non possiamo permettere che il loro orgoglio rovini tutto, è davvero frustrante vederli sempre in lotta, invece di ammettere di essere innamorati l’uno dell’altra-

-Potremmo organizzare una serata solo per loro, qui al Cat’s Eye. Per quella sera lo terremo chiuso ai clienti – affermò Rui –

-Non accetterebbero mai… - disse Hitomi - e poi che farebbero qui solo loro due? O Ryo farebbe lo stupido con Miki o litigherebbe con Umibozu oppure proprio con Kaori. Non ha senso un’idea simile-

 

-Ci sono!- esclamò Ai, con moto gioioso e sicuro di sé – Perché non facciamo un evento privato con tutti noi, con dei giochi di società o un karaoke? Potremmo anche invitare le Nogami, così passeremo insieme una serata divertente e spensierata. Possono partecipare anche Miki e Umi, ma senza lavorare, perché potrebbe essere un evento per il dopocena, anche stasera stessa, visto che è sabato. Ovviamente, Miki, sempre se per voi va bene… Deve essere qualcosa che possa far un po’ sciogliere il ghiaccio tra Ryo e Kaori. Senza imbarazzi, ma solo facendoli divertire-

 

-Ci sto  - rispose Miki – Del resto, col brunch abbiamo guadagnato tanto, le vetrate le abbiamo pagate e, quindi, non ci perderemo troppo facendo una serata privata. Ma… l’unica clausola: niente alcool. Certo, mi preoccupano delle eventuali martellate di Kaori; non vorrei rovinassero il locale. Sicuramente, vista l’eventuale presenza di tutte noi, Kaori compresa, Ryo ce l’avrà barzotto tutta la serata-

 
Le donne risero, mentre Umibozu, animo sensibile e delicato, diventò bordeaux.
 
Ai si mise subito al lavoro con carta e penna, mentre Hitomi e Rui erano pronte per aiutarla a stilare una sorta di programma della serata, che prevedeva:

  1. una sorta di Obbligo e Verità sui casi “più leggeri” risolti da Ryo e Kaori. In questo modo, si sarebbero divertiti tutti ad ascoltare aneddoti e a interagire, con lo scopo di rendere più piacevole per la coppia City Hunter rivivere in chiave allegra alcuni trascorsi lavorativi

  2. karaoke di Umibozu: tutti potevano partecipare al karaoke, ma solo lui essere il vero protagonista. Avrebbe accettato?

  3. strip poker, per creare anche una situazione piccante

  4. quiz di cultura generale solo con risposte sbagliate

 
 
 
Un’ora dopo, entrò proprio il duo City Hunter e, non appena Ryo vide le Occhi di Gatto, la sua espressione seria si trasformò in un’espressione da ebete.
 
-Oddio, le sorelle Alzabandiera! Evvivaaaaa! Che ci fate qui?- domandò lo sweeper, inchinandosi per fare il baciamano con ognuna di loro.
 
Un corvo di imbarazzo passò dietro le teste di Miki e Umi, mentre Kaori già pareva furiosa.
 
-E noi dovremmo organizzare una serata per loro?- mormorò l’omone, mentre Miki fece spallucce.


-Ragazzi -disse Hitomi, con tono allegro -Abbiamo pensato di organizzare una serata speciale qui al Cat's Eye per stasera, con il locale aperto solo per tutti noi. Siete invitati-

Ryo alzò un sopracciglio: -E che cosa ci sarà di così speciale stasera?-

Rui sorrise misteriosamente: -Una serata di giochi e sfide. Una sorta di competizione amichevole tra amici-

Ai annuì: -Passeremo tutti una serata divertente e ci ammazzeremo di risate, ne sono sicura. Verranno anche Saeko e Reika. Appuntamento dopo cena, alle 21-

Ryo e Kaori scambiarono uno sguardo incerto, ma, alla fine, accettarono l'invito.

 
E così, appena finito di cenare, i due sweeper si recarono al Cat’s Eye. Tutto era pronto per la serata e Ryo fu solo perplesso per l’assenza di alcool.

-Dobbiamo essere sobri e concentrarci sulle varie iniziative della serata- disse Ai – inizieremo con Obbligo o Verità su City Hunter!-

L’espressione di Ryo si fece seria e Kaori se ne accorse.

-Non preoccupatevi – disse Rui – riguarderà i casi più bizzarri che vi siano capitati -come quello della suora che cercava il suo rosario, ad esempio-

Obbligo e Verità non riscosse molto successo, ma, per fortuna, non fece nascere dissapori tra Ryo e Kaori o tra Umi e Miki, così come le sorelle Nogami si divertirono ad aggiungere aneddoti su casi risolti dalla polizia. Reika raccontò di quando un bambino la contattò per ritrovare il suo peluche, pretendendo anche di pagarla. Invece, il karaoke di Umibozu fece sbellicare dalle risate. Pur di far divertire tutti, specie Ryo e Kaori, l’omone scelse di cantare; era intonato, pur non sentendosi a pieno agio. A lui si aggiunsero, come coro, Reika, Ai e anche Kaori, che Ryo, mentre si divertiva ad assistere a quel simpatico momento, non smetteva di guardare. Saeko se ne accorse e gli sorrise.

-Il momento giusto per non toglierle gli occhi di dosso, vero, Ryo?-

Lo sweeper la guardò e, per un attimo, non rispose.

-Umibozu è davvero divertente, chi lo avrebbe immaginato nelle vesti canore? Sembra un perfetto crooner- disse poi.

Era la reazione che Saeko si aspettava.

Fu, poi, il momento dello strip poker: chi perdeva, doveva togliersi un indumento. Avevano, però, deciso di bandire il nudo totale.

-Occhio che Ryo si spoglierebbe anche vincendo, eh!- disse Reika.

Kaori arrossì e, accettando di giocare, rimase taciturna, per nascondere un certo imbarazzo. Senza dubbio temeva di perdere e di doversi spogliare davanti a tutti, Ryo compreso. A vincere fu Saeko, che si tolse solo la giacca, mentre Umibozu posò sul tavolo gli occhiali scuri e l’orologio; Ryo rimase con la maglietta e i boxer; Reika in reggiseno e jeans, idem Rui e Hitomi, mentre Ai rimase solo con l’intimo. Quando il gioco finì, Kaori era contenta di non aver fatto la fine di A e di avere, in più, una maglietta intima, che stranamente aveva messo solo per quella sera. Non si sentì più di tanto a disagio, perché un pensiero le occupava la mente: tutte quelle donne mezze spogliate avrebbero senza dubbio monopolizzato l’attenzione di Ryo. Eppure ciò non accadde, perché lui era preso davvero dal gioco. Kaori poi ripensò al momento in cui si era tolta i pantaloni, accorgendosi che, per un attimo, Ryo la stava fissando. Il quiz con solo risposte sbagliate fu un altro momento di ilarità pura. Ai aveva con sè un vecchio albo con dei quiz su vari argomenti di cultura generale e lo tirò fuori per l’ultima parte della serata. Ogni risposta errata più divertente sarebbe stata votata da ognuno dei partecipanti e avrebbe vinto quella con il punteggio più alto. Ai pescò diverse domande a caso.
 
-Che cos’è un profilattico?- domandò.

-Una gomma da masticare!- rispose Reika, con aria sfacciata.

Risero tutti, ma Umibozu arrossì leggermente.

-Come morì Giulio Cesare?- domandò Hitomi.

-Affogato, perché aveva perso i braccioli- rispose Ryo, ridendo come un matto.

-Come si chiama il saggio più famoso di Karl Marx?- domandò Miki.

-Il Capitello!- rispose Saeko, senza scomporsi più di tanto.

-Il famoso Capitello di Marx, certo! – esclamò Miki, scoppiando a ridere.

Più le risposte erano sciocche più si rideva. La gara fu vinta da Reika, che ottenne una lattina di aranciata come premio. Quando la serata finì, erano le quattro di mattina e tutti uscirono dal Cat’s Eye ridendo ancora, come ubriachi. In realtà, erano ebbri di allegria e contenti di una serata riuscitissima.
 
Eppure, quella notte Ryo non riusciva a chiudere occhio. Pensava alla serata appena trascorsa, alle risate e, soprattutto, a lei: Kaori. La gioia che emanava, il suo sorriso, quel momento in cui era immersa nella spensieratezza… lui non poteva far a meno di quel pensiero, che si stava cibando del suo sonno. Nel silenzio della notte, poteva quasi ascoltare i forti battiti del suo cuore, fino a sentirsi male. “L’amore vero è questo, quindi”, pensò tra sé e sé. Si sentiva agitato, ma anche eccitato e, quando finalmente si addormentò, era già mattina.
 

Ryo si svegliò inevitabilmente con un senso di stanchezza che non riusciva a scacciare. Kaori, notando subito il suo atteggiamento silenzioso e assorto, si avvicinò a lui con un'espressione premurosa.

-Tutto bene?- chiese Kaori, posando una mano sulla spalla di Ryo.

Ryo sospirò, cercando di nascondere la sua inquietudine.

-Sì, ma ho dormito malissimo. Quando faccio tardi, mi succede; lo sai-

Kaori lo osservò attentamente, preoccupata per il suo stato d'animo.

-Se c'è qualcosa che ti preoccupa, puoi parlarmene, sai. Intanto, facciamo colazione, ma senza abbuffarci, sono le 11.30!-

Ryo annuì, apprezzando la sua preoccupazione, ma non si sentì pronto a condividere i suoi pensieri più profondi con lei in quel momento. Kaori lo guardò con occhi compassionevoli, capendo che c'era qualcosa in Ryo che non andasse.

-Io, invece, ho dormito benissimo, sai?- disse la ragazza -Dormire serenamente dopo una serata così divertente era ciò che ci voleva. Se ci penso, rido ancora. Non dimenticherò un momento come quello-

-Nemmeno io, Kaori. Abbiamo riso fino allo sfinimento-

-E poi…non hai fatto il cascamorto con nessuna… incredibile!-

-Hai ragione…sei contenta?-

Sì, Kaori era contenta e gli occhi le brillavano. Ryo lo notò e provò un moto di imbarazzo.

-Vedi, non avevo alcuna voglia di passare la serata col mal di testa per colpa delle tue martellate. Inoltre, ero troppo preso a divertirmi coi giochi e ad ammirare il coraggio canoro di Umibozu-

Kaori si concentrò sulla sua colazione. Quel bagliore negli occhi pareva essersi offuscato. Era convinta che Ryo non avesse alcuna intenzione di farle delle confessioni, anche se era convinta che, durante la serata, la guardasse con occhi diversi. Ryo finì di mangiare e decise di ruppere un attimo di silenzio che pareva lunghissimo.

-Ascolta, Kaori. Pensavo che dovremmo ripetere più serate così, al Cat’s Eye o altrove. Siamo stati bene, abbiamo riso tanto, spento il cervello e allentato tante tensioni. Invece… spesso la sera esco per passare da un locale all’altro di Kabukicho, mentre tu mi aspetti a casa-

-Beh, ogni tanto esco anche io, con le amiche del liceo-

-Sì, ma succede talmente di rado… quando non lavoriamo, proviamo a spezzare un po’ la routine! Può bastare anche una passeggiata o qualcosa da bere. Niente di speciale, ma che, però, potrebbe esserlo lo stesso-

-Ryo, ma…-

-Cosa vorresti fare?- la interruppe Ryo.

- Non lo so, io… beh…-

Ryo si alzò da tavola e prese un elenco telefonico.

-Forse siamo in tempo per prenotare…ti porto a pranzo fuori, che ne dici?-

Kaori non riusciva più a parlare.

-Allora? Il tuo è un silenzio assenso?-
 
I due pranzarono davvero fuori casa, in un ristorante di un grattacielo con terrazza e vista sui suggestivi tetti di Shinjuku. Ryo, però, osservava ogni singola donna lì presente con aria da maniaco. “Non cambierà mai”, pensò la Kaori, cercando di contenere la sua ira. Poi Ryo le toccò un braccio.

-E dai- disse – stavo scherzando! Secondo te, sono qui per guardare le altre donne?-

-E beh…-

-Brava, hai indovinato! Ogni occasione è perfetta per sperare di trovare quella che faccia davvero per me!- rispose sollevando gli occhi al cielo.

Poi scoppiò a ridere e arrossì al contempo. Kaori accennò un sorriso. “Niente martellate, oggi” pensò, poi, lei.

Era troppo felice.
 
 
 Note dell'autrice: questa serata speciale al Cat's Eye sembra un po' accennata... perché il resto mi riservo di farlo immaginare a voi! Spero la storia vi sia piaciuta

 
 
 
 
 
 

   
 
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