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Autore: Andrea Micky    10/03/2024    2 recensioni
Frutto di un'ispirazione improvvisa, questa storia vede il bardo Assurancetourix farsi un nuovo amico.
ASTERIX and relative characters created by R. GOSCINNY and A. UDERZO
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Assurancetourix, Asterix, Automatix, Obelix, Panoramix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Asterix e l’usignolo
by Andrea Micky

Il sole splendeva radioso sul villaggio degli irriducibili galli, ognuno dei quali era impegnato nelle sue consuete attività: Panoramix preparava le sue pozioni, Automatix smartellava nella sua officina, Oridnealfabetix vendeva il suo pesce e via discorrendo. 
Passando ad Asterix e Obelix, i due amici avevano deciso di andare a caccia di cinghiali, ma proprio quando si diressero verso il bosco, un violento temporale si abbatté sul villaggio. 
“Ma che succede? Finora, il tempo era splendido” si lamentò Obelix, coprendosi la testa con le mani. 
“Credo di sapere cosa é successo” sbottò Asterix, guardando verso la casa di Assurancetourix.
Infatti, all’interno dell’abitazione si udiva la voce del bardo, intento a cantare una delle sue solite melodie stonate.

“Più crudele é la guerra e l’uomo sa cos’é la guerra!” cantava Assurancetourix, mentre pizzicava freneticamente le corde della sua lira. 
Più la canzone proseguiva, più l’intensità del temporale cresceva, ma il sole tornò improvvisamente a splendere nell’esatto momento in cui Automatix fece irruzione nella casa del bardo e le note stonate della canzone vennero sostituite da un inconfondibile rumore di martellate.
“Barbaro! Hai distrutto la mia lira. E adesso, come canterò le mie canzoni?” domandò indignato Assurancetourix, indicando i resti del suo strumento. 
“Puoi sempre cercarti qualcos’altro da fare” rispose con noncuranza Automatix, mentre tornava nella sua officina. 

Poco dopo, Assurancetourix era impegnato a rimettere in ordine la sua abitazione, quando un tonfo proveniente da fuori attirò la sua attenzione. 
Incuriosito, il bardo andò a vedere cosa avesse causato quel rumore e una volta uscito, trovò per terra un uccellino dal piumaggio marrone, che cercava di alzarsi in volo senza riuscirci. 
“Oh, poverino. Ti sei fatto male?” domandò Assurancetourix, mentre prendeva in mano la bestiola.
“Cip, cip” cinguettò debolmente l’uccellino. 
“Ti porterò dal nostro druido. Lui sa curare qualsiasi malanno” disse il bardo, dirigendosi verso la casa di Panoramix. 

“Ecco fatto. Questo povero animale si era ferito un’ala, ma con questo unguento, guarirà in pochi giorni” disse Panoramix, mentre spalmava una sostanza verde sulla ferita.
“Grazie dell’aiuto, nostro druido” lo ringraziò Assurancetourix, facendo un piccolo inchino. 
Anche l’uccellino apprezzò l’aiuto di Panoramix e volle esprimere la sua gratitudine cinguettando una dolce melodia.
“Oooh, ma che canto soave” disse Assuranceoutrix, rapito dal dolce suono. 
“Questo perché l’uccello che hai trovato é un usignolo, una specie famosa per il suo canto” spiegò il druido.
“Dunque, siamo spiriti affini: io sono il bardo del villaggio e lui é il bardo della natura” commentò Assurancetourix.
“Mettiamola così” rispose sorridendo Panoramix. 
Accarezzando la testa dell’usignolo, il bardo disse “Fino a che non sarai guarito, mi prenderò cura di te. E visto che ti piace cantare, ti chiamerò Musicalix”. 
“Cip cip” acconsentì l’uccellino, cinguettando allegramente.

Quel pomeriggio, Asterix e Obelix stavano passeggiando per il villaggio, quando s’imbatterono in Assurancetourix, che portava Musicalix sulla spalla.
“Hai un uccello sulla spalla, Assurancetourix” lo avvertì Obelix. 
“Lo so. Si chiama Musicalix e resterà con me fino a quando la sua ala non sarà guarita -spiegò il bardo- A tal proposito, sapete in che punto del bosco posso trovare delle bacche per lui?”.
“Ti ci possiamo portare noi, visto che stiamo andando a caccia di cinghiali” si offrì Asterix. 
“Ci saremmo andati stamattina, ma abbiamo dovuto rimandare a causa del temporale che hai causato” precisò indispettito Obelix.
“Sorvolerò su queste infondate calunnie” rispose Assurancetourix, assumendo un’aria indignata, subito imitata da Musicalix.
“Quei due vanno già molto d’accordo” pensò Asterix, osservando la scena.

Una volta condotto il bardo ad un cespuglio coperto di bacche, Asterix e Obelix andarono in cerca di cinghiali, mentre Assurancetourix osservava Musicalix gustare il suo cibo preferito. 
Ma nel bel mezzo del pasto, sopraggiunsero due legionari, che puntarono le loro lance verso l’indifeso usignolo. 
“Questo andrà bene per il centurione, Aquilinus?” domandò il primo soldato, che aveva l’aria assonnata. 
“Non lo so, Svogliatus. Ma portiamoglielo lo stesso” rispose l’altro, che aveva un naso lungo e grosso. 
“Che vorreste fare a Musicalix?” domandò loro Assurancetourix. 
“Aaah! Un gallo di quel villaggio di pazzi” urlò spaventato Svogliatus. 
“Nun te preoccupa’: é il il bardo del villaggio. Strilla molto, ma é il più pacifico di tutti” lo tranquillizzò Aquilinus. 
“Allora? Quali sono le vostre intenzioni?” domandò nuovamente Assurancetourix. 
“Semo in missione per conto di Caius Raffinatus, il nuovo centurione del nostro accampamento” rispose Aquilinus.
“Ci ha ordinato di portargli qualcosa di speciale per il suo rancio e noi gli porteremo quest’uccello, che probabilmente finirà arrostito” spiegò Svogliatus. 
“Cosa? Vorreste cucinare Musicalix come se fosse un volgare pollastro? Siete Barbari Voi Romani” sbraitò Assurancetourix, fuori di sé per lo sdegno.
“Stacce calmo, bardo. Altrimenti, finisci infilzato” lo minacciò Svogliatus, puntandogli contro la lancia. 
“C’é un grosso gallo coi capelli rossi che dice sempre una cosa simile, ma nun me la ricordo con esattezza” rifletté Aqulinus. 
“Sono Pazzi Questi Romani. E non sono grosso” disse Obelix, mentre sbucava fuori dai cespugli e spediva lontano i due legionari con uno dei suoi pugni. 
“Va tutto bene, Assurancetourix?” domandò Asterix, arrivando di corsa. 
“Sì, ma adesso torniamocene al villaggio. Lì Musicalix sarà al sicuro dai pericoli” rispose il bardo, mentre si metteva l’usignolo sulla spalla. 
Pur rinunciando al loro sport preferito, Asterix e Obelix riaccompagnarono Assurancetourix al villaggio, mentre Musicalix rallegrava il tragitto con una delle sue melodie, molto simile ad una marcia trionfale. 
“Questa canzone val bene una caccia al cinghiale” pensò Obelix.

Quando Asterix, Obelix e Assurancetoruix raggiunsero il villaggio, stava per scoppiare l’ennesima lite fra Automatix e Ordinealfabetix.
“Il tuo pesce appesta la mia officina col suo odore nauseante” accusò il fabbro, brandendo minacciosamente il martello.
“La mia merce è freschissima e se c’é qualcosa che puzza, quello sei tu” replicò il pescivendolo, agitando un pesce davanti alla faccia del suo opponente. 
Ma proprio quando i due litiganti e i relativi sostenitori stavano per avventarsi gli uni contro gli altri, Musicalix intonò un dolce canto, che fece svanire ogni velleità e incantò tutti i presenti.
“Quell’usignolo é veramente in gamba” si complimentò Asterix, vedendo i suoi compaesani così calmi. 
“Già, peccato che non resterà qui per molto” disse Panoramix, che era lì vicino.
“Che cosa vuoi dire?” domandò il piccolo gallo. 
“Gli usignoli sono uccelli migratori e quando Musicalix sarà guarito, dovrà migrare verso i paesi caldi” spiegò il druido.
“Questo dispiacerà molto ad Assurancetourix” disse Asterix.
“Già, ma per adesso non diciamo niente e lasciamo godere al nostro bardo questi bei momenti” decise Panoramix, massaggiandosi la barba.
“Giusto -concordò Asterix, annuendo- Del resto, credo che la presenza di Musicalix farà piacere non solo a lui”.
Nei giorni seguenti, infatti, Assurancetourix e Musicalix divennero sempre più uniti e i dolci canti intonati da quest’ultimo gli fecero guadagnare la simpatia di tutti.

Circa una settimana dopo, verso mezzogiorno, quando i galli stavano per pranzare, Assurancetourix si mise a correre per il villaggio, strillando “Emergenza! Emergenza!”. 
Allarmati da quelle parole, tutti gli abitanti si radunarono al centro del villaggio, dove il bardo annunciò “Musicalix é scomparso”. 
“Come sarebbe a dire scomparso?” domandò Asterix. 
“Ieri, visto che la sua ala era guarita, Musicalix ha fatto un volo di prova nel bosco, ma stamattina non era ancora tornato. E temo che lo abbiano preso i romani” spiegò il bardo. 
“E perché pensi che lo abbiano preso i romani?” volle sapere Abraracourcix. 
“Perché due soldati avevano già provato a catturarlo, con lo scopo di arrostirlo per il nuovo centurione del loro accampamento” rispose Assurancetourix. 
“Senza contare che dall’accampamento dei romani viene un forte odore di spezie. E sono proprio quelle che si usano per insaporire la carne arrostita” intervenne Obelix, annusando l’aria. 
“Per Toutatis! Allora i miei timori erano fondati” gemette il bardo.
“Non sia mai che i romani si mangino uno dei nostri” obbiettò contrariato Abraracourcix, alzando il pugno. 
“Giusto. Beviamo la pozione magica e andiamo a riprendercelo” incitò Asterix. 
“Nella mia capanna ne ho già una marmitta pronta” disse Panoramix, facendo cenno di seguirlo.

Nella sua tenda, il pingue centurione Caius Raffinatus stava per gustare il suo pranzo, consistente in un uccello arrosto, quando il terreno cominciò a vibrargli sotto i piedi.
“Ma c’é un terremoto?” domandò il centurione, mettendo la testa fuori dalla tenda.
“Peggio: so’ i galli che stanno venendo qui” gli rispose una sentinella terrorizzata.
Subito dopo, il muro di cinta dell’accampamento venne abbattuto e i galli si riversarono al suo interno, mettendo tutto a soqquadro e facendo volare per aria i soldati con i loro ceffoni. 
Terrorizzato, Caius Raffinatus pensò di svignarsela, ma prima di poter mettere in atto il suo proposito Asterix, Obelix e Assurancetourix fecero irruzione nella sua tenda. 

“L’odore di carne arrostita viene da lì” disse Obelix, indicando il pranzo del centurione. 
“Aaaah! Musicalix!” urlò Assurancetourix, mettendosi le mani nei capelli. 
“Siamo arrivati troppo tardi” sospirò Asterix. 
“Sapevo che questi galli sono pazzi, ma distruggere l’accampamento per un uccello è un’esagerazione” brontolò Caius Raffinatus. 
“Taci, barbaro. E sappi che quello che volevi mangiarti non era solo il più bravo usignolo del mondo, ma anche un amico prezioso per tutto il nostro villaggio” singhiozzò il bardo, mentre stringeva a sé l’uccello arrostito.
“Io che me magno un usignolo? Ma chi v’ha messo in testa un’idea così cretina?” domandò allibito il centurione.
“Due soldati che ho pestato un pochino” rispose Obelix.
“Soprattutto, quello con la faccia mezza assonnata” precisò Assurancetourix
“Ah, ce li ho ben presenti. Comunque, quell’uccello era un pollastro che avevo allevato personalmente, per dargli un sapore migliore” spiegò Caius Raffinatus, chiarendo l’equivoco di cui era stato vittima. 
“Ma se quello non é Musicalix, allora lui dov’é?” domandò confuso Asterix. 
“Se cercate il vostro uccello, credo di sapere dove si trovi” disse il legionario Svogliatus, che stava strisciando tutto pesto davanti alla tenda.
“Allora portaceli subito, prima che questi pazzi ci distruggano l’accampamento, per colpa dell’equivoco che TU hai causato” gli ordinò istericamente Caius Raffinatus. 
“Grazie dell’aiuto. E scusateci per l’ ingiusta accusa nei vostri confronti” disse Asterix. 
“Se può consolarvi, prima o poi vi avremmo pestati comunque” aggiunse Obelix. 
“Nessun problema” rispose il centurione, ben lungi dal rispondere per le rime a dei nemici simili. 
E così, mentre Abraracourcix e gli altri tornavano al villaggio, il gruppo formato da Asterix, Obelix e Assurancetourix seguiva Svogliatus nel bosco. 

Camminando a passo spedito, il legionario condusse i tre galli in uno spiazzo erboso pieno di cespugli, in mezzo ai quali numerosi usignoli avevano nidificato.
“Eccoci arrivati. Io e i miei commilitoni abbiamo scoperto questo posto un paio di giorni fa -spiegò Svogliatus- E visto che qui ci sono molti uccelli come il vostro, lui sarà sicuramente qui”.
“Ma come troveremo Musicalix qui in mezzo?” domandò Obelix. 
“Non ci sarà bisogno di cercare” rispose Assurancetoruxi, indicando il suo amico usignolo, che faceva capolino in mezzo alle foglie.
“Cip cip” salutò Musicalix, volando verso il bardo. 
“Grazie, soldato. Senza di te, non avremmo ritrovato il nostro amico” riconobbe Asterix. 
“Già. Hai fatto un bel lavoro” si complimentò Obelix, dando una sonora pacca sulla schiena a Svogliatus. 
Ma, a causa della forza sovrumana del gallo, il legionario venne scagliato a tutta velocità verso il suo accampamento. 
“Ops. Scusa” disse Obelix, sinceramente dispiaciuto per l’incidente.

Sotto lo sguardo severo del loro centurione, i soldati romani stavano lavorando sodo, per rimettere a posto l’accampamento. 
“Bene. Di questo passo, sarà tutto in ordine prima di sera. E non mi sono fatto manco un graffio nonostante abbia incontrato i temuti galli irriducibili” pensò soddisfatto Caius Raffinatus.
Ma proprio in quel momento, il legionario Svogliatus terminò il suo volo andando a sbattere contro uno dei pali usati per aggiustare la recinzione, facendolo cadere addosso proprio al suo superiore, che finì appiattito come un disco.
“Legionario Svogliatus a rapporto: tutto a posto con i galli” disse il soldato, mezzo stordito dalla botta. 
“Ben fatto. Ma quando uscirò da qui sotto, cerca di non essere nei paraggi” rispose infuriato il centurione. 
Capendo la situazione nonostante lo stordimento, Svogliatus fece il saluto militare e si allontanò in tutta fretta.

“Coraggio, Musicalix. Dobbiamo tornare a casa ora” disse Assurancetourix. 
“Cip Cip” rispose tristemente l’usignolo, scuotendo la testa. 
“Cosa? E perché?” domandò sorpreso il bardo.
In quel momento, da un cespuglio sbucò fuori un usignolo femmina, che si mise proprio accanto a Musicalix
“Oooh, Musicalix si é trovato la fidanzata” disse estasiato Obelix.
“Ecco il motivo per cui non era tornato” intuì Asterix.
“Beh, può venire con te al villaggio, no? Che problema c’é?” domandò Assurancetourix.
Alzando lo sguardo verso il cielo, Musicalix indicò col becco uno stormo di suoi simili, che volava verso sud. 
“Già. Panoramix mi aveva detto che gli usignoli sono uccelli migratori” si ricordò Asterix. 
“E la stagione fredda si sta avvicinando” aggiunse Obelix, rabbrividendo leggermente. 
“Capisco. Se le cose stanno così, non posso trattenerti -disse Assurancetourix- Però, promettimi che quando tornerai verrai a trovarci”. 
“Cip Cip” rispose Musicalix, annuendo. 
Dopo di che, l’usignolo e la sua compagna si alzarono in volo e si unirono ai loro compagni in partenza, tutti diretti verso l’Africa, la consueta meta delle loro migrazioni. 
“Arrivederci, Musicalix. E abbi cura di te” lo salutò il bardo, agitando la mano. 
“A questo punto, possiamo tornare al villaggio” concluse Asterix. 

Quando Asterix e i suoi due compagni tornarono al villaggio, erano attesi da tutti i loro compaesani. 
“E allora? Avete trovato Musicalix?” domandò loro Assurancetourix. 
“Sì, ma non é potuto tornare con noi perché doveva migrare” rispose Asterix. 
“Già, ma ha promesso di tornare a trovarci. Dobbiamo solo avere pazienza” sospirò Assurancetourix, mentre si dirigeva mestamente verso casa. 
“Povero Assurancetourix. Vorrei ci fosse un modo per tirarlo su di morale” disse Asterix, capendo la tristezza del bardo. 
“Un modo c’é. Ma non ci piacerà” avvertì Panoramix, accigliandosi.

Assurancetourix stava guardando mestamente fuori dalla finestra, quando ricevette la visita di Asterix e Obelix.
Con fare titubante, il piccolo gallo disse “Assurancetourix, visto quanto la partenza di Musicalix ti aveva intristito, tutti noi abbiamo pensato di farti un piccolo regalo”.
“Già: qu...questa” balbettò Obelix, porgendo (con mano tremate) al bardo una lira nuova fiammante. 
“Oh, che pensiero gentile da parte vostra. Per evitare ritorsioni, quando posso provarla?” domandò Assurancetourix, mentre rimirava estasiato lo strumento.
“Anche adesso, se vuoi” rispose Asterix, mentre lui e Obelix indietreggiavano velocemente verso la porta.
Sorridendo commosso, Assurancetourix si schiarì la voce, pizzicò una corda della lira e si mise a cantare una canzone che faceva “É, l’amico  é, qualcosa che più si é meglio é!”. 
In quello stesso momento, un temporale violento come pochi si abbatté sul villaggio dei galli, che si erano già previdentemente riparati nelle loro case.
“Cosa non si sopporta per il bene di un compagno” brontolò Automatix, mentre reprimeva a fatica l’impulso di usare il suo martello nel modo che sapeva lui.

Era consuetudine per i galli concludere ogni loro avventura con un banchetto, ma quella volta i festeggiamenti dovettero essere rinviati, in quanto il temporale durò fino a notte fonda, ossia fino a quando Assurancetourix si esercitò con il suo nuovo strumento musicale.
FINE
   
 
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