Serie TV > Fate: The Winx Saga
Ricorda la storia  |      
Autore: Jason_Trth Hrtz    11/03/2024    2 recensioni
Partecipante alla challenge Prime Volte indetta da Dylanation sul gruppo FB Komorebi Community - Fanfiction Italia
Se lo era aspettato—quando sei la moglie di un soldato te lo aspetti sempre—ma nell'istante in cui le fu data la notizia, tramite una sterile lettera con dentro un assegno di mantenimento e il suo dog tag, il dolore di un possibile abbandono intrappolato nel petto per tutti quei mesi si era addentrato nelle viscere dello stomaco; un masso che ti schiaccia sotto di esso e ti impossibilita a muovere un singolo muscolo.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bloom Peters, Sebastian
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Partecipante alla challenge Prime Volte indetta da Dylanation sul gruppo FB Komorebi Community - Fanfiction Italia

 

 

Titolo: Sognando l’America

Personaggi/Ship: Bloom Peters x Sebastian Valtor

Fandom: Fate: The Winx Saga

Avvertimenti: soft Historical!AU, age-gap, adulto x minore, morte, guerra, tematiche delicate

Parole: 902

Trama: Dal testo: “Se lo era aspettato—quando sei la moglie di un soldato te lo aspetti sempre—ma nell'istante in cui le fu data la notizia, tramite una sterile lettera con dentro un assegno di mantenimento e il suo dog tag, il dolore di un possibile abbandono intrappolato nel petto per tutti quei mesi si era addentrato nelle viscere dello stomaco; un masso che ti schiaccia sotto di esso e ti impossibilita a muovere un singolo muscolo.”

Prompt: onde

Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, sono proprietà dei rispettivi creatori.

Note: ho perso il conto delle storie che ho mezzo scritto, mezzo pensato, mezzo abbozzato per questa challenge, poi, improvvisamente, questa mattina mi è presa molto a male per altri motivi e ho deciso di tornare alle mie radici, usando un tono a me molto di conforto nella scrittura. L’ho scritta ed editata al meglio delle mie possibilità in poco tempo, perché erano le dita a scrivere per me; quasi come se la mia mente stesse attingendo da un ricordo passato, sfumato tra una reincarnazione e l’altra. Mi sono apparsi Bloom e Sebastian di fronte e sapevo che questa era la storia per loro, con i loro nomi in grassetto in mezzo a ogni riga.

Non vi annoio oltre, vi lascio alla lettura di questa brevissima OS ma che spero troverete almeno di compagnia e calzante con questo ennesimo lunedì.

 

Buona lettura,

       Jason.

 

 

P.S.

Questa OS non è stata betata.

P.P.S.

Il titolo è una citazione a una canzone di Ennio Chendi dallo stesso titolo.

 

 

 

 

 

SOGNANDO L’AMERICA

 

 

Lo scagliarsi ciclico delle onde sugli scogli la faceva sentire meno sola.

 

—ooOoo—

 

Se lo era aspettato—quando sei la moglie di un soldato te lo aspetti sempre—ma nell'istante in cui le fu data la notizia, tramite una sterile lettera con dentro un assegno di mantenimento e il suo dog tag, il dolore di un possibile abbandono intrappolato nel petto per tutti quei mesi si era addentrato nelle viscere dello stomaco; un masso che ti schiaccia sotto di esso e ti impossibilita a muovere un singolo muscolo. Era scivolata a terra, portandosi dietro la sedia in legno su cui si era appoggiata per darsi sostegno mentre apriva con mani tremanti la chiusura spessa e rinforzata della carta plastificata. Le si erano spezzate persino due unghie nella manovra, ma il sangue che fuoriusciva a lato del suo letto ungueale non era paragonabile a quello che figurava fuoriuscire dal corpo martoriato di lui—che aveva decretato la sua prematura dipartita in campo di battaglia.

Non riusciva nemmeno a singhiozzare mentre leggeva il comunicato battuto a macchina su carta spessa, non voleva che le lacrime le offuscassero la vista e impedissero di leggere, assorbire, il significato di ogni parola. Strinse solo il medaglione di riconoscimento al petto rovente e si accovacciò con il busto sulle ginocchia nude arrossate dalla caduta. Il vestito dal tessuto leggero che indossava le si era incollato addosso insieme al sudore; se lo strappò di dosso in meno di quattro gesti. Si diresse in bagno a gattoni e aprì la manopola dell’acqua fredda della doccia esposta. Prima che il debole flusso di un arancione sbiadito toccasse il piatto ruvido in cemento, s’infilò ancora in ginocchio sotto il getto e lasciò che l’acqua via via sempre più gelida calmasse il fuoco funereo che sentiva dentro. Minacciava di consumarla. Strinse il metallo al petto, accanto alla cucitura tra la coppa del reggiseno e il ponte e rimase lì—forse per ore. Aspettava di svegliarsi e realizzare che era solo tutto un nefasto incubo.

 

—ooOoo—

 

Non aveva mai visto il mare—quello vero, che si estendeva oltre la linea d’orizzonte—sentito il sapore dell’aria salmastra sulla lingua e dentro i polmoni. Avrebbe preferito di gran lunga crescere circondata da quel clima, piuttosto che in una fattoria isolata in mezzo alle pianure.  O forse lo pensava soltanto perché non aveva avuto scelta, al tempo?

Si erano sposati sei mesi prima, in gran segreto per scappare dalla sua famiglia adottiva, con saldo l’obiettivo di costruirsi una vita degna di essere definita tale—insieme. Almeno, quelle erano state le intenzioni.

Lei aveva compiuto sedici anni da poco, ma Sebastian era riuscito a ottenere carte false per sposarsi sia chiesa sia civilmente, per seguire la volontà di entrambi, anche senza il consenso scritto dei genitori adottivi di Bloom. Lui ne aveva venticinque, e, come accade per molti che fanno il suo stesso lavoro, sapere di avere qualcuno che ti aspetta a casa, pronta e dedita alla visione comune di creare un proprio nucleo famigliare, era l’unico motivo che lo spingeva a non morire. Prima di incontrare Bloom, non gli era importato poi molto—le aveva confessato durante una delle loro innumerevoli e infinite conversazioni—ma da quando facevano parte l’uno della vita dell’altro, aveva promesso che non sarebbe mai morto in battaglia. Aveva promesso che sarebbe sempre ritornato da lei. Aveva promesso una famiglia numerosa, aveva promesso niente più dolore e crudele solitudine…

Era stata sciocca a credere possibile ognuna di quelle singole promesse. Non sono promesse che un semplice essere umano può mantenere, come fossero ineluttabili. Non quando c’è una Guerra intorno che divora sogni e speranze di ognuno.

Oramai la Guerra era finita—da fin troppo poco tempo per giovare della pace e prosperità che ne consegue—e il suo primo amore era stato uno degli innumerevoli sacrifici necessari per combattere la causa. Non avevano tuttavia potuto restituirle il corpo, neanche un pezzo maciullato dai colpi da seppellire in suo onore.

Vedere quella bara vuota scendere nel vuoto della terra, era stato come seppellire lei al suo posto. Quella realizzazione era stata il colpo di grazia, il motivo scatenante del suo totale abbandono a ogni aspettativa di miglioramento umano.

Il giorno dopo era salita su una barca traboccante, aveva speso gli ultimi soldi rimasti—insieme a quelli dell’assegno di mantenimento fornitole—e dopo tre mesi interminabili di viaggio era giunta a destinazione. Da sola, e con una pancia ormai gonfia e visibile nonostante gli strati di indumenti, ma con un ultimo focale obiettivo.

Vedere il mare seduta alla riva delle scogliere irlandesi.

Era stata la terra di origine di suo marito. Le aveva promesso che, un giorno, l’avrebbe portata sulle stesse coste che da piccolo osservava per interi pomeriggi, sognando l’America.

Il destino aveva riservato alla loro storia una fine dolceamara.

Giunta la notte, e con nessuno intorno pronto a farle cambiare idea, si asciugò i rimasugli di lacrime che le avevano pulito le guance e si incamminò a passo costante verso il bordo del vertiginoso scoglio squadrato su cui si trovava. Indossò il suo dog tag al collo, lo strinse tra le mani in preghiera ed espresse un desiderio a bassa voce, contando sulla collaborazione del vento per portare il suo volere fino in alto nel Cielo, poi inspirò ed espirò il suo ultimo respiro, chiuse gli occhi e…

Ritornò da lui, da Sebastian—suo primo e ora unico amore—cullata dalle onde impetuose del mare infuriato.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Fate: The Winx Saga / Vai alla pagina dell'autore: Jason_Trth Hrtz