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Autore: Nenottina    12/03/2024    0 recensioni
Questa è una raccolta di one shot incentrate sulla coppia Tsukishima x Yamaguchi.
Troverete dei brevi momenti di vita quotidiana, scollegati tra loro e non in ordine cronologico.
Era semplicemente giusto. Loro due, stremati dalla partita, seduti su quel pullman insieme, l’uno accanto all’altro. La stanchezza non gli stava certo facendo realizzare completamente la situazione in cui si trovava – l’unica consapevolezza del moro era proprio quella di non essere mai stato tanto appagato come in quel momento.
Attenzione: manga spoiler.
Lista capitoli spoiler:
- Capitolo 8: Prospettive future
- Capitolo 14: Sendai Frogs
- Capitolo 16: L'ultimo anno
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kei Tsukishima, Tadashi Yamaguchi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una volta superati gli esami al termine delle scuole medie, ci si sarebbe aspettati che tutto ciò che sarebbe venuto dopo sarebbe stato in discesa, eppure per Tsukishima e Yamaguchi non sembrava affatto così. Trovare un buon liceo da poter frequentare l’anno successivo si era rivelato più ostico del previsto, e così i due si erano ritrovati seduti alla scrivania in camera del minore dei fratelli Tsukishima, con opuscoli e volantini sparpagliati sul tavolo, insieme al computer portatile acceso con aperte diverse pagine web, tutto dedicato ai licei della zona – e qualcuno anche piuttosto lontano.
La realtà era che il biondo non aveva mai avuto molti dubbi sulla propria scelta, e di certo Yamaguchi non era tanto schizzinoso da opporsi alla scelta dell'amico: il liceo Karasuno, la stessa scuola frequentata anche da Akiteru, era l'opzione più plausibile. Il vero problema era che una volta scoperto che il club di volley non era più in vetta alle classifiche come un tempo, conoscendo la loro passione, più di una persona aveva consigliato ai due di guardarsi intorno ed informarsi anche su altri licei, che certamente avrebbero avuto un club di pallavolo migliore.
Da un punto di vista razionale, non avevano torto.
« Dobbiamo deciderci o finiremo per non poterci più iscrivere. Ci sono scuole che hanno messo la scadenza tra meno di una settimana » asserì il più grande, buttando con noncuranza uno di quei fogli di carta nel mucchio con un sospiro stanco. Aveva perso il conto delle ore passate a fare tutte quelle ricerche sulla rete e non.
« A te le altre scuole proprio non convincono, vero? » domandò il moro a quel punto, cercando di essere il più pacato possibile  « Vuoi comunque andare al Karasuno, anche se la squadra di pallavolo è messa male »
Tsukishima inizialmente si limitò a stringere le labbra, deciso a perseverare sulla strada del buon senso a discapito del suo egoistico desiderio. Scegliere il liceo Karasuno significava negare a se stesso ed a Yamaguchi una buona istruzione ed un’ottima squadra di pallavolo – squadra che tuttavia sarebbe comunque durata solo tre anni, e che si sarebbe sfaldata e riassemblata ogni singolo anno nel momento in cui i diplomati se ne fossero andati. Fatto stava che, se non a sé ed alla propria vita, doveva per lo meno pensare al futuro dell’amico.
« È una pessima idea. Ci sono altri ottimi licei con dei club molto forti. Sembra che lo Shiratorizawa sia un'ottima scuola, ed altrettanto il suo club di volley. Ci sono almeno una decina di scuole migliori del Karasuno, su entrambi i fronti »
Per sottolineare il concetto, il giovane dai capelli biondi batté un dito su un piccolo mucchio di volantini raccolti in precedenza: il Date Kogyo, l’Aoba Johsai, il Nekoma, e qualche altro liceo che offrivano agli studenti decisamente più possibilità di carriera rispetto al Karasuno – perfino i test d’ingresso che andavano superati per potersi iscrivere, probabilmente, erano più complessi, ma quello per loro non era sicuramente un problema.
« Ma non sono il Karasuno » sottolineò Yamaguchi, chinandosi in avanti unicamente per sottolineare l’occhiata eloquente rivolta al più grande. Era inutile negare che in fondo l’amico ci tenesse, ma evidentemente toccava a lui farglielo notare.
« Yamaguchi, è solo un club scolastico! Forte o meno, in ogni caso ci giocheremo solamente per tre anni e basta »
« E giocheremo nello stesso club di Akiteru » aggiunse subito l’altro, rimarcando il nodo focale della discussione – una discussione che di fatto era solamente nella loro testa.
Tsukishima, a quel punto, non replicò più, limitandosi ad una smorfia che poteva essere interpretata sia come un sì, è vero anche questo sia come se non la smetti di parlare ti faccio tacere io, cosa che spinse l'altro a buttare fuori una risata nervosa e ad abbassare gli occhi sul primo depliant disponibile.
« D’altra parte, se sono diventati davvero tanto scarsi come dicono, avremo più possibilità di giocare come titolari. L’idea non ti piace? » continuò il biondo poco dopo, nuovamente indeciso – in un certo senso, era un disperato tentativo di convincere entrambi che in fondo il Karasuno fosse la scelta giusta.
« A me basta poter continuare a giocare con te, Tsukki » spiegò Yamaguchi, accasciandosi sulla sedia con un sorriso sereno volto proprio a tranquillizzare il suo interlocutore.
Se doveva dirla tutta, quello che avrebbe potuto fare strada nel mondo dello sport tra i due era proprio Tsukishima, perciò era lui che avrebbe fatto bene a scegliere un liceo con una buona reputazione ed un ottimo club di pallavolo. La sua altezza, unita alla razionalità che riusciva a mantenere anche sul campo, lo rendevano uno dei migliori giocatori con cui il moro avesse mai avuto a che fare nel corso della sua giovane vita, e di certo in un liceo come l’Aoba Johsai o il Date Kogyo sarebbe stato un contributo non indifferente per la squadra.
In ogni caso, tutto ciò passava in secondo piano se il più grande voleva frequentare lo stesso liceo del fratello maggiore per poter entrare nella stessa squadra di cui l’altro faceva parte a suo tempo: se quello era ciò che voleva Tsukishima, non sarebbe stato lui a negarglielo.
« Perché sono alto? » domandò il biondo, ad un tratto improvvisamente più incuriosito dall’ultima affermazione. In un certo senso, si poteva quasi definire una vera e propria provocazione, se solo il ragazzo con gli occhiali non fosse stato realmente interessato a sentire quanto aveva da dire il più piccolo sull’argomento – vista la freddezza con cui trattava gli altri, non avrebbe dovuto stupirsi se le uniche ragioni per cui una persona come Yamaguchi voleva stare in squadra con lui fossero legate alle sue abilità come pallavolista.
Il moro, a quel punto, rise di nuovo, ma quella volta si trattava di una risata di gusto « Ma che domande fai? Voglio stare con te perché siamo amici! ... E sì, immagino anche perché sei alto, intelligente, e forte a pallavolo »
A quella risposta, Tsukishima si limitò a fissare il migliore amico in silenzio con un’espressione leggermente confusa sul volto, senza essere in grado di reagire a dovere davanti a quei complimenti. Fu solo con qualche secondo di ritardo che Yamaguchi si rese conto di aver parlato ad alta voce ed a ruota libera, cosa che comportò un lungo silenzio imbarazzante da parte di entrambi gli interlocutori – anche se nessuno dei due ne comprese il motivo.
Nella speranza di superare l’impaccio, fu sempre il più piccolo ad alzarsi in piedi ed a dirigersi verso la porta della stanza « Dovrei andare un attimo in bagno… M-Ma tu riflettici ancora un po’, va bene? »
« Come vuoi… » assecondò il ragazzo con gli occhiali, passandosi una mano sulla nuca, di nuovo in conflitto davanti all’ardua scelta. Una volta solo, il suo sguardo si posò su una foto di alcuni anni prima sistemata su uno degli scaffali, che ritraeva i due fratelli Tsukishima sorridenti ed entrambi con un pallone in mano.
Nonostante il distacco che vi era stato tra lui ed Akiteru a seguito della cocente delusione avvenuta in passato, il più piccolo voleva indossare la stessa maglia del maggiore, quella del Karasuno. Era un doppio senso, completamente irrazionale, che non sarebbe dovuto nemmeno esistere, ma che esisteva – similmente all’affetto che provava nei confronti di quel bambino, ormai ragazzo, particolarmente emotivo, i cui comportamenti risultavano patetici il più delle volte.
Aveva appena fatto la sua scelta. Evidentemente, nemmeno lui era in grado di cancellare del tutto ciò che provava.
   
 
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