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Autore: Albascura_    14/03/2024    6 recensioni
Hinata quel giorno era strano. Cioè, più strano del solito.
Durante la pausa dalle lezioni l’aveva incrociato in corridoio tutto agitato, con lo zaino mezzo aperto pieno di biglietti e cartoncini che spuntavano dalla cerniera. L’aveva a malapena salutato, non l’aveva neanche insultato!, per poi scansarlo e fiondarsi nella classe di Yachi.
Eh no, qui c’era sotto qualcosa e Kageyama l’avrebbe scoperto!
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama, Yachi Hitoka
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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White Day - Missione Bigliettini

 

Kageyama non era tipo da imbrogli e appostamenti, ma qualcosa non gli quadrava e per quanto non l’avrebbe mai ammesso, la curiosità gli stava facendo prudere le dita. 

Hinata quel giorno era strano. Cioè, più strano del solito. Durante la pausa dalle lezioni l’aveva incrociato in corridoio tutto agitato, con lo zaino mezzo aperto pieno di biglietti e cartoncini che spuntavano dalla cerniera. L’aveva a malapena salutato, non l’aveva neanche insultato!,  per poi scansarlo e fiondarsi nella classe di Yachi.

Eh no, qui c’era sotto qualcosa e Kageyama l’avrebbe scoperto!

Così si appostò poco fuori la porta della classe 5 e, spudoratamente, origliò. 

“… ecco, ho portato tutti i cartoncini e la lista. Ho già qualche idea ma sono una schiappa a disegnare, lo sai..”

“Non preoccuparti Hinata-kun, ai disegni posso pensarci io. Sai già cosa scrivere su ciascun biglietto?”

Biglietti? Disegni? Scrivere??? Ma di cosa diavolo stavano parlando quei due? Kageyama strinse i pugni dall’irritazione. Non gli piaceva essere tagliato fuori. Non gli piaceva per niente. Azzardò di sporgersi oltre lo stipite per dare un’occhiata.

Sul banco di Yachi erano disposti, ad occhio e croce, almeno una dozzina di cartoncini colorati. 

Shouyou ne stava mostrando alla ragazza uno color rosso acceso, probabilmente spiegandole cosa voleva disegnasse sulla copertina.

Lei annuiva, abbozzando uno schizzo di prova sulla pagina di un bloc notes. Quando sembrò soddisfatta, lo mostrò a Shouyou. Allora lui esultò pieno di entusiasmo, con tanto di versi onomatopeici e occhi sbrilluccicanti. 

Eh no, Kageyama ne aveva abbastanza di starsene nascosto nell’ombra. Doveva sapere!

“Che cosa state combinando voi due?” 

“AH!!! Merdayama mi hai fatto prendere un colpo!” Shouyou strillò portandosi una mano al petto. “Nulla che un asociale gelido e antipatico come te possa comprendere, quindi smamma!”

Essere lasciato in disparte bruciava molto più degli insulti.

Con gli occhi ridotti a due fessure, Kageyama strappò il bloc notes dalle mani di Yachi.

Sulla pagina a quadretti c’erano disegnati un gattino acciambellato attorno ad un corvo -corvo con due cuoricini al posto degli occhi-, un joystick e un pallone da pallavolo con la scritta mikasa ben evidente.

“Ma cos’è questa trashata?”

Hinata gli rispose con una sonora linguaccia. Sonora perché accompagnata da una bella pernacchia.

“Non è una trashata!!! Va sul biglietto del White Day per Kenma!!! Stronzo!!!” 

“White day?”

“Si, il White Day! Quando i ragazzi fanno un regalo alla persona che gli piace! Ma che ne vuoi sapere tu che ti piace solo il latte e la pallavolo!”

Kageyama lo guardò sbigottito. Per un attimo rimase con la bocca aperta ma senza sapere cosa dire. Era abituato a ricevere cioccolatini da qualche ragazza per San Valentino. Era successo. Ma il White Day? Non sapeva neanche esistesse. Poi le rotelle ripresero a girare e si soffermarono su “persona che gli piace”. E sul fatto che il banco di Yachi fosse PIENO di cartoncini diversi. Ce n’erano un paio rossi, uno dorato, uno viola, uno nero, qualcuno addirittura nero e arancione.

Le cose non gli tornavano. Non gli tornavano affatto.

 “Quindi quello rosso è per Kozume perché gioca nel Nekoma?”

“Ma dai!!! Stai bene o ti sei fatto male al cervello a fare un ragionamento tanto complesso?”

“Ohi non prendermi per il culo boke, non sono io lo sfigato che si deve far aiutare per fare i bigliettini come i bambini delle elementari!”

“Non è colpa mia se devo farne tanti! Mi piacciono un sacco di persone! Ora scegli: o ci dai una mano o ti levi dalle palle che abbiamo da fare!”

Kageyama soppesò le alternative con grande attenzione. In effetti sarebbe potuto tornare da dove era venuto, prendersi un bel brick di latte e fare qualche palleggio in cortile. Oppure poteva restare lì, e sfottere Hinata un altro po’. E poi in mezzo ai cartoncini ce n’erano anche con i colori del Karasuno. Magari… La scelta fu molto semplice.

Rubò una sedia da un banco vicino, beccandosi un “Ehi!!!” dall’occupante del banco, che ignorò. Si fregò le mani e domandò cosa dovesse fare.

Hinata lo guardò un po’ confuso. Sembrò domandarsi internamente se Kageyama potesse di fatto essere utile a qualcosa. Ancora più confuso, domandò: “Kageyama… Ma tu sai fare qualcosa? Oltre giocare a pallavolo intendo.”

Kageyama lo guardò, un po’ interdetto, un po’ offeso. “So…” Effettivamente non sapeva disegnare. Né tantomeno pensare cose carine. “…Scrivere?”

Hinata scrollò le spalle. “Onesto. Facciamo così: Yachi disegna, io scrivo e tu attacchi gli adesivi e i decori, ok?”

Kageyama pensò per un attimo che forse sarebbe stato meglio andare a palleggiare in cortile, ma poi annuì. Prese gli stickers che gli venivano passati e si mise al lavoro.

 

Mezz’ora più tardi i biglietti pronti erano già parecchi e Hinata splendeva di soddisfazione. Man mano che procedevano, tirava una bella linea su un nome della sua lista. La lista, però, sembrava non finire mai.

“Ricapitoliamo,” disse Yachi ad un certo punto. “Partiamo dal Nekoma. Quello per Kozume è pronto, gattino con corvetto in copertina, scritta VOGLIO ESSERE IL TUO BOSS FINALE! all’interno. Idem per quello per il senpai Kuroo, gattino nero ammiccante con ciuffo e scritta SEI IL SENPAI MIGLIORE DEL MONDO PERCHE’ SEI FIGO E TI SEI PRESO TSUKKI

Kageyama fece una smorfia di apprezzamento. “Questo biglietto potrei firmarlo anch’io”

“Lo so, vero? Aggiungici più adesivi con scritto “thank you”, se li merita tutti!”

Yachi ridacchiò, ma tornò subito al lavoro. “Anche quello di Lev è pronto: gattino grigio spilungone con scritto LEV MI PIACI ANCHE SE TI ODIO PERCHE’ SEI TROPPO ALTO. E con il Nekoma abbiamo finito. Passiamo a quello nero: volpina e corvetto con linea di scintille fatte di adesivi glitterati che collegano i loro sguardi, con scritto NON DIMENTICO LA TUA PROMESSA: NON VEDO L’ORA DI SCHIACCIARE LE TUE ALZATE!

Hinata osservò per bene il biglietto, sfiorando con cura e delicatezza la linea di adesivi. Sembrava tenerci un sacco, a quel biglietto. Sollevò lo sguardo e rivolse a Kageyama un sorriso luminoso. “Bravo Kags, queste scintille le hai attaccate proprio bene!!!”

Kageyama borbottò un grazie nascondendosi sotto la frangia.

“Poi c’è quello per il senpai Bokuto, biglietto dorato: gufetto e corvo che cinguettano cuoricini e la scritta SEI IL SENPAI MIGLIORE DEL MONDO, GRAZIE CHE MI HAI INSEGNATO I PALLONETTI

“Ma è giusto dire grazie che mi hai?”

“Eh ormai ho scritto così!!! Attaccaci più stickers così non se ne accorge!”

Yachi andava avanti a fare l’inventario come un bulldozer. “Quello viola è per Goshiki della Shiratorizawa: aquilotto e corvetto che volano insieme con stickers arcobaleno. Scritta: SEI CARINO E VOGLIO GIOCARE DI NUOVO CON TE!

“Questo disegno ti è venuto benissimo Yachi! Kageyama, guarda come sono carino in versione corvo!!!”

“E’ vero, sembri meno scemo.”

“Guarda che ti do un pugno in testa!!!”

“E io ci attacco l’adesivo con la cacca emoji!”

"Provaci che ti sdrumo!!!”

“E smettetela che fra poco suona la campanella!!! Ci manca solo l’ultimo biglietto: quello coi colori del Karasuno.”

Kageyama si fece silenzioso all’improvviso. Occhieggiò il cartoncino rimasto. Effettivamente era arancione con i bordi neri. Un pensiero si materializzò nella sua mente ma lo scacciò via. Ma poi ritornò e lui lo ricacciò una seconda volta. Poi guardò Yachi. Quella scosse appena le spalle e sollevò le sopracciglia, come a dire che ne sapeva meno di lui. Allora guardò Hinata, che stava trionfalmente depennando l’ultimo nome sulla lista. 

“Cosa devo disegnare su questo, Shouyou-kun?”

“Fammi pensare… Un corvo sorridente che si rotola e uno coi capelli rossi che applaude!!!”

“Questo biglietto…” Kageyama si morse la lingua, “E’ per il senpai Nishinoya?” 

“E per chi sennò? Dentro ci scrivo: SEI IL SENPAI MIGLIORE DEL MONDO PERCHE’ FAI IL ROLLING THUNDER E ANCHE PERCHE’ SEI PIU’ BASSO DI ME! Ahah!!! Sono un genio! Non credi Kageyama?”

Kageyama annuì debolmente. “Si si, geniale.”

“Ehi, perchè hai quella faccia mogia? Sei pure un po’ rosso sulle guance. Non avrai mica la febbre? Non me l’attaccare sai!!!”

Yachi gli rivolse uno sguardo compassionevole. Con le labbra mimò un muto e piccolissimo “non ci arriva” e portò gli occhi al cielo.

“Non ho la febbre.”

“Boh sembri tutto depresso. Vabbè. Su questo attaccaci tante stelline per favore.”

Diligentemente, Kageyama eseguì.

 

Quando ebbero finito, Hinata si allontanò saltellando con la sua pila di bigliettini. Kageyama fece per salutare Yachi e andarsene in classe, ma la ragazza lo fermò.

“Kageyama-kun… Per caso vuoi che ti aiuti a fare un bigliettino?”

Kageyama la guardò stralunato. “In che senso?”

“Eh insomma, hai capito. Un bigliettino per Hinata-kun.”

“Ma col cavolo che gli faccio il biglietto! Lui ne ha fatti tipo dieci, DIECI!, e neanche uno era per me!!! Ne ha fatto uno anche a Lev!!!”

Yachi gli sorrise gentile, anche un po’ accondiscendente. Come si sorride a chi non ha speranza. 

“Forse, ed è solo un’ipotesi, Hinata non vuole farti il biglietto perchè crede che non ne riceverà uno da te? E anche se non fosse così, sono certa che gli farebbe piacere.”

Kageyama ci pensò un po’ su. Forse Yachi aveva ragione. Forse, anche se sembrava una cosa stupida, inutile, senza senso e anche un po’ imbarazzante, non era una cattiva idea. E poi era stato bravo ad attaccare gli adesivi. Si era anche un po’ divertito. Ma solo un po’.

Tornarono al banco e scelsero un cartoncino arancione tra quelli che erano avanzati.

Decisero di disegnare due corvetti sulla copertina, uno moro un po’ imbronciato, e uno rosso con un sorriso sciocco.

Yachi terminò lo schizzo rapidamente. “Cosa pensi di scriverci?”

Kageyama meditò qualche minuto picchiettandosi il dito sul mento. Poi si illuminò. “Che ne dici di: CONTINUA A SALTARE COSI’ PRIMA POI ARRIVERAI ALLA MIA ALTEZZA?”

Yachi lo guardò sconcertata. 

“Sai, forse non c’è veramente bisogno che tu gli faccia un biglietto…” sospirò esausta.

 

 



 
   
 
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