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Autore: Flofly    19/03/2024    2 recensioni
"Ho passato tutta la vita a preoccuparmi di cose più grandi di me: del mio nome, quello che facevo rotolare dolce sulla lingua, usandolo per aprire ogni porta; del mio sangue, che mi era stato insegnato a considerare migliore di quello degli altri; della mia ambizione, che mi aveva portato a Serpeverde, il mio posto naturale sin da quando era ancora un’idea nel cuore di mia madre. "
Ora non mi preoccupo più di nulla, perché ci sei tu.
[Storia partecipante alla challenge "Chi l'ha Dixit?" organizzata da Ciuscream sul forum Ferisce la Penna]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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“Benedetti siano gli istanti, i millimetri, e le ombre delle piccole cose”. F. Pessoa.

 

 

 

Ho passato tutta la vita a preoccuparmi di cose più grandi di me: del mio nome, quello che facevo rotolare dolce sulla lingua, usandolo per aprire ogni porta; del mio sangue, che mi era stato insegnato a considerare migliore di quello degli altri; della mia ambizione, che mi aveva portato a Serpeverde, il mio posto naturale sin da quando era ancora un’idea nel cuore di mia madre. 

 

Ho passato la mia infanzia a misurare il tempo che mancava: gli anni che mi separavano da Hogwarts; i mesi al mio dodicesimo compleanno, quando avrei potuto finalmente entrare nella squadra di Quidditch; le settimane alla prima partita contro Grifondoro; i giorni alla fine delle vacanze. E poi il mondo ha iniziato a muoversi al contrario, non c’era più nulla da aspettare, nessuna partita da giocare, niente per cui valesse la pena riempire lo spazio e il tempo oltre la paura.

Quell’ombra, enorme, dietro la quale mi ero sempre riparato - essere un Black, essere un Malfoy-  d’improvviso è stata spazzata via, inghiottita da una marea viscida e putrescente che io stesso avevo contribuito a liberare. Tutto quello che per me aveva sempre contato era diventato un simbolo sbiadito che portavo al dito,  un cerchio di metallo cui mi aggrappavo come se ne andasse della mia vita.

 

Durante la Battaglia di Hogwarts il tempo è sembrato fermarsi, sparito il domani, fermo come il cuore di Potter tra le braccia enormi di Hagrid, non c’era più niente da misurare, solo l’oscurità della disperazione.  E io, ancora una volta, non ho saputo fare altro che lasciare che mi travolgesse,  troppo il passato che mi divideva tra i miei compagni, troppo il dolore rispetto a chi mi aspettava trepidante.

 

Ci è voluto tempo, ho dovuto imparare di nuovo a respirare, a notare per la prima volta i piccoli gesti quotidiani. E’ stata tua madre a insegnarmelo, sai Scorpius?  A lei viene naturale, è così assetata di vita  che riesce a illuminare persino parti della mia anima che credevo perdute per sempre. Quando mi ha detto di essere incinta di te ero pietrificato dalla paura, il ragazzino egoista che ero stato si chiedeva come potessi essere felice per qualcosa che avrebbe spento la luce della mia vita, ma è bastato metterle una mano sulla pancia, sentire la sua pelle sotto le mie dita, immaginare che ci fossi tu lì dentro - ad attendere che capissi-  per smettere di preoccuparmi di altro che non fosse il presente.

 

Ora sei tra le mie braccia e misuro la mia vita nei millimetri di pieghe morbide della tua pelle, nel numero dei tuoi respiri quando finalmente ti addormenti, dopo averci tenuti svegli tutta la notte,  negli attimi in cui crolliamo esausti ma felici. Ho imparato a gioire di un accenno di sorriso, della voce stonata di tua madre che ti canta le ninnananne, di un gorgoglio che assomiglia a una risata.  E benedico ogni attimo in cui potrò guardare la tua piccola ombra diventare parte della mia.


aggiornamento 20/03 ( perché mi sono scordata ieri): questa storia trae ispirazione da una delle mie raccolte preferite qui su Efp "In Nomine Patris (et Filii)" di PandaNemoMinerva  
Questa storia partecipa all'ultimo turno della Challenge "Chi l'ha Dixit" indetta da Ciuscream sul Forum Ferisce la Penna.
   
 
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