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Autore: Bombay    20/03/2024    0 recensioni
Dal testo: - Sapeva che sarebbe andata a finire così lo sapeva fin troppo bene, ma fino all’ultimo lui ci aveva sperato. -
Genere: Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Genitori e figli

Genere: sportivo

Tipo: one shot

Personaggi: Tooru Oikawa, Oikawa senior

Rating: PG, verde

Avvertimenti: slice of life

PoV: terza persona

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Genitori e figli

 

Sapeva che sarebbe andata a finire così lo sapeva fin troppo bene, ma fino all’ultimo lui ci aveva sperato.

Guardava gli altri suoi compagni di scuola e squadra con i propri padri.

Maledisse una volta di più chi aveva avuto quella stupida idea per la Festa dei Papà, a cui avevano aderito un sacco di genitori, tranne il suo, ovviamente.

Iwaizumi gli si accostò vedendo il volto scuro dell’amico.

“È ancora presto…” iniziò, ma Oikawa lo fulminò con lo sguardo mettendolo a tacere.

La porta della palestra si aprì e che che ne dicesse Tooru, Hajime la vide la luce speranzosa nei suoi occhi castani, ma si spense subito vedendo entrare un uomo anziano che, decisamente, non poteva essere il padre di qualcuno.

“Nonno!”

A Tooru si rizzarono i peli della nuca nel sentire la voce di Tobio, che fino a quel momento se ne era stato in disparte a palleggiare contro il muro.

“Perfetto! Anche Tobio Chan è sistemato” sbottò con un tono sarcastico.

Della squadra della Kitagawa Daichi, suo padre, era l’unico a non essersi presentato, ma doveva aspettarselo quando gli aveva detto di quella iniziativa suo padre gli aveva risposto con un vago “Vediamo come sono organizzato quel giorno”

“Puoi stare con noi, Tooru” lo invitò il padre di Iwaizumi.

Oikawa sospirò e scosse la testa con un sorriso triste, i genitori di Hajime lo avevano praticamente adottato.

“Non questa volta grazie” mormorò, raccogliendo un pallone accostandosi al muro, tanto valeva allenarsi cercando di concentrarsi sui palleggi ignorando ragazzi ed adulti sul terreno di gioco.

 

Il mister stava spiegando come si sarebbe svolta la sessione di allenamento quando la porta della palestra si aprì nuovamente.

“Scusate il ritardo”

Un uomo affascinante, dai folti capelli castani entrò nella palestra, abbracciando con lo sguardo tutti presenti, appuntando i suoi occhi scuri su un atleta in particolare.

“Tuo padre è come te, Tooru, ama le entrate ad effetto” lo prese in giro Iwaizumi.

“Fanculo, Iwa-chan” proferì posando le mani sui fianchi e fissando il genitore con aria di sfida, ma in cuor suo era felice che suo padre fosse lì.

 

L’allenamento iniziò e Oikawa prese un pallone dalla cesta mettendosi davanti al genitore.

“Non gioco dai tempi delle superiori” comunicò, togliendosi la giacca e arrotolandosi le maniche della camicia, allentando il nodo della cravatta.

“Giocavi a pallavolo? Sul serio?” domandò scettico, lanciandogli il pallone e suo padre lo ricevette senza problemi, la sua postura era corretta.

“Me lo hai mai chiesto?”

Tooru si morse le labbra scuotendo il capo, loro non parlavano molto, per non dire nulla.

“In che ruolo?” indagò buttando lì la domanda come se non gli interessasse davvero.

“Alzatore”

Tooru fu così sorpreso che non prese il pallone che lo superò e rotolò lontano.

“P-perché non me lo hai mai detto?”

L’uomo scosse le spalle recuperando il pallone tornando davanti al figlio, palleggiando un paio di volte sopra la testa.

“In te rivedo me alla tua età… lo stesso orgoglio, la stessa testardaggine…”

“Ed è un male?” chiese con un filo di voce seguendo con lo sguardo il pallone che suo padre gli alzava, si mosse d’istinto saltando e schiacciando la sfera.

“Dipendente dall’uso che ne fai…” asserì enigmatico mentre venivano richiamati a dividersi in squadre.

Iwaizumi gli batté una mano sulla spalla “Hai visto alla fine è riuscito a venire…” commentò con un sorriso.

Giocarono una partita genitori contro figli e vinsero quest’ultimi, ma anche gli adulti non se l’erano poi cavata male; il padre di Oikawa, nella fattispecie, aveva gestito bene la squadra improvvisata, ma suo figlio gli aveva dato del filo da torcere.

Finita la partita Oikawa senior si avvicinò al figlio che si stava dissetando e che gli porse la borraccia.

“Perché non hai tentato l’esame di ammissione alla Shiratorizawa? Hanno una ottima squadra di pallavolo, un ottimo trampolino, se dopo la scuola vuoi intraprendere il professionismo. Ti avrebbero sicuramente accolto a braccia aperte”

Tooru corrugò la fronte “C’è Ushijima in quella accademia… io voglio batterlo non giocare nella stessa formazione”

“E questo è l’orgoglio che parla…” considerò con un sorriso comprensivo.

“E comunque è tardi: mi hanno già preso all’Aoba Johsai e anche Iwaizumi andrà lì” aggiunse incrociando le braccia sul petto.

“E questa è la testardaggine di non tornare sui tuoi passi…” commentò scuotendo la testa, spostando lo sguardo su Hajime che parlava con il proprio padre.

La storia si ripeteva a quanto pareva, ma in quella però c’era una variabile, una amicizia profonda ed indissolubile, che lui a suo tempo non aveva avuto.

“È stato divertente” ringraziò Oikawa senior prendendo la giacca “Ci vediamo a casa, Tooru” lo salutò uscendo dalla palestra insieme agli altri genitori.

Tooru lo seguì e solo quando furono all’esterno lo chiamò: “Papà!”

L’uomo si volse osservando il giovane a pochi passi da lui.

“Grazie di essere venuto oggi, per me conta molto”

“Tooru…” sussurrò, ma prima che potesse aggiungere altro l’adolescente gli planò tra le braccia e lo strinse forte “Buona Festa del Papà”

L’uomo lo strinse di rimando, osservando il crepuscolo farsi strada, tenendolo stretto, ricordando con commozione quando era nato, ma ora era cresciuto e per quanto tentasse di proteggerlo Tooru doveva prendere la sua strada e il compito di un padre era indicargli la via meno tortuosa, ma se conosceva bene suo figlio, avrebbe sicuramente intrapreso quella in salita e irta di ostacoli.

 

   
 
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