It
always starts with a
broken home
Tanya
ride, poggiando la
testa sulla spalla di Erick, e tu li osservi con le braccia conserte
al petto, le labbra che si allungano sempre di più in una
smorfia
contrita. Non hai neanche toccato la fetta di torta al cioccolato che
tua madre ha ordinato per te, ancora intatta al centro del tavolino
della caffetteria; in questo momento hai lo stomaco talmente chiuso
che non riusciresti a ingerire neanche un boccone.
Sai
di dover essere felice
per questa bella giornata di sole e questo pomeriggio a Edinburgo
insieme a tua madre, che da quando si è risposata
è stata ben poco
presente nella tua vita. Eppure detesti vederla insieme a un uomo che
non è tuo padre, questo sconosciuto le cui gentilezze nei
tuoi
confronti ti fanno venire la nausea – ti senti
bruciare di odio
e rancore verso entrambi.
“Wanda,
cos'è quella
faccia imbronciata?”
Rispondi con un'occhiataccia al sorriso zuccheroso di Tanya.
Rispondi con un'occhiataccia al sorriso zuccheroso di Tanya.
“Voglio
tornare a casa.
Non voglio venire a dormire da voi stasera.”
Il viso di tua madre si rabbuia di colpo mentre Erick, con aria imbarazzata, inizia a sorseggiare il suo cappuccino.
Il viso di tua madre si rabbuia di colpo mentre Erick, con aria imbarazzata, inizia a sorseggiare il suo cappuccino.
“Lo
sai che mi sono messa
d'accordo con tuo padre per farti stare da noi fino a domenica. Lui
è
impegnato con il lavoro in questi giorni, quindi...”
“Non mi interessa. Voglio andare a casa.”
“Non mi interessa. Voglio andare a casa.”
Vuoi
andare a casa anche se
sai che questo significa trovare tuo padre – sempre troppo
stanco o
troppo impegnato per prestarti l'attenzione di cui hai bisogno
–
chiuso nel suo studio, in compagnia delle sue stupide scartoffie.
“Smettila
di fare i
capricci,” ribatte acidamente Tanya. “Hai otto
anni, non sei più
una bambina. E poi non ci vediamo da tanto tempo, pensavo che ti
avrebbe fatto piacere stare con noi...”
“Invece
no, non mi fa
piacere.”
Un'espressione
ferita sporca
gli occhi di tua madre; ti senti artigliare da un flebile senso di
colpa, che ben presto svanisce lasciando posto a una ferma
soddisfazione.
Lei
ha deciso di
andarsene di casa e risposarsi – tra l'altro con l'uomo con
cui ha
tradito tuo padre. Lei non si
prende la briga di essere
presente per te. Non può ignorarti per mesi e ricordarsi di
essere
una madre solo quando le fa comodo, aspettandosi che tu sia
lì
pronta a riaccoglierla a braccia spalancate.
A
volte ti chiedi se potrai
mai perdonare entrambi; perdonare tua madre, che è ormai
così
lontana da te, e tuo padre, che è assente con la mente e con
il
cuore.
Ti
chiedi se potrai mai
perdonarli per questo vuoto che si spalanca dentro di te ogni giorno
e al quale ancora fatichi a dare un nome.
*
“Tesoro,
non piangere. Non
voglio vederti così il giorno del tuo compleanno.”
Nonostante
le lacrime ti
inumidiscano gli occhi, riesci a indirizzare un debole sorriso a tuo
padre. Torni subito ad assumere un'aria imbronciata, rigirandoti tra
le mani il biglietto che ti è arrivato questa mattina; Tanya
si è
degnata di mandarti i suoi auguri ma non di farsi viva. Detesti il
pensiero di non avere una famiglia normale come quella di tutti gli
altri bambini, come quella di Steven. La tua, di famiglia, a stento
si riunisce il giorno del tuo compleanno.
“Vorrei
che la mamma fosse
qui oggi,” mormori.
“Non
pensarci, Wanda,”
Ernie ti sorride e inizia ad accarezzarti i capelli. “Pensa
che tra
poco arriveranno i nonni, mangeremo la torta e scarterai i regali. Va
bene?”
Annuisci, lievemente rincuorata.
Annuisci, lievemente rincuorata.
“Domani
vogliamo andare a
fare una passeggiata al lago, solo io e te? È da tanto che
non
passiamo del tempo insieme...”
“Non lo so, tesoro,” sospira lui. “Sono pieno di lavoro, lo sai, è già tanto se sono riuscito a prendermi la giornata libera per oggi.”
“Va bene,” rispondi, stringendoti nelle spalle, la delusione che si mescola a un fremito di rabbia.
“Non lo so, tesoro,” sospira lui. “Sono pieno di lavoro, lo sai, è già tanto se sono riuscito a prendermi la giornata libera per oggi.”
“Va bene,” rispondi, stringendoti nelle spalle, la delusione che si mescola a un fremito di rabbia.
A
volte ti viene da
chiederti se lui ti voglia bene – se qualcuno al mondo ti
voglia
davvero bene.
I
tuoi parenti ti ripetono
in continuazione che Ernie è il padre perfetto, che lavora
fino allo
sfinimento per non farti mancare nulla. Ti ripetono che ti ama
–
perché un genitore per natura ama un figlio. Eppure a tua
madre non
importa nulla di te, altrimenti non se ne sarebbe andata di casa o
avrebbe cercato di essere più presente nella sua vita anche
dopo
essersi risposata. Quindi perché non dovresti pensare lo
stesso di
tuo padre?
Certo, Ernie ti fa avere tutto ciò di cui tu hai bisogno, eppure vorresti qualcosa di più; vorresti che non si chiudesse in continuazione nel suo studio, che non ti concedesse solo sguardi sfuggenti o risposte sbrigative alle tue domande. Vorresti che ti dimostrasse apertamente il tuo affetto, anche se tu in primis non sei molto brava a farlo – quante volte ti sei sentita dare della capricciosa, dell'indisponente e dell'ingrata?
Certo, Ernie ti fa avere tutto ciò di cui tu hai bisogno, eppure vorresti qualcosa di più; vorresti che non si chiudesse in continuazione nel suo studio, che non ti concedesse solo sguardi sfuggenti o risposte sbrigative alle tue domande. Vorresti che ti dimostrasse apertamente il tuo affetto, anche se tu in primis non sei molto brava a farlo – quante volte ti sei sentita dare della capricciosa, dell'indisponente e dell'ingrata?
Eppure
oggi è uno di quei
giorni di sole in cui l'attenzione di Ernie è tutta per te.
Ti senti
riscaldare il cuore mentre tuo padre ti asciuga le lacrime dalle gote
e dice con voce dolce; “Andiamo, mentre aspettiamo i nonni
raccontami un po' cosa hai imparato oggi con la tutrice.”
*
Note
Salve a tutti!
Questa storia nasce come raccolta di brevi racconti privi di un vero e proprio filo conduttore incentrati su Wanda MacMillan, un personaggio di mia invenzione della Nuova Generazione che compare in una mia Long (New Skins) al momento ancora ferma al prologo ma che spero di aggiornare presto. Questo primo capitolo in realtà non mi convince moltissimo ma languiva nel mio computer da tempo, per cui ho deciso di aggiustarlo un po' e pubblicarlo nella speranza che possa risultare anche minimamente interessante, pur essendo consapevole che la mia Wanda probabilmente non è conosciuta da nessuno nell'universo.
Ovviamente c'è anche il ruolo giocato da Ernie, che affidandomi a ciò che sappiamo di lui grazie ai libri non posso fare a meno di immaginare come un uomo stakanovista, la classica persona che si porta il lavoro a casa, talmente concentrato sui suoi doveri da finire per trascurare involontariamente gli affetti - non che questo gli impedisca di amare profondamente la figlia e di dimostrarlo a suo modo.
Grazie a chiunque sia arrivato fin qui, a presto!
Salve a tutti!
Questa storia nasce come raccolta di brevi racconti privi di un vero e proprio filo conduttore incentrati su Wanda MacMillan, un personaggio di mia invenzione della Nuova Generazione che compare in una mia Long (New Skins) al momento ancora ferma al prologo ma che spero di aggiornare presto. Questo primo capitolo in realtà non mi convince moltissimo ma languiva nel mio computer da tempo, per cui ho deciso di aggiustarlo un po' e pubblicarlo nella speranza che possa risultare anche minimamente interessante, pur essendo consapevole che la mia Wanda probabilmente non è conosciuta da nessuno nell'universo.
Ovviamente c'è anche il ruolo giocato da Ernie, che affidandomi a ciò che sappiamo di lui grazie ai libri non posso fare a meno di immaginare come un uomo stakanovista, la classica persona che si porta il lavoro a casa, talmente concentrato sui suoi doveri da finire per trascurare involontariamente gli affetti - non che questo gli impedisca di amare profondamente la figlia e di dimostrarlo a suo modo.
Grazie a chiunque sia arrivato fin qui, a presto!