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Autore: reesejordan    20/03/2024    7 recensioni
Oscar lotta contro le tante emozioni provocate nel vedere André con un'altra. Ma forse Oscar vede quello che non c'è.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il sole filtra dalla finestra e si appoggia  sul legno che ho di fronte. Alzo lo sguardo dalla scrivania. Ho i permessi da firmare, un paio di lettere da rispondere. Non vedo l'ora di finire e tornare a casa. Questi giorni sono stati stancanti e snervanti. Ti ho visto poco, o almeno non quanto avrei voluto. Voglio chiederti se vuoi tornare con me a palazzo tra qualche ora.
 
Mentre guardo fuori dalla finestra ti vedo. Il mio cuore sembra impazzito. Un impeto mi spinge a spiarti di nascosto. Non so cosa mi prende ultimamente. Non riesco a guardarti senza avvertire una sensazione insolita invadermi. Il mio battito accelera ancora di più quando ti vedo con lei, la giovane Diane. Passeggiate insieme, piano, persi in una conversazione. Mi alzo in piedi per osservarvi meglio. Lei ti parla, tu annuisci, poi tocca a te parlare e lei ti sorride. Gli occhi suoi sono dolci, felici. Come vorrei sapere cosa vi state dicendo. Non mi credevo così curiosa. Vi scambiate sguardi e parole, camminate senza fretta sul piazzale verso il cancello principale della caserma. Hai in braccio un fagotto. Ho mille domande per la testa. Come mai siete soli? Dov'è Alain? Non lascerebbe sua sorella da sola con un soldato della guardia. Ma tu... tu non sei come gli altri soldati. Alain sa benissimo che può fidarsi di te, quando si tratta di Diane. Un pensiero che mi balena per la testa mi fa rabbrividire.
 
- E se tu e Diane...
 
Scuoto la testa innervosita. Ti vedo mentre con gentilezza apri la porticina del cancello, fai passare Diane ed uscite uno dopo l'altra. In quel momento vi perdo di vista dietro il muro di pietra che circonda la caserma. Sono sempre più confusa. Ti aspetto per qualche minuto ma non ti vedo rientrare. Sarete andati a fare una passeggiata? Mi viene in mente di chiamare Alain. Controllo nel registro e noto la sua assenza.
 
- Dove stai andando, André?
 
La mia voce mi sveglia dallo stato in cui mi trovo. Mi rimetto a lavorare con una furia che non avevo prima. Non mi accorgo del tempo che passa, ma so che c'è qualcosa che mi irrita. Sono nervosa. No, sono arrabbiata. No, sono preoccupata. No, sono gelosa.
 
- Cosa? Gelosa? Io? Ma che ti prende, Oscar?
 
Rido, per stemperare l'animo in subbuglio, mentre mi accorgo che sto di nuovo parlando a voce alta. Devo smetterla con queste sciocchezze. E in quel momento ti rivedo rientrare. Tiro un sospiro di sollievo. Sei solo. Riconoscerei il tuo andamento tra mille. Non tieni niente tra le mani - cerco di convincermi che stavi solo portando quel fagotto per gentilezza, per non lasciare il peso a Diane. Non sembri dirigerti verso l'edificio principale della caserma, ma cammini verso le scuderie.
 
- E adesso, dove stai andando, André?
 
Questa volta non rido. Questa volta capisco. E non è più una sciocchezza. Sono gelosa. Sì, ero gelosa quando ti ho visto con Diane. Stavi spesso con Rosalie a palazzo e non ho mai avuto tali reazioni. Forse perché eravamo come sorelle io e lei. E tu come nostro fratello. Ma adesso, cosa sei? Sei molto di più. Finisco di firmare tutto, rimetto a posto i fogli per venire a cercarti nelle scuderie. Ho bisogno di vederti, di stare con te stasera e nei giorni prossimi. Apro la porta del mio ufficio per raggiungerti e subito mi tiro indietro sorpresa. Ti trovo davanti con il pugno in aria pronto a bussare sulla porta.
 
- Ah! Eccoti, Oscar. Ho sellato i cavalli. Quando vuoi, possiamo partire.
 
Non aspettavo altro.
 
- Bene, André. Sono pronta. Andiamo.
 
Il sole sta calando all'orrizonte mentre cavalchiamo verso casa. Vorrei riuscire a parlarti adesso che siamo soli. Non so come iniziare la conversazione. E tu mi anticipi ma non sull'argomento che mi premeva.
 
- Oscar, facciamo correre i cavalli?
 
- Vai di fretta, André?
 
- No, voglio vedere se riesco a batterti.
 
E con una risata e un colpo ai fianchi del tuo cavallo parti al galoppo. Accidenti! Mi prendi alla sprovvista. Non riesco a risponderti.
 
- Guarda che ti prendo, André.
 
Ti seguo, ma tra noi c'è un distacco di diverse lunghezze. Corriamo, il vento in faccia diventa più gelido ora che si intravedono il buio e le prime stelle nel cielo. Cerco di raggiungerti, ma stai spingendo il tuo cavallo come se avessi il nemico alle calcagne. È questo quello che sono per te, André? Un nemico che ti insegue, da cui vuoi sfuggire?
 
Mi hai battuto all'arrivo. Scendi da cavallo con un sorriso che mi ammaglia. Lasci i cavalli ad Antoine e ci rifugiamo nel salone caldo. La nonna è contenta di vederci. Ordina la servitù di prepararmi un bagno e a te di andare a lavarti perché puzzi. Rido di gusto mentre tu scuoti la testa falsamente indignato e stuzzichi la cara Marie.
 
- Vieni ad abbracciare tuo nipote puzzolente, nonnina...
 
È questo che mi piace di te. La tua calma, il modo in cui cerchi di tranquillizzare gli animi. Mi sorprendo a pensare a te mentre mi lascio andare nel bagno profumato di rose. Ormai non faccio altro che pensare a te. L'idea che tu possa provare interesse per un'altra mi fa impazzire.
 
Mi siedo sul divanetto nella mia stanza. Qualcuno bussi alla porta, ma io so che sei tu. Sono contenta di vederti e tra le tue mani tieni un vassoio con la cena e una bottiglia di vino.
 
- Bevi con me, André.
 
Versi il vino in due calici e me ne porgi uno. Ho bisogno di stare con te. Ho bisogno di parlarti. Mando giù il contenuto del bicchiere.
 
- Versane un altro.
 
- Piano, Oscar. Mangia qualcosa prima.
 
Sento il calore del vino arrossarmi il volto. Lo stomaco vuoto non aiuta e nemmeno la sensazione che mi porto addosso da quando vi ho visti insieme. Bevo un altro sorso. E un altro ancora.
 
- Parlami di te e Diane, André.
 
- Cosa?
 
- Vi ho visti oggi in caserma.
 
- Non c'è niente da dire, Oscar.
 
- Di cosa parlavate?
 
- Di matrimonio.
 
Spalanco gli occhi. Il mio cuore va in frantumi come il bicchiere ormai quasi vuoto che faccio cadere distrattamente. Ti alzi composto dalla sedia, ti avvicini a me. Ti inginocchi e raccogli i pezzi di vetro dal pavimento e li appoggi con calma sul tavolo. Riprendo a parlare, tentando di nascondere ciò che provo.
 
- Il matrimonio di...
 
- Diane.
 
Annuisco, ma ho dentro una sensazione che mi divora.
 
- Si sposa con...?
 
- Non con me, di certo. 
 
Scoppi in una risata, ma io non ti seguo. Le emozioni dentro sono troppo confuse per poter prendere il tuo commento alla leggera. Di colpo, ti fermi a guardarmi. Il tuo sguardo intenso mi scava dentro.
 
- Oscar? Non avrai per caso pensato che...
 
Non rispondo, abbasso gli occhi.  Cosa avrei dovuto dirti? Che vedervi mi ha fatto consumare di gelosia? Che il solo pensiero di un'altra al centro delle tue attenzioni mi ha fatto stare più male del rifiuto di Fersen? Che da quella notte qui nella mia stanza non faccio altro che pensare alle tue mani su di me, al tuo corpo sopra il mio?
 
In pochi attimi ti trovo in ginocchio davanti a me e sento le tue mani sulle mie gambe. Rompi il silenzio con la tua voce vellutata.
 
- Oscar, ho dichiarato il mio amore tempo fa a una sola donna. Da allora non è cambiato nulla.
 
- André, io...
 
- Non posso smettere di amarti.
 
- Non farlo...
 
La mia voce è un soffio, ma tu la accogli come fosse un uragano. Nei tuoi occhi due fiamme accese.
 
- Cosa hai detto, Oscar?
 
- Non voglio che tu smetta di amarmi. Non posso immaginarti con un'altra.
 
- Non c'è nessun'altra.
 
- Voglio essere io tua moglie, André.
 
Alle mie parole, ti alzi, mi prendi la mano e mi porti vicino al letto. In piedi mi accarezzi il volto con dolcezza.
 
-.Dimmelo ancora, Oscar.
 
- Voglio essere tua, André.
 
Mi spingi sul letto, come quella sera, ma questa volta sono stata io a chiedertelo, a volerlo. Mi ami tra le lenzuola fresche scaldate dai nostri corpi. I tuoi movimenti sono decisi, ma lenti. Scopri il mio corpo mentre io accolgo il tuo.
 
Mi avvolgi fra le tue braccia, spenta e appagata. Le emozioni forti di questa lunga giornata mi scorrono fra le vene. Mentre il corpo sazio, il cuore pieno mi spingono a cedere al sonno, la gelosia torna a battere nella testa, per tormentarmi.
 
- Dimmi che sei mio, André.
 
- Per sempre, Oscar. Per sempre.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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