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Autore: Marlena_Libby    26/03/2024    1 recensioni
Il principe Igor chiede a Yushkin e suo figlio Vladimir di riparare un orologio
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yushkin l'orologiaio e suo figlio Vladimir lavoravano in un negozietto in fondo al villaggio.
L'uomo stava insegnando a suo figlio a riparare gli orologi, come suo padre aveva fatto con lui tanti anni prima.
Era un pomeriggio freddo e la neve cadeva a larghe falde, quando il principe Igor fermò il suo cavallo davanti al negozio di Yushkin.
- Yushkin, devi riparare questo orologio per domani a mezzogiorno. Mia moglie parte per San Pietroburgo e vuole portarlo con sé.
Yushkin osservò attentamente l'orologio, che non era più grande di un'unghia.
Il quadrante era ricavato da una perla bianca come il latte più puro, aveva lancette di oro zecchino ed era racchiuso in una cornice di diamanti e rubini.
La straordinaria bellezza dell'orologio riscaldò il cuore di Yushkin, che tuttavia disse: - Signore, devo aprire la cassa dell'orologio per dirle se riuscirò a ripararlo per domani. Un orologio così prezioso avrà certo bisogno di costosi pezzi di ricambio e io potrei non averli nel mio umile negozio.
Ma il principe non volle ascoltarlo.
- Orologiaio, tu riparerai questo orologio per domani a mezzogiorno o sarà peggio per te!
Sbatté il frustino sul banco e uscì.
Yushkin aprì la cassa dell'orologio, guardò dentro con la sua lente e sospirò: - Non posso farcela per domani, Vladimir.
Anche Vladimir esaminò l'orologio con la sua lente e disse: - C'è solo la molla del bilanciere che è rotta, padre.
- È vero figlio mio, ma è una molla molto particolare, ricavata da un ricciolo di zampa di farfalla. Nemmeno gli orologiai di San Pietroburgo possiedono simili molle!
Un silenzio pesante cadde nel negozio, rotto solo dal ticchettio degli orologi.
Poi Yushkin disse: - Ci resta solo una cosa da fare: restituire subito l'orologio al principe e dirgli che non possiamo ripararlo.
- Dobbiamo metterci gli abiti buoni, padre?
- Noi siamo degli orologiai, figliolo, e indosseremo i nostri abiti da lavoro anche per andare a palazzo - disse orgogliosamente Yushkin. - Ci andremo con i nostri berretti e porteremo i nostri utensili anche nelle tasche del grembiule.
Quando si avviarono su per la collina verso la dimora di Igor, non nevicava più.
- È davvero un peccato non aver potuto riparare la molla, padre. Il principe Igor ci avrebbe di sicuro pagato dieci rubli.
Yushkin tacque.
Avrebbero dovuto lavorare settimane per guadagnare una simile somma.
Padre e figlio avanzavano silenziosamente sulla collina; la stella della sera brillava come un diamante nel cielo blu, ma loro non la videro perché procedevano a testa china.
- Ehi voi due, toglietevi di mezzo!
Vicino a loro sfrecciarono tante slitte piene di persone che cantavano e ridevano.
- Oh guarda padre, sono in maschera! Ecco un drago, un coccodrillo, un indiano e perfino uno spazzacamino!
- Vanno tutti a casa del principe Igor. Senza dubbio c'è una festa e temo che la nostra presenza non sarà gradita.
I due erano quasi giunti alla porta di servizio, quando un uomo in livrea li fermò: - State sbagliando ingresso, signori. Da questa parte, prego.
- Non capisco - borbottò Yushkin.
I due vennero introdotti su per una grande scalinata, nel salone della casa del principe Igor.
Era come un sogno.
C'erano draghi, streghe, giganti, fate, orchi, coccodrilli, pagliacci e scimmie.
Nel salone gli ospiti stavano votando per i costumi più belli.
Quando i due orologiai entrarono nella sala, tutti applaudirono.
Yushkin e Vladimir vinsero il primo premio per il più bel costume.
- Questo premio proviene dalla mia collezione privata - disse la moglie del principe.
E mise una grossa scatola dorata nelle mani tremanti di Yushkin.
Il pubblico applaudì ancora, l'orchestra cominciò a suonare e le danze ebbero inizio.
- Vieni Vladimir, ora dobbiamo andare a parlare con il principe - sussurrò Yushkin sbalordito.
Ma il figlio, che aveva dato un'occhiata dentro alla scatola d'oro, rispose con gli occhi scintillanti: - Padre, siamo salvi! Ma dobbiamo andare a casa immediatamente!
- Non capisco Vladimir - ansimò il povero Yushkin quando ebbero raggiunto il negozio. - Come può questa scatola aiutarci a riparare l'orologio?
- Vedrai! - rispose il figlio.
Aprì cautamente il coperchio rivelando sei deliziose farfalle che svolazzavano da un petalo all'altro su un letto di fiorellini.
Vladimir ne prese delicatamente una dalla scatola e tagliò un riccioletto dalla sua zampa.
Yushkin si chinò sul banco da lavoro, ma disse: - Non ci riesco, Vladimir. I miei occhi non riescono più a distinguere una molla così sottile.
Vladimir circondò le spalle del padre con un braccio e disse: - Lasciami tentare, padre.
- Oh grazie, figliolo!
Vladimir prese l'orologio nelle sue mani sicure.
Il suo cuore batteva forte.
Tirò un grosso sospiro e si mise al lavoro.
Arrivò il mattino freddo e gelato; il vento spargeva i fiocchi di neve come piume da un cuscino bucato.
Dalla finestra Yushkin vide il principe Igor cavalcare giù per la collina.
- Sta arrivando, Vladimir!
La porta cigolò e il principe Igor irruppe nel negozio soffiandosi sulle dita.
- Buongiorno, orologiaio Yushkin. E anche a te Vladimir. Accipicchia se fa freddo stamattina!
- Buongiorno, principe Igor - dissero padre e figlio meravigliati dai modi cordiali del principe.
- Ecco il suo orologio - disse Yushkin. - Ho cucito anche un sacchettino di seta per mettercelo dentro. Un orologio bello come questo deve essere custodito con cura.
Raggiante di piacere, il principe Igor ringraziò l'orologiaio e suo figlio e poi mise sul banco una banconota da cento rubli.
- Ero sicuro che avresti finito il lavoro in tempo. E grazie anche per la tua gentilezza nel fare questo sacchettino.
- Mi dispiace principe Igor, ma non posso darle il resto di una somma così ingente. Ho solo sette rubli in cassa!
- Resto? Ma quale resto?
Il principe rise così forte che le lacrime gli colavano sul viso come pioggia estiva sulle foglie lustre.
- Mio caro Yushkin, questo denaro non è solo per l'orologio. È anche il resto del premio. Hai lasciato la festa così in fretta che mia moglie non ha fatto in tempo a dartelo!
- Principe Igor, noi non possiamo accettare né la scatola né i rubli perché non eravamo invitati alla festa e per di più non eravamo in maschera: indossavamo i nostri abiti da lavoro! - disse Yushkin.
- Lo so! È lo scherzo migliore dell'anno! Mia moglie era addirittura estasiata! Tutti hanno speso una fortuna per i costumi e non hanno nemmeno vinto!
Il principe si batté la mano sulle cosce e rise ancora fragorosamente.
Anche Vladimir cominciò a ridere.
Il povero Yushkin li guardava senza credere alle sue orecchie.
Quando il principe li salutò e lasciò il negozio, Yushkin e suo figlio si abbracciarono e ballarono su e giù, cantando e ridendo.
E i pendoli del negozio suonarono l'ora tutti insieme.
   
 
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