Storie originali > Drammatico
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Autore: Clay92    30/03/2024    0 recensioni
Ho 28 anni, sono una ragazza come tante, niente caratteristiche particolari, niente successi da ricordare, non ci saranno opere o monumenti dedicati in mia memoria. Non vincerò un nobel o un oscar. Di ragazze come me, con una storia come la mia o forse peggio ce ne sono a migliaia, eppure oggi sento il bisogno di raccontarmi. Quando hai una vita come la mia, pensi sempre di esserti ormai abituata al peggio, sei convinta che niente possa più ferirti, deluderti o spezzarti. La vita però, così come la mia famiglia, è sempre pronta a sferrarti dei potenti ganci. Quando ormai pensavo che non si potesse toccare di più il fondo, quando ormai pensavo di aver sconfitto i fantasmi che mi portavo dietro ecco che proprio come una soap opera scadente, arriva l’ennesimo colpo di scena. Gli scheletri sembrano infiniti e alcune rivelazioni fanno più male che altre. Sono nata e cresciuta in un covo di vipere, circondata da tanto fango, le persone che mi hanno aiutato ad uscirne si contano sulle dite di una mano. È per me e per loro che oggi voglio raccontare la mia storia e soprattutto perché sono stanca che gente come “i Forrester dei poveri”, così
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Negli anni seguente all’arresto di Golfredo mi avvicinai di più a Psyco. La notte lei ci stringeva e mi ripeteva che saremmo stati sempre insieme noi tre, io, lei e Jonathan. Ne ero felice. Facemmo anche una vacanza tutte e tre a Igea Marina, ci divertimmo tanto. Certo molte volte mi urlava ancora contro e qualche schiaffo partiva sempre ma dopo quello che aveva passato cercavo di capirla di più. Ero felice di essere solo noi tre anche se continuavamo a vivere ancora con gli zii e i nonni. Una sera però entrai in cucina mentre Psyco parlava con zia Giselle, sentii chiaramente che stavano parlando di avvocati. Ero piccola ma mica stupida, avevo visto abbastanza film polizieschi da sapere a cosa servisse un avvocato. Presi coraggio e chiesi a Psyco perché le servisse un avvocato. Mi disse con una voce dolce che stava chiedendo il divorzio a Golfredo. Non avrei dovuto essere così contenta di quella notizia ma non nascondo che invece lo fossi davvero. Psyco stava facendo davvero ciò che mi aveva promesso. Avremmo ricominciato solo noi tre. Potevo sopportare altre urla e sgridate se lei si stava davvero impegnando a mantenere fede alle sue promesse. Dopo qualche mese da quella sera Psyco mi presentò il suo nuovo fidanzato. Tonino era simpatico, aveva un figlio che era poco più piccolo di me con cui andavo tanto d’accordo, facendo scaturire la gelosia del mio fratellino. Mi divertivo un sacco quando andavamo a mangiare a casa sua. Non avrei mai chiamato Tonino papà però non mi sarebbe dispiaciuto se lo fosse diventato. Trattava bene Psyco e trattava bene sia me che Jonathan, cosa che per me era la più importante. Ogni sera aspettavo con ansia che Psyco iniziasse i discorsi come aveva fatto in precedenza con Golfredo. Ma lei non mi chiedeva mai se volessi andare a vivere con Tonino, non mi chiedeva mai se fossi felice che un giorno lui sarebbe diventato il mio nuovo papà e quello di Jonathan. Una notte pensai: ecco ci siamo ora me lo chiede, ma la notizia che ricevetti mi fece solo piangere. Psyco aveva lasciato Tonino, non mi disse mai il perché. Nemmeno sei o sette mesi dopo la sera in cui beccai Psyco a parlare di avvocati con zia Giselle ricevetti un’altra doccia ghiacciata. Golfredo era tornato a casa. Psyco mi aveva mentito, non aveva mai chiesto il divorzio, aveva preso in giro anche la zia. Mi sentii tradita. La donna che mi aveva messo al mondo, la persona che avrebbe dovuto proteggermi e amarmi più di tutti aveva preferito un uomo che la faceva piangere e la picchiava. Non ero la figlia perfetta è vero ma io non l’avevo mai ferita, non l’avevo mai fatta piangere e nonostante questo lei continuava a preferire quell’uomo a me. Giurai a me stessa che non mi sarei mai fidata di nessuno. Se la donna che ti mette al mondo è la prima che ti mente guardandoti negli occhi figuriamoci cosa possono farti gli sconosciuti.
   
 
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