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Autore: LoveMyPen    01/04/2024    0 recensioni
La relazione tra Sana ed Heric è giunta al termine e lui è stato spedito dal padre in un paese sperduto del Giappone per via dei rapporti insostenibili che si erano ormai creati in casa. Ma è davvero tutto finito oppure il futuro ha in serbo altre grandi avventure per i nostri protagonisti?
La fiction è orientata a trattare tematiche sociali attuali in modo tale da coniugare il mondo virtuale del manga/anime con la realtà che viviamo oggi giorno.
Genere: Introspettivo, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DON'T LEAVE ME


7. I FIGLI DI NESSUNO A NARCONON


Sembra di essere letteralmente dentro ad un film dell'orrore.
La comunità si presenta come un casale malandato, coi muri scrostati, ruggine sulle ringhiere e tubi che perdono. Ma è legale questo obbrobrio? Tutto ciò va a conferma di quanto la gente in questo posto possa essere abbandonata a sé stessa. Siamo pur sempre a Tokyo ma sembra di essere in campagna. Intorno non si vede un'abitazione che sia una, giusto qualche casetta in lontananza e, considerata la densità di popolazione presente nella capitale del Giappone, è un elemento che rende questo posto ulteriormente più inquietante.
Ma perché mai i miei amici avrebbero scelto questo scempio al posto del carcere? Almeno in Giappone le carceri, per quanto dure siano, attuano al loro interno dei piani seri e concreti per il reinserimento sociale dei detenuti; ma qui, qui veramente se qualcuno dovesse morire, persino Dio e Satana non troverebbero né il tempo né la voglia di condurre le loro anime in paradiso o all'inferno che sia.
Ancora non mi decisi ad entrare, ma continuai a passeggiare lungo l'inferriata che cingeva il casale, come se stessi guadagnando del tempo per trovare il coraggio di addentrarmi in questo luogo così terrificante.

- SPIONE!!!

Per poco non feci un infarto! Uno dei comunitari sbucò fuori da un cespuglio e si schiantò contro l'inferriata, puntandomi l'indice contro e continuando ad urlare:

- SPIONE!!! SPIONE!!!! VENITE RAGAZZI UNO SPIONE!!!

Le condizioni non solo mentali ma anche fisiche di questo ragazzo erano a dir poco allarmanti. Aveva più ossa che carne, certamente denutrito, con un numero di denti così scarso da non andare oltre quello delle dita di una mano. Notai che le sue braccia erano colme di lividi e di buchi: molto probabilmente veniva da un passato fatto di siringhe ed eroina.
Ma questo episodio è stato d'aiuto per farmi trovare il coraggio che stavo cercando.

- Ascoltami! Non sono uno spione! Sono venuto qui per incontrare dei miei vecchi amici! Vai a chiamare George, Ivan e Yuri! Li conosci? Ti potranno confermare quello che ho appena detto!

- No! Tu sei uno spione!! Non t'azzardare ad avvicinarti o ti faccio un buco in pancia!!! - estraendo un coltello da cucina dalla tasca dei pantaloni.

Ma dico io! Ma esistono degli educatori o dei responsabili in questo dannato posto? Qualche controllo almeno!! Questo tizio se ne stava davanti a me, per fortuna con una grata a dividerci, ad agitare un coltello come se nulla fosse.

Sentii dei passi farsi sempre più vicini, probabilmente le urla di questo pericolo pubblico vennero udite e qualcuno stava venendo a controllare. Ma era meglio stare in guardia, non si sa mai.

- Cosa succede Yuri??? - esclamò il nuovo arrivato.

Ha detto Yuri! Non sarà mica lo stesso Yuri con cui ho condiviso l'infanzia e l'adolescenza. Non ci voglio credere!

- SPIONE, QUELLO È UNO SPIONE GEORGE!!!

George!! Ma allora è tutto vero! Stiamo parlando dello stesso Yuri con cui ho condiviso l'aula di scuola per diversi anni. Come ha fatto a ridursi in questo stato? È a dir poco irriconoscibile. È davvero diventato completamente un'altra persona. È letteralmente ridotto ad un ammasso di ossa senza più facoltà di intendere e volere. Come cavolo hai fatto a conciarti così, amico mio?

- Ehi tu! Chi sei e che cosa vuoi?

- George!! Sono Heric!!! Ti prego!! Almeno tu riesci a riconoscermi? Abbiamo passato l'infanzia e l'adolescenza insieme. Non puoi essertene scordato!!

Iniziò a squadrarmi da capo a piedi per due o tre volte. Per un attimo ho temuto che nemmeno lui riuscisse a ricordarsi di me.

- Heric!! Sei tu?

- Sii amico!!! - risposi con un pianto liberatorio - Grazie a Dio sei riuscito a riconoscermi!!!!

Ed è così che George si avvicinò all'inferriata per cercare di darmi un abbraccio attraverso le sbarre. Purtroppo non era possibile aprire il cancello e ci lasciammo andare ad un tentativo di abbraccio, per ciò che potevamo fare, visto che eravamo letteralmente separati da una grata che sarà stata alta all'incirca 5 metri con tanto di filo spinato in cima. Iniziò a piangere anche lui a sua volta. Riuscii a sentire tutto il suo dolore più viscerale. Poveraccio!! Ma da quant'è che è abbandonato qua dentro senza che nessuno sia mai venuto a fargli almeno un saluto?

- Heric purtroppo non abbiamo molto tempo. Ti prego! Salvaci!

- Mi spieghi cos'è questo inferno in cui vi trovate? E, soprattutto, da quanto vi ci trovate?

- Come ti ho appena detto, purtroppo non c'è molto tempo. Cercherò di essere il più veloce possibile dato che le guardie potrebbero arrivare da un momento all'altro.

- Che significa? Che non posso nemmeno fare una visita a dei miei vecchi amici?

- No Heric, purtroppo no. Hai detto bene te. Io e gli altri ragazzi siamo all'inferno. Le vedi quelle casette là in fondo? - indicandomi gli stessi edifici che notai già da prima mentre facevo il mio giro di perlustrazione attorno alla recinzione. - Quelle, Heric, sono le abitazioni in cui vivono le guardie. Sono 2 in tutto. Yuri, Ivan ed io siamo qua dentro da...circa 5 anni. Non so dirti di preciso da quanto, perché qui si perde la concezione del tempo dopo un po' che ci si vive.
Conosciamo ormai bene le abitudini routinarie delle guardie e tra non molto finiranno di riposare per tornare qui a fare i loro controlli. Tu non devi assolutamente farti vedere da loro.

- Ma che senso ha tutto ciò?

- Non c'è alcun senso Heric. Che piacere rivederti a proposito.

Comparve un altro ragazzo che riuscii fortunatamente a riconoscere all'istante senza fare troppi sforzi.

- Ehi Ivan, ciao, ma che sorpresa! - esclamai incredulo nel vederlo in quello stato pietoso. Non al livello di Yuri che è decisamente quello conciato peggio ma anche quest'altro non se la passava per nulla bene.

- È questo che succede se si viene trovati a collaborare per la Yakuza, Heric. Il Giappone ha una politica di tolleranza zero per chi si mette a fare affari con la Mafia. Dopo i 30 anni compiuti la legge prevede la pena di morte diretta mentre a chi è più giovane lasciano una scelta che però non è altro che un inganno. Il tribunale concede di scegliere tra il carcere e la comunità senza dare ulteriori approfondimenti. Chiaramente anche noi abbiamo optato per la seconda opzione pur di evitare la prigione, ma soltanto perché non eravamo realmente preparati a ciò a cui saremmo andati incontro. Chi sopravvive riuscendo a campare fino ai 30 anni, viene poi prelevato e giustiziato come prevede la legge, mentre altri non riescono nemmeno a raggiungere l'età prevista e muoiono qua dentro senza qualcuno intorno che li pianga. In pratica, o prima o dopo, una volta entrati a Narconon si sa benissimo che il proprio destino è ormai segnato.
È questo che succede a chi decide di appoggiare la Yakuza. Si viene illusi di aver fatto la scelta più comoda optando per la comunità ma, in realtà, quando si scopre il posto in cui ci si trova non si può più tornare indietro. È tutto un inganno.

- E le famiglie? Non sanno nulla di tutto questo i vostri genitori? - chiesi sempre più allibito e inorridito man mano che mi rendevo conto del posto in cui ero capitato.

- Le famiglie sono già al corrente del nostro destino. - riprese a parlare George - Tutto viene comunicato loro dallo Stato solo dopo essere stati rinchiusi qua dentro. Le famiglie perdono qualunque tipo di autorità verso un figlio che è stato coinvolto in operazioni con la Yakuza. Come ti ha appena spiegato Ivan, il Giappone ha una politica di tolleranza zero verso queste vicende. Le famiglie vengono viste a loro volta colpevoli perchè lo Stato reputa che se il figlio è arrivato a prendere questo tipo di decisioni, è stato anche a causa di un modello genitoriale distruttivo e fallimentare. Siamo ormai diventati figli di nessuno.

Rimasi a dir poco sconcertato nel trovarmi di fronte a questa realtà. Giappone maledetto! Non è ammissibile uno scempio del genere. Ragazzi ancora giovani a cui è stato tolto ogni tipo di dignità, con il destino già scritto, senza alcuna possibilità di rimediare a degli sbagli fatti in gioventù. Tutto questo va ben oltre l'inaccettabile. Decisi quindi di dare una speranza ai miei vecchi amici. Li avrei tirati fuori da questo schifo anche a costo di giocarmi la vita stessa.

- Ragazzi, anche se non a questi livelli così infimi, capisco il senso di solitudine e di abbandono che vivete. Non posso soffermarmi su troppi dettagli perché da quello che ho capito non abbiamo più molto tempo prima che le guardie arrivino, per cui sarò breve e diretto: io vi farò uscire da qui però ho bisogno di una pistola. Ditemi dove posso trovarla.

- Posso darti l'indirizzo di un uomo che vende armi per la Yakuza, ma devi stare molto attento quando parlerai con lui. Qual è il tuo piano Heric?

- Voglio riunire la vecchia banda come molti anni fa quando eravamo ancora sui banchi di scuola. Ma in 4 siamo troppo pochi. Ho bisogno che ci siano altre persone. Ragazzi, quanti altri come voi sono chiusi qui dentro?

- Siamo una ventina in totale, ma 3 stanno morendo, quindi direi 17.

È un numero più che sufficiente. Si dà il caso che tra di noi nessuno, me compreso, abbia più nulla da perdere in questa vita. Voglio organizzare un colpo di Stato. Voglio governare il Giappone prima che Rossana riesca a salire al potere. Diventeremo dei latitanti a tutti gli effetti, ma con l'unione delle nostre forze e con la fame di rivalsa che ci logora le intestina, noi prenderemo il controllo di questa nazione e metteremo la parola fine a tutta questa merda che ci circonda.

Spiegai loro brevemente come la relazione con la mia ex si concluse e gli parlai anche del Sana for President e di quanto avesse ormai preso piede in Giappone.

- Sono contento che finalmente te ne sia accorto Heric. Mai capii cosa ci trovassi di così speciale in quella rompi scatole, infatti a me non è mai piaciuta; mai, nemmeno per un istante. Sarà un piacere aiutarti in questa impresa amico mio. Ma come intendi procedere? È molto difficile realizzare ciò che hai in mente.

- Tempo al tempo George, non preoccuparti. Intanto pensiamo a far uscire te, Yuri, Ivan e tutti gli altri comunitari da questo inferno. Dimmi dove posso trovare questa benedetta pistola. Una volta presa, tornerò qui, ammazzerò quelle guardie e vi libererò tutti quanti.
Però preferirei non entrare in contatto con la Yakuza almeno per il momento. Altri luoghi dove poterla reperire ne conosci?

Iniziai a intravedere della speranza negli occhi dei ragazzi che, fino a qualche istante fa, erano rimasti vuoti e persi dentro a un baratro. Mi presi carico di un'enorme responsabilità ma ero deciso a liberarli e a farli uscire tutti da quell'inferno dandogli e dandoci una seconda vita.

- Siamo in periferia di Tokyo, Heric. In teoria, se le cose non sono cambiate da prima che entrassimo qui a Narconon, se ti vai a fare un giro per Chiba non dovresti avere difficoltà. Di solito queste persone che vendono documenti falsi, droga e armi li riconosci perché stanno nei pressi dei semafori e indossano un cappellino con visiera a becco, occhiali da sole neri e giacca di pelle marrone.

Udimmo improvvisamente dei passi: qualcuno si stava avvicinando e sapevamo benissimo chi fosse.

- Vattene adesso Heric, le guardie stanno arrivando!! Mi raccomando. Contiamo su di te.

- Tornerò presto amici. Non abbiate paura. Intanto avvisate anche gli altri comunitari del mio piano. Voglio che siate pronti per quando sarò di ritorno. Tra non più di 2 giorni sarò di nuovo qui e vi voglio preparati a fuggire sia mentalmente che fisicamente.

- Conta pure su di noi. Ora vai! Muoviti! Non c'è più tempo!

Mi allontanai di gran carriera da Narconon e, quando fui sufficientemente distante, mi voltai e vidi le guardie che erano arrivate a fare i controlli di cui mi avevano parlato i ragazzi.
Preparatevi perché voi 2 sarete i primi a morire.

Non c'era tempo da perdere, iniziai ad addentrarmi per Chiba in cerca degli uomini che mi aveva descritto George. Dunque: cappello con la visiera a becco, occhiali neri e giacca di pelle marrone ma per ora non vidi nessuno che rispecchiasse questa descrizione.
Continuavo a camminare ma ai semafori incontravo solo dei lava-vetri abusivi e tossici in cerca di soldi per comprarsi una dose.
Può anche essere che le cose siano cambiate da dopo che i ragazzi sono stati chiusi a Narconon, in fondo sono passati circa 5 anni. Poi però sentii qualcuno chiamarmi alle spalle:

- Ehi ragazzo, serve qualcosa?

Mi voltai e l'uomo che mi si presentò di fronte rispecchiava esattamente l'identikit della persona che stavo cercando. Bingo! Forse finalmente questa era la volta buona.
Il paradosso è stato quello che nonostante fossi io a cercarlo, alla fine è stato lui a trovare me.

- Mi serve un ferro.

- Seguimi.

Mi portò all'interno di una stradina privata e appartata finché arrivammo di fronte ad un fondo chiuso da una saracinesca. Inserì la chiave e alzò la clair molto rapidamente, ma non prima di essersi dato un'occhiata veloce intorno per essere sicuro che nessuno lo stesse vedendo all'infuori del sottoscritto.

- Entra! Sbrigati!

Non nego che fossi molto titubante, ma ero mosso da un fuoco che iniziava a bruciare sempre più forte in me. È risaputo che tanto più le motivazioni crescono quanto più la paura diminuisce.

- Scegli!

Mi mostrò 3 diversi tipi di pistola: c'era un classico revolver da far west col tamburo, un'automatica senza marchio impresso e una Tokarev russa. Tutte col numero di serie cancellato a confermarne l'importazione clandestina. Mi piaceva la Tokarev! Decisamente!

- Quella viene 50.000 yen ragazzo! (circa 300€)

- Mi serve anche un silenziatore!

Affermativo! Me lo porse. Lo montai sulla Tokarev per essere sicuro che "calzasse" e decisi così di chiudere la trattativa.

- Questo invece quanto viene?

- Per la Tokarev e il silenziatore sono 80.000 yen! (circa 500€)

- Possiamo fare 65.000? (circa 400€)

- Per la Tokarev e il silenziatore sono 80.000 yen! Ti pregherei di non farmelo ripetere una terza volta, potrei non essere così gentile.

- E va bene ho capito. Niente sconto.

Presi tutti i contanti che mi erano rimasti nel portafoglio e li poggiai sul tavolo. Non erano 80.000 yen ma erano tante banconote, che era ciò che fondamentalmente mi importava.

Incominciò a contarle, così decisi di approfittare della sua distrazione per coglierlo di sorpresa.
- È inutile che conti. Saranno forse 50.000 non di più. 

 BANG!!!!!!!!

Dritto in testa. Ottimo. La pistola funziona; rapido e indolore. Non penso che si sia nemmeno accorto che gli abbia sparato.
È stata colpa sua. Mi ha trattato male, non mi ha fatto nessuno sconto arrivando quasi a minacciarmi se avessi cercato di trattare ulteriormente sul prezzo. In più mi è servito per iniziare a fare pratica con l'arma. Tanto a questo figlio di puttana chi l'avrebbe mai pianto?
Ripresi i miei soldi strappandoglieli dalle mani, mi intascai qualche munizione e mi allontanai dal fondo, dato che il pavimento stava inizando a diventare un lago di sangue.




   
 
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