Studi la postura, dai le spalle alla signora Livia Lucani vedova Vezzi, le nascondi volto fingendo sia per pudore, moduli il tono di voce per far uscire la finta verità dalla tua bocca nel modo più convincente e persuasivo possibile.
Il piccolo orfannelo rinnegato, cresciuto in strada tra indifferenza e miseria.
La storiella perfetta per far breccia in una donna fragile che si sciupa correndo dietro ad amori non corrisposti quale è Livia.
Prima il matrimonio grande e famoso tenore Arnaldo Vezzi, ora quello scomodo ed insignificante commissario.
Non sai se ti faccia più pietà o più repellenza.
Da vicino è una donnicciola qualunque, preda dei suoi sentimenti ed incapace di governarli.
Della talentuosa artista che idolatri, una decisa voce d'angelo e persino amica intima di Edda, rimane un nulla fatto di trucchi ed abiti eleganti.
Così le racconti la storia del bambino abbandonato e solo, a lei che un figlio l'ha perso piccino, una madre mancata a cui far immaginare un bambinetto sporco e denutrito da stringere e proteggere.
Trattieni le risa, il soddsfatto trionfo, il disgusto.
Tu, sempre lindo ed ordinato nel tuo cappotto di lana nera, retto nella morale ineccepibile e nei valori perché nato in una famiglia rispettabile e da genitori senza devianze, un uomo utile alla società ed al Parito e non un parassita - il paragone con quelle creature misere ed inutili, deboli e viziose, è quanto di più lontano dalla realtà, un insulto.
Però funziona.
Le spalle cruve ed un po' contratte, la voce sommessa e macchiata di finto slancio emotivo; quella finta verità nasce e si spande nell'aria, ammalia la spettatrice come la prova di un attore consumato. Lei che si calza addosso mille identità diverse e non ne veste bene nessuna, ché Vezzi non l'amava in passato e Ricciardi non l'amerà in futuro ed è solo la madre di un figlio morto, non s'accorge della recita.
Tessi la tela e Livia Lucani vedova Vezzi diviene marionetta nelle tue mani.




 

*°*°*° L'angolo del Panda *°*°°*°

Sono emozionata nell'entrare in questa sezione, piena delle stupende e curate storie di Lightning, con una storia dal titolo un po' così (e pensate che l'alternativa era "Balla per me, balla balla" da una canzone di Umberto Balsamo) e che riguarda Falco.
Nella serie, non ricordo in che stagione o in che puntata, Falco confessa a Livia d'essere orfano e di come nel Partito abbia trovato una casa ed una famiglia e per questo non potrebbe mai tradire o scegliere a discapito.
Però questo passato diffcile, confesso, mi sembra quasi un alibi per ""giustificare"" quello che si potrebbe definire uno dei villain della serie, magari creando ambivalenti sentimenti nello spettatore (quello che ha fatto la Disney con Malefica o Crudelia de Mon)
Io lo immagino perfido, crudele e manipolatore senza alibi o scusanti: gli piacciono le ideologie del parito e le segue, gli piace il potere e giocare con la vita delle persone, disprezza i poveri e i diversi, fine.
Nella seconda stagione l'agente dell'OVRA manovra Livia come una pupa di pezza, sa quali fili muovere e quali tasti premere, anche se la ammira non esita a farne strumento per il benessere del Partito.
Credo gli piaccia l'immagine pubblica di lei visto che ha rapporti d'amicizia con personalità importanti e strettamente legate al Duce e brutta non è; mentre non penso gradisca la donna un po' debole e sbandata ch'è nel privato. Quella che pur di conquistare Ricciardi le prova tutte e risulta un po' patetica e forse ridicola, l'amica di Edda che osa chiedergli di far liberare il dottor Modo, un condannato al confino.
Insomma, non lo vedo del tutto sincero sincero nella sua ammirazione/ossessione verso Livia, è pur sempre uno che fa della maniplazione, della distruzione e delle menzogne il suo lavoro.
Spero che la storia vi sia piaciuta, grazie per averla letta o commentata.
Panda.