Serie TV > Altro
Ricorda la storia  |      
Autore: SellyLuna    02/04/2024    1 recensioni
[Bridgerton ]
Colin iniziava a pentirsi di aver confidato a Benedict in che modo consisteva il suo aiuto per Penelope Featherington.
Suo fratello trovava ogni scusa per stuzzicarlo al riguardo – fastidiosamente solo come un fratello sapeva fare – e a rivolgergli la stessa domanda con tono divertito “Allora come vanno le tue lezioni, fratello?”, senza in realtà attendersi degli aggiornamenti circa i progressi.
Su quel fronte, Colin era molto sodisfatto e non solo perché le lezioni davano i suoi frutti, ma soprattutto perché non percepiva più quella freddezza nei suoi confronti da parte di Penelope; era sulla buona strada per riconquistare la sua amicizia. Pen era tornata a essere bendisposta verso di lui e questo lo metteva di buon umore.
[Polin] [Bridgerton season 3]
[Colin centric - più o meno]
[Con un pizzico di Benedict]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

 

Come vanno le tue lezioni, fratello?

 

 

 

 

 

 

I.

 

In una mite giornata di primavera Colin Bridgerton osservava con interesse Penelope Featherington conversare con un gentiluomo, di cui non ricordava il nome.

Era sodisfatto di quel che vedeva: la sua amica si stava impegnando a mantenere l’attenzione del suo interlocutore. La vide sorridere a una battuta dell’uomo, facendogli una domanda a sua volta, incuriosita dall’argomento. Casualmente, mosse la mano per spostarsi una ciocca ribelle dal viso.

Colin si sentiva come un insegnante orgoglioso del proprio studente: Penelope era molto ricettiva e volenterosa a imparare.

Non riuscì a impedire alle proprie labbra di incurvarsi all’insù.

Il suo sguardo prolungato alla scena che si stava svolgendo a pochi metri davanti a lui catturò l’attenzione di suo fratello maggiore Benedict.

«Fratello» lo apostrofò, avvicinandosi a lui. Era leggermente confuso.

«Benedict» disse solamente Colin a mo’ di saluto, senza distogliere gli occhi dalla coppia.

«Perché osservi con interesse la conversazione della signorina Featherington con il signor Dankworth? La gente parla, si fa strane idee, lo sai.»

Ecco qual era il nome!

Colin non percepì l’avvertimento nelle sue parole.

«Sta andando bene. Pen se la cava egregiamente» lo informò Colin orgoglioso «Sta facendo buon uso dei miei consigli.»

«I tuoi consigli?» lo spronò Benedict con una nota perplessa nella voce.

Percependo il suo stupore, Colin voltò la testa verso di lui a incontrare il suo sguardo.

«Mi sono offerto di aiutare Pen in questa stagione.»

«A trovarle un marito, intendi?» l’artista era sempre più disorientato.

Colin annuì. «Le sto impartendo delle lezioni per aiutarla a essere più sicura di sé, per attrarre le attenzioni dei gentiluomini.»

Benedict sollevò un sopracciglio. Era esterrefatto; non sapeva che dire.

Era la cosa più stupida che avesse mai sentito; era sicuro che sarebbe finita male: come faceva suo fratello a non vederlo?

Era tentato di dare voce ai suoi dubbi, ma guardando Colin capì che non era una buona idea: il minore dei due era convinto di fare qualcosa di buono, ci credeva. I suoi occhi si illuminavano al pensiero di poter dare una mano.

Chi era lui per infrangere questa sua convinzione?

 

 

 

 

 

 

 

 

II.

 

Colin iniziava a pentirsi di aver confidato a Benedict in che modo consisteva il suo aiuto per Penelope Featherington.

Suo fratello trovava ogni scusa per stuzzicarlo al riguardo – fastidiosamente solo come un fratello sapeva fare – e a rivolgergli la stessa domanda con tono divertito “Allora come vanno le tue lezioni, fratello?”, senza in realtà attendersi degli aggiornamenti circa i progressi.

Su quel fronte, Colin era molto sodisfatto e non solo perché le lezioni davano i suoi frutti, ma soprattutto perché non percepiva più quella freddezza nei suoi confronti da parte di Penelope; era sulla buona strada per riconquistare la sua amicizia. Pen era tornata a essere bendisposta verso di lui e questo lo metteva di buon umore.

«Avete notato che bell’abito che indossava Penelope al ballo di ieri? Devo dire che il verde è un colore che le si addice molto» commentò con sincerità Francesca.

Colin si trovava d’accordo e forse l’avrebbe fatto sapere, se non avesse avuto la bocca piena.

«Hai ragione, cara» ci pensò sua madre a dare voce ai suoi pensieri. «Non trovi anche tu, Eloise?»

La sorella appena menzionata alzò il viso dal libro che stava leggendo. Non sembrava particolarmente propensa a partecipare alla conversazione.

«Come avete già detto» tagliò corto infatti, seccata.

E per sottolineare che non avrebbe dato un ulteriore contributo, si rituffò nella lettura.

«Potrebbe essere menzionata da Lady Whistledown» aggiunse, eccitata, Hyacinth. «In fondo scrive di tutti.»

Perché mai, si chiese Colin, quando conversavano fra loro, puntualmente l’argomento si dirigeva su quella fastidiosa donna, la regina dei pettegolezzi?

Gli parve di udire un suono simile a un ringhio sommesso provenire dalle parti dove era seduta Eloise. Era strano, perché da quello che ricordava Eloise era sempre stata una sua grande sostenitrice. Un’altra cosa che era cambiata, quasi simultaneamente, e lo aveva lasciato stranito era che Pen ed Eloise non erano più amiche.

Sono successe così tante cose, mentre ero via?

«Non sono sicura di provare la tua stessa emozione, figlia mia. Non sempre può essere considerato un vanto apparire sulle pagine del Whistledown. Dipende tutto dal tono e da quello che viene scritto» rifletté Violet Bridgerton.

«Sono sicura che scriverà solo cose belle» rincarò la più piccola di casa Bridgerton.

“Come no” era il commento, poco convinto, stampato sulle facce di tutti i presenti.

«Certo» biascicò, invece, con astio Eloise.

Nessuno parve averla udita.

«Buongiorno, bella gente! Di cosa si parla?» con questo saluto Benedict fece il suo ingresso nel salotto, dove era riunito il resto della famiglia.

«Lady Whistledown e Penelope» rispose prontamente Hyacinth.

«Argomenti interessanti» dichiarò il nuovo arrivato, puntando il suo sguardo sul fratello che amava viaggiare.

Eloise sospirò, stizzita. Sembrava avere esaurito la pazienza per quel giorno.

«E le tue lezioni, fratello?» se ne uscì, di punto in bianco, Benedict alzando il calice in segno di brindisi.

Se poteva sopportare commenti simili quando erano fra loro, non li accettava assolutamente alla presenza dell’intera famiglia.

Il suo sguardo si adombrò, nei suoi occhi vi era una nuova furia che non aveva mai provato fino ad allora, tutta all’indirizzo di Benedict.

«Quali lezioni?» volle sapere Hyacinth.

Anche Eloise era tutto d’un tratto interessata alla questione; aveva abbandonato il libro sul posto libero accanto a sé e si era sporta impercettibilmente per sentire meglio la risposta.

«Lezioni di buone maniere, che a quanto pare servono un po’ a tutti qui!» esclamò, arrabbiato, Colin lasciando la stanza di tutta fretta.

Prima di uscire, riuscì a scorgere l’espressione divertita di Benedict.

 

 

 

 

 

 

 

 

III.

 

Era strano, per lui, trovarsi a bordo pista mentre Penelope Featherington si trovava a volteggiare tra le coppie dell’alta società: il suo carnet era pieno di nomi di gentiluomini, per ogni ballo aveva un compagno.

Colin Bridgerton era ben felice di trovarsi in quella situazione, a ruoli invertiti, se significava che la sua amica Pen avesse successo agli eventi mondani.

Non gli dispiaceva non partecipare alle danze – e durante la serata aveva abilmente scansato qualche possibile invito da parte di fanciulle in cerca di marito, scontentando sicuramente sua madre – se poteva ammirare il trionfo di Penelope.

I suoi occhi non la perdevano un secondo, seguivano ogni sua mossa.

Era molto bella in quel suo raffinato vestito blu, colore che gli rammentava il mare di Cipro e che faceva risaltare quella cascata di riccioli fulvi.

Si rese conto per la prima volta come desiderasse sapere se erano soffici come sembravano, poter scorrere le sue dita tra quei fili setosi. La consapevolezza che gli era sempre piaciuto il colore così vivido dei suoi capelli – ed era grazie a quello che riusciva a trovarla subito in una sala piena di persone – lo colpì all’improvviso.

E notò molte altre cose che apprezzava di Penelope, ma che fino a quel momento non aveva fatto veramente caso.

La sua mente venne invasa dall’immagine dei suoi occhi gentili e luminosi, quando si posavano su di lui – come ho fatto a non accorgermene? – e come gli erano mancati, quando non avevano avuto più quel calore al rientro dai suoi viaggi. Erano diventati più duri e freddi e lo stesso cambiamento lo aveva riscontrato nei suoi lineamenti e nel suo portamento in sua presenza.

Era rimasto sorpreso da quella reazione insolita, che non aveva saputo spiegarsi. Nonostante la sua mente si era arrovellata per capirne il motivo, una parte del suo cervello aveva registrato che anche con quell’aria sostenuta era bellissima, come sempre. Era una visione, così simile alle divinità che aveva scorto negli affreschi durante le sue peregrinazioni in Grecia e in Italia, terre baciate dal mare e dal sole.

In quell’ultimo periodo, anche grazie alla loro costante vicinanza, Colin aveva realizzato come il proprio sguardo molto spesso si era soffermato sulle sue labbra piene, riscoprendosi a volerle assaggiare per svelarne i segreti.

Non era stato facile accettare che potesse avere pensieri simili per la sua Pen, perché non era giusto nei suoi confronti: si era reso conto che non erano riflessioni che normalmente avrebbe avuto un amico.

Aveva sempre tenuto in alta considerazione la più giovane delle Featherington, riconoscendo le sue qualità; la stimava molto e poteva dire, senza dubbio alcuno, che era una delle sue persone preferite, se non addirittura la preferita in assoluto. Adorava stare in sua compagnia, perché con lei non aveva mai dovuto fingere come con il resto delle ragazze dell’alta società, poteva permettersi di essere più libero dalle consuetudini richieste, mostrandosi per quello che era.

Una dolce risata della donna lo riportò al presente. Si concentrò sulla sua figura: la osservò danzare tra le braccia di tale Marcus Anderson. Lei si muoveva in modo leggiadro, la sua Pen amava ballare ed era molto brava – e lui lo sapeva bene, poiché lo aveva appreso in prima persona.

Era davvero un incanto, gli sarebbe bastato ammirarla da lontano per il resto della serata e sentirsi appagato.

Quello che stonava – e che si rese conto gli procurava un male fisico – era l’uomo accanto a lei, gli dava fastidio come la tenesse vicino a sé mentre si muovevano a ritmo di valzer. Vedeva rosso ogniqualvolta il gentiluomo si protendeva verso il suo viso per sussurrarle qualcosa nell’orecchio.

E Colin si sforzò di non commettere una sciocchezza, come irrompere con foga nella pista da ballo per separare i due e allontanare Pen dal signor Anderson.

Ignaro della lotta interna del fratello minore, Benedict gli si avvicinò.

«Allora, fratello, come vanno le tue lezioni?» lo punzecchiò il maggiore con tono ilare.

Ottenne come risposta solo un grugnito contrariato.

Benedict decise di non infierire oltre, frenato dalla vista del portamento del fratello: non gli era sfuggito come teneva i pugni serrati ai suoi fianchi, come il suo volto si fosse indurito, captando un’energia funesta che avvolgeva la sua figura.

Comprese che il giovane Bridgerton era in preda alla pura gelosia; Colin aveva finalmente capito di amare Penelope Featherington.

Fin troppo bene, sarebbe stata la risposta di Colin, se avesse trovato la voce per esprimersi, ma in quel momento non si fidava molto di sé stesso e delle proprie reazioni. Preferì tacere, continuando a osservare in modo truce la coppia.

Era così sbagliato: doveva esserci lui al posto di quell’uomo, realizzò Colin.

Non poteva accettare che i dolci sorrisi della sua Pen fossero rivolti a quell’uomo, che lui avesse l’onore di ammirare il suo sguardo lucente, di poter percepire il suo dolce profumo, di poter baciare le sue labbra e di tenerla stretta.

Era una tortura atroce. Doveva rimediare. Era quello che avrebbe fatto quanto prima.

Con quella nuova determinazione, aspettò la conclusione della musica per poter raggiungere Penelope e renderla partecipe della sua scoperta: le avrebbe confessato quello che provava per lei.

E tutto sarebbe tornato a posto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!

Devo ringraziare questi due per avermi ispirato a scrivere. :D

Sono contenta di aver prodotto questa piccola cosa, spero possa piacere anche a voi!

E sono sorpresa che un’idea che mi è venuta si può abbinare a uno dei prompt del secondo giorno della Polin week: ovvero lessons.

E niente, spero che sia stata una lettura piacevole.;)

Fatemi sapere che ne pensate, se vi va.

A presto!

Selly

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Altro / Vai alla pagina dell'autore: SellyLuna