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Autore: Yuki Delleran    06/04/2024    0 recensioni
Durante la sua ultima uscita aveva scovato un posto davvero speciale, che era certo non fosse frequentato da nessuno, vista la sua collocazione defilata: quindi ora doveva solo trovare il modo di portarci SiZhui. Sarebbe stata una sorpresa: era certo che gli sarebbe piaciuto moltissimo e che avrebbero trascorso una giornata perfetta, per una volta lontani da doveri, lezioni e incarichi ufficiali.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jin Ling/Jin Rulan, Lan Yuan/Lan Sizhui
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scritta per il White Day 2024. Prompt: una giornata perfetta in un campo di fragole. Prompt aggiuntivo: Jin Ling, Lan Sizhui e Fata che giocano assieme.


Durante i suoi periodi di permanenza ai Meandri delle Nuvole, Jin Ling aveva iniziato a lasciare Fata al cancello più esterno. A volte le permetteva di girovagare libera dove voleva, altre l’affidava ai guardiani delle barriere perché se ne prendessero cura, o lasciava qualcuno del suo seguito a occuparsene. Era diventato necessario, in quanto non sopportava più gli strilli inconsulti del suo secondo zio ogni volta che s’imbatteva nella povera bestia. Inoltre le occhiatacce di rimprovero che Hanguang-jun rivolgeva a lui lo mettevano a disagio. Lo faceva per questo, si era ripetuto, perché non voleva attirarsi le antipatie della Seconda Giada di Lan, non perché intendeva avere qualche riguardo nei confronti di quel casinista di Wei WuXian. Questo, però, aveva anche dei lati positivi: primo tra tutti la possibilità di andare a controllare che il suo amato cane spirituale stesse bene, andare a caccia con lei nei boschi, o semplicemente a spasso nei prati che circondavano le vette di Gusu. A volte SiZhui lo accompagnava, altrimenti si faceva un punto d’onore di scoprire scorci e angoli sconosciuti da mostrargli la volta successiva. Durante la sua ultima uscita aveva scovato un posto davvero speciale, che era certo non fosse frequentato da nessuno, vista la sua collocazione defilata: quindi ora doveva solo trovare il modo di portarci SiZhui. Sarebbe stata una sorpresa: era certo che gli sarebbe piaciuto moltissimo e che avrebbero trascorso una giornata perfetta, per una volta lontani da doveri, lezioni e incarichi ufficiali. Doveva solo riuscire a convincerlo a prendersi del tempo libero, cosa non semplice in quell’ultimo periodo. Sembrava che la promozione a capo discepolo assorbisse tutta la sua attenzione e le sue energie, non aveva un attimo libero e, nei pochi momenti in cui riuscivano a incontrarsi era sempre stanco. Questo non intaccava mai la sua gentilezza, ma Jin Ling poteva vedere chiaramente le ombre sotto i suoi occhi. A sua volta, sapeva bene cosa significava farsi carico di responsabilità; non per nulla si era ritrovato capo clan da un giorno all’altro e poteva avere ancora una certa libertà di movimento solo grazie a Jiang Cheng che, in qualche modo, reggeva le redini di ben due scuole. Proprio per questo, però, sapeva quando fosse il momento di prendersi un giorno di riposo.

Pianificò la cosa nei minimi dettagli: fece in modo di sapere da JingYi quale sarebbe stato il prossimo giorno libero di SiZhui e si appuntò di non prendere nessun impegno in corrispondenza. Se fossero saltati fuori impegni dell’ultimo minuto che avessero richiesto la presenza del capoclan, beh… avrebbero aspettato. S’impegnò addirittura a preparare un cestino da pic nic che fosse all’altezza - o meglio, implorò la capocuoca delle cucine dei Meandri delle Nuvole di preparare qualcosa che fosse facilmente trasportabile e che rientrasse nei gusti del capo discepolo.

Il giorno stabilito fece recapitare a SiZhui una richiesta d’incontro ai cancelli esterni, così che potessero recuperare Fata e portarla con loro. Sarebbe stata un piacevole diversivo e, allo stesso tempo, un’efficace guardia del corpo per qualsiasi evenienza. Non che Jin Ling temesse di essere in pericolo o non all’altezza di affrontare eventuali aggressioni, ma la prudenza non era mai troppa, come gli aveva ripetuto fino allo sfinimento suo zio. Così era rimasto ad aspettare con malcelata impazienza che il suo amato si palesasse in vista del loro perfetto appuntamento.

Peccato che suddetto amato si presentò in compagnia dell’ultima persona al mondo che Jin Ling avrebbe voluto vedere in quel momento.

«Jin Ling! Che sorpresa! Pensavo fossi impegnato alla Torre della Carpa Dorata in questi giorni!» esclamò Wei WuXian, con un sorriso luminoso. «Sei di nuovo scappato per fare visita al mio ravanellino?»

«ShishuNon sono affatto scappato!» s’inalberò immediatamente Jin Ling.

Perchè Wei WuXian era lì? E perché SiZhui non diceva una parola e si limitava a sorridere, indulgente?

«In realtà mi sono unito ad A-Yuan per venire a dirti che oggi ci sarà una manutenzione straordinaria delle barriere protettive, quindi il vostro appuntamento romantico dovrà essere rimandato.»

Alzò le spalle e lo fissò con sguardo malizioso da sotto le lunghe ciglia.

Jin Ling non poteva credere alle proprie orecchie: lui avrebbe rinunciato a qualsiasi impegno ufficiale per ritagliarsi quella giornata con SiZhui e ora… ora… per via di quelle stupide barriere che erano comunque sempre fin troppo efficaci…!

Wei WuXian scoppiò in una sonora risata.

«Dovresti vedere la tua faccia! Hai lo stesso colore dei miei peperoncini!» esclamò giulivo.

Jin Ling gli lanciò un’occhiata truce.

«Cosa significa?»

«Baba stava scherzando.» s’intromise SiZhui, pronto come sempre a fare da paciere. «Non è prevista nessuna manutenzione delle barriere, voleva solo stuzzicarti un po’.»

Gli appoggiò una mano sul braccio, conciliante, ma Jin Ling si era già portato due dita alle labbra per fischiare, e al diavolo ogni riguardo. Un istante dopo, Fata spuntò da dietro un cespuglio.

Wei WuXian si fece bianco come un cencio e arretrò di un paio di rigidi passi.

«Prendilo, Fata!» esclamò Jin Ling, indicandolo.

Il cane gli corse incontro. Ormai conosceva chiunque il suo padrone frequentasse nei Meandri delle Nuvole e non aveva intenti bellicosi, ma Wei WuXian cacciò un urlo e risalì di corsa le scale che portavano ai cancelli, invocando disperato il nome di Lan WangJi.

«Torna dopo che lo avrai sbranato.»

Il comando di Jin Ling attirò uno sbuffo e un’occhiata di biasimo.

«Non dovresti farlo.» lo rimproverò SiZhui. «Baba è terrorizzato, non è uno scherzo.»

«Però lui può scherzare con me.»

Mise il broncio e sbirciò l’altro di sottecchi: come inizio dell’appuntamento non si stava rivelando particolarmente entusiasmante. Stupido Wei WuXian.

«Non lo fa con cattiveria e soprattutto non ti fa del male.»

«Nemmeno Fata gli farà del male. Non lo farebbe mai.»

Detto questo, fischiò di nuovo per richiamare il cane, prima che inseguisse suo zio fino al Jingshi, causando scompiglio tra i poveri, metodici Lan. Poi finalmente s’incamminarono lungo il sentiero che si allontanava dai Meandri delle Nuvole.

Jin Ling portava al braccio il cestino con il loro pranzo e, notando lo sguardo dubbioso dell’altro, si affrettò a specificare: «Non ho cucinato io!»

SiZhui si lasciò sfuggire una risatina.

«Sono sicuro che sarebbe stato comunque tutto ottimo.»

Non era vero, ma Jin Ling fu ugualmente felice di sentirlo.

«Dove stiamo andando?» chiese poi il giovane. «Immagino ci sia un motivo particolare se hai voluto vedermi proprio oggi.»

Jin Ling si arrotolò una ciocca di capelli su un dito, nervosamente. In realtà non aveva pensato a un motivo specifico, voleva solo che la persona a cui teneva passasse una bella giornata e si riposasse dopo tutti gli impegni che stava portando avanti in quei giorni. Questo, però, non poteva dirglielo: temeva di essere considerato un perditempo e qualcuno che lo faceva perdere anche a lui. SiZhui non glielo avrebbe mai detto apertamente, ma non sarebbe stato difficile leggerlo nella sua espressione e Jin Ling non voleva in nessun modo essere mal giudicato anche da lui.

«È una sorpresa.» disse, invece. «Ho trovato un bel posticino e volevo fartelo vedere.»

SiZhui non fece altre domande, si limitò a inclinare appena la testa e a sorridere.

Camminarono in silenzio per un po’, finché uno scalpiccio non li raggiunse e Jin Ling si voltò per vedere Fata correre verso di loro. Aveva un brandello di stoffa nera in bocca. Lo depositò ai piedi del suo padrone e rimase lì, con la lingua penzoloni, in attesa di una carezza e delle lodi che le spettavano per aver eseguito i suoi comandi.

SiZhui inorridì.

«Oh, no! Devo tornare subito indietro! Baba starà malissimo!»

«No!» esclamò impulsivamente Jin Ling, guadagnandosi un’occhiata stralunata. «Voglio dire. Guarda, è solo un orlo, probabilmente il fondo della veste. Non l’ha morso davvero, Fata non lo farebbe mai. E adesso shishu si starà facendo consolare da Hanguang-jun. Se li raggiungessi finiresti per interrompere le loro… ehm… effusioni, e faresti da terzo incomodo. Di certo non gradirebbero.»

Jin Ling era sufficientemente sicuro che non esistesse situazione al mondo in cui Wei WuXian e Lan WangJi non gradissero la presenza di SiZhui, nemmeno se questi li avesse interrotti nelle loro attività, ma non era quello il momento per metterlo al corrente della sua convinzione.

Lan SiZhui rimase pensieroso per un attimo, poi si chinò ad accarezzare la testa di Fata.

«Non inseguire più baba, d’accordo?» disse. «Gli fai paura e non voglio che sia spaventato. Un giorno forse riuscirà anche lui ad accarezzarti, ma ci vorrà pazienza.»

Il cane uggiolò, come se avesse compreso, e gli leccò la mano.

Jin Ling sospirò per lo scampato pericolo. Lo guardò raccogliere un legnetto da terra e sventolarlo davanti al naso di Fata.

«Vai a prenderlo!» esclamò poi, e lo lanciò in avanti.

Il cane scattò e Jin Ling fece per corrergli dietro.

Voltandosi, vide che SiZhui sorrideva e lo seguiva a passo più lento.

«Vieni!» lo incitò Jin Ling.

«È vietato correre.» rispose SiZhui con un sorriso indulgente.

Jin Ling non poteva credere alle proprie orecchie.

«Qui non siamo nei Meandri delle Nuvole! Puoi farlo!» esclamò, prendendolo per un braccio e trascinandolo con sé.

L’altro dapprima sgranò gli occhi, sentendosi trascinare, poi si adeguò all’andatura spedita e una risata spontanea nacque sulle sue labbra.

Jin Ling dovette resistere alla tentazione di coprirsi la faccia con la mano libera: eccolo, il capo discepolo di GusuLan, sorridente e bellissimo, con le vesti candide svolazzanti e i capelli al vento, che giocava con lui e il suo cane. Era una visione celestiale che gli faceva annodare lo stomaco e arrossare le guance, ed era tutto suo.

Completamente distratto da quei pensieri fin troppo romantici, non si rese conto di Fata che gli arrivava incontro di corsa, le inciampò addosso e ruzzolò miseramente sul prato. Il cane prese ad abbaiare, un po’ per protesta per il brusco trattamento e un po’ per gioco, mentre gli saltellava intorno, e la risata cristallina di SiZhui riempì l’aria. Oh, se avesse potuto ascoltare quel suono per sempre!

Si rialzò spolverandosi le vesti e, in un moto di improvvisa audacia, lo prese per mano.

«Siamo quasi arrivati! Vieni! Vieni!»

SiZhui non si sottrasse alla stretta, anzi avvolse le dita attorno alle sue e si lasciò trascinare fino ad attraversare l’ultima barriera di alberi e cespugli. Finalmente la radura scovata da Jin Ling si aprì davanti ai loro occhi.

La luce chiara del mattino illuminava una distesa di piccoli fiori bianchi punteggiata qua e là di fragole di montagna di un succoso rosso vivido. Ricoprivano l’intero prato, annunciando allegramente che l’estate aveva finalmente raggiunto anche i monti di Gusu.

SiZhui era incantato.

«A-Ling!» esclamò, con sguardo luminoso. «Che meraviglia! Non immaginavo che esistesse un posto del genere così vicino a casa!»

Jin Ling strinse la mano che non aveva ancora lasciato e stava per dire qualcosa - non sapeva nemmeno lui cosa, forse qualcosa di stupidamente romantico - quando Fata prese ad abbaiare entusiasta, saltando attorno a loro e poi lanciandosi a capofitto nel campo di fragole. Entrambi scoppiarono a ridere e l’atmosfera si dissolse.

S’incamminarono nell’erba alla ricerca di un posto libero in cui sedersi senza schiacciare i piccoli frutti e alla fine trovarono un angolo riparato accanto a un cespuglio. Jin Ling posò il cestino e si lasciò cadere scompostamente sull’erba, mentre SiZhui si accomodava con la schiena perfettamente dritta accanto a lui.

«È bello potersene stare tranquilli, una volta ogni tanto.» commentò serenamente. «Grazie per questo tuo pensiero, so di essere stato poco disponibile e piuttosto intrattabile negli ultimi tempi.»

Jin Ling scosse subito la testa. Intrattabile mai, come gli veniva in mente?

«Non è colpa tua se il tuo clan ti riempie di impegni. Fanno affidamento su di te perché sanno che non dirai mai loro di no e non li deluderai, ma a volte credo esagerino. Tutti hanno bisogno di un attimo di pausa.»

Detto da lui poteva suonare ridicolo: era ufficialmente un capoclan, eppure se ne andava ancora a zonzo nei boschi senza un pensiero al mondo solo perché suo zio si era sobbarcato tutte le incombenze immediate. Non sarebbe durato ancora per molto, lo sapeva bene, ma proprio per questo voleva godere di ogni momento. Chissà se poi sarebbero riusciti a vedersi ancora così spesso?

«Sono la mia famiglia, il minimo che possa fare è essere d’aiuto.»

«Va bene, va bene, ma promettimi che ogni tanto ti riposerai, anche se non sarò lì a ricordartelo.»

«Ma certo. Non potrei mai dimenticarmi delle raccomandazioni di A-Ling.»

Spostò appena la mano che aveva appoggiato sull’erba e le loro dita si sfiorarono.

Jin Ling si sentì arrossire fino alle orecchie.

Non c’era nessuno lì con loro, ma ancora si sentiva in imbarazzo di fronte a certe effusioni.

«Hai fame?» esclamò per darsi un contegno. «Ormai è ora di pranzo!»

SiZhui annuì appena, con espressione tranquilla, e Jin Ling iniziò a estrarre le pietanze dal cestino: c’erano panini al vapore ripieni, verdure alla griglia e marinate secondo la cucina tradizionale di Gusu, dolcetti di riso ripieni di marmellata e persino i tanghulu che si trovavano in alcune bancarelle di Caiyi. Quelli, in particolare, Jin Ling se li era procurati ben sapendo che la cucina dei Meandri delle Nuvole non si sarebbe mai prodigata nel preparare cibo di strada, ma SiZhui adorava la frutta caramellata.

Infatti la sua espressione s’illuminò all’istante.

«Che meraviglia! Hai pensato proprio a tutto!» esclamò.

«Come ti dicevo, non ho cucinato io!» si schermì immediatamente Jin Ling, passandogli una ciotola e le bacchette. «È stata solo una cortesia da parte del personale delle cucine.»

«Ma i tanghulu arrivano da Caiyi. Grazie.»

«Ah… non c’è di che…»

Mangiarono in silenzio, nel rispetto delle regole dei Meandri delle Nuvole.

Jin Ling sentiva il batticuore crescere e lo stomaco chiudersi, al punto da non riuscire a gustare a dovere nemmeno un boccone. Era felice di stare in compagnia di SiZhui e ancora di più di vederlo così entusiasta e rilassato, ma era passato troppo poco tempo da quando si erano confessati reciprocamente i propri sentimenti perché l’imbarazzo fosse svanito. Aveva sempre timore di fare una mossa sbagliata, di dire qualcosa di scortese che portasse l’altro a cambiare opinione. Era così incredibile che una persona meravigliosa come SiZhui, un capo discepolo così dotato e con un brillante futuro davanti, provasse interesse per un ragazzino come lui. Era diventato un capoclan, vero, ma questo non significava che fosse davvero all’altezza del compito e nessuno si risparmiava dal fargli sapere quanto fosse viziato, infantile e impreparato. Quindi, pensare che Lan SiZhui addirittura lo amasse era la realizzazione della più sfrenata delle fantasie.

Come spesso accadeva, di nuovo Fata interruppe quel flusso di pensieri negativi, come se sapesse perfettamente che al suo padrone non faceva bene indugiarvi. Dal prato di fronte iniziò ad abbaiare per attirare la loro attenzione e non fu soddisfatta finché entrambi non la raggiunsero. Poi prese a correre loro attorno, entusiasta, a volte anche alzandosi sulle zampe posteriori e appoggiandosi alle gambe prima dell’uno e poi dell’altro, la lingua penzoloni e lo sguardo adorante.

«Fata, smettila. Sporcherai i vestiti di A-Yuan.» tentò di placarla Jin Ling, ma l’altro non vi badò minimamente.

«Lasciala giocare. Siamo qui per divertirci, no?» rispose, dando corda al cane e giocando con lei a rincorrersi.

Jin Ling non se lo fece ripetere due volte e decise di accantonare per un momento tutte le remore, lasciandosi andare al gioco e alle risate. Accadde in un attimo. Fata schizzò tra loro abbaiando, Jin Ling si chinò per acchiapparla e inavvertitamente calpestò l’orlo della propria stessa veste. Lo strattone improvviso gli fece perdere l’equilibrio, inciampare nei suoi stessi piedi e finire maldestramente addosso a SiZhui. Con un tonfo ruzzolarono a terra, sollevando una nuvola di piccoli petali bianchi.

«Mi dispiace!» esclamò immediatamente, sollevandosi su un gomito e tentando di districarsi dal groviglio di vesti bianche e dorate, senza gravare troppo addosso all’altro. Ma le sue parole vennero coperte da una risata a stento trattenuta.

«Va tutto bene! Tutto bene!»

Sembrava che SiZhui si stesse divertendo un mondo di fronte alle sue gaffes imbarazzanti.

Jin Ling si tirò su goffamente, spolverandosi le vesti, fin troppo consapevole di come sarebbe andata a finire se gli fosse rimasto così vicino per solo un minuto di più e sentendosi arrossire al solo pensiero. Insomma, doveva darsi un contegno, non poteva sempre essere così…

«A-Ling.»

Voltandosi per poco non gli venne un infarto.

SiZhui si era sporto verso di lui, i capelli scomposti che gli ricadevano ai lati del viso e la coda allentata, lo scollo della veste, strattonato nella caduta, che lasciava intravedere un inconsapevole spicchio di pelle. Tra le labbra teneva una piccola fragola rossa e invitante. Socchiuse gli occhi cerulei con una fin troppo chiara intenzione.

Jin Ling pensò che sarebbe potuto morire sul posto. Ma non prima di aver assolto alla sacra missione che qualunque uomo in una situazione del genere era tenuto a portare a termine con onore.

Solo vagamente consapevole delle guance in fiamme e delle mani che tremavano per l’emozione, si avvicinò a sua volta, abbassando le palpebre. Lo raggiunse prima il tocco morbido di SiZhui, poi il sapore dolce della fragola che si mescolava sulle loro labbra unite. Si sentì spingere all’indietro, delicatamente, e si ritrovò con la schiena nell’erba mentre, una cascata di capelli corvini gli copriva la visuale. Sollevò le mani istintivamente e le sue dita affondarono in quelle ciocche scure, avvolgendosi attorno alle lunghe code del nastro frontale. Si baciarono finchè la necessità di aria non fu impellente. Solo allora SiZhui si lasciò cadere disteso nell’erba accanto a lui.

«Guarda cosa mi tocca fare per avere un po’ di attenzioni da chi professava di amarmi così tanto.» disse, con l’ombra di una risata che ancora aleggiava sulle labbra arrossate.

Jin Ling finse d’imbronciarsi.

«Ma che spudorato. Quando fai così somigli fin troppo a tuo padre.»

«Oooohh, però scommetto che non ti dispiace affatto.»

Chi avrebbe mai immaginato che dietro quella facciata di linda perfezione si nascondesse un tale provocatore? Un lato di SiZhui che solo lui era autorizzato a vedere e che non avrebbe mai smesso di intrigarlo.

«Proprio per nulla.» confermò, afferrandolo per lo scollo della veste e tirandoselo addosso per baciarlo di nuovo.

Chi se ne importava dell’imbarazzo, della goffaggine, delle remore e di qualunque altra inutile preoccupazione!

Con una carezza gentile, SiZhui lo indusse ad allentare la stretta sulla stoffa e intrecciò le dita con le sue. La mano libera affondò nei suoi capelli, posizionandosi sulla sua nuca mentre approfondiva il bacio. Jin Ling adorava quando era SiZhui a prendere le redini della situazione, aveva l’impressione che sapesse sempre come muoversi, quali fossero i passi giusti da fare e lo faceva sentire perfettamente a proprio agio, amato.

Le loro labbra si separarono con uno schiocco leggero e quelle di SiZhui scesero a posare una pioggia di piccoli baci sulla mascella e sul collo. Jin Ling scostò appena la testa di lato, per fargli spazio, socchiudendo gli occhi sotto quelle attenzioni tanto desiderate. SiZhui aveva appena iniziato ad allentargli la veste per raggiungere le clavicole, quando Fata piombò su di loro, abbaiando allegramente e iniziando a leccargli la faccia.

Jin Ling si lasciò sfuggire un’esclamazione indignata seguita da un’imprecazione piuttosto colorita.

Lan SiZhui scoppiò a ridere e rotolò di lato sull’erba.

Imperturbata, Fata si accoccolò in grembo a Jin Ling, per nulla intenzionata a spostarsi.

Il giovane sbuffò, seccato.

«Il mio cane che si mette in mezzo tra me e il mio fidanzato. Follia.»

«Quindi sono il tuo fidanzato?»

La domanda di SiZhui lo portò a realizzare cose gli fosse appena sfuggito di bocca e Jin Ling arrossì furiosamente. Se non avesse avuto il peso di Fata a gravagli addosso, probabilmente sarebbe scappato a gambe levate.

«Certo che no!» sbottò invece, coprendosi la faccia con le mani.

«Ah… allora no.»

Il tono di SiZhui sembrava deluso. Aveva abbassato gli occhi, spostando lo sguardo di lato.

Jin Ling sentì il panico salire: l’ultima cosa che voleva al mondo era deludere SiZhui.

«No!» esclamò, sforzandosi di spostare il cane per afferrargli le mani e facendolo sussultare per la sorpresa. «Voglio dire, sì! Cioè, se vuoi! Non voglio importelo, ma…»

L’espressione di Lan SiZhui si addolcì e sollevò le loro mani unite fino a posare un piccolo bacio sulle nocche di Jin Ling.

«Non mi imponi niente.» disse. «Purtroppo temo che dovremo tenerlo per noi ancora per un po’, ma ti ho dato il mio nastro frontale, per me sei già il mio compagno.»

Maledizione ai Lan e al loro essere sempre così tremendamente seri su certe cose. Ora moriva dalla voglia di baciarlo di nuovo, oltre che di urlare al mondo intero che quel meraviglioso Lan era suo e di nessun altro.

A quanto pareva però SiZhui sapeva anche leggergli nel pensiero, perché si sporse in avanti e unì le loro labbra di nuovo. In modo forse meno impetuoso di prima, ma Jin Ling assaporò ogni istante di quel contatto dolce. Sapeva ancora di fragole.

Quando si staccarono, appoggiò la fronte contro la sua, tenendo gli occhi chiusi.

«Ti amo, A-Yuan.» sussurrò in un soffio a malapena udibile, quasi timoroso di esprimere quelle parole ad alta voce.

SiZhui sollevò una mano e gli accarezzò una guancia, delicato.

«Anch’io, A-Ling.»

Rimasero così, uno tra le braccia dell’altro, coccolandosi e godendo della reciproca vicinanza, addolcita dall’assaggio di qualche fragola, finché il sole non iniziò a calare e si fece l’ora di rientrare.

Dopotutto, si disse Jin Ling, era davvero stata una giornata perfetta.

 

Dalla cima delle scale che conducevano ai cancelli dei Meandri delle Nuvole, Wei WuXian attendeva in compagnia di Lan WangJi.

«Non la passerà liscia!» si stava lagnando per l’ennesima volta. «Una lavata di testa non gliela toglie nessuno! Guarda cosa mi ha fatto quell’orribile cane!»

Sventolò drammaticamente l’orlo strappato della veste e Lan WangJi sospirò.

«Te ne farò cucire un’altra.» disse.

«Non è questo il punto! Non esiste che Jin Ling aizzi quel mostro contro suo zio in quel modo!»

«Non ti ha morso.»

«Ma avrebbe potuto farlo!»

Lan WangJi si astenne dal commentare oltre.

In quel momento, alcune risate raggiunsero le loro orecchie e Wei WuXian indicò oltre la scalinata.

«Eccoli che tornano, quei due piccoli…!»

S’interruppe bruscamente e afferrò Lan WangJi per un braccio, trascinandolo dietro un cespuglio.

«Lan Zhan, Lan Zhan, guardali! Si stanno tenendo per mano!» esclamò, soffocando la sua stessa euforia dietro le mani che aveva portato a coprirsi la bocca. «Quanto sono carini!»

Dal fondo della scalinata giunse anche l’abbaiare di Fata. Wei WuXian s’irrigidì, accostandosi appena di più al marito che, senza fare commenti, gli circondò la vita con un braccio.

Sempre sbirciando oltre i rami, vide Jin Ling indicare al cane di rimanere dov’era e non seguirli oltre, per poi guardarsi attorno con aria sospettosa. Quando fu certo che non ci fossero sguardi indiscreti su di loro, si alzò in punta di piedi e posò un rapido bacio sulle labbra di SiZhui. Quest’ultimo appoggiò prontamente una mano alla base della sua schiena, l'altra sulla sua guancia e lo trattenne un attimo in più.

Quando entrambi misero piede sul primo gradino, Wei WuXian decise che avevano visto abbastanza e fece segno al marito di allontanarsi non visti.

«Per questa volta li perdono. Ma solo perchè i nostri bambini sono la coppia più adorabile del mondo.» brontolò, fingendo di non notare che uno sguardo altrettanto adorante era posato su di lui.

   
 
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