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Autore: CicatriceEmotiva    11/04/2024    0 recensioni
Episodio pilota di una serie immaginaria di Harry Potter. Pensata per adolescenti ma affronta temi maturi come il senso di colpa, la depressione e molti altri a seconda dell'episodio.
In questo primo capitolo Harry, al suo primo anno a Hogwarts, troverà una misteriosa lettera nascosta all'interno di un libro nella biblioteca e da lì in poi incubi e allucinazioni legate al triste ricordo dei suoi genitori cominceranno a perseguitarlo...
Genere: Drammatico, Fantasy, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Pix, Ron Weasley, Rubeus Hagrid | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Episodio 1: Fantasmi dal passato

"Il corridoio era lungo e buio e le vetrate tagliavano la luce a quadratini: era come se stessi correndo lungo la scacchiera del destino e sentivo che presto sarebbe arrivato lo scacco."
"Il mio misero maglioncino di lana infeltrita non era più sufficiente a proteggermi dal freddo, avevo bisogno più che mai dell'abbraccio dei miei genitori ma per qualche ragione il loro sguardo era obliquo e tagliente come la lama di un rasoio."
"Non appena li abbracciai infatti le loro ombre in qualche modo mi inghiottirono. Cominciai ad urlare colto da un forte senso di vertigine: mi sentii cadere nel vuoto..."
"Quando alzai lo sguardo mi ritrovai in classe: la professoressa McGranitt mi osservava severamente attraverso i suoi occhiali a mezzaluna e le labbra ripiegate indietro come se trattenesse a stento qualcosa dentro la bocca."
McGranitt: -Ha dormito bene, signor Potter?-
"Tutti si misero a ridere, ad eccezione di Hermione che mi guardava scuotendo la testa e di Nevile che sembrava in oca. Mi guardai attorno sgranando gli occhi mentre realizzavo lentamente l'accaduto quando una nauseante cantilena mi giunse alle orecchie."
Malfoy: -Vuoi che ti raccontiamo una favola?-
"Dopo un'altra risata meno rumorosa, Malfoy venne richiamato dalla McGranitt che poi tornò a me."
McGranitt: -Scusi se l'ho svegliata così bruscamente, Potter, ma si dà il caso che si trova a lezione...-
Harry: -N-no, si figuri...-
"Quando l'insegnante ricominciò finalmente a spiegare potei liberarmi degli occhi della classe, ma non feci in tempo a pulirmi gli occhiali che Hermione cominciò ad urlare sottovoce..."
Hermione: -Harry, ma che fai!? Ti sembra il caso?!-
Harry: -Stanotte non ho chiuso occhio...-
Hermione: -Dovresti passare da Hagrid, farti dare qualcosa...-
Harry: -Non penso servirebbe a molto.-
Hermione: -Mi accompagneresti in biblioteca dopo la lezione? Ti assicuro che leggere prima di metterti a letto può aiutarti a conciliare il sonno!-
Ron: -Ti credo sulla parola.-
"Ron attirò l'attenzione mettendo le mani su uno dei libri sul banco di Hermione: dava l'idea di avere centinaia di pagine e di secoli... pura noia e ozio intellettuale. Per un attimo mi sentii crollare di nuovo ma la sberla data dalla studentessa alla mano troppo invadente di Ron mi mantenne vigile."
Hermione: -Ignorante! Harry è una persona sensibile, lui mi capisce!-
"Dopo la lezione la bambina mi trascinò verso la biblioteca con un entusiasmo che non sarei mai stato in grado di capire. Il mio stato di torpore al contempo mi impediva di ribellarmi, sentivo le forze mancarmi, chiunque poteva disporre di me in qualunque modo..."
"Non avevo davvero alcun interesse nella lettura ma se poteva servirmi a dormire anche una sola notte, valeva la pena provare. Faticavo ad applicare ciò che trovavo su quei tomi impolverati nella vita reale e faticavo ancora di più a simpatizzare con personaggi la cui tragedia sembrava fin troppo ben costruita..."
Hermione: -Questo è stupendo! E' la storia di un mago che ha inventato una magia solo per stregare la ragazza di cui era innamorato!-
"Restavo in silenzio guardandomi intorno un po' imbarazzato. Sembravano tutti molto interessati a quel che stavano leggendo intorno a me ed Hermione parlava abbastanza per due. Mi lasciai trascinare dalla corrente mentre un mucchio di nomi mi assalivano come pietre, entrando e uscendo da un orecchio all'altro."
Hermione: -Dai, Harry, non hai qualche preferenza?-
Harry: -Una volta ho letto Oscar Wilde...-
Hermione: -Già... Oh, questo è bellissimo! Harry, questo è uno dei miei preferiti! E' la biografia del cantante delle sorelle Stravagarie, morto suicida dopo quattro anni di assenza dalle scene per un'overdose... mi ha sempre commosso nel profondo... pensa che non hanno trovato il suo corpo prima di due settimane! Forse si stava già decomponendo... incredibile quanto fosse solo e triste un personaggio tanto famoso ed amato, eh?-
Harry: -Già... un vero peccato...-
"Scandii lapidario la mia indifferenza ma stavolta il mio tono sarcastico dovette essere un po' troppo palese perché Hermione finalmente se ne accorse."
Hermione: -Eddai, Harry, nemmeno questo ti smuove?! Forse mi sono fatta un'idea sbagliata di te, non sei davvero un'anima sensibile...-
Harry: -Oh, no... e adesso come facciamo?-
Hermione: -Dopo quel che ti è successo, pensavo che... beh, insomma, che la cicatrice non fosse solo sulla tua fronte ma anche nel tuo cuore...-
Harry: -Cosa stai cercando di dire? Che dovrei stare qui a piangere e implorare pietà?-
Hermione: -No, Harry, intendo dire che sei così freddo... a volte sembra che tu non abbia sentimenti...-
"Le palpebre sopra i miei occhi cerchiati di nero, in procinto di chiudersi per la spossatezza, improvvisamente si distesero e per un attimo sentii una scintilla di vita attraversarmi la spina dorsale."
Harry: -T-tu... tu sei... patetica... non hai la minima idea di ciò di cui parli...-
Hermione: -C-cosa?! Io sto cercando di aiutarti, Harry, sembri un morto che cammina dal primo giorno che ti ho conosciuto!-
Harry: -Non hai detto di amare le tragedie? O forse è solo quando stanno nei libri o, meglio ancora, in qualche personaggio famoso che puoi romanticizzare stando a debita distanza. Forse io sarò freddo ma tu non hai idea di che parli...-
"Stavamo alzando la voce e gli studenti si erano voltati come per farcelo capire."
Hermione: -Va bene, Harry, mi ero sbagliata sul tuo conto... usciamo da qui.-
Harry: -Se domani un ragazzo né famoso né amato ti crepasse davanti, tu non te ne accorgeresti perché troppo occupata a compiangere i tuoi idoli in qualche best-seller scritto per nutrire la fiera dell'orrore e del gossip nero che tira tanto tra voi giovani belli e dannati... se un uomo ti morisse davanti, Hermione, tu non lo riconosceresti.-
Hermione: -Come puoi dire questo!? I-io mi stavo aprendo... T-tu non hai un cuore!-
Harry: -Perché non mi piace leggere?! Wow, sono davvero un caso perso, eh?-
Hermione: -Che amarezza, Harry, prima volevo aiutarti, ma ora mi fai solo pena...-
"Solo quando Hermione se ne fu andata, ripensai a quanto detto ed era terribile né più né meno di quanto lo fossi come persona e di quanto lo fosse la mia vita. Ci voleva una buona dose di ingenuità a credere che un libro mi sarebbe bastato per consolarmi a quel punto, per quanto truce, triste o senza speranza. Sentivo come se la mia esperienza non fosse paragonabile a quella di nessuno, nemmeno ad una tragedia immaginaria."
"Mentre camminavo verso le scale mobili guardai il vuoto sotto di me lungo tre piani. Probabilmente in quel momento Hermione stava piangendo in bagno o con qualche sua amica e io potevo fare il duro con tutti ma non con me stesso. In fondo anch'io ho sempre romanticizzato le tragedie ma in quel momento non lo volevo fare, non volevo rischiare di condividere qualcosa con qualcuno, di trovarmi sul suo stesso piano. Non avevo più voglia di andare d'accordo, nemmeno quando sarebbe stato salvifico."
"Ero la più grande delusione di fronte a tutti coloro che mi volevano bene o forse cercavano in qualche modo di volermene, pur con tutti i loro difetti. Ma ciò che avevo perso in flessibilità dal giorno in cui mi fu marchiata la testa con questa saetta lo avevo senza dubbio guadagnato in termini di tolleranza alla sofferenza. Piangere perché qualcuno criticava il mio libro preferito? Un lusso che non potevo più permettermi."
"I miei occhi lacrimavano e dolevano ma non capivo più per quale ragione, mi sentivo pilota di un corpo privo di volontà. Raggiunsi una delle torri del castello di Hogwarts e mi sporsi dal balcone osservando le prime nubi autunnali addensarsi all'orizzonte. Era tutta una tragedia ma per la prima volta in vita mia non riuscivo a vederci una catarsi."
"Mentre tornavo nel dormitorio, sapendo che avrei incrociato di nuovo lo sguardo con Hermione, tirai un sospiro. Da una parete apparve una figura spettrale: si trattava di Nick-quasi-senza-testa. Forse solo una persona incastrata da secoli tra la vita e la morte come era lui, poteva dirmi qualcosa che già non sapevo. Mi salutò levandosi la testa come al suo solito, da vero gentiluomo, e mostrando il collo lacerato, attaccato per un piccolo lembo di pelle al busto."
Nick: -Harry, ciao! Come stai?-
Harry: -Domanda difficile, Nick... provo una fitta in mezzo al petto e una forte angoscia che non va via da giorni...-
"Non so perché ma davanti a quell'uomo così trasperente mi sentii in dovere di esserlo altrettanto. Nick vide attraverso la mia anima come io vedevo il quadro della signora grassa muoversi attraverso il suo torace."
Nick: -Ho visto Hermione piangere e pensavo avesse a che fare con Ron...-
Harry: -Per una volta non è così...-
Nick: -Capisco. Senti, Harry, nessuno ti costringe ad essere ciò che non sei... devi prenderti il tuo tempo, anche se ciò dovesse significare anni o forse secoli... tuttavia devo metterti in guardia da Pix e dalle sue...-
Harry: -Ho già avuto modo di sperimentarlo.-
Nick: -No, Harry, Pix si nutre della frustrazione e della disperazione delle sue vittime per giocare i suoi macabri scherzi. Stai in guardia: potrebbe essere più spietato con te di quanto non lo sia tu.-
Harry: -Grazie, Nick, lo terrò a mente.-
Nick: -Perdere la testa a volte è necessario ma bada a non perderla del tutto...-
"Nick riuscì a strapparmi un piccolo sorriso con il suo umorismo nero e dopo avermi fatto l'occhiolino prese di nuovo a levitare nel corridoio di Grifondoro. La creatura con cui avevo forse la relazione più positiva a Hogwarts era un fantasma: cosa diceva questo di me?"
"Quella notte non riuscii comunque a recuperare il sonno: ero svenuto sul letto ma un incubo doveva avermi svegliato qualche ora dopo. Mi guardai intorno stordito e privo di occhiali dopo aver sollevato la testa dal cuscino: tutto era sfocato eccetto gli echi e i lamenti che sentivo nella mia testa."
"Forse fu la voce di mia madre come una macabra sirena a rimettermi in piedi e a guidarmi come uno zombie di nuovo fuori dal dormitorio: fu solo lì che ripresi in parte conoscenza. Il corridoio dell'ultimo piano era umido e silenzioso, né un prefetto in giro di ronda né un libro incantato svolazzava per dare segni di vita."
"L'angoscia continuava a battermi nel petto: me lo sarei strappato pur di farlo smettere. Cercai di camminare fingendo compostezza, non so per chi o quale ragione, forse per sentire che ci fosse ancora qualcosa che contasse. Non volevo tornare a letto: non sarei più riuscito a dormire dopo lo spavento che mi ero preso nell'incubo che avevo già dimenticato."
"Per qualche folle ragione però ripensai ad Hermione: mi sentivo in colpa. È il fardello del cattivo della storia che cerca di redimersi e la via per la redenzione passava sotto alla libreria vicino al dormitorio dove Fred e George mi avevano mostrato un passaggio segreto per scendere dalla torre di Grifondoro evitando i prefetti."
"Dopo aver strisciato sotto allo scaffale, sentii che quello era il movimento più adatto a me in quel momento e continuai per qualche metro tastando con le mani la fredda pietra del pavimento. Mi mossi come un'ombra cercando di seguire le fiaccole che illuminavano la via, riapparendo come corpo solo quando l'oscurità spariva."
"Dopo essere entrato dalla biblioteca dall'ingresso nascosto cominciai a guardarmi intorno. Mi era stato spesso detto che di notte la biblioteca era popolata da fantasmi vendicativi di donne con il volto deturpato ma non trovai nulla. Normalmente avrei avuto paura ma la fitta che avevo a livello dell'anima bloccava ogni mia altra sensazione: la sopravvivenza diventava un istinto del tutto secondario."
"Dagli scaffali saltava fuori qualche libro ridacchiando di me ed io accolsi la sfida. Cosa stavo facendo? Non lo sapevo più da molto tempo. Aiutandomi con una lanterna, presi un libro a caso nella sezione che avevo setacciato con Hermione quel pomeriggio: fu qui che trovai uno di quegli squallidi romanzetti finto-tristi che il mio arido cuore non poteva comprendere."
"Storie d'amore dai risvolti drammatici... Provai una tale rabbia per quella tristezza a basso prezzo ed una grande invidia per non poter essere l'eroe della storia, morto per qualche causa nobile e non perché era un bambino senza cuore. All'improvviso un biglietto cadde mentre sfogliavo il libro: si trattava di una sorta di misterioso invito..."
"'Vieni al lago nero domani all'alba. Tua, L.' Solo in un libro tanto mediocre poteva trovarsi una letterina del genere. Tuttavia per qualche strana ragione ero curioso di capire chi fosse questa L... Misi in tasca il bigliettino, che aveva l'aria di essere rimasto lì per parecchi anni, e riposi il libro, il quale aveva già esaurito la sua utilità. Chissà, forse l'amato non aveva mai ricevuto quella lettera... La mia notte da horror più nera che mai si trasformò di colpo in un giallo a tinte rosa."
"Ma non durò a lungo poiché non appena mi voltai per andarmene mi trovai davanti il faccione di Pix, il portergeist da cui Nick mi aveva messo in guardia."
Pix: -Ma guarda, è Potty-Potter! Che ci fa qui tutto solo a quest'ora della notte?-
"Senza sprecare fiato corsi verso il buco da cui ero entrato in biblioteca ma Pix fece crollare una libreria che non mi seppellì solo perché mi fermai appena prima che cadesse. Avevo lasciato la bacchetta nel dormitorio: non che avrei potuto fare molto contro Pix ma ciò non fece che farmi sentire ancora più in trappola."
Harry: -S-sei un pazzo psicotico!-
Pix: -Non parlare come i tuoi amichetti, buffone, tu sei peggio di me eh-eh!-
Harry: -M-ma non è vero...-
Pix: -Oh, sì, invece... Sai chi me l'ha detto? Tua madre.-
"Un brivido mi corse lungo la schiena mentre un fumo grigio confondeva la sagoma del fantasma davanti a me: qualcosa mi entrò negli occhi o forse era solo la stanchezza. Lo spettro di mia madre prese forma dalla polvere attorno a Pix: aveva il volto tumefatto ma riusciva comunque a parlarmi con dolcezza."
Lily: -Harry, caro, perché ci hai fatto questo?-
"Indietreggiai da sdraiato cercando di rimettermi in piedi ma finii con l'inciampare di nuovo mentre quella fumata bluastra sembrava volermi inghiottire. Ero troppo stanco per oppormi: improvvisamente tutta l'angoscia e la spossatezza mi colpirono di comune accordo come per impedirmi ogni altro movimento e presiedere al mio supplizio."
Lily: -Harry, perché hai paura di noi? Siamo i tuoi genitori! Non hai un briciolo di pietà!?-
"Mia madre mi rimproverò mostrandomi il corpo di mio padre come mummificato: esso mi crollò addosso fino a bloccarmi in una tomba scavata nel pavimento. Mi ritrovai la carcassa vagamente riconoscibile davanti alla fronte con un occhio che cercava di cavarsi dal bulbo a causa di alcuni insetti che lo spingevano dall'interno e di cui tutta la testa venne infine ricoperta assieme alla mia."
Pix: -Ah-ah! Sei un figlio di nessuno, Potter!-
"Agitai le mani affannosamente per cercare di togliermi di dosso insetti e carcassa mentre piangevo per il terrore. Ma non potevo liberarmi così facilmente di una figura ingombrante come quella paterna."
"Non appena mi rimisi in piedi spingendo in là il cadavere, infatti, mia madre divaricò le fauci e fluttuando verso di me mi inghiottì: il suo spirito trafisse il mio debole e piccolo corpo devastando totalmente la mia anima per sempre, come una saetta di ghiaccio incastrata fra le costole."
Piton: -Potter, stamattina nemmeno il muco di vermicoli può coprire il tuo penetrante olezzo...-
"Mi risvegliai nella classe di Pozioni con la faccia inespressiva di Piton ad ammonirmi o forse mi ero perso qualcosa nel frattempo... Ormai non ero più in grado di distinguere il sonno dalla veglia con precisione. Ron mormorò di fianco a me ma abbastanza lontano da evitare il mio odore o che gli altri notassero la sua affiliazione nei miei confronti."
Ron: -Per la miseria, Harry, ma che ti prende?-
"Da quella notte non mi ero più ripreso e la situazione non faceva che degenerare. Le persone che avevo intorno sembravano confuse quanto me."
"A fine lezione infilai la mano nella tasca di quell'uniforme che probabilmente non cambiavo da giorni e pescai il fogliettino che avevo trovato quella notte in biblioteca. Dunque non era stato un incubo... O sbagliavo ancora?"
"Rileggei attentamente quella semplice e breve frase come se nascondesse chissà quali segreti, alla luce delle deboli fiaccole dei sotterranei con gli occhi che mi bruciavano... Forse dovevo recarmi al lago e vedere che succedeva. Hermione interruppe il mio torpore mentale con la sua voce squillante: solo in quel momento di assopimento mi accorsi di quanto mi suonasse fastidiosa... Ma cosa non lo era ormai..."
Hermione: -Harry... Cosa ti sta succedendo? A-aspetta, ma questo lo conosco!-
"La bambina mi prese di mano il biglietto e cominciò ad analizzarlo da cima a fondo. Ad un certo punto pensai si sarebbe messa ad annusarlo o a leccarlo."
Harry: -Mai ricevuto un invito, vero?-
Hermione: -Non è un semplice invito, ignorante... Questo è un Non-ti-scordar-di-me! Chi te l'ha dato?-
Harry: -A volte apri un libro in cerca di una frase che ti cambi la vita e poi trovi questa...-
Hermione: -Allora lo vedi che anche tu leggi! Quindi non è per te? Dici che qualcuno lo ha lasciato nel libro?-
Harry: -Sto indagando... Ma perché dici che non è un biglietto normale?-
Hermione: -La carta è fatta con i fiori azzurri, vedi?-
Harry: -E che significa?-
Hermione: -Se il messaggio non è per te, non posso dirtelo.-
Harry: -Ho detto che non è per me? Il fatto è che mi vergognavo...-
Hermione: -Non sei bravo a dire bugie, Harry. E poi chi ti inviterebbe da qualche parte nello stato in cui ti trovi...-
Harry: -Già.-
Hermione: -Ho parlato con Hagrid e mi ha detto che ha qualcosa per te: vieni alla capanna, forse lui saprà aiutarti!-
Harry: -Non so se voglio essere aiutato...-
"Hermione mi afferrò per il polso, forse trattenendo il respiro e mi trascinò da Hagrid. Mi sentii improvvisamente ancora più in colpa per quel che le avevo detto. Paradossalmente ogni suo tentativo di aiutarmi finiva col farmi stare peggio. Mentre aspettavo sull'uscio del gigante presi a brontolare."
Harry: -A-ascolta, Hermione, mi dispiace per come sono ma non so che farci...-
"Lei mi guardò con aria confusa: come al solito, probabilmente aveva già scordato tutto, e il pensiero di averla offesa ormai turbava più me che lei. Non riuscivo davvero a smettere di vivere nel passato. Ma l'arrivo di Hagrid ruppe ogni indugio ed imbarazzo."
Hagrid: -Harry, finalmente! Che ti è successo?! Hai una gran brutta cera...-
Harry: -Q-quando sei una persona che si crea facilmente sensi di colpa ma vuole anche essere schietta nel parlare, sei così debole e manipolabile...-
Hermione: -Sono giorni che ripete queste cose astruse...
"Continuai a parlare da solo nella mia mente, sentendomi ignorato. Essere come ero mi faceva prendere il peggio di entrambe le categorie umane: quella dei buoni e quella dei cattivi. Come un buono ero segretamente fragile e rimuginavo sul male fatto ad altri nel parlare con troppa sincerità e come un cattivo parlavo senza peli sulla lingua offendendo e facendo lo strafottente. Del meglio delle due categorie, cioè l'essere riconosciuto come sensibile per il buono e l'essere forte e astuto per il cattivo, invece non avevo ereditato nulla."
Hagrid: -Non temere, Harry, ho un intruglio di erbe medicinali che ti rimetterà al mondo! Venite pure dentro!-
"Anche Ron arrivò alla capanna qualche minuto dopo e, una volta seduto sul divano, Thor cominciò invano a leccarmi e a cercare attenzioni. Pensavo che almeno i cani sapessero leggere le emozioni degli uomini tramite il loro odore."
Ron: -Al tuo confronto il musone di Thor sembra un sorriso...-
Hagrid: -Come mai sei così giù, Harry?-
Harry: -Pix mi ha tormentato in questi giorni...-
"Non so perché ma nonostante facessi della schiettezza la mia bandiera, non riuscivo mai a presentare la verità quando era qualcosa di veramente importante."
Hagrid: -Mi chiedo perché Silente non cacci quel buffone da Hogwarts una volta per tutte...-
"Mentre osservavo la barba di Hagrid che si muoveva mentre parlava ne rimasi ipnotizzato, a causa della mancanza di sonno, e di colpo essa mi sembrò prendere le sembianze di un'astratta nuvola di fumo, simile a quella di cui erano cosparsi i cadaveri dei miei genitori la notte della biblioteca."
"Infatti sentii subito la risata di Pix eccheggiarmi tra le tempie fino a coprire del tutto le parole di Hagrid. L'intera capanna si dissolse e vidi di nuovo i cadaveri dei miei penzolare con una corda legata al collo dal tetto di paglia. I loro occhi vitrei e opachi erano come perle sfocate e coperte di polvere sul collo rugoso di una donna morta."
James: -Harry, hai bisogno di qualcosa?-
"Mia madre si sbottonò la camicia e mi mostrò il seno infilandomi in bocca uno dei due capezzoli. L'incubo non avrebbe potuto diventare più freudiano di così. Come in un riflesso condizionato, contro il mio stesso volere, cominciai a succhiare meccanicamente, guidato dal bisogno invece che dall'amore, come ogni neonato che intenda sopravvivere fino al primo anno di età, brutale più che innocente nel seguire il suo istinto."
James: -Non sei un po' troppo grande per questo!?-
"Come disturbati dalla mia ingordigia lo sguardo dei miei si fece severo e poi beffardo. Mia madre prese a ridacchiare mentre spremendo il suo seno cominciai a sentirmi bruciare la gola quasi quanto la cicatrice che portavo sulla fronte. Un rivolo verdognolo cominciò a discendermi dalle labbra per scivolare lungo il mento: se era latte materno era chiaramente rancido."
"Mio padre mi guardava sghignazzando sadicamente mentre sentivo lo stomaco lacerarsi come se mi fossero state inflitte una ventina di coltellate. Il veleno materno che stavo ingerendo mi fece perdere i sensi. Vidi ancora per un attimo Hagrid e gli altri e poi più nulla."
Hagrid: -Harry, è-è solo un intruglio di erbe, tappati il naso e manda giù!-
Lily: -È per il tuo bene! Ah-ah!-
Madama Chips: -I giovani di oggi sono troppo abituati alle gelatine tuttigusti +1...-
"Riaprii lentamente gli occhi solo in infermeria, senza più sapere quanto tempo fosse passato dall'ultimo svenimento, ormai sospero in un limbo tra il sonno e la veglia. Le palpebre pesanti come macigni, incrostate dalle lacrime rimaste ad asciugare per giorni senza mai poter scendere."
Ron: -M-ma è sicura che non sia qualcosa di più grave?-
Chips: -Mph! Voi palati fini di oggi non sapete nemmeno cosa sia la sofferenza!-
"Con i suoi modi da massaia d'altri tempi, la Chips mi riportò alla realtà. Esisteva qualcuno in grado di curare, alleviare o anche solo riconoscere il mio male, di qualunque cosa si trattasse? Ormai non pareva esserci più speranza."
Ron: -P-professor Silente!-
Silente: -Lasciatemi parlare da solo con il ragazzo, per piacere.-
"Il preside era apparso nell'infermeria come un'ombra, chiedendo col suo risoluto garbo di essere lasciato solo con me. Non sapevo cosa volesse ottenere da me in quelle condizioni ma sapevo per certo che qualunque cosa fosse non l'avrebbe ottenuta."
Silente: -Harry, penso di sapere come tu possa sentirti...-
Harry: -P-pessimo inizio...-
"L'anziano impiegò il suo tempo per prendere una sedia e portarla vicino al lettino su cui ero disteso. Silente era più giovane di quanto io non fossi, con la sua voglia di vivere e, ne ero certo, una serie di frasi edificanti per mostrarmi una via d'uscita che fino ad allora avevo fatalmente ignorato."
Silente: -Possiamo rispondere solo dei crimini che abbiamo commesso, Harry, non di quelli immaginati o che non derivano da una nostra scelta... Un lupo che sbrana una pecora per sfamarsi di per sé non è né buono né cattivo.-
Harry: -S-se non fossi mai nato, tutto questo...-
Silente: -Non hai scelto tu di nascere, ma puoi scegliere di vivere.-
Harry: -Posso?-
"Dalle tende filtrava una luce quasi fluorescente che aguzza tagliava l'oscurità in cui l'infermeria era stata gettata, ora che solo io ed il preside eravamo presenti. Ogni tanto le tende si spostavano lentamente mosse dal vento dando al taglio di luce l'impressione che distorcesse i nostri stessi visi, facendoli assomigliare a quadri cubisti."
Silente: -I tuoi genitori lo vorrebbero.-
Harry: -Le uniche persone che avrebbero potuto amarmi se ne sono andate per causa mia...-
Silente: -Tu non sei Tu-sai-chi, Harry.-
Harry: -E allora perché mi sento responsabile?-
Silente: -Quel che senti non è l'orizzonte degli eventi.-
Harry: -N-non vedo più nessun evento o orizzonte da molto tempo ormai...-
Silente: -Quella cicatrice che ti ha lasciato lavora ancora attraverso di te per indebolirti, ma non devi dargliela vinta!-
"Ma non tutto era una questione di scelta. A volte non c'è scelta se non quella di ignorare la realtà e arrendersi alla pazzia, inventarsi storie solo per poter stare meglio, e questa era l'unica scelta non potevo prendere perché l'avrei considerata un tradimento, una vigliaccata per smettere di soffrire. Non importa qualunque scelta prendessi, ero figlio dei miei genitori e del marchio di Voldemort."
"Quella sera mi addormentai ma non riuscii comunque a dormire, perseguitato da incubi ricorrenti. Ogni volta che mi svegliavo ero più stanco del giorno prima e i giorni si mescolavano in una poltiglia ormai priva di forma fino a rendermi pilota di un corpo ormai privo di vita."
Hermione: -Penso che Silente ti abbia offerto un'ottima soluzione.-
Ron: -Ho rinunciato a cercare di capire tutta questa storia da un po'...-
"Alla colazione nella Sala Grande gli studenti del tavolo di Grifondoro mi lanciavano occhiate furtive per non farsi scovare mentre mi osservavano. Hermione era come al solito piena di consigli a buon mercato e Ron non aveva la più pallida di cosa stesse accadendo. Neville terrorizzato non riusciva nemmeno a guardarmi."
Harry: -Da quel che ho letto in biblioteca, un Non-ti-scordar-di-me rende possibile in qualche modo visualizzare l'evento per cui è stato concepito da chiunque lo porti con sé, quindi andare al Lago Nero dovrebbe bastare a risolvere il mistero...-
Ron: -E se fosse uno scherzo di Pix? Potrebbe essere una trappola.-
Hermione: -Quel biglietto appartiene chiaramente a due innamorati... Ti sembra il caso di farti gli affari degli altri in questo modo, Harry?!-
Harry: -Non so nemmeno io perché lo sto facendo, come molte altre cose di recente... Ma Pix sembra perseguitarmi più del solito da quando l'ho trovato... Sento che ci dev'essere qualcosa di importante per me...-
Hermione: -Stai perdendo il controllo... Non capisco perché Madama Chips ti abbia permesso di lasciare l'infermeria ma chiaramente non era il caso.-
Harry: -Oh, adesso sei pure esperta di medi...-
"Mentre terminavo la frase crollai dalla stanchezza con la faccia dentro la ciotola del latte coi cereali mentre Hermione trasaliva portandosi le mani alla bocca e Ron scuoteva la testa turbato."
Ron: -Miseriaccia, Harry...-
"Mi ripresi in fretta dopo quello spiacevole incidente. Dopotutto per una volta ero stato in biblioteca ad informarmi di quei misteriosi biglietti e, per una volta, sapevo dove dovevo andare. Come sempre però Pix mi aveva seguito..."
Pix: -Ancora sulle tue tracce, pivellino!? Potter gira a vuoto: sta seguendo le impronte di un cadavere! Uah-uah-uah!-
"Mentre attraverso il corridoio vuoto quella notte nessuno poteva correre in mio aiuto. Nemmeno i prefetti sembravano di ronda stranamente, ma stavolta avevo con me la bacchetta. Lanciai un incantesimo respingente contro Pix e poi mi misi a correre dalla parte opposta, con forze che non sapevo più di avere."
Harry: -Flipendo!-
Pix: -Non puoi ferire Pix con magie del primo anno!-
"Come se nulla l'avesse colpito, il poltergeist mi lanciò contro una sorta di vampata viola che fece incendiare il mio mantello. Nel tentativo di liberarmene mi buttai a terra rotolando sul pavimento ma la fiamma cominciò a muoversi strisciando su di esso come un'ombra fino a materializzare al suo interno le figure dei miei genitori."
Harry: -N-no, vi prego, lasciatemi in pace...-
"Cominciai di nuovo a correre con le risate di Pix a fare eco in fondo al corridoio, ma gli spettri dei miei genitori si spostarono lungo la parete fino a riempire i dipinti animati e perseguitarmi fino al portone che portava fuori dalla scalinata."
"Mentre scendevo i gradini verso l'ingresso scivolai e quindi percorsi i rimanenti con la schiena invece che con le gambe. Mi rialzai a fatica e mi accorsi che il salone sembrava vuoto, non c'era più traccia di Pix e il silenzio e l'oscurità regnavano sovrani."
"All'improvviso un vaso di coccio esplose al mio fianco e ne uscì proprio il mostruoso pagliaccio che mi urtò contro scagliandomi al centro della stanza. Dal terreno apparvero di nuovo le sagome dei miei genitori invecchiate: il viso scavato e rugoso di mia madre e quello stanco e pallido di mio padre mi osservavano con distacco, avvolti in cupi mantelli. Arretrai terrorizzato come se volessi sparire come un verme sotto terra tremando e piangendo come un bimbo appena nato. Chiusi occhi ed orecchie nel mantello come se non ci fosse più nulla al mondo che volessi vedere o sentire."
Pix: -Oh, Potterino, povera piccola stella... Neanche ci prova più ormai e Pix non si diverte così...-
"Finalmente il mostro si decise a porre fine alle mie sofferenze lanciando un'altra fiammata purpurea la quale cominciò ad ardermi vivo in mezzo al salone d'ingresso ma senza alcun pubblico ludibrio attorno a me. Non era dunque la fine peggiore che avevo immaginato anche se almeno i miei genitori erano lì per vederla."
Pix: -C-cosa!? No, non lo stupido biglietto!-
"Il Non-ti-scordar-di-me che avevo in una tasca della divisa prese fuoco ma invece che incenerirsi trasformò le fiamme in una sorta di gelida lava colata che scese lungo i bordi della pergamena fino a dissolversi sul pavimento. Le figure incappucciate dei miei genitori iniziarono a dissolversi esse stesse divenendo prima scheletri, poi cenere ed infine sparendo completamente. Qualunque cosa stesse accadendo mi aveva salvato e, come le cose più importanti che ci capitano nella vita, non era stata una mia scelta."
"Pix scappò sparendo attraverso una parete e così potei sistemarmi gli occhiali e rimettermi faticosamente in piedi. Solo quando l'alba stava per comparire all'orizzonte capii cosa era successo e perché ora potevo finalmente andare a trovare i miei genitori."
"Era una mattina come altre ma, pur non essendo presente alla colazione nella Sala Grande, o forse proprio per quello, ero ancora l'argomento di conversazione preferito al tavolo dei Grifondoro."
Neville: -A-avete sentito i rumori nella scalinata stanotte?-
Ron: -È stato Pix: se l'è presa in particolar modo con Harry, non capisco perché...-
Hermione: -Penso sia più facile prendersela con lui per via del suo passato.-
Neville: -B-beh, almeno ci sta lasciando un po' in pace, non credete? Eh-eh...-
"Ron ed Hermione lanciarono un'occhiataccia a Neville il quale abbassò il capo e riprese a mangiare nervosamente."
Ron: -Il mistero dell'invito nascosto in biblioteca è stato risolto?-
Hermione: -Non lo so, sai com'è Harry... è lui il vero mistero.-
"Mentre il sole terminava la sua salita all'orizzonte ero uscito dal castello per recarmi alla capanna di Hagrid dove il gigante stava controllando l'orto."
Hagrid: -Oh, Harry, che fai qui di così buona mattina?-
Harry: -Volevo chiederti... quali fiori piacciono ai fantasmi?-
Hagrid: -Direi i gigli, per quello ne vedi così tanti ai funerali. Ma perché me lo chiedi?-
Harry: -Vorrei prenderne uno se posso.-
Hagrid: -Oh, certo, ti dò un bell'Asfodelo del mio giardino!-
Harry: -Ti ringrazio.-
Hagrid: -E dimmi... ti senti meglio, Harry? Harry?-
"Mi spiaceva lasciare Hagrid così ma volevo essere presente all'incontro, volevo camminare fin dove il sole si specchiava, sulle acque calme del lago nero, ed albeggiava opaco in mezzo alle tenue nebbia autunnale del primo mattino. Il vento freddo mi avevo costretto a portare un cappotto sopra l'uniforme e delle lenti scure per coprire gli occhi rovinati dall'insonnia e dalle lacrime rinsecchite che mi muravano le palpebre."
"Ciò nonostante non era per l'alba che ero venuto fin lì con un fiore in mano. Estrassi il Non-ti-scordar-di-me, ora epurato dalla fattura che Pix gli aveva gettato quando lo trovai, e lo rilessi: 'Vieni al lago nero domani all'alba. Tua, Lily'."
"Mentre tenevo in mano la lettera, apparvero tra me ed il lago i miei genitori, James e Lily: erano poco più grandi di me, indossavano l'uniforme di Hogwarts e quello era il luogo in cui si erano dati appuntamento. Osservai per un momento le loro sagome unirsi in un abbraccio oscurando il sole dietro di loro, il quale aveva appena cominciato a filtrare tra le nubi."
"Quando si separarono tenendosi per le mani il sole tornò a colpirmi. Mi levai gli occhiali scuri lasciandomi abbagliare, avanzando verso la coppia fino a vederla svanire al mio passaggio e, dalla riva del lago, porsi il fiore in omaggio, lasciando che l'acqua lo trascinasse via. Una folata di vento mosse i miei capelli spettinati ed il bavero del mio cappotto fino a farmi bruciare gli occhi arrossati, con quelle lacrime rimaste pietrificate lì per giorni e ora esposte al gelido vento del mattino."
"Senza più alcuna intenzione di piangere, mi rimisi gli occhiali e mi allontanai dal luogo in cui tutto era cominciato, ora che i fantasmi del mio passato riposavano in pace."
   
 
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