Gloriosi propositi
Loki guardava l’albero che ora si ergeva alto nel reticolo del tempo, un equilibrio stabile dove passato, presente e futuro si congiungevano in una melodia imperitura. I rami si intrecciavano in maniera armoniosa, creando una rete intricata di possibilità e destinazioni.
Aveva compiuto un gesto epico, salvando non solo se stesso, ma anche tutti gli altri esseri viventi di ogni mondo. Aveva fatto la differenza. Era, dunque, un eroe inaspettato? Erano quelli i gloriosi propositi?
Pensava a tutti coloro che aveva incontrato lungo il cammino e che aveva perso, alle scelte difficili che aveva dovuto fare. Aveva avuto un senso?
Era finalmente la redenzione per le scelte sbagliate del passato o forse era solo un’altra trappola del destino che, beffardo, rideva di quell’inganno? Era lui il Signore del tempo o solo un servo delle ordite trame che la realtà cela? Chi era davvero, se non un detentore di potere, sempre manipolato dall’eterna ruota del destino in un gioco di cui solo lui conosceva le regole?
Ora il multiverso era nelle sue mani, quelle del creatore di un nuovo ordine divino, là dove vi era il caos. Ma cosa significava essere il guardiano dell’equilibrio?
Sentiva il peso del passato e la responsabilità del futuro; il tempo e lo spazio si piegavano alla sua volontà, consentendogli di manipolare gli eventi a suo piacimento. Avrebbe continuato a tessere la sua magia intorno al multiverso, avrebbe continuato a sentire il potere fluire attraverso di lui e il suo cuore palpitarne il ritmo.
Non sarebbe mai stato completamente buono o completamente cattivo.
Sarebbe stato solo se stesso, con le sue sfaccettature e le sue contraddizioni.
Ma per ora c’erano solo il silenzio e la solitudine di quell’impresa.