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Autore: eringad    19/09/2009    5 recensioni
Un amore che va verso la fine, solo quattro scene che rappresentano l’inizio della fine.
[SasuSakuNaru]
[Partecipante al "Tears Contest" indetto da Red Diablo]
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Pubblicazione

Questa fan fiction si è classificata decima al “Tears Contest” indetto da Red Diablo.

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Note dell'Autore: Le quattro scene che rappresentano la fine partendo dall’inizio sono: il litigio, il tradimento e l’ossessione, la rassegnazione, la fine della storia.

Se non si fosse capito, Sasuke è il marito di Sakura, e Naruto è l’amante di Sakura, mente Ino è sia la migliore amica di Sakura che l’amante di Sasuke.

La canzone da cui ho preso spunto è “Fuck You” cantata da J Ax e Paola Turci, dell’album Domani Smetto, che consiglio di ascoltare come sottofondo.

Nel testo è anche presente una citazione di Eugenio Montale.

 

Fuck You

{4 Steps to End}

 

#1 Step

 

Lascerò tutti i miei figli ad un futuro incerto,

mangerò composta a tavola con mani giunte,

piangerò con discrezione senza dar nell’occhio,

dormirò come se fossi morta

 

Sakura Haruno, moglie perfetta di un perfetto impresario di borsa, perfetta amica e perfetta confidente, donna perfetta da tutti i punti di vista.

Donna fragile e nascosta, imperfetta, gelosa, violenta.

Tornati da una perfetta festa con i perfetti colleghi di suo marito e le loro perfette mogli.

E lei non voleva tutto questo.

«Vaffaculo!»

«Smettila. Così sembri solo una bambina viziata.» disse Sasuke sbuffando e sedendosi sul letto.

«Ma perché devi sempre essere così?! Mai una volta che mi regali fiori o… o che mi porti a cena o chessò io!» la donna si tolse malamente una scarpa lanciandola contro l’uomo che la schivò prontamente.

«Ma sei scema?!»

«Se io sono scema tu sei uno stronzo!» si scompigliò i capelli rosa avvicinandosi a lui irata «Però a lei glieli regali i fiori, eh? La porti fuori a cena, eh?»

Lei si tolse la camicetta svincolandosi dal suo sguardo ed entrando nel bagno.

«Non so di cosa tu stia parlando. Lei chi?»

La testolina rosa di Sakura si affacciò dal bagno «Lei! Sai di chi parlo Sasuke! Ino, la modella, la mia migliore amica!»

«Smettila, sei ossessivamente gelosa.» l’uomo si alzò dal letto allentandosi la cravatta, mosse alcuni passi verso lo stipite della stanza e si appoggiò con le spalle sulla porta guardando la donna affaccendarsi sulla toeletta.

«Sono io tua moglie, io. Tua moglie. E tu sei un adultero.»

«E da cosa lo deduci? Sentiamo i tuoi ragionamenti da pazza.»

«Stronzo! E il tuo estratto conto? Quella cena al ristorante? L’albergo? Io non sono stupida sai?»

«Non significano niente.»

«Vaffanculo!» la donna prese un cuscino e delle lenzuola uscendo dalla stanza.

Matrimonio. Cosa significa infondo?

Gelosia, tradimento, dolore.

Lei voleva avere una famiglia, voleva essere sé stessa, senza preoccuparsi di far vergognare il marito se avessero litigato in pubblico.

Non voleva essere perfetta davanti agli occhi di nessuno…

Posò il cuscino sul divano e chiuse la porta che la divideva dal marito.

Si sedette sullo scomodo divano di pelle trattenendo la testa tra le mani lasciando che i singhiozzi repressi le facessero da compagnia.

 

I say, fuck you...

 

#2 Step

 

C’era una volta una promessa, una carezza,

un bilocale come una fortezza, chiamarti la mia principessa,

 

L’odore sfrigolante di uova riempì la stanza.

Il ragazzo biondo aprì gli occhi tirandosi a sedere.

Guardò sornione la stanza inondata di luce riconoscendo piano le cose che lo circondavano; il divano letto su cui era appoggiato era sfatto e caldo, la finestra aperta faceva entrare la luce e illuminava la cosa più perfetta che avesse mai visto.

«Ah, ti sei svegliato Naruto?» la voce calda della donna lo avvolse con premura.

«’Giorno principessa.» sfregò gli occhi come un bambino poi rivolse nuovamente lo sguardo sulla donna.

Le gambe snelle spuntavano dal talllieur scuro e i capelli di quello strano colore si muovevano con lei donandole un’aria quasi angelica.

La cosa più bella che gli fosse mai capitata.

«Puoi anche chiamarmi con il mio nome. Ne ho uno.» disse autoritaria come un generale.

«Sissignora! Devi già andare Sakura?» la vide raccogliere le sue scarpe e infilarle, la guardò annuire con una morsa al cuore.

«Tornerò presto. Mio marito partirà in settimana per un viaggio di lavoro.» Sakura si avvicinò al ragazzo accarezzando con una mano la sua guancia ancora calda.

«È una promessa?» Naruto pendeva dalle sue labbra, e lei lo sapeva. La feriva il suo sguardo.

«Sì Naruto, è una promessa…»

 

c’era la fretta, del taxi tuo che aspetta ma non vuoi andare

c’era una foto di noi al mare, c’era un vuoto che puoi colmare,

gelati e film da noleggiare, c’era da togliersi i vestiti e poi volare,

 

«Devo… andare.»

«Lo so, Sakura, lo so…» strinse con troppa forza il vetro della cornice che teneva tra le mani «Cazzo! Che male!» la donna si avvicinò premurosa tamponando con un fazzoletto ricamato il sangue che sgorgava dai tagli. Sakura alzò lo sguardo implorandolo senza bisogno di parole. Le forti braccia del ragazzo la strinsero a sé.

«Io non… non voglio andare via.»

«Rimani qui allora.»

«Non posso. Devo andare…» Naruto sentì distintamente il suo cuore spezzarsi mentre lei scivolava via, verso quella porta.

Quando la serratura scattò prese la foto di loro due, al mare quando erano felici, quando suo marito non c’era, quando erano solo loro, e la scagliò forte dall’altra parte della stanza con un urlo di rabbia.

Lei non c’era e lui era solo.

Ogni volta, quando la vedeva scappare via, sentiva di non reggere più quel peso, quel vuoto enorme che non riusciva a tappare neanche pensando ai suoi incredibili sogni.

Voleva che rimanesse lì, che vivessero insieme, che quando la sera si chiudeva la porta alle spalle lei fosse lì.

Voleva che tutto tra loro fosse perfetto, che tornando a casa lei lo aspettasse con un kilo di gelato tra le mani e con un film che sapeva avrebbero stoppato nemmeno a metà per dedicare l’attenzione completamente a loro.

Chiuse gli occhi appoggiando le spalle contro il muro.

Poi Sakura diceva che il suo sogno di diventare il sindaco fosse impossibile… era impossibile riuscire a stare con lei per un’intera giornata…

 

c’era la gelosia e tu che te ne andavi, e correre da te

e quando per magia mi chiamavi.

 

«Sakura…»

«Io lo so che è con lei! Lo so!»

«Ma ora sei con me, non te ne puoi andare così!»

«Non ora Naruto, avremo tempo.»

La guardò alzarsi da tavola e sparire oltre la porta del ristorante. Era il loro primo anniversario…

Si gettò contro lo schienale della sedia guardando le coppie felici che cenavano ridendo e scherzando.

«La sua amica torna signore?» le parole della cameriera raggiunsero il suo cuore facendolo esplodere in un singhiozzo silenzioso. Le rivolse il suo solito sorriso, quello che aveva sempre addosso.

«Mi porti il conto.» prese dalla tasca della giacca il portafoglio e il cellulare.

L’avrebbe chiamato da lì a mezz’ora piangendo perché non era riuscita ad entrare, perché aveva paura della verità, perché preferiva vivere in una bugia.

E sapeva che sarebbe andato là a consolarla, ad essere il suo rimpiazzo.

Di nuovo…

 

#3 Step

 

I say fuck you, you will never know,/ispan>

what is turning in my mind

fuck you,

so you better watch out,

so you better watch out, out...

 

«Sasuke… dovrei parlarti…»

«Non ora. Sono stanco.»

«Vaffanculo.» sibilò ferita.

Sakura chiuse la porta alle sue spalle lasciandolo a riposare su quel letto sfatto, quel letto dove prima dormivano insieme.

Si sedette alla sua tavola, in quella casa vuota.

Il loro matrimonio era finito, e non trovava consolazione nemmeno nel fatto che ci fosse Naruto a consolarla.

Sapeva che non avrebbe avuto il coraggio di guardare in faccia Sasuke e dirgli che tra loro era finita, sapeva che avrebbe dovuto farlo invece con Naruto.

Molti affetti sono abitudini o doveri che non troviamo il coraggio di interrompere.*

Ma doveva essere forte, per lei.

Tornò in camera facendo meno rumore possibile, guardò la figura del marito dormiente sul letto e sorrise.

Aprì con uno scatto l’armadio prendendo una valigia.

Un addio è sempre difficile da dire quindi… perché dirlo?

 

#4 Step

 

Ma adesso metti bene a fuoco, mi vedi,

sono caduto in piedi, ci credi, [non ti cercherò]

ho tolto le foto dalle pareti e nei miei sogni segreti

[non ti vedo] e a dormire ci riesco, esco quando mi va

bevo, abbondanti sorsate di libertà,

faccio assordanti risate con gli amici al bar,

su come ero spento quando perdevo tempo, stando con quella là

 

«E quindi ti ha mollato così?» una mano conosciuta, di un amico che non riconosceva, gli passò una birra facendola scivolare sul tavolo. Naruto raccolse il boccale con una mano tremante portandolo alla bocca, era saturo.

«Così. Ha detto che era meglio per tutti.» chiuse gli occhi sentendo la testa girare vorticosamente. Ma sorrideva, finalmente dopo tanto tempo.

«Ed è partita.»

«Già, per non so dove.»

«E l’hai lasciata andare così?! Tu sei un genio, amico!»

«Tanto lei sa che l’aspetto… e comunque i miei sogni non si fermano. Diventerò il miglior sindaco di questa città!»

«Ah beh, allora… al futuro sindaco! Hip hip…»

«Urrà!»

E rise, rise forte. Rise di felicità, rise della sua nuova libertà.

Rise di sé stesso perché aveva sperato di avere un futuro insieme a lei.

E rise perché finalmente l’aveva capito, aveva capito cosa era importante per lei.

E presto le sue risate si trasformarono in lacrime.

Per quanto si ingannasse di aver vinto, di essere felice, di essere caduto in piedi… le gambe gli facevano male per la botta subita, le lacrime non erano di felicità e aveva perso la cosa più bella della sua vita…

 

[sfumi nella memoria, non ti penso mai] e ogni mentire, ogni fare soffrire

ci insegna la storia [pagherai] e so che a ogni risveglio [non ci sarai]

e so che tanto di meglio [non troverai] mai, ho due parole e una bombola spray

fuck you [per quando tornerai]

 

«Devo andare.»

«Fai buon viaggio.»

«Ci vediamo la prossima settimana Sakura.»

La donna si alzò in piedi fermandosi davanti al marito e lui, come da routine, le lasciò un bacio impresso sulla fronte alta.

«Fai un buon lavoro, Sasuke.» lo seguì con lo sguardo sparire attraverso la porta, per l’ultima volta.

Sorrideva. Un sorriso finalmente libero.

Tornò in camera raccogliendo dall’armadio la sua valigia già preparata.

Non era il finale felice che aveva sognato.

Lei voleva un marito amoroso, dolce, che appena avesse avuto il sospetto di perderla sarebbe corso da lei sul suo cavallo bianco lasciando la sua sgualdrina per vivere per sempre felice con lei.

Ma lui era partito, e sapeva che non era per lavoro.

Si sporse sotto il lavello prendendo una bombola spray.

Per ogni volta che guardando il suo corpo sopra di lei, aveva visto i segni del passaggio dell’altra.

Per ogni volta che rimaneva a casa da sola, mentre lui si faceva la sua vita.

Per ogni volta che quando erano insieme non aveva avuto un minimo di rispetto.

Per ogni volta che aveva dato un colpo al loro rapporto, distruggendolo pian piano, scrisse due parole sul muro della cucina: Fuck You.

Guardò il suo ultimo messaggio colare lungo il muro appena tinteggiato e prese la sua valigia.

Un addio è sempre duro. Così lo lasciò scritto sul muro, per quando sarebbe tornato; per quando avrebbe capito che tutto era stato perso, quando avrebbe che il tempo gli aveva restituito tutto quello che aveva dato.

Con passo lento raggiunse il taxi che l’aspettava fuori, guardando quella villa in cemento, così bella, ma così fredda, dando mentalmente un ultimo Addio.

 

 

 

 

* Eugenio Montale

 

  
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