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Autore: guimug    16/04/2024    0 recensioni
Seguito de "La rivincita di Vega". La piccola Maria è rimasta sulla Terra ed è più che decisa a costruire la sua storia d'amore con Koji, ma qualcuno torna dal passato del ragazzo e potrebbe non essere d'accordo. A complicare le cose arriva un vecchio nemico che si credeva ormai distrutto...
Genere: Drammatico, Science-fiction, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alcor/Koji Kabuto, Maria/Maria Grace Fleed
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UNA VITA PER UN AMORE



 

Prologo



Il monte Fuji appariva leggermente sfocato attraverso l’umido velo delle lacrime, lacrime di rimpianto per quel che avrebbe potuto essere e che ormai era perso per sempre.

Non era stato certo il ritorno a casa che si era immaginata, la notizia che Koji si era rifatto unanvita senza di lei l’aveva colta di sorpresa e le aveva risvegliato sentimenti che ormai credeva di aver sepolto per sempre in un angolo recondito dell’anima. Ora però, dopo che suo padre forse ingenuamente le aveva mostrato la lettera che aveva ricevuto dal giovane Kabuto, erano tornati prepotentemente a galla scatenando un impeto di gelosia che non credeva nemmeno di poter provare.

Dalla sua stanza rimirava quel panorama familiare e pensava, pensava a ciò che aveva gettato via per orgoglio e stupidità ed il ricordo della felicità perduta le faceva male… ma poi un nuovo pensiero le attraversò la mente, un pensiero strano che in altri tempi non le sarebbe mai appartenuto.

“No, non è tutto perduto! Ora sono qui e rivoglio ciò che era mio! Combatterò se necessario, ma lei non l’avrà mai!”

La giovane donna si asciugò gli occhi e, dopo un ultimo sguardo alla montagna, uscì dalla stanza con l’espressione dura di chi si prepara ad una battaglia



Capitolo 1

Solo, era rimasto solo! Fino a ieri era il temuto Imperatore delle Tenebre di cui la sola visione dell’ immagine fiammeggiante era sufficiente ad incutere timore, e che con la sua voce stentorea poteva muovere eserciti di mostri guerrieri.

Ora di quella potenza non rimaneva più nulla; i suoi generali erano morti, i grandi comandanti come il Generale Nero ed il Gran Maresciallo delle Tenebre si erano fatti sconfiggere dai robot terrestri.

Grande Mazinga e Mazinga Z, quanto li odiava! Erano stati loro gli artefici della sua disfatta, loro che gli avevano impedito di riprendere il posto che gli spettava di diritto sul trono di supremo dominatore della terra.

Aveva una gran voglia di vendicarsi tanto che per un attimo aveva pensato di unirsi a quella popolazione extraterrestre che aveva cercato, invero con scarsissimo successo, di invadere la terra. Pensava che offrendogli i suoi servigi lo avrebbero ricompensato ma quando si era deciso ecco che anche loro erano caduti miseramente… e c’era sempre di mezzo quel Koji Kabuto!

Ora si aggirava triste per le immense caverne di quello che era il regno di Mikene, non assumeva nemmeno più la forma fiammeggiante ma lasciava che fosse il suo puro spirito a percorrere i corridoi deserti e arrivava a rimpiangere di aver costretto tutta la sua gente a farsi trasformare in cyborg. Di sicuro aveva avuto un esercito fedele, ma aveva anche perso il suo popolo che ubbidendo alla cieca programmazione si era fatto massacrare in quella disastrosa guerra.

Attraversò la sala del trono, superò le caverne ove le fortezze Mikeros prima e Demonica poi aspettavano gli ordini e si lasciò trasportare dai pensieri fino alle sterminate vallate sotterranee rischiarate dal sole artificiale, dove il suo popolo aveva vissuto in pace prima del conflitto. Arrivò fino alle rovine del palazzo di Kerubinos, il principe idealista che aveva mandato allo sbaraglio contro Tetsuya ed il Grande Mazinga ben sapendo che avrebbe perso, ma era stato il modo migliore per liberarsi di un pericoloso avversario politico!

Entrò nelle sale deserte e lasciò vagare le sue sensazioni, non sentiva nulla e si spinse ancora più in profondità fino alle stanze più nascoste ed all’improvviso toccò qualcosa!

Non poteva crederci, altri pensieri! Altre sensazioni! Qualcuno vivo!

Non doveva precipitare le cose, poteva essere uno scherzo dell’immaginazione quindi scivolò lentamente nella direzione da cui provenivano quei segnali e, in una sala semidiroccata, li vide. Non erano tanti, un paio di dozzine al massimo, ma erano Mikenes e Cattloo. Evidentemente erano i pochi sopravvissuti all’ultima battaglia che, riusciti fortunosamente a ritornare nell'impero sotterraneo, si erano insediati nel vecchio palazzo.

In un attimo in lui rifiorì il ricordo dell’antica potenza e la voglia di vendetta esplose prepotentemente, il fuoco proruppe nuovamente e la sua voce esplose sotto le volte antiche.

“Mikenes! Cattloo! Prostratevi davanti al vostro imperatore!”



Capitolo 2

“Koji, ma sei sicuro che sono presentabile? Non è che il tuo amico professore mi troverà ridicola?”

Koji sbuffò senza però riuscire a celare un sorriso. Da quando erano partiti dalla fattoria Betulla Bianca la piccola Maria non aveva fatto altro che chiedergli conferme sul suo aspetto e consigli su come avrebbe dovuto comportarsi. Sembrava che l’incontro con una tale celebrità, colui che dopotutto era stato un padre putativo per il giovane Kabuto, la terrorizzasse più che se avesse dovuto battersi contro un intero stormo di minidischi. Il ragazzo per l’ennesima volta si sforzò di calmarla.

“Stai tranquilla Maria, anche se è un luminare di fama internazionale il professor Yumi è un uomo molto simpatico, oserei dire alla mano. Sapessi quante glie ne ho fatte passare quando vivevo al suo istituto assieme a Shiro. Io ed il mio amico Boss eravamo sempre pronti a combinare guai ma il professore non si arrabbiava mai… beh, quasi mai.
Comunque non l’ho mai visto assumere atteggiamenti di superiorità neppure con quei sempliciotti di Nuke e Mucha, anzi li ha sempre accolti come buoni amici. Vedi quindi che non hai nulla di cui preoccuparti.”

Maria però nonostante le parole di Koji manteneva un velo di preoccupazione negli occhi, ad un certo punto decise di rompere gli indugi e domandò quasi a bruciapelo.

“Koji, ma ci sarà anche la figlia del professore?”

Il ragazzo capì finalmente qual’era la vera ragione della preoccupazione della sua compagna. Evidentemente Maria non riusciva a non pensare a quel che Sayaka Yumi aveva significato per lui, ed anche se la loro storia era finita ormai da molto tempo la sua presenza avrebbe costituito per lei un motivo di confronto a cui forse non si sentiva preparata.
Accostò la macchina in una piazzola di sosta e si rivolse a Maria prendendole le mani.

“Sei preoccupata che possa esserci Sayaka?” disse mentre gli occhi della ragazza riflettevano un’affermazione piena di timore “Non ce n’è ragione! A parte che penso sia ancora in America, dovresti sapere che lei per me ormai non rappresenta più nulla se non un frammento del passato. È vero, una volta siamo stati molto vicini ma ormai è tutto finito ed il mio presente si chiama solo Maria Grace Fleed, principessa di una stella lontana che ha riempito il mio cuore!”

Koji si stupiva di come la piccola Maria fosse riuscita a stregarlo, ma da quando era tornata sulla terra si era scoperto un uomo nuovo e completo. Aveva capito il vero significato della parola amore così come lo aveva compreso Venusia, che aveva avuto il coraggio di seguire il suo Actarus fin sul suo lontano pianeta.

Assieme a Maria si era scoperto a provare sensazioni che con Sayaka non aveva mai conosciuto ed ora si sentiva pronto per costruirsi un futuro insieme a quella piccola aliena. Ecco perché la stava portando a conoscere il professor Yumi che, da quando aveva perso il suo vero padre nella guerra contro Mikene, era quanto di più vicino ad un genitore potesse avere.

Purtroppo non aveva considerato il fatto che per Maria il confronto con quel periodo del suo passato e soprattutto la possibilità di incontrare una persona che aveva diviso una parte così importante della sua vita poteva essere difficile da gestire, ed ora doveva rassicurarla.

Le accarezzò delicatamente i capelli e poi, guardandola negli occhi, le chiese: “Allora, sei un po’ più tranquilla adesso?”

“Sì Koji, perdonami se mi comporto come una sciocca ragazzina ma non posso fare a meno di sentirmi agitata” rispose Maria con una vocina sottile, quasi da bambina spaventata.

Koji sorrise e l’abbracciò, Maria si lasciò cullare dalle forti braccia del suo ragazzo e istintivamente ne cercò le labbra. Quel dolce bacio ebbe il potere di calmarle i nervi.
Quando si separarono Koji riavviò la macchina ed in breve tempo giunsero in vista dell’imponente struttura dell’istituto di ricerca per l’energia foto atomica.



Capitolo 3

Dall’alto della sua fiammeggiante imponenza l’Imperatore delle Tenebre osservava i suoi soldati, se erano pochi numericamente percepiva in loro una prepotente voglia di rivalsa. Quando li aveva trovati fra le rovine del palazzo di Kerubinos erano sbandati ed abulici, ma ora che si sentivano nuovamente sotto la protezione del loro signore il desiderio di prendersi una rivincita sui loro nemici era risorto. Le acclamazioni per l’Imperatore rimbombavano sotto le volte sotterranee riportando alla memoria l’antica gloria dell’impero di Mikene.

Ma il sovrano sapeva bene che se anche l’ardore era tanto le sue truppe si riducevano ad una manciata di uomini, troppo pochi per pensare ad una rinascita dell’impero. Ma per una vendetta erano sufficienti! Fortunatamente le strutture tecniche del regno erano intatte ed era possibile creare ancora un mostro guerriero da lanciare all’attacco, ma stavolta non sarebbe stato un mostro qualsiasi. Era necessario che fosse la creatura più potente mai creata ed era possibile solo col sacrificio suo e dei suoi uomini, non ci sarebbe stata possibilità di tornare indietro: questa volta sarebbe stata vittoria o morte!

Il progetto era abbastanza semplice, il suo spirito sarebbe stato incapsulato in un circuito vitale che sarebbe stato poi inserito nel corpo di un mostro guerriero a cui anche i Mikenes ed i Cattloo avrebbero dovuto cedere la loro energia. Il risultato dell’unione di tutte quelle menti sarebbe stato una creatura potentissima mossa dal desiderio di vendetta di un intero regno, chi mai avrebbe potuto arrestarla?
Senza perdere tempo il monarca cominciò a parlare ai suoi sudditi

“Mikenes e Cattloo, voi sapete bene che la rovina del nostro impero si deve alla sconfitta patita contro i due Mazinga nella quale i nostri valorosi generali hanno trovato la morte.
Il Generale Nero, il Gran Maresciallo delie Tenebre, il Ministro Argos e la Marchesa Yanus hanno combattuto valorosamente assieme ai comandanti delle sette armate, ma sono stati annientati dai due robot terrestri.
Non possiamo lasciare impunita questa vergogna!
Il dottor Kabuto è morto nella battaglia e questo ci priva del piacere di ucciderlo noi stessi, ma il professor Yumi è ancora nel suo istituto e sarà contro di lui che lanceremo il nostro attacco. Distruggeremo l’istituto e Mazinga Z, Tetsuya Surugi è partito e non potrà intervenire col Grande Mazinga mentre Koji Kabuto non si aspetta certo un nostro attacco. La sorpresa sarà totale e potremo prenderci la rivincita sugli odiati terrestri!
Soldati, sarete al mio fianco?”

Per un momento l’imperatore temette che quello sparuto manipolo gli voltasse le spalle, che fossero stanchi di combattere, ma fu solo un momento di silenzio prima di un feroce urlo che sancì la ratifica del diabolico patto.
Scivolando lungo le gallerie dalle immense volte l’Imperatore delle Tenebre si avviò, seguito dai soldati, verso i settori tecnici dove il suo progetto avrebbe preso forma.

In una vasta sala complesse apparecchiature che sembravano appartenere ad un passato lontano cominciarono a ronzare, lampi di energia scaturirono da enormi elettrodi mentre strani vapori si addensavano.
Un cupo fragore avvolse tutto e tutti, la luce si fece sempre più abbagliante e una forma simile ad un drago cominciò a palesarsi, ad uno ad uno i soldati salirono su una piattaforma dove vennero trasformati in pacchetti di pura energia che attraverso un’antenna venivano convogliati nella creatura. Ormai mancava solo l’ultimo tassello, l’Imperatore delle Tenebre ridusse il suo corpo fiammeggiante a puro spirito e prese posto in un alloggiamento sulla testa della creatura.
Nella piccola cupola trasparente riassunse la forma fiammeggiante così che sembrava un faro piantato sulla testa di quel mostruoso essere rettiliforme.

La creatura lanciò un ruggito ed emise un potente getto di fuoco che incenerì le strutture circostanti, il monarca dal suo alloggiamento rise compiaciuto del risultato; ora era il momento di mettersi in marcia!



Capitolo 4

“Ehi Boss, guarda quella macchina che sta arrivando? Chi sarà mai?”

Richiamato dalla voce nasale del suo amico un corpulento giovane emerse da sotto una consolle che stava riparando e si avvicinò alla finestra.

“Fammi vedere Nuke!” esclamò Boss scostando con malagrazia il ragazzo dalla finestra.

Aguzzando la vista Boss cercava di scorgere chi stesse guidando la vettura scoperta che stava risalendo il viale d’accesso dell’istituto per l’energia foto atomica. Da un po’ di tempo lui, assieme ai suoi compagni di sempre Nuke e Mucha, lavoravano presso l’istituto come tecnici manutentori delle complesse apparecchiature elettroniche. Nonostante la loro indole a combinare guai il professor Yumi aveva capito che in loro albergava il genio della meccanica ed aveva deciso di dargli una possibilità, finanziando i loro studi ed assumendoli in pianta stabile, ed i tre ragazzi si erano rivelati dei validi collaboratori.

Ma sotto sotto erano rimasti gli allegri compagni di sempre e quindi, appena Boss riuscì a scorgere la persona al volante, esplose in un grido festoso.

“Accidenti ma quello è Koji! Sì, è proprio Koji Kabuto! Nuke, Mucha è il nostro amico Koji, presto scendiamo ad accoglierlo ed avvisiamo il professor Yumi!”

I tre ragazzi abbandonarono gli attrezzi e si precipitarono nella sala di controllo dove parecchi uomini e donne in camice bianco erano indaffarati su complicati strumenti. Entrato come una bomba Boss urlò

“Professore! Professor Yumi! Presto professore, venga con noi… sta arrivando Koji”

“Cosa?” rispose il professore “Sei sicuro?”

“Certo che sono sicuro! Vuole che non riconosca più il mio migliore amico? È proprio Koji in compagnia di una ragazza.
Avanti professore, non stia lì impalato. Scendiamo a riceverlo come si deve!”

Boss afferrò un braccio del professore e lo trascinò via di peso senza accorgersi che, in angolo del locale, una giovane donna aveva seguito la scena con uno sguardo cupo.

“Sei qui Koji” pensò Sayaka “Ed a quanto pare non sei solo. Chi è questa ragazza che ti sei portato dietro, che cosa rappresenta per te?”

La figlia del professor Yumi non si immaginava di doversi confrontare così presto con Koji ma dopotutto sapeva che prima o poi sarebbe successo.
Giorno dopo giorno si era preparata alla battaglia ed ora il momento era giunto, la piccola Maria avrebbe avuto pane per i suoi denti.
Lei era Sayaka Yumi, e intendeva reclamare per sé ciò che era sempre stato suo, o almeno così reputava. Inalberando un sorriso di sfida scese le scale per recarsi anche lei all’ingresso.

La macchina era arrivata ormai quasi davanti al portone dell’istituto quando Koji vide il piccolo assembramento

“Accidenti Maria” disse sorridendo “Sembra che ci abbiano visti arrivare e ci abbiano preparato un comitato d’accoglienza”

“A quanto pare Koji il nostro piano di fare una sorpresa al professore è andato a farsi benedire” rispose Maria ridendo.

Koji fermò la macchina e scese con un balzo, quasi non aveva toccato terra che una massa enorme lo investì scaraventandolo al suolo. Senza rendersene conto si trovò a fare a pugni con un ragazzo grosso il doppio di lui.

“Ne hai di coraggio Koji a tornare qui! Saranno almeno tre anni che non dai tue notizie, e adesso arrivi senza avvisare e magari pretenderesti anche il tappeto rosso!” Boss urlava queste parole sottolineandole con diversi pugni.

“E cosa pretendevi? Che ti scrivessi tutte le settimane? Sai, ho avuto da fare cose un po’ più importanti che preoccuparmi di un bestione come te!” rispose Koji con i medesimi bei modi.

Maria osservava attonita e spaventata, ma poi vide i due contendenti rialzarsi ed abbracciarsi

“Bentornato amico mio! Mi sei mancato tanto!”

“Anche tu Boss, sono contento di vedere che sei sempre il solito!”

Maria ricadde sul suo sedile sospirando “Uomini, e per di più terrestri… non li capirò mai!”



Capitolo 5

Ricompostosi alla meglio dopo la zuffa di benvenuto Koji aiutò la sua compagna a scendere dalla vettura e si avvicinò all’ingresso. Salutò calorosamente Nuke e Mucha ed alla fine si avvicinò ad un distinto signore sulla cinquantina, con due eleganti baffetti ed un portamento bonario ma autorevole.

“Buongiorno professor Yumi, mi scusi se non ho avvisato prima della mia visita ma volevo farle una sorpresa."

Il professore sorrise, erano passati diversi anni da quando Koji Kabuto aveva lasciato l’istituto per andare a studiare in America e, se si esclude quel breve periodo in cui era tornato per partecipare alla battaglia decisiva contro l’impero di Mikene, non si erano più visti da allora.

Eppure non vivevano molto lontani, sostanzialmente a dividerli c’era solo il monte Fuji ma pur avendone seguito le imprese durante la guerra contro Vega non era mai riuscito a trovare l’occasione per incontrarlo.
Ed eccolo qui adesso, partito poco più che ragazzo e tornato uomo fatto e con tali e tante esperienze da segnare ben più di una vita.

Gli occhi del professore si inumidirono leggermente guardando quelli di colui che considerava un po’ come un suo secondo figlio. D’istinto aprì le braccia in un gesto molto poco convenzionale per un uomo di scienza come lui

“Koji, bentornato a casa! Ci sei mancato moltissimo”

Il ragazzo rispose con calore a quell’abbraccio che gli riportava alla mente tante cose appartenenti ad una gioventù troppo presto consumata.

“Professore, anch’io sono molto felice di rivederla e le chiedo perdono per non essere venuto prima. Purtroppo tutte le vicissitudini di questi ultimi anni non mi hanno lasciato spazio per dedicarmi agli affetti privati”

“Non preoccuparti Koji” rispose il professore “Capisco perfettamente, del resto abbiamo seguito anche noi con preoccupazione tutte le fasi della guerra contro Vega e sappiamo quanto ti abbia impegnato.
Ma adesso l’importante è che tu sia qui, ed a quanto vedo non sei venuto da solo. Dimmi, è lei la persona di cui mi avevi accennato per lettera?”

Il professor Yumi spostò lo sguardo su Maria che rimaneva un po’ in disparte con aria imbarazzata

“Sono davvero imperdonabile!” esclamò Koji, presa la mano della ragazza la portò di fronte allo scienziato “Professor Yumi, lei è Maria Grace Fleed ed è la mia fidanzata”

La ragazza arrossì violentemente, fino a quel momento Koji non l’aveva mai presentata a qualcuno come la sua fidanzata limitandosi ad un generico “la mia ragazza”.
Prendere quel coraggio proprio davanti ad un uomo come il professore voleva dire che il loro rapporto era davvero qualcosa di importante. Inorgoglita ma anche visibilmente imbarazzata Maria si rivolse al professore.

“Piacere di conoscerla professor Yumi, Koji mi ha parlato moltissimo di lei e desideravo da tempo incontrarla.”

“Benvenuta fra noi Maria, spero che ti troverai bene in questo mondo di scienziati” rispose il professore con un sorriso.

Di colpo da dietro il piccolo assembramento una persona fendette la calca e si lanciò su Koji abbracciandolo e stampandogli un bacio violento sulla bocca.

“Koji, non si salutano le vecchie amiche?”

La voce di Sayaka risuonò alta e beffarda, una vera dichiarazione di guerra alla piccola Maria che aveva assistito alla scena rimanendo sbigottita.



Capitolo 6

Lo sguardo torvo, puntato sul monte Fuji, ed un ostinato silenzio che riempiva la stanza. Decisamente a Maria non era andata giù l’esibizione di Sayaka Yumi ed ora il povero Koji ne stava facendo le spese.

“Smettila di essere così irragionevole Maria, mica sono stato io a saltarle addosso. Nemmeno sapevo fosse tornata in Giappone! Cosa potevo fare? Hai visto bene come mi si è gettata al collo...”

Maria si voltò con uno sguardo fiammeggiante puntato sul ragazzo “Già, ma tu non ti sei certo tirato indietro!”

“Ti ho detto che non ho avuto il tempo di reagire, non mi sono nemmeno reso conto di quello che stava succedendo! Noterai spero che non ho esattamente fatto i salti di gioia per l’accaduto”

“Oh sì, ho notato! «Ah… ciao Sayaka» con quella faccia da ebete! Non hai reagito, non le hai detto nulla… eppure io ero lì ad un passo, e mi avevi appena presentata come la tua fidanzata!”

“Smettila con queste scene di gelosia, lo sai benissimo che per me Sayaka non è più che una vecchia amica!”

“Sì, una vecchia amica a cui sembri piacere ancora parecchio! Senti un po’ Koji, cosa hai intenzione di fare adesso? Ti avverto, io vicino a quella non ci voglio stare quindi vedi di metterla al suo posto subito!”

“E come faccio?” sospirò Koji

Stava cominciando a pentirsi di aver voluto fare quell’improvvisata al suo amico professore. Non poteva rimanere tranquillo alla fattoria ad aiutare Rigel coi cavalli? Domare un puledro selvaggio era di sicuro più facile che far ragionare quella ragazza.

“Come farai è affar tuo, ma devi assolutamente chiarire la situazione! Io ora vado a fare un giro per calmarmi e quando tornerò pretendo che quella venga a chiedermi scusa!”, ciò detto girò sui tacchi ed uscì dalla stanza.

Dalla finestra Koji la vide prendere una moto in dotazione all’istituto ed allontanarsi verso la montagna.

“Le donne… è più facile capire il funzionamento di un robot come Mazinga Z che il loro modo di pensare”

Nello stesso momento un indispettito professor Yumi stava redarguendo duramente la figlia.

“Sayaka, il tuo comportamento è stato inqualificabile! Hai messo in imbarazzo Koji e me, ma cosa ti è saltato in mente?”

La ragazza fissò negli occhi il padre e rispose con un tono tanto serafico quanto irritante “Non lo so papà, ma mi è sembrato il modo migliore per salutarlo!”

“Sayaka non giocare con me! Tu volevi solo sfidare Maria! Non mi piacciono questi comportamenti, tu e Koji vi eravate lasciati quando studiavate in America ed io so bene come quel ragazzo abbia sofferto dopo essere stato scaricato per l’assistente del professor Watson. Ma ha voltato pagina e si è rifatto una vita, ha attraversato mille difficoltà ed ora che è sereno con una nuova compagna tu che fai? Siccome a tua volta sei stata piantata in asso pretendi che lui torni da te?”

Il professor Yumi non immaginava che avrebbe mai fatto un discorso simile alla figlia “Perdonami Sayaka ma non ti credevo così meschina ed egoista, bada bene che non permetterò a nessuno, nemmeno a mia figlia, di fare del male a Koji!”

“Tu non capisci papà” urlo Sayaka mentre lacrime di rabbia cominciavano a scenderle sul viso “Koji è sempre stato mio, quel che è successo appartiene al passato ed ora lui deve tornare da me! Allora eravamo giovani ed inesperti mentre mentre ora...“

“Ora cosa?” esplose il professore “Sei adulta e responsabile? Ma non ti ascolti Sayaka? Stai ragionando come una bambina capricciosa! Pretendo che tu faccia le tue scuse a Koji e soprattutto a Maria e che tu lo faccia subito!”

Sayaka ribolliva di rabbia ma di fronte a quell’atteggiamento così severo non poté fare altro che chinare la testa, avrebbe chiesto scusa ma la partita per lei era solo rimandata.

Mentre la discussione fra padre e figlia volgeva al termine un suono insistente pervase stanze e corridoi dell’istituto, un suono che non si sentiva da tantissimo tempo: il sibilo bitonale dell’allarme.

“Ma che succede?” disse il professore e seguito da Sayaka si precipitò in sala controllo dove trovò già Koji.

“Perché suona l’allarme?” chiese ai tecnici che stavano affannandosi attorno a schermi e consolle.

“Professore, dalla zona del monte Fuji arrivano dei fortissimi segnali magnetici e si registra un’intensa attività sismica!”

“Un’eruzione imminente?” chiese lo scienziato.

“Non sembra, non c’è aumento di energia geotermica. Sembra quasi che qualcosa stia scavandosi un passaggio dalle profondità del sottosuolo.”

“Mettete la zona sullo schermo!”

In un attimo le potentissime telecamere satellitari inquadrarono l’area del Fuji da cui provenivano i segnali, in quel punto grossi pezzi di roccia si staccavano dai fianchi della montagna causando numerose frane.
Ad un certo punto sembrò che una grossa porzione del versante saltasse in aria rivelando un cratere dal quale usciva una potente lingua di fuoco.

Per un attimo sembrò solo una normale attività vulcanica ma subito la realtà si presentò in tutta la sua orribile verità. Un colossale drago con la schiena irta di spine emerse dal cratere ruggendo e lanciando alte le sue fiamme. Tutti rimasero ammutoliti al vedere quella creatura che riportava alla mente un passato non ancora dimenticato, ma per Koji il terrore era doppio perché fra le rocce fatte franare dal mostro aveva riconosciuto i resti di un veicolo, la motocicletta dell’istituto con cui si era allontanata Maria.



Capitolo 7

“Professore, quella è la moto di Maria!” urlò Koji indicando lo schermo

“Come la moto di Maria?” rispose Yumi

“Sì, avevamo avuto una discussione” e per un attimo lo sguardo si spostò astioso verso Sayaka “E lei per calmarsi era andata a fare un giro in moto sulla montagna. Evidentemente è stata travolta da una di quelle frane. Devo andare a cercarla subito!” e fece per slanciarsi fuori dalla sala.

“Fermo Koji!” lo trattenne il professore “Non puoi andare così allo sbaraglio! Guarda quel mostro, non sappiamo le sue intenzioni ma di sicuro sono fortemente ostili. Tu devi restare qui perché potrebbe essere necessario un tuo intervento con Mazinga Z”

Poi si volse verso la figlia

“Sayaka, prendi Diana Ace e vai a controllare la situazione… spero che ti ricorderai ancora come si pilota!”

“Papà, ma io…” la ragazza sembrava titubante

“Non discutere Sayaka, se Maria si trova in pericolo è anche colpa tua quindi sali a bordo del tuo robot e vai a cercarla! Nel frattempo noi rimetteremo in moto Mazinga Z e Koji verrà ad aiutarti. Ora muoviti!”

Non potendo replicare ad un ordine così perentorio Sayaka si recò nell’hangar dove stazionava il suo vecchio robot.
Salita a bordo della moto pilder non impiegò molto a ritrovare la familiarità coi comandi ed al grido di “Diana Ace avanti!” il robot si mise in marcia.

Ma l’umore di Sayaka non era certo dei migliori, doveva proprio andare in soccorso della sua rivale per riportarla a Koji? Non sarebbe stato meglio se il mostro…
Un pensiero diabolico le attraversò la mente, forse aveva il modo per risolvere definitivamente la questione senza sporcarsi le mani.

Il mostro intanto si stava avvicinando all’istituto facendo tremare la terra ad ogni passo, il professore ordinò di innalzare la barriera protettiva e tutta la struttura fu rinchiusa nella familiare bolla di energia. Dagli altoparlanti della sala di controllo giusnse il segnale di una trasmissione in entrata e subito dopo una possente voce rimbombò

“Yumi mi riconosci? Sono l’onnipotente Imperatore delle Tenebre e sono tornato per prendermi la mia vendetta! Raderò al suolo il tuo istituto con tutti voi dentro così come voi avete fatto con le mie fortezze ed i miei soldati!”

“L’Imperatore delle Tenebre?” disse Koji “Ma come è possibile?”

Una ripresa più da vicino della testa del drago confermò l’identità del nemico. La fiammeggiante sagoma del monarca spiccava vivida nella cupola trasparente.

“Ascolta Yumi, voglio essere generoso! Mi accontenterò di distruggere solo te se accetterai di consegnarti, se non lo farai però ucciderò tutti a cominciare da questa ragazza!”, ed alzando il braccio mostrò nell’orrido pugno il corpo esanime di Maria.
A Koji mancò il cuore nel petto.

“Professore io devo andare a salvarla!” esclamò il ragazzo con le lacrime agli occhi.

“Aspetta Koji! C’è già Sayaka fuori e se il mostro vedesse uscire Mazinga Z potrebbe uccidere Maria all’istante! Sayaka, mi senti?”

Dall’interfono la voce della ragazza arrivò nella sala controllo “Sì papà, ho sentito tutto. Ora ci penso io!”

“Che occasione fantastica” pensava Sayaka “ora provocherò il mostro in modo da farlo combattere e quindi la piccola intrigante diventerà una vittima collaterale… poi Koji lo distruggerà con Mazinga Z e finalmente io potrò averlo di nuovo solo per me!”

Sayaka portò Diana Ace in linea di tiro e scagliò una bordata di raggi aurora che colpirono la schiena del drago, questi appena infastidito dalla scarca si voltò e rispose con un getto fiammeggiante che investì in pieno il robot. Ma la super lega Z di cui era costituito resse bene l’impatto e Sayaka si preparò a contrattaccare con una bordata di missili che esplosero a breve distanza dal mostro.

“Sayaka stai attenta, ricordati che il mostro ha Maria in ostaggio!”

“Papà, lo so! Ma non posso fare altrimenti!”

Koji osservava la scena senza riuscire a spiccicare una parola, ad un certo punto vide il mostro piegarsi in avanti e lanciare due delle spine che aveva sul dorso che si conficcarono nel torace di Diana Ace facendola cadere riversa, non prima però di aver lanciato a sua volta un’altra raffica di raggi che stavolta colpirono il drago staccandogli la mano che reggeva Maria e mandandola a cadere in un gruppo di fitti arbusti.



Capitolo 8

Ormai Koji non poteva più trattenersi, quando aveva visto Maria nelle mani di quel mostro si era lanciato fuori dalla sala ed a nulla erano valse le esortazioni alla calma del professor Yumi. In un lampo si era precipitato nell’hangar del Jet Pilder, aveva indossato la sua vecchia tuta da combattimento ed aveva avviato i motori.

“Aspettami amore mio, sto arrivando! Jet Pilder vai!”

Il piccolo apparecchio si librò in aria, sembrava che non fosse stato fermo per tanto tempo. I comandi rispondevano a meraviglia, Koji fece un giro attorno ai pinnacoli dell’istituto e gridò il familiare comando

“Mazinga fuori!”

Come in un collaudato copione il fondo della grande piscina si aprì ed il possente robot emerse pronto al combattimento

“Pilder on!” e la navicella si agganciò perfettamente nell’alloggiamento della testa, un veloce controllo agli strumenti e Mazinga Z era di nuovo pronto all’azione.

Il professore disattivò la barriera per permetterne l’uscita e subito la riattivò, giusto in tempo per bloccare un’altra scarica di punte perforanti che il mostro, furente per la mutilazione e per la perdita dell’ostaggio, aveva scagliato contro l’istituto.

Per Koji però fronteggiare il drago non era la preoccupazione primaria, invece di andargli contro guidava Mazinga verso il boschetto dove aveva visto volare l’artiglio che ancora stringeva Maria ma una voce lo richiamò.

“Aspetta Koji!” era la voce di Sayaka che era uscita dal suo robot ormai inutilizzabile “Andrò io a vedere come sta Maria, tu pensa al mostro!”

“Sayaka io..” rispose Koji titubante ma Sayaka replicò

“In questo momento è più importante fermare quel drago, non preoccuparti! A Maria penso io!”

Koji era indeciso ma dovette convenire che quella di Sayaka era l’idea più sensata, girò quindi Mazinga Z e si diresse verso il mostro.

“Grazie Sayaka” le disse il ragazzo “Tu non sai cosa significhi per me Maria! Lo so che fra noi le cose avrebbero potuto andare diversamente ma non puoi fare nulla contro il destino. Tu sarai sempre una cara amica per me, con cui ho diviso una parte importante della mia vita, ma ora nel mio cuore c’è solo lei e non sopporterei di perderla.”

Sayaka rimase interdetta a sentire le parole di Koji, lui si fidava e invece lei cosa stava per fare? La sua idea era di andare a controllare se Maria fosse ancora viva ed eventualmente… ma ora quel pensiero le faceva disgusto, orrore!

Ma come aveva potuto solo pensarlo? Che felicità avrebbe poi potuto regalare a Koji con quel peso sulla coscienza? No, ormai la loro stagione era finita ed era tempo di mettersi il cuore in pace.

“Non preoccuparti Koji, te la riporterò sana e salva!”

Il ragazzo urlò “Andiamo Mazinga!” e si lanciò contro il mostro che nel frattempo stava mettendo a dura prova la barriera energetica investendola col suo getto fiammeggiante.

“Sono qui Imperatore, battiti con Mazinga Z!”

Il drago ruggì e si voltò “Se qui Koji! Vorrà dire che mi divertirò prima con te e poi distruggerò l’istituto, vendicherò tutti i miei generali ed il popolo di Mikene!”

Piegando il collo fece partire una scarica di punte perforanti che Koji riuscì ad evitare per un soffio, la risposta di Mazinga fu un doppio pugno a razzo che però rimbalzò sulla corazza del mostro senza procurare alcun danno.

“Le tue ridicole armi non possono fare nulla contro di me Koji Kabuto!” tuonò l’Imperatore delle Tenebre lanciando il suo fuoco mortale che investì in pieno la testa di Mazinga Z.

All’interno dell’abitacolo la temperatura salì vertiginosamente e Koji fu costretto a rotolare a terra per sottrarsi a quelle terribili fiamme. Quando fu di nuovo in grado di vedere il mostro questi aveva estratto due punte perforanti e, dopo averle unite, si apprestava a servirsene come di un giavellotto. Non c’era tempo da perdere, Koji fece estendere gli avambracci di Mazinga Z ed urlò

“Scure cosmica!”

Dai polsi del robot scaturirono le micidiali scuri affilate come rasoi che, trasportate dai pugni a razzo, raggiunsero il mostro recidendo il braccio che reggeva il giavellotto e la testa contenente l’alloggiamento dell’Imperatore che cadde a terra infrangendosi e liberando il suo occupante.

Il resto del corpo del mostro era rimasto in piedi tremando vistosamente ma, comandato dalle menti dei Mikenes e dei Cattloo, possedeva ancora una certa forza combattiva. Si slanciò quindi su Mazinga Z ma Koji urlò ancora

“Raggio termico!”

e dalle piastre sul petto di Mazinga Z partì la terribile onda di calore che arrestò e fuse il mostro.



Capitolo 9

Sbalzato fuori dall'abitacolo l’Imperatore delle Tenebre contemplava la sua sconfitta, ora aveva veramente perso tutto! Non aveva più un popolo su cui regnare ed un regno a cui tornare, era rimasto completamente solo.

Koji però non si stava curando di lui, probabilmente non si era nemmeno accorto che era sopravvissuto al combattimento. Aveva sganciato il Pilder dalla testa di Mazinga Z e stava dirigendosi verso il luogo dove era caduta Maria. Nel frattempo Sayaka era già arrivata in quel folto di vegetazione e stava chiamando a gran voce la ragazza.

“Maria! Maria rispondi!”

Girando attorno all’arto staccato al mostro Sayaka notò che la mano era rimasta chiusa e quindi con tutta probabilità aveva protetto la prigioniera, visto anche che la caduta era stata attutita dalla vegetazione.

Si arrampicò quindi su quelle dita mostruose e raggiunse il centro della mano, Maria era lì esanime. Per un momento Sayaka desiderò ancora che la piccola principessa di Fleed non fosse sopravvissuta ma immediatamente scacciò quel pensiero, le prese delicatamente un braccio e sentì il rassicurante battito del polso. La chiamò quindi dolcemente massaggiandole le tempie.

“Maria svegliati, è tutto finito e Koji sta arrivando!”

La ragazza aprì gli occhi e mise a fuoco faticosamente il viso della sua salvatrice

“Tu Sayaka?” mormorò “Fra tutti quelli che potevano venire ad aiutarmi proprio tu?”

Sayaka sorrise, ma come aveva potuto essere così ubriaca di gelosia da desiderare la morte di quella ragazzina?

“Sì Maria, proprio io! Dai, adesso se sei tutta intera alzati che sta arrivando Koji!”

Faticosamente Maria riuscì a mettersi in piedi ed a scendere da quell’orrendo resto del mostro poi, sorretta da Sayaka, si avviò fuori della macchia boscosa.

Nella radura intanto Koji era atterrato col suo Jet Pilder ed aveva visto le due ragazze arrivare. Come un pazzo era corso loro incontro ed aveva abbracciato Maria stringendola disperatamente.

“Maria, stai bene? Non sai la paura che ho avuto!”

La ragazza lo guardò fisso e sorrise, poi con la voce ancora un po’ tremolante disse

“Tu paura? Tu, l’eroe di mille battaglie? Non ce n’era ragione… la mia peggior nemica era venuta ad aiutarmi!” e guardando l’altra ragazza disse

“Grazie Sayaka, avevo sbagliato a giudicarti. Ora se vuoi potremo essere amiche!”

Sayaka sorrise ed insieme a Koji aiutarono Maria ad issarsi sul Pilder, Koji fece per salire a sua volta quando apparve la fiammeggiante sagoma dell’Imperatore delle Tenebre che, pazzo per la sconfitta subita, cercava un ultima vendetta o almeno una morte onorevole.

“Kabuto! Ora non puoi fuggire!”

Dal suo corpo partì una propaggine di fuoco che si diresse verso Koji e Maria che ancora stavano cercando di prendere posto nel Pilder quando un altro corpo si frappose in mezzo ricevendo la scarica mortale.

“Koji! Maria! Fuggiteee…AAAAAHHHHHHHHHHH!”

Sayaka Yumi fu investita in pieno dalla lingua di fuoco, rimase per un attimo in piedi e poi si accasciò a lato del veicolo che nel frattempo prendeva il volo.

“Koji, dobbiamo aiutarla!” urlò Maria

“Maria, non possiamo fare più nulla per lei ora! Tieniti forte dobbiamo ritornare su Mazinga Z!”

La navicella coi motori al massimo riguadagnò la posizione sopra la testa del robot e dopo un perfetto agganciamento si preparò a fronteggiare l’ultimo combattimento.

L’Imperatore intanto si stava scagliando contro Mazinga bersagliandolo con dardi infuocati che però non arrecavano danni al possente robot, Koji decise di passare al contrattacco ed aprì il fuoco coi raggi congelanti.

La fiammeggiante figura dell’Imperatore fu investita dalla scarica e si trasformò in un blocco carbonioso, con solo gli occhi ancora fiammeggianti. Ormai era finita e fu sufficiente una scarica di “Raggio ciclonico!” per disintegrarlo completamente: la battaglia era finalmente vinta!

Ma non c’era tempo per festeggiare, il Pilder si staccò ancora dalla testa di Mazinga ed atterrò vicino al corpo di Sayaka. La tuta corazzata da combattimento l’aveva protetta in parte dalla terribile fiamma ma le lesioni interne riportate erano troppo gravi ed alla sfortunata ragazza restavano solo pochi minuti di vita.

Koji la sollevò delicatamente levandole il casco mentre Maria le prendeva una mano singhiozzando. Sayaka aprì gli occhi e si sforzò di parlare

“Koji… Maria… ora dovete essere… felici… pro.. promettetelo… Voglio che abbiate quella vita… che... non potrò avere io...”
Koji non riusciva nemmeno a parlare, la sua amica se ne andava piano piano mentre Maria piangeva disperatamente

“Maria… tu devi stargli vicino… altrimenti questo zuccone… si metterà nei guai…”

“Sayaka, no Sayaka! Sayaka non è giusto!” urlò la piccola Maria

“Si Maria… sono felice… di averti salvata… e di averti riportata da Koji… la mia vita… la mia vita per il vostro… amore!”

Il corpo di Sayaka ebbe un fremito, cercò di dire ancora qualche parola ma poi si rilassò del tutto: la giovane pilota aveva combattuto la sua ultima battaglia.


Epilogo

Era ormai passato più di un anno da quell’ultimo scontro ed all’istituto del professor Procton si stava festeggiando. Certo era un posto un po’ strano per un battesimo quello ma del resto era anche l’unico dove, seppur in collegamento subspaziale, avrebbe potuto partecipare anche Actarus con Venusia ed il piccolo Genzo.

Koji e Maria avevano voluto una cerimonia mista, con la presenza di un prete cristiano ed uno scintoista per onorare le tradizioni di tutti i loro amici, infatti se Procton era fedele alla tradizionale religione giapponese il professor Yumi era cristiano, ma questo non impediva che entrambi potessero godersi la festa.

Procton era vicino al suo collega che per la prima volta da quel terribile giorno sembrava tornare a sorridere. Povero Yumi, in quei pochi mesi sembrava essere invecchiato di dieci anni, ma forse adesso avrebbe trovato di nuovo un po' di serenità

I neo genitori entrarono nella sala di controllo dell’istituto dove tutti gli invitati erano assiepati, dal grande schermo Actarus salutò la sorella e Koji che sorrisero un po’ imbarazzati.

Il sacerdote scintoista pronunciò le sue formule bene augurali e fece suonare la campana mentre il quello cristiano scoperchiava il fonte battesimale.

Koji si avvicinò con Maria che reggeva un involto di trine, apertolo ne fece capolino il bel viso di una bambina che dormiva placidamente. Il sacerdote prese la parola e cominciò il rito, al momento di versare l’acqua sul capo della piccola disse

“Io ti battezzo col nome di…” e guardò i genitori nell’attesa di conoscere il nome che avevano scelto per la figlia

“Sayaka!” fu la risposta unanime!
 


 
 



 
  
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