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Autore: loverrrr    21/04/2024    1 recensioni
Edward e James hanno un sogno: diventare avvocati e aprire uno studio insieme. Le loro giornate sono fatte di studio e lavoro, per pagarsi gli studi. Nella loro testa c'è solo una cosa: prendere la laurea. Cosa accadrebbe se l'amore bussasse alle loro porte? Scopriamolo insieme...
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, James, Victoria | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Buona sera, come state? Io ho iniziato a pubblicare una nuova storia, se vi può interessare si chiama “scambio di coppia” e dal titolo penso abbiate capito la trama della storia. È molto simpatica come storia, ma non ci sono scene erotiche perché (lo ammetto) non sono tantissimo brava con le descrizioni di quel tipo. Comunque, tornando a questa storia, siamo arrivati al penultimo capitolo. Volevo ringraziare tutti voi che l’avete letta senza lasciare una recensione, chi l’ha aggiunta alle seguite, le preferite e Raggio di Luna per averla segnalata al sito per le scelte. Questo gesto per ma ha rappresentato tantissimo, grazie di cuore. Vi lascio al capitolo, se vi va alla mia nuova storia e vi aspetto nelle recensioni.



 

 

«Ragazze, noi dobbiamo andare» disse James. 

Victoria lo baciò al volo. «Buona giornata, amore.» 

Bella fece altrettanto con Edward, lasciandogli svariati baci a fior di labbra, dopodiché lo guardò attraversare la strada, desiderosa che arrivasse presto la fine del turno. 

Prima di salutare Edward e di lasciarlo entrare in biblioteca - dove avrebbe passato l’intero lunedì pomeriggio - James gli diede una busta.

Edward la guardò curioso e si chiese cosa vi fosse dentro. Soldi no, di sicuro, e nemmeno bollette o altre cose da pagare. Mentre l’apriva, chiese a James cosa fosse. 

«Sabato prossimo tu e Bella sarete ospiti nella suite del Plaza Hotel. Ho pensato di farvi un piccolo regalo dopo quello che tu hai fatto a me presentandomi Victoria.»

«Grazie, ma non posso accettare. Anche perché in pizzeria come faccio?»

«Ti sostituisco io.»

«Ma dai, no. Così mi metti in imbarazzo.»

«Se non fosse stato per te non avrei mai conosciuto Victoria, te lo devo.»

«Cosa centra? E comunque è merito di Bella, è lei che mi è venuta addosso» precisò Edward.

«Quella ragazza è un vero e proprio uragano» commentò James. 

Edward rise di fronte a quella frase e non poté che dargli ragione.

Quel lunedì a New York il cielo non era coperto da molte nuvole, c’era molta luce solare e l'aria sembrava chiara e limpida.

Bella servì un cliente al tavolo e tornò dietro al bancone. Victoria stava preparando un caffè. Si rivolse a Bella: «James è stupendo, non trovi?»

«E perché, Edward? No dico, parliamone» disse Bella.

«Hai dimenticato che sono anche ricchi» ricordò Victoria, servendo un cliente al bancone.

Bella, che stava lavando alcune tazze, si fermò a riflettere su quella frase detta dalla sua amica. Edward le aveva detto di provenire da una famiglia molto ricca e quando erano andati a cena dai suoi, lo aveva visto con i suoi occhi.

Ma ella non aveva mai pensato, neanche per un momento, alla sua ricchezza.

«Scusami, ma non sono d’accordo e voglio sperare che Edward non pensi una cosa del genere, perché non è affatto vera. Io lo amo per la persona che è, non per i suoi soldi» puntualizzò mentre si puliva le mani sul grembiule.

«Torno subito. Cinque minuti, massimo dieci e sono qui» disse, togliendosi il grembiule.

«Bella, dove vai?»

Bella si precipitò alla Columbia ed entrò in biblioteca, dimenticando che fosse un luogo dove il silenzio era d’obbligo. Cercò con lo sguardo il tavolo dove era seduto Edward e, una volta trovato, lo raggiunse camminando a passo svelto.

«Ti devo parlare» disse con un tono di voce che suggeriva premura.

Edward alzò lo sguardo, sorpreso di vederla, e si preoccupò. L’espressione sul viso di Bella non lasciava trasparire nulla, a parte il tono della sua voce. Edward si alzò. «Bella, tutto bene?» domandò con preoccupazione.

«Edward, io voglio che tu sappia una cosa. Ma non qui, è troppo personale.»

Edward si rivolse al ragazzo prima di seguire Bella fuori dalla biblioteca. «Cos’è succ…»

Lei lo interruppe. «Io ti amo per la persona che sei, con i tuoi pregi e con i tuoi difetti. Non sto con te per i soldi o perché la tua famiglia è altolocata. E non voglio che lo pensi.»

Con un sorriso, Edward le afferrò il viso tra le mani. «Non lo penso affatto, Bella. Lo so che stai con me perché mi ami. Vieni qui» e la baciò teneramente, poi la strinse al suo petto, accarezzando i suoi capelli con movimenti delicati.

«Perché è la verità, Edward. Io ti amo per ciò che sei e non per la tua ricchezza.»

«Ma anche se fossi povero, io sono già ricco. Ho te, che vali più di tutto l’oro del mondo» disse con il cuore che gli batteva a tremila.

Il suono improvviso di un clacson gli ricordò che Marcus lo stava aspettando in biblioteca e, a malincuore, dovette salutare Bella. La ragazza tornò alla caffetteria con il cuore più leggero.

***

«Se non gli piacessi? James, sei sicuro che i tuoi genitori…»

James la guardò con uno sguardo così rassicurante che avrebbe tranquillizzato persino una persona con una pistola puntata alla tempia. Mentre lui era sicuro che la cena sarebbe andata più che alla grande, Victoria temeva che sarebbe stata cacciata di casa.

Ella non immaginava neanche quanto i genitori del ragazzo fossero entusiasti di conoscerla e non ci credette nemmeno quando James la riaccompagnò a casa.

La madre di James, oltre che complimentarsi con lei per la torta di ricotta che aveva portato (la definì squisita e volle anche la ricetta), disse al figlio di non farsi scappare una ragazza così a modo e così graziosa.

Victoria arrossì di fronte a quelle parole; non proveniva di certo da una ricca famiglia di industriali, e la casa dei suoi genitori era grande quanto la cucina e il soggiorno di casa loro messi insieme.

Ma si dovette ricredere sulla famiglia di James e, prima di salire a casa, dopo una dubbia razione di baci, si scusò con lui per aver pensato che i suoi genitori l’avrebbero sicuramente non accettata in famiglia.

***

Erano passate due settimane dalla cena a casa dei genitori di James, e Victoria non aveva mai smesso, nemmeno per un attimo, di raccontare alla sua amica come fosse andata la serata.

Bella era felice per lei, così come lo era anche per sé stessa; le loro vite avevano preso una direzione che non si sarebbero mai aspettate, tutto grazie allo scontro avvenuto tra Bella e Edward.

Le due amiche stavano pranzando prima di rientrare alla caffetteria.

«Perché ridi, Bella?»

«Pensavo all’incontro tra me e Edward, tutto qui» replicò Bella, bevendo un po’ d’acqua.

«È stata una benedizione quell’incontro. Ma non ti dimenticare, cara, che se io non ti avessi mai portata a New York, ora non saremmo felicemente fidanzate» puntualizzò Victoria, come se volesse prendersi tutto il merito della faccenda.

«Anche questo è vero, sì. Sei stata grande, Viky!»

«Uhm, mi stavi raccontando della cena con i genitori di James.»

«Ah sì. Dicevo… sua mamma è una donna veramente fantastica e anche suo padre; devi vedere che persone, ma di una simpatia e cordialità.»

«Come Esme e Carlisle. Mi hanno subito fatta sentire parte della famiglia, e pensa che tra due settimane Esme ci ha invitati nella loro casa a Philadelphia.»

«Io pensavo di invitare sua madre e suo padre a cena, magari potrei farlo quando tu e Edward non ci siete. Cosa ne pensi?»

«Sarebbe un’ottima idea. Basta che poi tu e James non fate cose strane.»

Naturalmente, Bella stava scherzando, ma l’amica non prese affatto quella battuta come tale; bensì diventò tutta rossa sul viso. A Victoria imbarazzava molto parlare di certi argomenti.

«Ecco le nostre principesse» disse Edward, arrivando con James. Andò vicino a Bella e le scroccò un bacio sulla guancia, poi disse: «Ciao amore, quanto ti sono mancato?»

«Mhmm, tanto. E io?»

«Tanto, tanto» disse. «Io e James ci siamo presi qualche minuto di pausa e abbiamo pensato di prendere un caffè con voi.»

«In realtà, tra poco inizio il turno e, più che un caffè, ci vorrebbe un bel bacio» disse James con lo sguardo rivolto verso Victoria.

Ella rimediò all’istante. «Ora va meglio?»

«Sì, molto meglio.» E si baciarono di nuovo.

   
 
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