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Autore: JeanGenie    25/04/2024    0 recensioni
[The Love Hypothesis]
"Non è sicura di essere sveglia. La sua mente è ancora annebbiata. E dov’era quando si è addormentata?"
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Scritta per il gruppo FB "Fondi di Caffè".
Prompt: La stanza
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La Stanza

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A svegliarla è un peso sul petto e il battito accelerato del cuore. Pensieri estemporanei la sommergono. C’è qualcosa di sbagliato.

Il soffitto. Il soffitto è la prima cosa sbagliata. La penombra non è sufficiente a impedirle di vedere. Il soffitto è… strano e sconosciuto. Volta la testa sul cuscino. Non è il suo letto.

Sul mobile basso, un volume di carta. Ma non è antico. Allunga la mano per toccarlo. È lucido. Barbarico.  Un comunicatore piatto e liscio di un modello grezzo e mai visto. E… una lampada. Va bene. La lampada non è troppo strana. Ne ha viste di simili.

Dove sono?

Non è sicura di essere sveglia. La sua mente è ancora annebbiata. E dov’era quando si è addormentata? I motori… i motori della sua… astronave? Un mercantile… 

Una tenda che si muove. E niente stelle, là fuori… Rumori. Voci. E il suono grezzo di motori antiquati.

Cosa?

“Ehi. Buongiorno.”

Lui è lì, nel riquadro della porta. Alto, fermo, inconfondibile. Magnifico e vivo.  E il respiro le trema e si trasforma in voce.

“Ben…?”

“Chi è Ben?” Lui si avvicina sorridendo e le porge una tazza di… caffè? È lui. Non si è sbagliata. È davvero lui. È… 

Adam?

Certo che è Adam. Chi, se non lui? È sveglia. Completamente sveglia. E naturalmente è tutto al suo posto. Ha solo sognato… un po’ troppo. Lui è Adam. Lei si chiama Olive. Stanno insieme da un anno. Passano la vita chinati sui microscopi. Hanno una vita felice e concreta. E le astronavi non esistono. Non c’è lo spazio infinito, lì fuori.

E io sono solo Olive…

Olive prende la tazza e sorseggia il caffè caldo. “Ho fatto un sogno assurdo. Ero una specie di viaggiatrice… c’erano pianeti e stelle… E non riuscivo a svegliarmi.”

“E c’era un certo Ben, nel tuo sogno?” È tranquillo come sempre e la guarda in quel suo modo serio ma tenero.

No. Nessun Ben. Perché lei,  l’altra, lo ha perso. Sì, è stato solo un sogno. E non è stato bello. Deve togliersi di dosso un’idea assurda che non vuole andarsene.

“È strano. Sembrava reale… Era come se…” Si scuote. Non importa. Sono pensieri deliranti. E non andrà di certo a raccontarli ad Adam.

Gli tende la tazza vuota. “Doccia” annuncia, saltando giù dal letto. Lei e Adam vivono di scienza. Non sarà lei a iniziare a parlare di favole e fantasmi. 

Si allunga verso di lui e gli stampa un bacio sulle labbra. Le stelle iniziano a svanire. E anche quel bizzarro dolore onirico. Un dolore che è stato suo per il tempo di un sogno. E che le lascia addosso la profonda e assurda certezza di averlo vissuto davvero, in un’altra vita. 

   
 
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