Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Rohan    03/05/2024    1 recensioni
Long incentrata sulla coppia adolescente Gohan/Videl.
Dal testo:
[«È Great Saiyaman!» esclamò un bambino sui cinque anni indicandolo con sguardo d’ammirazione.
«Ah? Ma dovevo dirlo io!» si lagnò il ragazzo, come se cinque anni li avesse lui.
Videl rise.
Quando Gohan si comportava così non riusciva a trattenersi.
Questo doppio lato della stessa medaglia, fatta da un ragazzo serio e disciplinato, ma al contempo pure infantile e a tratti ridicolo, la facevano davvero impazzire.
«Non dovrebbe essere la tua priorità adesso!» lo riprese scherzosa, sbucando da dietro di lui.]
Genere: Angst, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Però tu fammi una promessa






 



La stanza si riempì di un silenzio assordante, mentre Gohan, sotto shock, non riusciva a proferire parola.
Lo sguardo indagatore della corvina lo stava ferendo come una lama al centro del petto.
Davvero non sapeva chi fosse?

«Tesoro, è Gohan» mormorò Mr. Satan, non sapendo bene come reagire.
Lei fece una smorfia, come se stesse cercando di ricordare. «No, non lo conosco» disse dopo qualche secondo.
Il ragazzo barcollò facendo un passo indietro e inciampò sulla sedia dove era stato seduto fino al suo risveglio. «Cosa stai dicendo?» riuscì solo a mormorare, ferito.
«Okay calmiamoci tutti. Gohan va’ a casa, devi calmarti un po’» disse bonariamente il campione del mondo, cercando di accompagnare il ragazzo verso la porta. «Vedrai che è una cosa temporanea. Appena si farà una bella dormita come si deve tutto tornerà alla normalità» 
Con il cuore in mille pezzi, il ragazzo decise di ascoltare Mr. Satan.
Si stava sentendo impazzire e stare in quella stanza, con lei che lo fissava come uno sconosciuto.
Lo stava massacrando.
Altro che tutto okay come dicevano i dottori, Videl aveva un’amnesia bella e buona.
Chissà cos’altro e chi altri non ricordava, perché suo padre l’aveva riconosciuto subito.

Affranto, uscì dall’ospedale e chiamò la nuvola Speedy per tornare a casa, completamente senza forze per poter tornare volando.
Il viaggio verso casa gli parve durare un’eternità.
Il suo cervello non faceva altro che riproporgli in sequenza le immagini di lei stesa sull’asfalto priva di sensi, poi sul letto d’ospedale e infine il suo sguardo glaciale abbinate a quel “no, non lo conosco”.
Non riusciva a credere che fosse tutto vero, sperava fosse solo un brutto sogno e che presto si sarebbe svegliato, facendo tornare tutto alla normalità.
Facendo tornare lei alla normalità.

Non appena aprì la porta di casa, sua madre gli si fiondò davanti con i pugni stretti sui fianchi e lo sguardo severo. «Mi ha chiamata la scuola! Cos’è questa storia che vai in bagno e non torni più in classe?!» lo aggredì.
Ah già, la scuola…
«Io…» mormorò come in trance. 
«Dove sei stato bighellonare? E cosa ci fai adesso qui?!» 
Evidentemente sua madre non aveva ancora sentito il notiziario.
Senza risponderle prese il telecomando e mise il primo canale che trasmetteva le notizie giornaliere.
Ecco, infatti.
“La figlia del campione vittima di un incidente”
Chichi si portò una mano davanti alla bocca, spalancando gli occhi.
«Oh mio Dio…» riuscì solo a mormorare andando ad abbracciare il figlio che, distrutto, si era seduto sul divano davanti lo schermo.
«Si è svegliata, sta bene… diciamo» la rassicurò.
Con un sospiro di sollievo Chichi gli si sedette accanto e gli sorrise apprensiva. «Ti sarai preso un bello spavento» gli disse sorridendogli amorevolmente.
Chi meglio di lei conosceva l’angoscia di sapere in pericolo la persona amata.
«Già… c’è stata una rapina e si è messa ad inseguire uno dei rapinatori. Avrei dovuto acciuffarlo io, è tutta colpa mia» mormorò tenendosi la testa fra le mani. «E adesso lei mi odia così tanto che il suo cervello le ha fatto dimenticare chi sono» concluse.
Sì, era questa la sua conclusione.
Non c’era altra spiegazione secondo lui.
Se avesse riconosciuto tutti tranne lui, il problema era sicuramente quello.
D’altronde la capiva.
Anche lui si odiava e si incolpava per quanto accaduto.

«Che stai dicendo tesoro?» chiese Chichi allarmata.
Troppo spesso suo figlio si incolpava se qualcuno si faceva del male in sua presenza.
Pensava sempre di poter salvare e proteggere chiunque, ma era un essere umano anche lui, anche se con poteri straordinari.

«Quando si è svegliata, ha riconosciuto suo papà, ma non me. Dice di non sapere chi io sia» sussurrò sentendo gli occhi pizzicare.
Stava accumulando troppe emozioni negative in una sola mattinata, si sentiva impazzire.
«Vedrai che tutto si sistemerà, non preoccuparti. Probabilmente dopo una bella dormita ricorderà tutto di nuovo» lo rassicurò.
Gohan sorrise amaramente.
Le stesse parole di Mr. Satan.
Ci sperò con tutto il cuore, poi posò le spalle sullo schienale del divano e chiuse gli occhi.
La testa martellava incessantemente da ore, si sentiva sfinito.
Sperò ancora che fosse un brutto sogno, mentre la madre gli accarezzava i capelli corvini per tranquillizzarlo un po’.
Aveva solo 18 anni, era ancora un bambino.
Si caricava così tanto di responsabilità, ma ad un certo punto crollava pure lui.
Si addormentò nonostante fosse appena mezzogiorno, rassicurato dalle carezze della madre.



































Angolo dell'autrice:

Salve a tutti, eccoci qui!
Questo capitolo è più breve degli altri, ma spero si capisca la frustrazione di Gohan di fronte all'amnesia di Videl.
Non ha fatto praticamente niente, come spesso accade (o almeno a me accade) quando c'è una notizia che ti shocka.
Fuori non fai niente, ma dentro è come se stessi impazzendo.
E niente, spero vi piaciucchi.
A presto!


-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Rohan