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Autore: Schwarzfreiheit    20/09/2009    6 recensioni
...Semplicemente una storia...Romantica, a tratti divertente (spero n_n') " ... qualcosa che nemmeno il ragazzo riusciva a decifrare : si sentiva irrequieto, come se ci fosse qualcosa che non riusciva a mettere a fuoco e ciò lo infastidiva... ... Lui desiderava solo cose concrete, cose che si potessero guardare e toccare..." ... Avrebbe mai capito che ciò che sfuggiva avrebbe potuto essere infinitamente più importante?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Periwinkle Eyes Changed My Life cap. 1 un risveglio fastidioso
<<  Tom! Ma sei proprio uno stronzo!  >>.
Bill si stava massaggiando il naso, quello stesso naso su cui aveva sbattuto la porta del bagno un istante prima, dato che il suddetto fratello stronzo, non aveva avuto la gentilezza di tenerla aperta.
<<  Bill … Che cazzo … Mi sono appena alzato dal letto, sto ancora dormendo! Non puoi stressarmi così di prima mattina …  >>.
Mugugnò Tom arricciando il naso, scalzo e con addosso solo un paio di boxer attillati, girati al contrario, i rasta più scomposti del solito, mentre si trascinava in giro per la stanza comune, dove si ritrovavano tutti assieme.
<<  Ti faccio notare Tom, che sono le due del pomeriggio, quindi, definirla mattina mi sembra un tantino inappropriato  >>.
La risatina di giocoso scherno di Gustav, fu accolta da un’ espressione torva del rasta.
<<  Non fai ridere nessuno, Wolf …  >>. Disse acido.
Il batterista alzò gli occhi al cielo e si alzò con uno scatto nervoso delle gambe, cambiando direttamente stanza.

Entrambi i Kaulitz sapevano essere odiosi ed insopportabili appena alzati, ma Tom sapeva essere addirittura perfido fino a rasentare il sadismo : sapeva quanto l’ amico odiasse sentirsi chiamare in quel modo, e ne traeva un piacere quasi fisico nel farlo arrabbiare.
-  Piacere fisico …  - . Sogghignò fra sé e sé il rasta.
-  Dovrei averne quasi la nausea …  - .
La notte appena passata, per quanto condita di alcool in dosi decisamente al di sopra della norma, se la ricordava piuttosto bene e un ghigno sbilenco, che mostrava tutta la sua soddisfazione, apparve sul suo volto.
Georg, notando quella sorniona espressione lasciva, si guardò bene dall’ impicciarsi, le notti brave di Tom erano un argomento che andava preso con le molle, e bisognava usare le dovute precauzioni anche quando era il ragazzo stesso ad intavolare il discorso, che non doveva mai andare oltre alle descrizioni più o meno particolareggiate delle prestazioni proprie e soprattutto dell’ ultima preda caduta nella sua trappola, che il biondo decideva di condividere generosamente con loro e di cui loro avrebbero spesso fatto anche a meno.
Quando poi, come in questo momento, era presente Bill, era decisamente meglio lasciar cadere il discorso o  lasciare che se la vedessero tra di loro …
-  … Si scannassero pure … Abbiamo cose ben più importanti a cui pensare … Dio, sono degli idioti … Tom in primis …  -.
Tra poco sarebbe cominciato il seppur breve tour per concludere gli impegni presi, prima di partire alla volta di Los Angeles per la registrazione del nuovo album, questo significava diversi giorni su un tourbus che avrebbero dovuto condividere in armonia, o per lo meno provarci …
Iniziare un’ esperienza del genere già tutti incazzati  l’ uno con l’ altro, poteva non essere una buona idea, cosa che Tom sembrava voler ignorare.
Infatti stava già irritando Bill e Gustav.
Georg decise di evitarsi quella fine e di seguire l’ esempio dell’ amico prima di essere coinvolto, spostando semplicemente le sue attività che, in quel momento, erano ridotte al minimo : stava infatti sfogliando, senza interesse alcuno, una rivista trovata su un tavolino; poteva farlo benissimo da qualunque altra parte …
All’ idea di una discussione tra Kaulitz, soprattutto tra un Kaulitz preoccupato ed un Kaulitz ancora assonnato e con poca voglia di svegliarsi, pensò che gli sarebbe andato benissimo anche il bagno, in effetti.

Cosi’ i due gemelli si ritrovarono ben presto da soli …
-  Begli amici …  -  Pensò il moro  -  Dovrebbero stare qui a spalleggiarmi, a cercare di aiutarmi ad inculcare un po’ di buon senso in questa testaccia dura di mio fratello …  -.
-  Begli amici …  -  Pensò il biondo  -  Dovrebbero restare con me e aiutarmi a convincere questa zucca vuota di mio fratello che un po’ di sano divertimento ogni tanto, non ha mai ucciso nessuno …  -.
Gemelli anche nel pensiero.
Se fossero stati dell’ umore adatto ne avrebbero sorriso.
Fatto stava che non lo fossero.

Bill abbandonò il suo cipiglio e si rivolse al fratello col tono decisamente più mogio di quello avuto fino ad un istante prima.
-  E infinitamente più lagnoso …  -  Pensò Tom.
<<  Tomi … Dovresti darti una calmata, sai ?  >>.
Bill tese una mano davanti a sé per bloccare il fiume di parole che lo avrebbe altrimenti investito.
Era una sua prerogativa quella di asfissiare tutti con una parlantina assai sciolta ma, se si trattava di difendere il suo stile di vita o di maltrattare qualcuno, quel tratto caratteriale si palesava perfettamente anche in Tom.
<<  Sì, sì, lo so …  >> Disse ora Bill.
<<  So che un po’ di sano divertimento non ha mai fatto male a nessuno, che dovrei rilassarmi, che secondo te faccio troppo il prezioso e che sarei infinitamente più felice se … Ehm … Diciamo … Mi dessi più da fare … Ma, forse, tu potresti ammettere di essere un tantino esagerato, potresti ammettere che, forse, potresti evitare di cambiare una ragazza per sera di cui poi non ti ricordi non solo il nome, ma nemmeno la faccia, potresti ammettere che, in fondo, non ho poi così torto ad aspettare, a pretendere qualcosa di più … … …   >>.
Bill era partito per la tangente, nessuno poteva più arginare il fiume in piena del suo monologo.
Tom si era perso alla seconda frase, il mal di testa, che si ingigantiva in maniera esponenziale alle parole di Bill, cominciava ad innervosirlo, così chiuse ogni via d’ accesso al suo povero cervello ancora addormentato e restò lì con aria inebetita a guardare suo fratello muovere freneticamente le labbra senza avere la benchè minima idea di cosa stesse dicendo.
-   Bla, bla bla … Chissà dove sono le aspirine … Forse dovrei chiamare e farmene portare qualcuna … E anche garze e cerotti … Magari riesco a tappare la bocca di questo rompipalle almeno per dieci secondi …  -.
<<   Ma mi stai ascoltando?  >>.
Tom percepì a mala pena queste ultime parole, giusto per annuire distrattamente al gemello che lasciò cadere elegantemente la mandibola di qualche centimetro per poi ricomporsi, passarsi una mano perfettamente curata tra i lunghi capelli ed esclamare rassegnato.
<<   No … Non hai ascoltato nemmeno mezza parola di quello che ti ho detto … Ma mi chiedo perché ancora me la prendo, lo fai sempre! Non mi ascolti mai …  >>.
<<  Ok ! Adesso basta cazzate Bill!  >>.  Lo interruppe bruscamente il rasta.
<<  E’ vero, non ti stavo ascoltando! Ho un fottuto mal di testa che mi assilla, e il tuo blaterare non mi aiuta !  >>.
Si voltò di scatto dirigendosi verso la porta ben deciso ad interrompere quella fastidiosa conversazione e ad andarsene in camera sua, chiamare il servizio in camera per farsi portare del caffè nero, qualcosa da mangiare e delle pastiglie per il mal di testa.
Ma anche senza vederlo, voltandogli la schiena, sapeva di aver offeso Bill e non lo sopportò, così cercò di trovare qualcosa da dire che potesse mitigare un po’ l’ effetto delle sue parole.
L’ unica cosa che gli venne in mente era la pura e semplice verità.
Già con la mano sulla maniglia, si fermò un istante.
<<  E … Bill?  >>.
<<  Sì?  >>. Rispose  mogio il ragazzo alle sue spalle.
<<  Per la cronaca … Non è vero che non ti ascolto mai …  >>.
Fece per uscire e richiudersi la porta alle spalle.
<<  Tom?  >>.
Si bloccò.
<<  Per la cronaca … Lo so …  >>.
Gli stessi due sorrisi, su due stessi volti, nello stesso istante.
La porta si richiuse alle spalle del rasta.

Tom si tirò a fatica lungo il corridoio verso la sua stanza, strascinando i piedi scalzi sulla morbida moquette rosso cupo.
Lo stesso colore della lingerie della “signorina” che lo aveva intrattenuto premurosamente la notte prima.
-   Dev’ essere questo il motivo per cui la tipa ha lasciato i  suoi slip questa mattina, non li avrà visti … O forse voleva semplicemente lasciarmi un ricordino, nella speranza che la richiami …  -.
Ghignò il rasta entrando nella sua suite.
-   Speranza vana mia cara …  - . Si passò una mano sul viso.  
-   … Non mi ricordo nemmeno il tuo nome o la tua faccia … Vagamente il tuo sedere, da urlo se non ricordo male, ma la tua faccia … Proprio no, mi dispiace …  -.
Esplose in una risata che rivelava quanto poco gli dispiacesse, in realtà.
Ma l’ ignara sconosciuta a cui quell’ indifferenza era riservata, ebbe la sua piccola rivincita : a quella risata un lampo di acuto dolore attraversò la testa del ragazzo che, lasciandosi andare ad una serie di bassi borbottii decisamente poco eleganti, chiamò il servizio in camera.
Non attese quasi che la voce, affabile e professionale gli rispondesse, all’ altro capo del telefono, per berciare.
<<  Caffè molto forte e analgesici, subito. Stanza 467  >>.
Chiuse la chiamata senza aggiungere altro e si diresse nella stanza da bagno, entrando nella doccia con passo lento e misurato.
Al contatto del piede nudo sulle fredde piastrelle della doccia, un pensiero decisamente lascivo si impossessò di lui : sarebbe stato gradevole appoggiarvici la schiena di una ragazza, accaldata dalle sue carezze, e sentire il fremito della sua pelle al contatto freddo con le piastrelle.
Desiderò che la cameriera fosse sexy e disponibile e si dilungò nella preparazione  per potersene accertare di persona.
Poco dopo bussarono e lui impostò la sua voce in modalità decisamente sensuale, mentre faceva scivolare tra le sue labbra un <<  Avanti  >> assolutamente invitante.
Tono che mutò improvvisamente quando vide entrare un cameriere.
Maschio.
Gli fece un cenno infastidito di posare tutto sul tavolino ed andarsene, poi si buttò sotto il getto d’ acqua calda ripromettendosi di richiedere una cameriera, donna, la prossima volta.
Fece la doccia in fretta, se non altro per evitare che il caffè si raffreddasse troppo e, presto, si ritrovò stravaccato sull’ enorme divano, sorseggiando il caffè ancora accettabilmente caldo ed ingoiando un paio di analgesici, girando svogliatamente canale alla tv, senza vedere davvero nessuna delle immagini che passavano sull’ enorme schermo al plasma.

<<  Tom ! TOOOOOOOMIIIIIIIII ! Spero tu sia pronto ! Il sistema nervoso di David minaccia un serio tracollo … Credo che faremmo meglio a sbrigarci!  >>.
Praticamente sbraitando queste parole, Bill si era  catapultato, con tutta la grazia possibile e che ci si  aspettava da un‘ icona di eleganza e stile quale lui era, nella stanza del suo adorato gemello che versava  ancora in stato semi-comatoso sul divano; non aveva più i boxer alla rovescia, ma la situazione non era cambiata molto : adesso aveva buttato addosso un accappatoio di cui non si era nemmeno curato di allacciare la cintura.
Bill alzò gli occhi al cielo soffocando in uno sbuffo esasperato il fiume di rimproveri che aveva sentito salirgli alle labbra.
Non che lo scandalizzasse il poco pudore del fratello, ma la sua assoluta mancanza di eleganza e delicatezza verso il resto del mondo un po’ lo irritava.
Era forse chiedere troppo che si mettesse addosso qualcosa di decente?
Si diresse verso i bagagli del fratello che, per intercessione di una qualche volontà divina, aveva avuto la decenza di preparare la sera precedente, prima di dedicarsi ai suoi svaghi personali. Evidentemente anche Bill ogni tanto sbagliava : forse un po’ di sale, in quella zucca piena solo di ormoni in subbuglio, era rimasto.
-  … Ormoni in subbuglio  -.
Pensò soffiandosi via una ciocca di capelli che, incautamente era scivolata fuori posto e adesso gli ricadeva dispettosamente sugli occhi.
-  Dati i ritmi di Tom i suoi ormoni dovrebbero essere occupati in un sit in di protesta contro lo sfruttamento!  -.
Aprì la valigia di Tom sotto lo sguardo assente del gemello, ne estrasse un paio di pantaloni
( scegliendo proprio quelli sul fondo, un paio che gli aveva regalato lui e che il rasta non amava indossare ritenendoli troppo attillati,quando in realtà erano semplicemente adatti alla sua taglia) e una maglietta, la meno enorme che gli riuscì di scovare, boxer, calzini, cappello e fascia e gettò tutto in faccia al fratello che con uno sbuffo fin troppo simile a quello che era sfuggito a Bill poco prima, li afferrò e con gesti automatici cominciò a vestirsi.
Bill nel frattempo aveva chiamato Georg e Gustav per aiutarlo a portare nella hall i bagagli di Tom.
 -   Col cavolo che ti lascio la possibilità di cambiarti i pantaloni!  -.
Pensò con un ghigno divertito, poi si diresse alla porta lasciando Tom con uno sbrigativo
<<  Cerca di fare in fretta !  >>.
Tom non capiva il motivo di quel sorrisetto nella voce del fratello, ma lo capì presto, dopo aver infilato, incontrando fin troppe difficoltà, una gamba dentro i jeans.

<<  BILL! COL CAZZO CHE IO ESCO CON QUESTI COSI ADDOSSO!  >>.
L’ arrivo del rasta furioso, annunciato da quell’ urlo inferocito, era stato accolto da un coro di risatine, soffocate nell’ intento di non provocare ulteriormente le ire del ragazzo e da un’ espressione angelica del volto del moro, che lo osservava con uno scintillio divertito infondo ai dolci occhi nocciola.
<<  E non guardarmi in quel modo! Puoi anche far fesse quelle poverette decerebrate che ti muoiono dietro, ma A ME non la dai a bere … IO lo vedo benissimo quello sguardo sadico dietro la tua espressione da cucciolo … Dammi la mia valigia! Ho un’ immagine da difendere, IO!  >>.
Bill, non riuscendo più a trattenersi, scoppiò in una deliziosa, cristallina, grande risata.
<<  Mi dispiace tanto per la tua immagine Tomi, ma non c’è tempo … Inoltre le nostre valige sono già state caricate nel portabagagli …  >>.
<<  Non me ne frega un cazzo! Voglio la mia valigia ADESSO!  >>.
Il biondo era decisamente alterato il che aumentava la sua natura dittatoriale, gli occhi fiammeggianti lanciavano fuoco e fiamme tutto intorno a lui, guardava chiunque gli capitasse a tiro come se volesse incenerirlo.
Ma il ragazzo non aveva fatto i conti con il loro manager che era, effettivamente, refrattario a qualsivoglia sguardo di qualsivoglia genere.

No, non era vero, più di una volta si era lasciato convincere da certi sguardi di Bill, del resto quel ragazzo sarebbe stato in grado di sciogliere persino un iceberg e, qualche volta, persino da alcuni sguardi di Tom, ma quel pomeriggio, aveva una dannata fretta, erano dannatamente in ritardo, dovevano fare una dannata intervista radiofonica e poi una dannata riunione per definire gli ultimi dettagli riguardanti la dannata ed imminente partenza del breve, ma importante tour.
Stava andando tutto dannatamente male.
<<  Sono le sedici e quindici minuti esatti  >>.
Stava dicendo adesso David.
<<  L’ intervista è prevista per le  diciassette precise, durerà poco più di mezz’ ora e poi avremo meno di venti minuti per arrivare alla Universal per la riunione delle diciassette e cinquanta … Con un po’ di fortuna e molta concentrazione e zero perdite di tempo, dovremmo riuscire a fare tutto entro gli orari stabiliti … Per cui, mi raccomando, ragazzi, sangue freddo e disciplina …  >>.
Alzò gli occhi al cielo davanti alle facce dei quattro giovani :
Gustav e Georg avevano la solita espressione rassicurante dell’ “ andrà tutto bene” che veniva subitamente vanificata dalle due diverse espressioni dei gemelli.
Bill lo guardava con una faccina totalmente sbigottita, quella che diceva : “  Ehy, non starai mica dando la colpa a me, vero? “ , credendo di riuscire a far dimenticare a David che era proprio lui quello che non riusciva a dire di no ad una fan che implorava un suo sorriso o un istante del suo tempo.
E quel giorno di tempo non ne avevano affatto.
Tom aveva la sua solita aria da : "Ti-prego-David-datti-una-calmata-e-soprattuto-non-mi-rompere-le-palle ” che non lo consolava affatto.
Rassegnato ma ancora deciso a rispettare la tabella di marcia della giornata David proseguì.
<<  Capisco che chiedervi della disciplina sia qualcosa di  praticamente inconcepibile e
assurdo  >>.
E con un sorrisetto tirato al bassista e al batterista che gli avevano rivolto uno sguardo accigliato, fece capire loro che non erano i diretti interessati di quella particolare ramanzina.
I due tornarono ai fatti propri decisamente rasserenati.
<<  Ma è esattamente quello che pretendo da voi, e so che potete darmela … Forse questa non è una giornata perfetta per qualcuno di voi  >> Disse fulminando con lo sguardo Tom.
<<   Ma so che siete dei professionisti e che non mi deluderete!  >>.
Lusingarli gli era sembrata l’ ultima risorsa per fare breccia nei due Kaulitz : aveva ripiegato diverse volte su quell’ estrema soluzione ed aveva funzionato sempre abbastanza bene.
Sperò che il miracolo si ripetesse anche quel giorno.
Bill infatti, punto sul vivo, aveva prontamente risposto con la voce orgogliosa di un bimbo che ha appena finito di recitare la poesia in piedi sulla seggiola davanti a tutti i famigliari, la notte di
Natale.
<<  Certo che siamo dei professionisti, e ci comporteremo come tali! Come sempre, del resto, vero Tomi?  >>.
Il rasta rispose con un grugnito poco interessato.
David pensò che la parola “ sempre” fosse un po’ troppo, soprattutto se si riferiva a loro, soprattutto detta dalle labbra di Bill, ma doveva anche ammettere che quei ragazzi erano, effettivamente, dei professionisti.
Ma erano pur sempre molto giovani e qualche volta sbagliavano.
Nulla di irrecuperabile, comunque, almeno fino ad allora.
Grazie al cielo.

David stava rilassando le spalle contro il morbido sedile di pelle dell’ auto, pensando in maniera molto vaga ed utopistica che, forse, avrebbe potuto rilassarsi per qualche minuto, quando vide Tom prendere fiato per dire qualcosa e la sua speranza, per altro già molto labile, andò a farsi benedire.
<<  Io con questi pantaloni non metto piede fuori dalla macchina  >>.
Bill, deciso a non farsi maltrattare dal fratello più di quanto non avesse già fatto quel giorno, più di quanto, effettivamente, avesse fatto nell' ultimo periodo, si voltò con espressione offesa.
<<  Cavoli Tom! Bel ringraziamento! Ed io che li ho scelti con tanta cura per te!  >>.
<<  Se li avessi scelti con cura PER ME avresti tenuto conto, CON CURA, che non è certo il mio stile, questo … Forse stavi avendo cura DI TE …  >>.
Gli sbraitò in faccia Tom.
Bill si sentì ferito dall’ acredine che sentì palese nella voce del fratello : aveva davvero pensato che sarebbero stati bene a Tom e non si aspettava tutto quell’ astio.
<<  Sai cosa? Per quello che mi riguarda, te li puoi anche levare, gettarli dal finestrino e girare in boxer, se preferisci!  >>.
Esclamò, una nota vagamente, pericolosamente, isterica nella bella voce.

L’ ennesimo dramma made in Kaulitz si era scatenato.

David cercò di metterci una pezza : l’ abitacolo della macchina, per quanto spazioso, era decisamente troppo piccolo per contenere una cosa del genere.
<<  Bill, dai, non te la prendere, i jeans sono belli e tu lo sai come è fatto tuo fratello …  >>.
<<  No, non lo sa … Se lo avesse saputo, avrebbe saputo anche che non mi sarebbero
piaciuti …  >>.  Disse il rasta a denti stretti.
Un’ occhiata a metà tra l’ offeso e l’ addolorato di Bill a David, spinse quest’ ultimo a rivolgersi direttamente a Tom.
<<  Ok, adesso BASTA Tom ! Mi sembra che tu sia fin troppo di malumore oggi e, sinceramente, non credo che sia solo per via dei jeans, sebbene non mi sia data la divina capacità di capire che cosa cazzo ti prenda in questo ultimo periodo, cosa che gradirei saper fare … Non ci saranno foto e, comunque, le fan che sicuramente vi aspetteranno sotto la sede della radio ti adoreranno ugualmente, e tu lo sai … Quindi, qualsiasi sia il motivo di questo tuo atteggiamento più indisponente del solito, vedi di metterlo a tacere e di comportarti come un essere umano, almeno per un po'! Almeno per il tempo necessario di lasciar illudere chi non ti conosce, che tu lo sia veramente!  >>.
Tom aprì la bocca per ribattere, ma l’ espressione torva dell’ uomo, lo costrinse a tacere; si voltò silenzioso verso il finestrino deciso a non aprire più bocca, perdendosi nei suoi pensieri.

<<  David ha ragione … Le mie fan mi adoreranno anche così, anzi! Per loro sarà un piacevole diversivo su cui spettegolare con le amiche … Di cosa cazzo mi preoccupo?  >>.
Ma David, senza volerlo, aveva toccato un’ altro nervo scoperto; qualcosa che nemmeno il ragazzo riusciva a decifrare : si sentiva irrequieto, come se ci fosse qualcosa che non riusciva a mettere a fuoco e ciò lo infastidiva.
Era Bill quello che amava le cose effimere, lui desiderava solo cose concrete, cose che si potessero guardare e toccare.
Cose di cui godere in maniera molto carnale e poco mentale.


Primo capitolo, e il vuoto totale su quello che potrei dire ...
E allora non dico nulla...
Spero che, chi lo dovesse incontrare girellando su EFP e decidesse di soffermarvisi, decida anche di farmi sapere cosa ne pensa!
A presto! n___n ... Nana.
P.S. Chiedo scusa per i titoli dei capitoli ... non riesco mai a deciderne di decenti! =___=''' (X°D!)
   
 
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