5° classificata al
contest
indetto da hotaru sul forum di efp questo
è il link della discussione. E questo
è il giudizio:
5° CLASSIFICATA
“Ramen” di
A_DaRk_FeNnEr
“Ogni persona
è un
abisso, vengono le vertigini a guardarci dentro”.
Grammatica e lessico:
8.5
Stile: 8
Trattazione della
frase: 10
Originalità: 9.5
Opinione personale del
giudice: 4
Totale: 40
Qualche svista, tipo
parole che non c’entravano e una discordanza verbale, ma nel
complesso
corretta; anche se ti consiglio di rileggere l’ultima parte
per sistemarla un
po’.
L’idea di base
è
davvero originale, quasi spiazzante. Fai delle osservazioni davvero
perspicaci
riguardo i “colori delle persone”, e per questo hai
ottenuto il massimo nella
trattazione della frase.
Lo stile è semplice
e
chiaro- forse in qualche punto un po’ troppo- adatto a
rendere i pensieri di
chi narra la vicenda dal proprio punto di vista, come delle
osservazioni che si
susseguono una dopo l’altra.
Forse il
“cambiamento”
di Sai è un po’ frettoloso, comunque ti faccio i
complimenti per una storia che
ha i suoi siparietti comici e delle parti così profonde e
sincere da far
rabbrividire chi legge.
Note
dell'Autrice: questa shot è una
“rivisitazione” del cambiamento
di Sai. Si potrebbe collocare in un ipotetico lasso di tempo tra la
formazione
del team Naruto-Sakura-Sai-Yamato e la missione per il recupero di
Sasuke. Solo
alcune note:
-Io sono una fan
accanita del Sasunaru,
infatti il mio è uno shonen-ai giusto giusto appena
accennato tra Naruto e Sai.
In effetti, lo si potrebbe vedere come semplice amicizia, ma ognuno
può
decidere a sua discrezione.
-Il nome Zenchiko
l’ho inventato io, dovrebbe
stare a significare “ragazza onnisciente” o
“ragazza dell’onniscienza”
(Zenchi=onniscienza, ko=ragazza)
-Per ulteriori
informazioni sui diversi tipi
di ramen nel caso non vi fidaste della mia descrizione qui trovate
info
interessanti, anche se in inglese
-In questo contest
dovevo scegliere una frase
di film che avrebbe dovuto fare da sfondo alla storia, la mia
è questa: “ogni
persona è un abisso, vengono le vertigini a guardarci
dentro.”
Nient’altro
da dire:enjoy it!!
RAMEN
Konhoa questa mattina
è così calma da non
sembrare nemmeno un villaggio di shinobi. Sarà
l’aria primaverile che,
portando con sé ondate di petali di ciliegio, si intrufola
tanto tra i piccoli
studenti dell’accademia quanto tra i jonin in ritorno da
qualche missione; sarà
l’allegria contagiosa del cuoco dell’ Ichiraku, che
oggi, per festeggiare il
compleanno Ayame, fa pagare il ramen a metà prezzo;
sarà che oggi tutti sono
così maledettamente felici.
Ecco, è in
queste giornate che mi manca
l’essere viva, il fare parte di tutto questo.
Sì,
perché io sono morta.
Non so
com’è successo di preciso, almeno io
non lo ricordo.
Ricordo solo che
quando ho riaperto gli
occhi, mi sono ritrovata nello stesso identico luogo nel quale li avevo
chiusi.
Forse non
c’era posto per me, nell’Altro
Mondo.
Il fatto strano
è che, da quando sono morta,
ho scoperto un’ abilità che non sapevo di
possedere.
Penso si possa
definire tranquillamente onniscienza.
Ironico, non trovate?
Quando guardo una
persona, io vedo dentro di
lei.
In senso metaforico,
ovviamente.
Vedo il loro vero
essere, le loro emozioni.
Mi scorrono davanti
senza sosta, ed appaiono
ai miei occhi come scintille ed esplosioni di colori.
Per una sedicenne,
all’inizio è sconcertante.
Come lo sarebbe per chiunque, in effetti.
Ormai, ho
“visto” quasi ogni abitante di
Konhoa.
Sono tutti stipati
nella mia memoria, come
gli schedari di un ospedale.
Ho imparato alcune
cose molto importanti cosa
grazie all’onniscienza.
Nessuno dimostra
sempre ciò che prova
davvero.
Nessuno dice sempre
quello che pensa.
Nessuno è
sempre lo stesso tipo di persona
con tutti.
Nessuno sa reprimere i
propri sentimenti del
tutto.
Non lo sopporto.
Odio questa maschera,
questa vile
superficialità.
Sono, siamo
così deboli, così
insignificanti…
Vedere tutto questo
ogni giorno, mi ha
convinta che la mia razza sia noiosa e squallida.
Infatti, nessuno ha
segreti per me.
Quasi nessuno.
Ultimamente, infatti,
due ninja in
particolare hanno attirato la mia attenzione.
Eccoli lì,
che arrivano dal palazzo
dell’hokage.
Naruto Uzumaki. Il suo
vero essere è di un
arancione talmente sfolgorante da ferire gli occhi, anche se sovente
acquista
inquietanti sfumature vermiglie. Ma è un colore puro,
talmente puro da apparire
irreale.
E poi lui.
Sai.
La mia sfida
personale…
Il buio.
Ecco ciò
che ho visto in lui.
Ma non era il grigio
che incontravo nelle
anime infelici o in quelle malvagie, era un nero profondo, che
rifletteva tutto
come se fosse stato lucido.
Il nero è
l’assenza di colore.
Per un attimo ho avuto
paura, poi mi sono
concentrata su suo viso, per distrarmi da quella visione.
I suoi capelli neri, i
suoi occhi
inespressivi, persino la sua pelle cerea, riflettevano quel buio.
Anzi, quel vuoto,
per chiamarlo con il
suo nome.
Non avevo mai visto
nulla di simile.
Ho avuto sincero
terrore di quel nulla.
Poi, la
curiosità, e lo stupore hanno preso
il sopravvento.
Sai era diretto,
sincero, distaccato.
Perfetto, insomma.
E che improbabile
accoppiata formava con
Naruto!
“Tu,
mi dai sui nervi .”
“Perché?”
“Quel
sorrisetto che hai stampato in
faccia… Mi da fastidio.”
“Perché?”
“E
smettila con questi perché!!! Sembri un
bambino!”
“No,
credimi, a differenza tua io ho
qualcosa in più rispetto ad un bambino..."
“SAI!!!”
La perfezione
incarnata, affiancata ad un
fulgido esempio di incoscienza e totale mancanza di controllo di
sé.
Ad uno studio
più accurato della sua anima,
ho scoperto che le sue emozioni erano state sigillate da possenti
catene,
formate grazie alla repressione impietosa di tutto ciò che
è propriamente umano.
Era tremendamente
affascinante.
Ora li seguo, per
tuffarmi ancora un po’ nella
visione di questa assurda coppia di ninja.
Naruto cammina
nervoso, ed io intravedo
chiaramente il fastidio provocatogli dalla presenza stessa di Sai, che
lo
guarda sorridendo.
Il fastidio di Naruto
è color giallo
pungente, e vibra in tutto il suo corpo, mentre il sorriso di Sai
è
trasparente, meravigliosamente vuoto.
“Perché
a Tsunade-baa chan è venuta
un’idea così stupida? Cosa diavolo spera di
ottenere?!”
“Perché vuole che io e te diventiamo veri compagni
di squadra…”
“E obbligarmi a mangiare il ramen con te dovrebbe servire
allo scopo?”
“Credimi, nemmeno a me entusiasma l’idea di passare
tutto il pomeriggio con uno
che apparentemente non ha il pis-“
“Piantala! Ma tu pensi solo a quello?!?”
Ora il giallo è aumentato di intensità,
e minaccia di trasformarsi in
qualcosa di molto peggiore.
Camminano verso l’Ichiraku, o meglio, Naruto marcia con i
pugni serrati,
tentando di seminare Sai, che lo segue senza alcuno sforzo.
L’Uzumaki sposta nervosamente le tende di stoffa, e si siede
di peso su una
delle sedie accanto al bancone, incrociando le braccia e sbuffando come
una
locomotiva.
Sai si siede compostamente e guarda Naruto sorridendo.
“Ordiniamo?”
“Mpf…”
“Come devo interpretare il tuo verso?”
“Guarda la mia faccia e risponditi da solo.”
“…”
“…”
“Non capisco…”
“Cosa c’è da capire?”
“La risposta…Come farei a comprenderla dalla tua
faccia?”
“…Scherzi vero?”
“No, non so come si fa…”
Vedo chiaramente la costernazione di Naruto, di un colore indefinibile,
che
copre per un momento tutto il resto, inondando la sua mente.
Sbatte le palpebre e fa per dire qualcosa, ma non ha idea di cosa
ribattere a
quell’affermazione che suona molto come una presa in giro ma
che, ne è sicuro,
non lo è affatto.
Teuchi intanto fa la sua comparsa da dietro il bancone.
“Salve Naruto! È un po’ che non
vieni a trovarmi! Il solito?”
“Sì, grazie…”
“E per il tuo amico?”
“Non è un mio
amico…”
Teuchi si zittisce, sorpreso dalla risposta secca di Naruto.
Poverino, mi fa quasi pena.
“O-Okay…”
“Cosa mi consigli, Naruto?”
“Scusa?”
“Il ramen… Io non l’ho mai mangiato, non
ho idea di cosa ordinare.”
“Ah…”
Naruto lo osserva e soppesa la sua espressione, o meglio, la sua
mancanza di
espressione, ed il giallo, lentamente sbiadisce e lascia il posto ad un
azzurro
indecisione.
Il silenzio continua e si fa pesante, mentre Naruto riflette.
Teuchi lo osserva stranito, non avendo mai visto Naruto in
difficoltà
nell’ordinare il suo ramen.
“Uno al miso e uno shio!!”
Naruto esclama queste parole con forza, rompendo improvvisamente il
silenzio e
facendo sobbalzare persino me.
Teuchi scuote la testa rassegnato ed inizia a cucinare, domandandosi
cosa mai
fosse successo negli ultimi tempi al suo cliente numero uno.
Sai lo osserva inespressivo, ma leggermente curioso.
Non è certo cosa da tutti i giorni…
Il fatto che io possa godermi questa scena senza essere vista
è uno dei
vantaggi di essere morta.
“Credi che quello shio sia il tipo di ramen adatto a
me?”
“Decisamente.”
“Perché?”
“Te l’ho già detto che sembri un bambino
quando fai così?”
“E io te l’ho già detto che a
diff-”
“HO CAPITO!! Lasciamo stare okay?”
“Non hai risposto alla mia domanda…”
Naruto respira profondamente e la sua mente torna al suo colore
originale,
anzi, forse ancora più limpido del solito.
Tiene gli occhi sul bancone e muove nervosamente la gamba destra,
mentre si
appresta a rispondere.
Non riesco a capire perché…
“Il ramen shio è quello più pallido,
chiaro, semplice e limpido. È povero di
ingredienti, ma può diventare molto buono lo stesso,
perché ha un retrogusto
nascosto che lo rende speciale. Ecco…Mi sembrava quello
più adatto a te…”
Oh, non è necessario guardargli dentro per capire che Naruto
è imbarazzato fino
al midollo.
Le sue guance sono di
un delizioso color
peperone e borbotta queste parole distogliendo lo sguardo dal volto di
Sai.
Il ragazzo spalanca un
po’ gli occhi e sbatte
ripetutamente le ciglia.
Non sa nemmeno come ribattere.
Non è stato allenato a queste
situazioni.
Mi accorgo con sgomento che, all'improvviso, alcuni ricordi sono
riusciti a
liberarsi dalle catene che li tenevano segregati in un angolo remoto
del suo
inconscio.
Ricordi di quando ancora la Radice prosperava e lui ,spesso e
volentieri,
cenava insieme ai suoi commilitoni.
Un brivido di sensazioni percorre tutta la sua anima.
No, così non va, Sai.
Tu sei la perfezione, no puoi lasciarti andare così.
Tutta colpa di Naruto!
“Grazie.”
“N-non ringraziarmi! Non credere che fosse qualche genere di
complimento
rivolto a te! Era solo una banale constatazione!”
“Ovviamente…”
Naruto arrossisce ancora di più, e dentro di lui vorticano
pensieri
contrastanti.
Li vedo come se fossero fuochi d’artificio, che si rincorrono
l’un l’altro ed
esplodono talmente vicini da coprirsi a vicenda.
Sai nota l’imbarazzo di Naruto e sorride tra sé e
sé.
Teuchi nel frattempo appoggia davanti ai due le ciotole fumanti del
ramen più
buono di Konhoa.
“Itadakimasu!”
“I-itadakimasu...”
Mangiano in silenzio.
Naruto evita il più possibile di incrociare lo sguardo di
Sai, concentrando
tutta la sua attenzione nervosa sulle bacchette che ha in mano.
Sai, dal canto suo, mangia con disinvoltura il suo ramen, come se non
avesse
mai fatto altro nella vita, e lo finisce a tempo di record.
“Naruto…”
“Mh?”
“Era ottimo.”
“Lo è sempre, qui da Ichiraku.”
“Oh oh, ragazzo, non mi elogiare troppo! Tanto lo sconto la
prossima volta non
te lo faccio lo stesso!”
“Uffa!! Ma non è giusto!”
Che scenetta pateticamente umana.
Sai di certo non farebbe mai nulla di simile!
...No?
Il ragazzo si inchina e sorride al cuoco.
Sorride… Per davvero!
Ma cosa diavolo...?
“Lei è davvero un cuoco eccezionale
Teuchi-san! Tornerò di sicuro a mangiare
da lei!”
“Grazie figliolo! Vedi Naruto, dovresti imparare dal tuo
amico la buona
educazione!”
“Non è un mio amico!!!”
Sai sta… Ridacchiando?
Che razza di strane proprietà ha questo ramen??
O meglio, che razza di potere ha il ragazzino della volpe?
Sta risvegliando l’umanità sopita nella mente di
Sai.
E questo non può accadere!
No, diamine, Sai è il tipo di umano che ho sempre cercato,
che ho sempre
desiderato esistesse!
Devo assolutamente seguirli e capire come finirà questa
storia!
“Dove andiamo?”
“No, la domanda giusta è: dove vai? Io torno a
casa, il mio dovere l’ho fatto.”
Naruto è sempre più nervoso, come dimostra
dall’intorbidamento del suo
arancione e fa un passo verso la direzione opposta a Sai.
Perfetto, la questione si chiude qui!
“No, aspetta un attimo…”
“Che vuoi?”
“Seguimi.”
“Perché dovrei?”
“Per favore…”
Non ci credo.
Non ci voglio credere.
Il nero di Sai… Lentamente si sta velando di colore, di un
blu notte profondo
come il mare, ma pur sempre blu.
E le sue guance… No, non può essere.
É… Arrossito.
Si nota appena, soprattutto grazie al fatto che la sua pelle
è così chiara, ma
è evidente che è lievemente colorata di rosso.
Naruto si ferma e lo fissa serio, ma poi si porta al suo fianco
sbuffando.
“E va bene, dove vuoi andare?”
“Vorrei mostrarti un posto.”
“Un posto?”
“Sì, un posto. Un posto speciale per
me.”
“Non pensavo provassi ciò che proviamo noi comuni
mortali...”
“Ci sono cose di me che nemmeno io conosco con
esattezza.”
“…Già, posso
capirti…”
“Allora, andiamo? Con la lentezza che ti contraddistingue se
non ci muoviamo
arriveremo domani mattina!”
“SAIIII!!!”
Sai ride, e si trascina dietro un Naruto alquanto sconcertato e
decisamente
arrabbiato.
Dove diavolo vanno?
Li seguo, e li vedo fermarsi in una radura nella foresta che delimita i
confini
del villaggio.
“È questo il posto?”
“Sì…”
Naruto si guarda intorno.
Non vede nulla di così speciale.
Nemmeno io, a dirla tutta.
“Vedi quell’albero, Naruto?”
“Certo che lo vedo!”
“Li sotto… C’è mio
fratello.”
“Come??”
La mente di Naruto tenta di collegare Sai a qualunque altro abitante
del
villaggio, ma non trova in lui nessuna parentela con loro.
Ma Sai continua a sorridergli, raggiante come non lo era mai stato.
I suoi ricordi… Sono affiorati completamente, ed ora
invadono tutto, colorando
di ogni sfumatura la sua anima così vuota.
Alla fine, anche lui è un umano.
Solo un umano, nulla di speciale, che delusione!
“In effetti, non è mio fratello di
sangue, era un mio compagno nella Radice,
ma per me era come un parente vero. Abbiamo condiviso ogni cosa, gioie,
dolori,
duri allenamenti, fino a quando...Mi ha lasciato solo.”
“Ti ha lasciato solo?”
“Sì, è morto di una malattia contratta
in missione, tentando di salvarmi da una
tossina che utilizzava il nemico. Baka…”
Gli occhi di Sai si posano sui rami della grande quercia che ha
davanti, ed
anche l’ultima catena nella sua anima si spezza, lasciando
spazio a quello che
aveva sempre nascosto dentro di sè.
Com'è possibile che io mi sia sbagliata sin
dall’inizio?
“Lo sapevo.”
“Come?”
“Lo sapevo! Lo sapevo che eri come lo shio ramen!”
Sai per poco non scoppia a ridere.
La sua anima si illumina di un bellissimo viola acceso, che solletica
ogni
angolo del suo essere.
Naruto lo guarda torvo.
“Ehi, guarda che dico sul serio! Anche se,
dopotutto, questo discorso si può
estendere oltre a te soltanto…”
“Che intendi dire?”
“Ogni persona è un abisso, vengono le vertigini a
guardarci dentro.”
“Non sono sicuro di capire…Forse doveri
leggere qualche libro
sull’argomento…”
“Sai, lascia perdere i libri e guardati intorno, vedrai che
ti sarà molto più
utile!”
“Per esempio?”
“Ma tu hai fatto un corso per essere così
snervante o sei così per tua natura?
Trovatelo da solo, l’esempio! Non sono il tuo maestro di
vita, sai?”
Cosa ha detto?
È solo una stupidaggine!
Le persone sono vili e superficiali, doppiogiochiste e imperfette!
Io… Non so cosa pensare…
Non so cosa dire…
Ho sempre avuto… Torto?
Sembrava tutto così banale.
Alla fine, tutto ciò è paragonabile ad un piatto
semplice da cucinare, che però
nasconde nella sua semplicità una possibilità
infinita di varianti.
È necessario assaggiare per capire.
Nella loro imperfezione, le persone sono come piccoli mondi.
Tutto ciò che vedevo, non era nulla al confronto di
ciò che stava oltre, oltre
quei colori che mi bloccavano la vista del resto, che mi impedivano di
rimanere
terrorizzata dall’immensità dell’animo
umano.
Dalle vertigini che ho ora guardando dentro me stessa.
Infondo, siamo tutti degli abissi.
“Naruto?”
“Che vuoi ancora?”
“Mi porterai di nuovo a mangiare
all’Ichiraku?”
“Perché dovrei? Oramai la strada la sai fare anche
da solo, no?”
“…Già...”
"..."
"..."
“…Sì, Sai, ti ci
porterò.”
Il suo viso si illumina, e si illumina anche dentro, come se avesse
acceso
diecimila candele.
Naruto diventa di nuovo rosso, ma la sua anima è verde,
verde come la
consapevolezza di aver detto la cosa giusta.
“Grazie! Così prenderò un
altro tipo di ramen, ed avrà un sapore
diverso.”
“Certo, e lo avrai sicuramente anche tu.”
“Come?”
“Nulla. Dai, torniamo al villaggio, Sakura-chan si
starà preoccupando…”
“Non penso si preoccupi troppo della tua
assenza…”
“SAI!”
E così si allontanano, lasciandomi sola con i miei dubbi e
le mie certezze
infrante.
Ho sempre visto le persone così superficialmente, nonostante
il mio potere?
Oppure ho sempre avuto ragione io?
Non lo so, ma ho tempo per scoprirlo.
Ho tutta
l’eternità davanti.
end