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Autore: Cara_Sconosciuta    21/09/2009    6 recensioni
Secondo capitolo dell'alfabeto d'amore di Christian e Joe.
Ecco cosa succede quando si combinano un giovane professore amante delle diete salutiste, un cantante goloso e il più potente afrodisiaco del mondo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 C - cioccolato

Le cose più belle della vita

O sono illegali

O sono immorali

O fanno ingrassare

-George Bernard Shaw-

 

Christian rimase per un attimo in piedi davanti alla porta spalancata del ripostiglio in cui voleva entrare per prendere un nuovo rotolo di carta da cucina.

Un innocente rotolo di carta da cucina.

Mai si sarebbe aspettato di trovarvi una cosa del genere...

“Joe...” Chiamò con un fil di voce, prendendo in mano uno degli oggetti incriminati con aria piuttosto schifata.

Nessuna risposta.

Decise che andare in sala sarebbe stato un metodo decisamente migliore per attirare l’attenzione.

E così fece.

Joe, naturalmente, era spaparanzato sul divano con le cuffie dell’iPod nelle orecchie e gli occhi chiusi, tutto intento ad ascoltare chissà quale canzone dal ritmo martellante muovendo la testa a tempoj.

Chris era convinto che fossero quelli come lui ad uccidere la magia della musica, ma quella era un’altra storia.

Ora il problema impellente era l’invasione che il ripostiglio del suo appartamento sembrava aver subito da parte di tutte le tavolette di cioccolato dello Stato.

“Jooooeeeeyyy..” Cantilenò con voce suadente, sedendogli accanto e strappandogli gli auricolari con gesto deciso.

Joe gli rivolse uno sguardo tra lo stupito e il seccato.

“Era proprio necessario?”

“Perché il ripostiglio è pieno di queste?” Domandò il biondo, sventolandogli la tavoletta sotto al naso con aria schifata.

Joe gli rivolse uno sguardo scettico.

“È cioccolato, Chris, non lo scarico di una fognatura.”

Christian inarcò un sopracciglio, come per dargli ad intendere che non vi trovava alcuna differenza.

“Sto aspettando.” Sibilò, quando si rese conto che la risposta tardava ad arrivare.

Joe sbuffò, alzandosi in piedi ed afferrando il dolce di malagrazia.

“Ricordi che mi hai mandato a fare la spesa?”

Il biondo si massaggiò la fronte, annuendo.

“Sapevo che sarebbe stato un errore madornale...”

“Sì, comunque, dato che, per quanto riguarda il cibo buono, questa casa è peggio di un lager, ho pensato che, forse, avrei potuto comprare qualcosina da mettere sotto i denti che non avesse consistenza liquida, vegetale o dietetica.”

“Cosa diamine sarebbe una consistenza dietetica? E poi il cibo che compro io è buono, sicuramente più di questa roba.”

“Cioccolato, Chris, c-i-o-c-c-o-l-a-t-o.” Sillabò il più giovane con aria e tono di chi sta parlando ad un bambino stupido. “Non è una parola difficile: ripeti con me, cioccolato.”

“Calorie superflue.” Disse, invece, Christian, sottraendogli di nuovo la tavoletta ed appoggiandola sul tavolino del salotto.

“Sei un caso senza speranza, lo sai, vero?”

Il biondo si strinse nelle spalle.

“Non mi hai ancora spiegato, in ogni caso, perché il mio ripostiglio è pieno di quella... cioccolato.” Si corresse, notando lo sguardo omicida del suo compagno, che annuì, soddisfatto.

“Non mi ci hai lasciato arrivare. Come stavo dicendo, sono andato nel reparto dolci e ho visto questa svendita di cioccolato fondente. Fondente, Chris... quello che non fa ingrassare.”

Chris scosse il capo con aria di disapprovazione, ritenendo del tutto inutile contestare che, in quei quantitativi, anche delle carote avrebbero fatto ingrassare.

“E tu hai pensato bene di portarti a casa tutto il reparto?”

Joe scosse energicamente il capo, onde poi soffiare via i ciuffi scuri che gli si erano fermati davanti agli occhi.

“Solo mezzo scaffale.”

Christian assunse un adorabile colorito tendente al latteo.

Anzi, più bianco.

“Quanto hai speso?” Esalò con un fil di voce.

“Questo è il bello! Solo cento dollari!!”

“Cento....”

“Sì! Pensa che risparmio! Normalmente sarebbero stati quasi trecento!”

“Cento dollari...”

“Chris?”

“Joey?”

“Ehm...sì?” Domandò Joe, arretrando.

“Io ti ammazzo.”

“Chris, ragioniamo...”

“Ragioniamo? Tu lo sai quanto sono cento dollari, Joe? Sono un quarto del mio stipendio mensile!”

“Ho usato i miei soldi, non era mia intenzione provocarti uno scompenso cardiaco. Non così, almeno...” Tentò di sviare il moro con un mezzo sorriso piuttosto malizioso.

“Non...non ci provare, non fare quella faccia! Non...non funziona.” Mormorò il biondo, deglutendo rumorosamente.

Non era valido, non poteva un essere umano risultare così dannatamente irresistibile!

“Ma perché ce l’hai tanto col cioccolato?”

“Non mi piace.” Rispose semplicemente Chris, lasciandosi cadere sul divano.

Joe scosse nuovamente il capo.

“No, questo non è umanamente possibile. Che ti ha fatto il cioccolato?”

“Se te lo dico poi mi prometti che lo fai sparire, in qualche modo?”

“E come faccio? Ok, ok, va bene, ma ora parla.” Rettificò Joe, come conseguenza dello sguardo omicida di lui.

“Avevo cinque anni e ho fatto indigestione. Da allora mi ha sempre dato il voltastomaco, ok?”

“E l’hai più mangiato, da allora?” Domandò il moro, trattenendosi a stento dallo scoppiare a ridere.

“Ma mi ascolti? Certo che no, accidenti!”

“Chiudi gli occhi.”

“Che?” Chiese il professore, stupito dall’improvviso cambio d’argomento.

“Ti devo bendare?”

“Sarebbe eccitante...”

“Chris...”

“Ok, li chiudo.”

Privato momentaneamente del senso della vista, Christian udì distintamente i passi di Joe allontanarsi da lui, fermarsi per qualche istante in un luogo imprecisato oltre il corridoio, e tornare indietro, fino a che non sentì il suo corpo di nuovo davanti a sé.

“Posso aprirli, ora?”

“Non ci provare, devo spiegarti un paio di cose, prima.”

E, un istante dopo, Joe era seduto a cavalcioni sulle sue gambe e stava trafficando con qualcosa di consistenza cartacea. Fu solo quando sentì lo scatto secco di qualcosa che si rompeva che capì quello che il suo ragazzo aveva in mente.

“Joey, allontana quella roba da me!” Esclamò, spalancando gli occhi e portandosi una mano davanti alla bocca, in un muto divieto di imboccarlo.

“Sta buono e ascoltami.”

“Non puoi costringermi.”

“Chris, dai, non fare i capricci... scommetto che ti piacerà quello che voglio fare.”

Christian alzò gli occhi al cielo, per poi sospirare e tornare, remissivo, a chiuderli.

Non gli dispiaceva, in fondo, quella situazione... capitava così di rado che Joe gli sedesse in braccio... avrebbe solo voluto non dover mangiare quel dolce odioso.

“Che sia rapido ed indolore, però.”

Joe annuì, dimenticando per un istante che non poteva vederlo, e spezzò di nuovo la tavoletta, ottenendone un quadretto piuttosto piccolo.

“Vedi... ti ho detto una bugia, prima... non ho comprato solo cioccolato fondente, perché penso che per fare le cose è meglio farle bene e variare. Perché il cioccolato ha tanti sapori, tutti simili eppure infinitamente diversi, un po’come i vari momenti della vita.”

“Non ti sembra un po’esagerato paragonare un pezzo di latte e cacao alla vita?”

Ignorandolo, Joe, gli avvicinò il piccolo pezzo di dolce e Chris socchiuse la bocca, consentendogli di inserirlo tra le sue labbra.

“Questo” Cominciò Joe, mentre lui masticava, piano. “È cioccolato al latte. Piace a tutti, ma non è mai il preferito di nessuno. È un po’come svegliarsi tardi di domenica, sapendo che si può rimanere a letto quanto si vuole, perché tanto quel giorno è libero, è tutto per noi. È dolce, rilassante, come il primo raggio di sole che filtra attraverso le tende.”

Sorridendo al sentire che Chris non replicava, scartò la seconda tavoletta e ne ruppe un pezzo, questa volta un poco più irregolare.

“Ci sei?”

Deglutendo, Christian annuì.

Di parlare non gli sembrava proprio il caso, in quell’atmosfera che si era creata... intima, probabilmente molto di più di quanto non lo fosse quella nella loro camera da letto durante una notte d’amore.

E poi quel cioccolato era decisamente meglio di come lo ricordasse.

“Questo, invece, è il nocciolato. È un cioccolato difficile, bisogna essere intenditori, per apprezzarlo. Ti piace?”

Sempre in silenzio, Christian alzò una mano, trovandola suo malgrado leggermente tremante, e la inclinò alternativamente a destra e a sinistra, indicando un gradimento non proprio convinto.

“Ecco, questo volevo dirti. Il cioccolato alle nocciole è un po’come un litigio. La frutta secca è dura, può essere faticosa da masticare e a volte ti si incastra tra i denti, dandoti un fastidio incredibile, ma intorno a lei c’è sempre la pasta di cioccolato... la quiete dopo la tempesta, una melodia molto più dolce e gradita di quanto non lo sarebbe stata senza quelle piccole note stonate.”

“Come sei poetico...” Mormorò l’insegnante, con un filo di voce appena un po’roca.

“Espongo solo i dati di fatto.”

“Sono finiti?” Domandò, facendo scorrere lentamente una mano lungo la gamba del suo compagno che, però, l’afferrò saldamente per il polso e la spostò con un sorriso sornione.

“Ne mancano due... credi di poter resistere?”

“Farò del mio meglio...” Replicò l’altro, con un sospiro leggermente frustrato.

“Bravissimo...” Mormorò Joe, chinandosi a raccogliere con la lingua una briciola di cioccolato rimasta all’angolo della sua bocca.

Dolcemente crudele. Doveva ammettere si essere piuttosto soddisfatto di se stesso.

“Questo” Cominciò, poi, come aveva fatto già due volte, negli ultimi minuti. “È in assoluto il mio preferito.”

“È fondente?” Chiese Chris, assaggiando il quadretto di cioccolato che Joe gli aveva appena consegnato.

“Aspetta...”

Gli ci volle qualche secondo, ma poi l’espressione di Christian mutò da concentrata a sorpresa.

“Che accidenti...”

Joe ridacchiò, accarezzandogli con tenerezza una guancia dalla barba appena un po’più lunga del solito.

“Peperoncino.”

“Cioccolato al peperoncino? Mi prendi in giro?”

“Niente affatto. Te l’ho detto, è il mio preferito.”

“Non sono sicuro di voler sapere a che cosa lo associ...”

“Il cioccolato al peperoncino è il nostro primo bacio.” Confessò il più giovane, arrossendo leggermente.

Christian sorrise al ricordo.

“Tremavi come una foglia, quella volta.”

“Non avevo mai baciato un uomo... e nemmeno avevo mai sospettato di poter essere omosessuale, cerca di capirmi. In ogni caso, questo non c’entra con ciò che intendevo. Vedi, il cioccolato al peperoncino sembra normale, all’inizio, niente più che un semplice fondente, ma poi... poi diventa speciale, esattamente come quel bacio, che, paura a parte, all’inizio non aveva proprio nulla di diverso...era uno come tanti altri che avevo già dato e ricevuto, ma poi... poi c’è stato qualcosa che non so definire... qualcosa di piccante, di forte ed inaspettato. È stato...”

“Unico.” Sussurrò Chris, affondando alla cieca una mano nei capelli liscissimi di Joe ed attirandolo a sé, ma il moro oppose, ancora una volta, una resistenza sufficiente a farlo desistere.

“Giusto, ne manca ancora uno...”

“Bravissimo, amore.”

“E che cos’è?”

Con una lentezza estenuante, che fece venire a Chris una forte tentazione di aprire gli occhi, Joe scartò e ruppe l’ultima tavoletta, per poi imboccarlo ancora una volta con un quadretto scuro e sottilissimo.

“L’ultimo è una sfoglia di fondente.” Spiegò, mentre il biondo assaporava ad occhi chiusi il cioccolato che si scioglieva piano sulla sua lingua. “Il fondente è straordinario, sai, ma non perché non fa ingrassare. Il punto è che è il cioccolato più semplice, più vero. Non ha le qualità che caratterizzano tutti gli altri, però è speciale in un modo tutto suo. È un po’come la vita... la nostra vita insieme. Sempre uguale, eppure tanto, tanto diversa. Come noi.”

“Posso... posso aprire gli occhi, ora?” Balbettò Christian, alzando entrambe le mani ad accarezzare le braccia di Joe.

“Certo.” Rispose lui, preparandosi ancora una volta ad avere a che fare con la dolce passionalità del suo ragazzo.

Sorrise, pensando come anche in questo fossero così simili eppure ancora estremamente diversi.

Christian, però, agì in tutto un altro modo, rispetto a quello che Joe si era aspettato.

Spostando una mano, afferrò la tavoletta di cioccolato al peperoncino e ne spezzò un quadretto, per poi prenderlo tra i denti, lasciandone sporgere metà dalle labbra socchiuse.

Il più giovane colse al volo l’invito, avvicinando il volto a quello di lui ed afferrando il piccolo dolce, per poi spezzarlo e lasciare che gli si sciogliesse languidamente sulla lingua.

“Vedi...” Cominciò Chris, mandando giù il proprio pezzo di cioccolato. “Se mi avessi imboccato in questo modo, la tua poetica lezioncina sul cioccolato avrebbe fatto molto più effetto.”

“Vuol dire che sei rimasto della tua idea?” Chiese il moro, negli occhi un misto di curiosità e delusione.

Chris, però, scosse la testa.

“No, no, hai fatto comunque la tua figura... credo che potrò sopportare un po’di cioccolato in giro per casa... a patto che tu non dica a nessuno che ho ceduto così!”

 

Se nessuno ti vede mentre lo mangi

Quel dolce non ha calorie

                                                                        -Anonimo-         

 

   
 
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