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Autore: Red Raven    22/09/2009    4 recensioni
Si muoveva silenzioso e concentrato, perciò quel suono come di un singulto giunse senza problemi alle sue orecchie.
Ne rimase nondimeno alquanto perplesso.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gwen, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Prima dell'inizio
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Hide and Seek



“…novantanove…cento! Arrivo!
Arthur cominciò a girare per il cortile, guardando in ogni anfratto, dietro ogni statua, dentro ogni cassa e sotto ogni scudo.
Scrutava e scrutava, in cerca di un fruscio di vesti colorate o un luccichio di gioielli. Scrutava e intanto camminava in tondo per il cortile, senza uscire perché Morgana si doveva nascondere lì, se no non valeva.
Si aggirava furtivo, volgendosi a scatti ogni due passi, nell’eventualità che la sorellastra approfittasse di un suo momento di distrazione per sgusciare fuori e fare “tana”. Si avvicinava agli spigoli dei muri, pronto a scattare alla prima avvisaglia di movimento.
Si muoveva silenzioso e concentrato, perciò quel suono come di un singulto giunse senza problemi alle sue orecchie. Ne rimase nondimeno alquanto perplesso.
Si fermò, in ascolto.
Il suono si ripetè un po’ più forte. Arthur si mosse verso un angolo in ombra dietro le scale. Il suono si ripetè nuovamente. Mosse un altro passo, poi un altro ancora.
Da quella posizione riusciva a vedere chiaramente un fagottino scuro messo lì in una qualche maniera.
Dopo qualche secondo il fagottino ebbe un sussulto.
Arthur si avvicinò ancora e vide chiaramente che quello che pareva un involto di abiti era in realtà una bambina poco più piccola di lui.
“ Cosa stai facendo?” chiese imperiosamente.
La bambina sussultò ancora e lo guardò con aria terrorizzata, gli occhi luccicanti di lacrime.
Arthur si sentì un po’ triste vedendo quella bambina piangere, anche se non sapeva perché.
La osservò: era piccolissima e indifesa, aveva grandi occhi castani e folti ricci neri; la sua pelle era del colore del terriccio dopo una notte di pioggia.
“ Chi sei?” le chiese semplicemente.
Lei non rispose, limitandosi a guardarlo con gli occhi lucidi.
“ Ti sei persa?” le chiese.
Lei ci pensò su un attimo, continuando a guardarlo intimorita, poi fece un lieve cenno di assenso.
“ Dov’è la tua mamma?” le domandò lui, sperando di poterla aiutare.
Con suo sommo spavento, la bambina ricominciò a piangere:” La mia mamma…non c’è”
Arthur sentì un colpo allo stomaco.”Che vuol dire non c’è? “
“Non c’è” disse lei, come se ripeterlo fosse una spiegazione di per sé sufficiente”Se n’è andata”
“Andata? Dove?” chiese Arthur, avvicinandosi un altro po’ alla piccola.
“Papà…papà dice che…che è andata in cielo”
Arthur la guardò a lungo: aveva pronunciato quella frase come se non ne comprendesse esattamente il significato, come se si stesse chiedendo che ci era andata a fare in cielo, quando c’era lei giù, che aveva tanto bisogno di un abbraccio e di una carezza; o se per caso il papà stesse mentendo, se fosse stata colpa sua, se lei l’avesse fatta arrabbiare e allora lei non le voleva più bene e se n’era andata via, lontano; ma questo non era possibile perché papà non dice bugie.
Come se si stesse chiedendo perché, perché, perché.
Arthur si sedette accanto a lei, la schiena appoggiata al muro: anche lui se lo era chiesto spesso.
“ Come ti chiami?” chiese alla bambina.
“ Gwen” rispose lei.
“ Sai, Gwen” disse il principe” anche la mia mamma è andata in cielo”.
Ma che strano pensò improvvisamente si è messo a piovere.
Sentì qualcosa di caldo e umido sulla guancia, proprio su quelle gocce d’acqua che gli scendevano sulle gote.
Quando si girò vide Gwen che si ritraeva timidamente, le labbra leggermente rosse.
“ La mamma dice sempre che quando uno si fa male, basta un bacio per far andare tutto a posto” disse con semplicità.
“ Ma io non mi sono fatto male” replicò lui.
“ Piangevi” rispose lei” quando uno si fa male piange”
Per un attimo Arthur non seppe che dire, limitandosi a sfiorarsi la guancia nel punto dove si erano posate le sue labbra.
Dopo un attimo, anche lui si sporse verso la bambina e pose le sue labbra sulla guancia di lei.
Quando lei si girò a guardarlo stupita, lui rispose semplicemente:” Anche tu piangevi”
Per qualche secondo si guardarono negli occhi, nero pece contro azzurro cielo.
E insieme sorrisero.
“ GWEN!” gridò una voce, facendoli sobbalzare.
Un uomo si aggirava per la piazza con aria disperata, continuando a chiamare la bambina.
“ E’ il tuo papà?” chiese Arthur.
La bambina annuì” Sarà arrabbiato?”
“ Certo che lo è, lo avrai fatto preoccupare” rispose il principe” Dai, andiamo da lui”
Quando vide la sua bambina, l’uomo si lanciò verso di lei e la prese in una abbraccio stritolante. Guardandolo sgridare la figlia per essere sparita a quel modo, Arthur si chiese cosa fosse quel groppo in gola che gli impediva di deglutire.
E guardandoli andar via, verso la parte povera di Camelot, si chiese se fosse felice per lei o triste per sé.
Ma fu guardando Gwen voltarsi verso di lui e sorridergli, che capì che non era nessuna delle due cose.
In qualche strano modo, capì di avere incontrato una fetta del proprio destino.


Note dell’autrice: oh yeah, seconda fic su Merlin. E’ penosamente triste la carenza di storie su questa coppia ( che secondo me, potete dire quello che volete, è una delle più dolci di tutto il telefilm). Insomma, capisco che Arthur/Merlin sia quasi canon, ma diamine, un po’ di spazio alla futura coppia reale glielo vogliamo dare? XD
Piccola cosa: se volete, potete leggere questa fic ascoltando questa canzone. Io la trovo molto bella!
Anyway, passiamo a noi: ditemi ciò che ne pensate (soprattutto se ne pensate male: ho bisogno di migliorare, e le vostre critiche saranno più che gradite!) semplicemente schiacciando il bottoncino blu là in basso!
Au revoir!
   
 
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