Anime & Manga > Saint Seiya
Ricorda la storia  |      
Autore: beat    22/09/2009    8 recensioni
Un gradino dopo l'altro.
In discesa, un gradino dopo l'altro per ritornare alla sua dimora.
Dalla Sala del Sacerdote fino al terzo tempio, la Casa dei Gemelli.
“Non apprezzi anche tu l'ironia di questa storia?”
Genere: Generale, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemini Saga, Virgo Shaka
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopo di lucro.

********************************************************************************


Un gradino dopo l'altro



Un gradino dopo l'altro.

In discesa, un gradino dopo l'altro per ritornare alla sua dimora.
Dalla Sala del Sacerdote fino al terzo tempio, la Casa dei Gemelli.
Un lungo percorso.

Un gradino dopo l'altro.
Un'infinita discesa.

Saga passò una dopo l'altra le case dei Pesci, dell'Acquario, del Capricorno, del Sagittario.
Tutte quante vuote, private dei loro custodi.
Morti per colpa sua.
Per la sua infinita brama di potere aveva causato la fine di così tanti prodi guerrieri.

Passò la Casa dei Pesci, non più pervasa dal dolce inebriante profumo delle rose.
Passò la Casa dell'Acquario, ancora umida delle tante lacrime che lì erano state versate.
Passò la Casa del Capricorno, devastata dall'ultimo feroce combattimento che c'era stato.
Passò la Casa del Sagittario, spoglia e silenziosa come lo era da tredici anni ormai.

Per colpa sua.
Tutto quello era successo per colpa sua.
Non avrebbe mai potuto fare ammenda.
Avrebbe volentieri dato la sua vita per ripagare a tutto il male che aveva causato.
Aveva anche tentato di togliersi la vita, ma Atena l'aveva fermato.
L'aveva convinto a non sacrificare anche la sua vita, non ora che tanti tra i santi erano periti in quell'assurda guerra intestina.
Ma la cosa non l'aveva affatto convinto.
Nonostante quello che la dea diceva – dolce, magnanima, infinitamente giusta dea – lui era un peccatore. Anche se il male era stato estirpato dal suo cuore, quello che aveva fatto, le sue atroci gesta, ancora avevano terribili ripercussioni in quel loro mondo sconvolto.

Glielo diceva il suo cuore martoriato.
Glielo diceva l'occhiata piena di disprezzo di Milo, quando passò la Casa dello Scorpione.
Glielo diceva anche il silenzio opprimente della Casa della Bilancia.

Un gradino dopo l'altro, scendeva.

Arrivò infine alla Casa della Vergine.
Senza scomporsi, entrò nel sesto tempio.
Il proprietario era inaspettatamente in piedi, rivolto verso l'ingresso, come se stesse aspettando un ospite.
Saga fermò i suoi passi, attendendo che Shaka gli rivolgesse la parola.
Il santo della Vergine si limitò ad indicargli con un elegante gesto del braccio il tavolo, su cui erano state appoggiate due tazze ricolme di thè bollente.
Saga tentennò un momento, prima di imitare il padrone di casa e sedersi di fronte a lui.
Shaka prese una delle due tazze e cominciò a sorbirne lentamente il contenuto.
Saga afferrò la propria tazza, per non essere scortese, ma non si azzardò a fare altro.

Fin da quando l'aveva incontrato la prima volta, molto tempo addietro, quando Virgo altro non era che un bambino, fin da allora Saga aveva temuto Shaka.
Il giovane indiano irradiava un'aura di terribile superiorità.
Sebbene per anni avesse vestito gli abiti del Gran Sacerdote, solo quando era davvero necessario aveva convocato il santo della Vergine al suo cospetto.
Perché sapeva che al primo, minuscolo errore, Shaka avrebbe potuto smascherarlo con assurda facilità. E probabilmente con la stessa semplicità avrebbe anche potuto sconfiggerlo.
Per questo l'aveva sempre tenuta a distanza, limitandosi a guardare dall'alto della sua posizione i suoi mostruosi poteri.

“Ritorni alla tua Casa?” domandò all'improvviso Shaka, facendo sobbalzare Saga che si era ormai perso nei suoi pensieri.

“Sì. Atena mi ha concesso il perdono, e il permesso di tornare.”

“Ritornerai dunque a vestire l'armatura del santo dei Gemelli?”

Saga non capì il perché di quella domanda, ma lo stesso assentì.
Shaka, gli occhi immancabilmente chiusi, gli sorrise di rimando.
Un sorriso appena accennato, che mostrava però tutto lo scherno e il disprezzo che Virgo vi sapeva infondere.
Saga se ne stupì, ma lo stesso non poté non provare un pruriginoso senso di irritazione.

“Perché quell'espressione?” domandò, la voce che mal celava il risentimento.

Anche se era ritornato ad essere buono, tredici anni passati a vivere pressato dalla sua parte maligna avevano lasciato il segno. Non riusciva più a sentirsi buono come un tempo.
Il sorriso di Shaka si allargò impercettibilmente.

“Non apprezzi anche tu l'ironia di questa storia?”

“Che ironia?!”

Shaka sorseggiò quel che rimaneva del suo thè e, quando finalmente ebbe finito, posò con cura la tazza sul tavolo.
Si concesse ancora qualche attimo di silenzio carica d'attesa, scrutando da dietro le palpebre chiuse l'espressione contratta di Saga, prima di tornare a parlare.

“Per tredici anni hai coltivato il sogno di divenire un dio. Hai fatto di tutto, finanche arrivare ad attentare alla vita della dea che dovevi proteggere. Per tredici anni hai dominato su questo santuario. Ci hai tenuti tutti ai tuoi ordini. Hai comandato e spadroneggiato su tutto e su tutti.”

Il cuore di Saga rimbombò contro il petto, con dolorosa ferocia.

“Credevi di essere la cosa più simile ad un dio in terra, in cima su tutti noi. E ora, invece, eccoti qui a scendere uno per uno tutti i gradini del tempio, a scendere per tornare alla tua Casa.”

Un sorriso davvero impertinente quello che Shaka gli stava mostrando.
Saga si alzò di scatto, facendo stridere le gambe della sedia contro il duro pavimento di pietre.
Per quanto si sentisse e fosse colpevole, aveva ancora il suo orgoglio.
Bruscamente salutò Shaka, e uscì dalla Casa della Vergine.

Virgo sorrise di nuovo, mentre guardava la figura di Saga allontanarsi quasi di corsa.
Per quanto avesse sperato di diventare un dio, in fondo non era altro che un uomo.

Un uomo presuntuoso che non sapeva stare al suo posto.
Non aveva il diritto di elevarsi più in alto di quanto la natura gli avesse concesso.
Il suo posto era nella terza Casa.

Non oltre.
Non più in alto.

Al di sotto della Dea, al di sotto del Sacerdote.
Al di sotto della Vergine.

Shaka sorrise, il suo solito ghigno di scherno.

Saga doveva scendere fino al posto che davvero gli spettava.
Un gradino dopo l'altro.




********************************************************************************

Angolo dell'Autrice:

Mmh...
Non sono comletamente convinta di questa cosa.
Mi piaceva questa sottile somiglianza tra Shaka e Saga, entrambi "dei" in terra. E mi piace Shaka quando fa il bastardo. Gli riesce bene quel ruolo! *-*
Però non sono sicura se quello che ho scritto ne vale davvero la pena. Mmh...

Fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!
Sarò ben lieta di sapere che cosa non quadra in questo lavoro.

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat




   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: beat